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Autore: roxy_xyz    15/01/2015    4 recensioni
|Oneshot|What if...?|(un pizzico di) Avventura|Rose Tyler/Bad Wolf| PoV Donna Noble (è stata salvata)|
Le tenebre erano fuori da quella cabina blu, pronte a cadere nuovamente nel vuoto.
La prima volta che conobbi Rose Tyler fu il giorno in cui ci salvò dai Dalek e dalla fine del Tempo. Il giorno in cui lo sentì chiamare il suo nome, urlarlo al cielo e ritrovarsi con in mano solo una camicetta rosa.

Rose Tyler non è stata salvata da Pete, è caduta nel vuoto insieme a tutti i Dalek. "The Stolen Earth", un episodio diverso da quello che abbiamo visto, e in cui Donna Noble è la chiave di tutto.
[Ottava classificata al contest "Da ieri a oggi" di Stareem sul forum di Efp]
Genere: Azione, Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bad Wolf, Dalek, Doctor - 10, Donna Noble, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“She is lost in the darkness, fading away

 

Nickname: roxy_xyz

Titolo: In the Darkness

Fandom: Doctor Who

Personaggi/Pairing: Donna Noble, Ten, Rose Tyler/Bad Wolf, e con la partecipazione di Davros e tutti i compagni Dalek!

Generi: Oneshot (2.371 parole), un pizzico d’azione.

Avvertimenti: What if…?

Rating: Giallo

Frase scelta: “She is lost in the darkness, fading away. I’m still around her, screaming her name.” Lost- Within Temptation

Introduzione: Questa storia nasce dal what if…? in cui Rose Tyler non è stata salvata da Pete e portata nel mondo parallelo, anzi è caduta nel vuoto con tutti gli altri Dalek, e il Dottore ha assistito impotente alla scena. La storia è narrata dal PoV di Donna!

Note: Mi sono permessa di riscrivere l’episodio “The Stolen Earth” e sicuramente non sono né RTD né Moffat, ma ho immaginato un episodio diverso senza Jack, Martha, Mickey, Jackie e Sara Jane, ma anche qui è Donna Noble a essere la soluzione di tutto e che permette a Rose di ritrovare se stessa. So benissimo che è un azzardo, ma ho sempre desiderato scrivere una storia del genere e amo mettermi alla prova, e poi Donna Noble doveva essere salvata. Che cacchio!

Questa storia partecipa al contest "Da ieri a oggi" indetto da Stareem, con la citazione che trovate all’inizio della storia.

Come sempre, grazie Jaybree.

 

 

 

 

In the Darkness





 

 

 

 

 

“She is lost in the darkness, fading away. I’m still around her, screaming her name.”

Lost- Within Temptation

 

 

 

 

La prima volta che la vidi fu attraverso i suoi occhi e quel suo respiro mozzato, mentre con in pugno quella camicetta rosa gli domandavo a chi appartenesse. Non conoscevo la loro storia, sapevo soltanto che dovevo essere a fianco del mio futuro marito, sposarmi e sfilare in Chiesa sotto gli occhi invidiosi delle mie colleghe, e non trovarmi di fronte a un uomo completamente folle che blaterava su cose senza senso e di cui non m’importava nulla. Era il mio matrimonio, dannazione! Quanti ancora ne avrei visti e soprattutto di quanti sarei stata protagonista? Ero arrabbiata con lui e con chi mi aveva tirato quel brutto scherzo. Non riuscivo a fare altro che pensare a Denise e a Loreline che mi avrebbero preso in giro per tutta la vita, perché avevo buttato al vento l’unica possibilità di essere speciale. Per un giorno, solo uno. Donna Noble non era nessuno di importante, dopotutto, e quel giorno ne ebbi un’ulteriore conferma.

L’indumento cadde sul pavimento di quella strana cabina e rimase lì, sotto gli occhi impotenti e vuoti di quell’uomo. Vuoti come la sua anima spezzata.

 

 

§

 

“Dottore, cosa sta succedendo? Chi sono queste lattine parlanti?” Non l’avevo mai visto così nervoso e soprattutto senza parole. Lo guardavo e vedevo come la presenza di quegli strani alieni, a dir poco noiosi e presuntuosi, l’avesse scosso.

“Dottore…”

Mi aveva rivolto il suo solito sorriso, quello che usava per mascherare ciò che provava realmente, e spiegato con calma chi fossero. “Donna Noble, ti presento i Dalek.”

“E quindi? Chi diamine sono? In più, perché continuano a ripetere sterminare come un disco rotto?” In realtà avrei voluto scappare, rifugiarmi dentro il TARDIS, ma sapevo che lui sarebbe rimasto lì e che io non potevo essere da meno, dovevo essere coraggiosa e non la solita fifona che preferiva nascondersi dietro a inutili scuse.

