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Autore: Blueorchid31    16/01/2015    10 recensioni
Doveva essere una one, ma sarebbe uscita un papiro, quindi è diventata una mini long. Sasusaku. Sbrocco Natalizio Non è per cuori deboli. Dovrebbe far ridere e anche un po' piangere. Con questa introduzione entro di diritto tra le introduzioni scelte del sito , quelle più brutte. Buon Natale!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie ''' Il secondo tragico Sasuke '''
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4.Epilogo






Era in ginocchio – nel vero senso della parola – ancora incredulo, scioccato e... decisamente incazzato.

Sembrava come se le cose belle della vita avessero una specie di repulsione nei suoi confronti, lo evitassero, mentre quelle brutte gli corressero incontro a braccia aperte. Trovava alquanto ingiusto che per lui dovesse essere così difficile provare un briciolo di felicità quando per gli altri risultava semplice e non era per una questione di superiorità intellettiva – con la quale si era convinto della stupidità altrui – ma per una predisposizione innata che a lui poco si confaceva.


Lui era destinato a essere infelice?


Aveva compiuto molte azioni nella sua vita di cui non andava proprio fiero e aveva fatto delle scelte che forse non si erano rivelate proprio giuste, ma aveva sempre ottenuto quello che voleva – o quasi.

La domanda che, quindi, si stava ponendo, immobile, genuflesso, era: "Cosa voglio davvero?"

Tutta quella faccenda del passato, del presente e del futuro era accaduta troppo in fretta per avere modo di riflettere attentamente e lui – non sia mai detto – per prendere certe decisioni aveva bisogno di tempo.

Purtroppo ne aveva ben poco dato che il super Kazekage, l'eroe degli orfani di Konoha, probabilmente era in procinto di varcare le porte del Villaggio, accolto da un'adorante Sakura.


Sakura...


Come aveva potuto ripiegare sul Kazekage? Non era bello come lui! Ok, aveva un titolo e anche degli ottimi natali; sicuramente era anche pieno di soldi e probabilmente adorava fare giochetti erotici con la sabbia, ma, insomma, non era paragonabile a lui. Quei due mostriciattoli fulvi, poi, non avevano niente a che vedere con lo sguardo magnetico di Sarada, con la sua impertinenza e l'orgoglio Uchiha che sprizzava da tutti i pori.


Quella bambina doveva venire al mondo a tutti i costi!


Certo, sarebbe stato meglio un maschio come primogenito e casomai purosangue, ma al momento donne Uchiha in giro non ce n'erano e doveva accontentarsi di quello che passava il convento: un sennin, l'erede del quinto Hokage – mica male – una donna dalla forza disumana e tendenzialmente incline a gonfiare di botte il baka – non male davvero – una donna bella - molto bella – e soprattutto... ancora, forse, molto probabilmente, speriamo...


"Innamorata di me"


Ottenuta l'illuminazione tanto attesa, si alzò di scatto e corse in camera sua; poi scalzo, con indosso solo una paio di pantaloni e una maglietta a maniche corte, uscì di casa trovandosi di fronte a un tappeto di neve fresca – non sarebbe stato certo quello a fermarlo. Aveva una meta, aveva un piano – più o meno – ma soprattutto aveva uno scopo.

Guardò il cielo, dal quale scendevano piccoli fiocchi di neve e intuì che più o meno fosse quasi ora di cena e quindi virò, balzando su un tetto, verso casa Yamanaka.

Spalancò la porta, con il fiatone, trovando tutti i suoi amici – più Gaara – che ciarlavano allegramente. Lo guardarono sbigottiti, e per l'abbigliamento poco consono a una cena, e per l'entrata da pazzo furioso... e per il kunai che brandiva in una mano.

Sasuke fece balzare lo sguardo dall'uno all'altro, cercando il suo obiettivo che tuttavia non sembrava essere lì. Poco male, davanti a tutti sarebbe stato sicuramente più imbarazzante, ma non aveva avuto la prontezza di spirito di pensarci prima perché effettivamente... non aveva un vero piano.

Naruto gli si era avvicinato con cautela, pensando che fosse impazzito di nuovo e fosse sul punto di compiere una strage – aveva riconosciuto lo sguardo da pazzo furioso sanguinario e quel kunai non era affatto rassicurante – quindi, con calma, molta calma, gli aveva chiesto: " Ti senti bene, Teme?"

"Sto benissimo."

Tipica risposta da malato mentale all'ultimo stadio.

"Sei venuto per passare la vigilia di Natale con noi?" gli chiese ancora Naruto, con la delicatezza tipica di chi sa di avere di fronte una bomba a orologeria pronta a scoppiare in qualsiasi momento.


Doveva inventarsi qualcosa di plausibile.


"Dov'è Sakura?" decise di chiedere, pugnalando a morte il suo orgoglio – ma non aveva tempo da perdere.

La Yamanaka era scoppiata in una fragorosa risata – dannata gallina – e Naruto aveva iniziato a comporre i sigilli della moltiplicazione del corpo per saltargli addosso ed evitare il probabile omicidio della sua migliore amica.

"Perché cerchi Sakura?" domandò Naruto, che intanto si era quadruplicato nel salotto di Ino e Temari.