“I Dalek sono sterminatori di razze, epuratori di pianeti. Però non capisco come avete fatto a salvarvi! L’ultima volta che vi ho incontrati, vi ho visti cadere nel vuoto…”

La testa sembrava scoppiarmi da un momento all’altro; un attimo prima avevamo visto la Terra scomparire e successivamente, noi e il TARDIS, eravamo stati prelevati di forza e portati dentro quest’enorme navicella spaziale che continuavano a chiamare il “Crogiulo”. Non riuscivo a smettere di pensare che mia madre e mio nonno si trovavano da qualche parte nell’universo e che nessuno, persino il Dottore, sapesse dove andare a cercarli. Quanti Dalek c’erano? Davanti a me stava un esercito pronto a uccidere tutti, come minacciavano con le loro parole, eppure lui se ne stava lì a discutere con un vecchio decrepito pazzo.

“Dottore, dobbiamo trovare la Terra!”

Ancora una volta avevo sentito quella risata stridula.  Quella specie di vecchietto in decomposizione mi dava i brividi. “Li vedrai morire tutti quanti e sarà solo colpa tua. Tua e di lei.”

“Io? Che diamine stai dicendo? Questo qui ha perso tutte le rotelle, Dottore. Come poteva incolpare me?

“Anche lei era caduta nel vuoto…”

Se c’e una cosa che mi ha sempre dato fastidio è l’essere ignorata durante una conversazione, ed era proprio quello che stava succedendo, e la paura era sicuramente inferiore al prurito che avevo alle mani in quel momento. Lui e le sue frasi sibilline! Che cavolo voleva dire?

“Sentite, potreste parlare più chiaramente, per favore? Chi è caduto? E poi tu, Dottore, manco fossi morta! Quante volte sono inciampata e non mi sono fatta nulla! Non mi sembra di aver fatto storie. Ci si rialza, insomma.”

“Dov’è Rose Tyler? Cosa le avete fatto?” Improvvisamente mi ero ritrovata di fronte a quell’uomo disperato con cui avevo fatto conoscenza, così diverso da quello che avevo imparato a voler bene. Anche allora aveva pronunciato quel nome.

 

§

 

 

“Dottore, cosa è successo alla donna a cui pensi sempre?”

Il mio matrimonio era saltato e l’uomo che credevo mi amasse si era rivelato un folle che mi aveva avvelenato e cercato di uccidere. Avevo voglia di pensare ad altro e non a quello che sarebbe successo una volta tornata a casa. Fallita, stupida e single a vita, ecco come potevo essere descritta in poche e coincise parole.

“Si chiamava Rose Tyler, lei era come te. Viaggiavamo e poi…”

“È tornata a casa? Ha messo su famiglia? Scommetto che è successo proprio così, tutti si sposano tranne la sottoscritta!

Le sue mani si erano poggiate sulla consolle, mentre quelle dita lunghe avevano accarezzato la tastiera. “Lei non ce l’ha fatta.”

Cosa voleva dire? “È… è morta?”

Il suo sguardo si era fatto duro e sapevo che non avrebbe detto altro. “No, semplicemente non c’è più. Fine del discorso.”

E io sapevo che c’era altro, qualcosa di oscuro che lui stava cercando di seppellire e che, invece, continuava a tornare a galla. Sempre più forte di prima e che l’avrebbe tirato giù, prima o poi.

 

§

 

 

“Lei non c’è più… mi avevi detto che…”

Il mal di testa non dava cenno di diminuire e mille aghi sembravano volessero trafiggermi da parte a parte.

“Cosa le avete fatto, maledetti?” era stato l’urlo del Dottore.

“Troppo umano, troppe emozioni, eppure avresti dovuto imparare dai tuoi errori. Un uomo del Tempo che ama circondarsi di questi strani animali domestici, ti piace allevare scimmie e addestrarle?

Ehi! Con chi credeva di parlare questa mummia?

“Dimmi dov’è?” aveva chiesto nuovamente il Dottore, desideroso di sapere. Di vederla.

“Lei è caduta con noi, si è nascosta a lungo e alla fine ha smarrito se stessa, dandoci la possibilità di cambiarla, di migliorarla. Non è rimasto nulla di quella stupida ragazzina e di quei sogni. Nulla, persino tu, Dottore. Non sei altro che un nemico ai suoi occhi; ogni ricordo è stato cancellato e ogni sentimento spazzato via. Rose Tyler è un perfetto Dalek. Non sei contento, Dottore? Cosa farai ora?”

Come chiamata da una voce silenziosa, una donna si era fatta avanti in quell’esercito, camminando silenziosa e impavida in mezzo a tutti quei mostri. Avevo immaginato tante volte Rose Tyler e, ai miei occhi da eterna romantica, lei era una donna forte e bella che, col suo amore puro e intenso, aveva salvato il Dottore da se stesso. Una pessima trama da soap-opera, dopotutto ero abituata a vedere quello, prima di vedere quelle meraviglie e quei mondi che mi avevano aperto gli occhi, mostrandomi come non ci fosse un limite alla bellezza e alla crudeltà di certe persone.

Rose Tyler era una ragazzina di quanti… vent’anni? Con un paio di pantaloni e una camicetta tutta sgualcita. Forse dovevo cominciare a guardare programmi diversi in tv e smetterla di fantasticare.

“Eccola, Dottore. Ecco Rose Tyler o quello che è rimasto di lei…

Era ormai a pochi passi da noi e potevo vedere ogni sua singola lentiggine.

“Dottore.” La sua voce era piatta, priva di calore.

“Rose! Ti ricordi di me?”  Aveva accompagnato le sue parole con una carezza sul viso della ragazza che sembrava non sentire e provare nulla. Mi sembrava di guardare una bella statuina di cera.

“Tu sei il mio nemico e devo sterminarti.”

La mano del Dottore era scivolata giù, come la sua anima.

 

§

 

 

Ormai viaggiavamo da tanto e mi sembrava di non averne mai abbastanza. Stare con lui era come fare perennemente la babysitter, ma aveva anche i suoi lati positivi. Potevo vedere mondi, persone, cose così diverse e pure che, ogni volta, riuscivano a lasciarmi senza fiato.

“Potrei fare questa vita per sempre. Certo, sei insopportabile e ti ficchi sempre in situazioni allucinanti, però sì.”

Mi aveva rivolto un sorriso triste, quando invece mi sarei aspettata una reazione diversa. “Nulla è per sempre, Donna Noble. Solo la morte.”

“Allegria portami via, Dottore!”

Aveva digitato qualcosa nella tastiera e chiesto, con quei suoi occhi tristi, quale sarebbe stata la nostra prossima meta. “Dove vuole andare, milady?”

“Agatha Christie! Ho sempre desiderato conoscerla.”

“Sei pronta a risolvere un nuovo delitto?”

 

 

 

§

 

 

“Rose, svegliati! Ti prego…”

Nessuna parola, carezza, niente sembrava svegliarla da quello stato catatonico. Come se qualche schifezza aliena si fosse appiccicata al suo cervello e avesse pigiato il tasto reset. Più guardavo Rose e più mi sembrava di osservare una marionetta, di cui i Dalek muovevano i fili.

Ancora una volta quell’essere senza cuore aveva parlato, accompagnando le sue parole con una risata, come se godesse della disperazione del Dottore. “Lei è perduta e non puoi fare più nulla, Dottore. Che effetto fa guardare la donna che ami e non poter far nulla?

“Perché? Perché, Davros?” Non aveva smesso un attimo di toccare il viso di Rose, come se volesse imprimersi a memoria ogni suo dettaglio.

“Sei stato tu, fai sempre così: prendi le cose più belle e le infetti. Non capisci qual è la tua vera anima? Tu sei un distruttore di Mondi, di persone, e saremo noi Dalek a darti ciò che meriti. Anzi, che ne dici, Rose… vuoi farlo tu?”

Ancora una volta lei aveva parlato senza alcuna traccia di calore umano. “Sterminare. Sterminare.”

Io avevo visto quello di cui era capace di fare il Dottore e quel vecchiaccio non doveva averla vinta, chi era lui per criticarlo? Mio nonno mi ha sempre detto che un uomo buono non deve morire perché altrimenti bisognerà aspettare altri mille anni affinché un altro uomo buono nasca, e io non ho tutto questo tempo, maledizione!

“Rose, cerca di pensare al TARDIS, ai viaggi nel tempo e nello spazio, a quest’uomo strano e pazzo che vorrebbe evitare le grane, ma che riesce sempre a finirci in mezzo…” Mi ero avvicinata a lei; una ragazzina non mi avrebbe di certo spaventato, neanche se si era trasformata in un’arma letale con l’ausilio di questi demoni.

Come aveva fatto prima il Dottore, le mie mani si erano fermate sulle sue spalle, accarezzandole lievemente. Era così giovane, e non era giusto che quegli occhi avessero già visto così tante atrocità. Se c’è una cosa che mi hanno insegnato le soap-opera è che l’eroina riesce sempre a sconfiggere l’oscurità, e Rose, lei era forte e avrebbe lottato con tutta se stessa per salvare l’uomo che amava.

“Ti ricordi di quella sensazione? Di galleggiare come una bollicina di sapone? Era questo ciò che provavi insieme a lui, quello che provo io tutti i giorni e ti assicuro che è impossibile dimenticarlo.” Ancora una volta il mal di testa era lì, dietro l’angolo, a tormentarmi, ma non m’importava di niente in quel momento. Io ero Donna Noble e gli Ood cantavano di me e delle mie gesta, e non mi sarei mai arresa a quelle lattine parlanti.

Non so cosa o quale parola la fece scattare, ma mi ritrovai con le sue dita sulla mia fronte, là dove il dolore sembrava volermi schiacciare.

Fu allora che caddi dentro le tenebre che attanagliavano Rose Tyler, assistendo alla sua caduta e a quello a cui era stata sottoposta, alle tante torture e infine all’oblio. Vidi come nessuna minaccia da parte di Davros e dei suo scagnozzi fosse riuscita a convincerla, a piegarsi al loro volere. Fino alla fine, lei aveva cercato di aggrapparsi al Dottore e a quei dolci ricordi per non cadere, annegare nel vuoto che sembrava trascinarla sempre più lontana, da lui, dal Dottore.

Avevano dovuto nasconderle quei ricordi per poterla usare come uno strumento di morte, ma quelli erano rimasti lì, dietro una delle mille porte della sua mente, pronti a uscire e a lottare per tornare da lui.

Mi ritrovai a urlare per il dolore, non so cosa mi stesse facendo, ma era come se mi stesse usando per tornare indietro e cominciai ad avere paura di lei.

“No! Rose!”

La voce del Dottore mi sembrava sempre più lontana, come se mi stesse parlando da un’altra parte, lontano mille miglia. Così come era iniziato, quel dolore atroce era terminato e mi ero ritrovata a fissare quelle iridi castane, così calde e piene di affetto.

“Sei tornata,” riuscii a dire, mentre una sensazione di sollievo si espandeva nella mia testa, una volta scomparse quelle strane fitte.

E quando la vidi sorridere, capii perché il Dottore si era innamorato di lei, di questa ragazzina, una come tante forse, ma capace di resistere a un attentato così forte alla sua mente e alla sua memoria. Era caduta nel buio, ma non aveva smesso di lottare, combattendo per tornare libera.

“Grazie, Donna Noble.”

“Impossibile! Non può essere… tu devi sterminare tutti!” Persino Davros non riusciva a capire come fosse riuscita a scappare dalla loro prigione mentale.

“Hai ragione, devo sterminare… voi!”

Aveva sollevato quell’esile polso e una strana luce l’aveva avvolta. Cosa stava succedendo e perché Rose Tyler si era illuminata come una torcia?

Osservò ogni singolo Dalek prima di eliminarlo con un semplice movimento della mano, mentre io e il Dottore assistevamo in silenzio alla scena. Per la prima volta, il Dottore non stava correndo da una parte all’altra della stanza, limitandosi a guardare Rose con uno sguardo carico di dolore e tristezza come mai avevo visto e io non riuscivo a capire il perché, visto che lei ci stava salvando.

 

 

 

 

Vidi fuoco e cenere attorno a noi.

Vidi quella ragazzina innalzarsi e bruciare ogni cosa, senza pietà, senza ombra di sentimenti.

Vidi un lupo cattivo che, stanco di essere tenuto dietro alle sbarre, lottava per tornare fuori all’aria aperta.

Vidi il Dottore fermo al centro della stanza, davanti a lei, mentre la chiamava, implorandola di fermarsi finché in tempo.

Smettila, Rose. Torna da me.”

“Scappate, dovete andare via prima che sia troppo tardi. Non posso più fermarmi, lo sai anche tu.” Era stato il suo rimprovero.

I Dalek cadevano, uno ad uno, come una pioggia forte che trascinava tutto con sé, dritto fino al fiume, così Rose Tyler colpiva e annientava.

“Per sempre, Dottore. Donna Noble, sei davvero speciale.”

“Figurati, sei stata meglio di un’aspirina!” mi limitai a dire.

Vidi il Dottore allungarsi verso di lei e baciarla, per la prima e ultima volta, prima di spingermi verso il TARDIS, verso la nostra salvezza.

Le tenebre erano fuori da quella cabina blu, pronte a cadere nuovamente nel vuoto.

La prima volta che conobbi Rose Tyler fu il giorno in cui ci salvò dai Dalek e dalla fine del Tempo. Il giorno in cui lo sentii chiamare il suo nome, urlarlo al cielo e ritrovarsi con in mano solo una camicetta rosa.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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