"Ho bisogni di parlarle..." il suo orgoglio si lamentò, comunicandogli che se gli avesse inferto un altro colpo probabilmente avrebbe esalato l'ultimo respiro "... dei regali" – c'era un limite all'umiliazione.

Naruto sembrò abboccare, facendo sparire le sue copie e la Yamanaka – che era oca, ma di certe cose era davvero esperta – si era affrettata a dirgli che la ragazza era rimasta a dare una mano per preparare la cena fino a poco prima e che era tornata a casa per cambiarsi.

Sasuke si voltò per riprendere la sua corsa verso casa di Sakura, ma prima pensò bene di mettere in chiaro un paio di cosette che gli stavano a cuore.

"Tu" tuonò, indicando il Kazekage "inizia a cercarti un altro ninja medico. E tu" indicando questa volta Naruto "Tieni lontano tuo figlio dalla mia prole" per poi scomparire.

Hinata si era voltata verso il suo consorte, rossa in viso: come diavolo faceva Sasuke a sapere che era incinta?

"Io non gli ho detto niente, lo giuro!" si giustificò con la ragazza.

"Detto cosa?" chiese la Yamanaka che sentiva nell'aria odore di pannolini sporchi.

"N-niente" rispose Hinata, inducendosi uno svenimento per evitare l'argomento imbarazzante.

"Ok, è incinta!" concluse la bionda.

Gaara, invece, sorrise amaramente: Sasuke aveva finalmente aperto gli occhi, anche se non aveva idea di come avesse fatto a sapere che provava un certo interesse per Sakura, il pensiero che lei riuscisse finalmente a essere felice gli riempì comunque il cuore di gioia.


-§-


Sasuke giunse davanti alla porta di casa di Sakura e si fermò proprio nel medesimo punto in cui lei lo aveva baciato, la sera che l'aveva poi tramortita e appoggiata sulla panchina del giardino... che stava ancora lì, ricoperta di edera.

Era arrivato.

E ora?

Non avendo un piano – adesso lo poteva ammettere – iniziò a sentirsi...


... un perfetto idiota.


Cosa le avrebbe dovuto dire?


"Ciao Sakura, tre fantasmi mi hanno fatto visita e mi hanno fatto capire che tu sei l'unica possibilità che mi resta per non morire da solo?" oppure "Ciao Sakura, lo sai che avremo una figlia che si chiamerà insalata?" - nella migliore delle ipotesi avrebbe passato i prossimi sei mesi nel reparto di traumatologia con l'ottanta per cento delle ossa rotte.


Perché non si era preparato un discorso? Perché doveva essere sempre così istintivo?

Forse era meglio se se ne ritornava a casa da Katon a mangiare pomodori e caviale in scatola ed evitarsi quella figura barbina che forse non avrebbe portato ad altro che a un sonoro pestaggio – meritatissimo tra l'altro.

Aveva mosso appena la gamba destra per ripercorrere il tragitto al contrario, quando la porta di casa di Sakura si era aperta ed era comparsa lei, con indosso un montgomery rosa pallido – niente a che vedere con il vestitino rosso fuoco della Yamanaka. Aveva un semplice fermaglio tra i capelli e un paio di scarponcini da neve con la pelliccia alti fino a metà polpaccio. Aveva sempre adorato la sua sobrietà, ma quella sera sotto la neve, si accorse di quanto fosse bella, così, acqua e sapone, senza trucco o fronzoli, come l'aveva sempre vista sin da piccola.

Lei era rimasta sulla porta a bocca semi aperta, vedendolo lì davanti, come un pupazzo di neve, immobile, scalzo, con i capelli ormai fradici, senza contare la maglietta a maniche corte che solo a vederla faceva venire i brividi di freddo e sopra ogni cosa... un kunai stretto nella mano destra.

"Sasuke-kun che cosa ci fai qui?" gli chiese con titubanza, mista a sospetto, mista a un lieve terrore che fosse lì per liberarsi definitivamente di lei "Mi stanno aspettando alla festa" ebbe cura di fargli sapere per farlo desistere dal fare qualsiasi cosa avesse in mente perché i suoi amici non vedendola arrivare si sarebbero chiesti dove fosse e avrebbero scoperto la sua malefatta.

Sasuke non le rispose; si avvicinò lentamente a lei, con lo sguardo perso nel vuoto - o almeno Sakura ebbe questa impressione.

In realtà gli occhi di Sasuke sapevano perfettamente cosa stessero guardando, solo che per la prima volta, non provava alcuna paura a farlo e contro ogni previsione... gli piaceva, si sentiva bene, appagato e... sereno.

Sakura si era ovviamente allarmata: la possibilità che Sasuke fosse impazzito, di nuovo, era molto alta e quella che lui fosse lì per ammazzarla, anche di più.

Si preparò mentalmente a spaccargli la faccia appena fosse stato a una distanza tale da essere sicura di prenderlo in pieno e rispedirlo a casa sua volando sopra i cieli di Konoha come Babbo Natale.

Caricò quindi il chakra nella mano destra e lo guardò avvicinarsi sempre di più.

Appena fu a pochi passi da lei, lui si portò il kunai davanti al petto, mostrandoglielo.

"Potresti ricucire il mio nome?" le chiese.

Sakura ritenne la richiesta abbastanza strana: ricucire il suo nome?

Sbatté ripetutamente le palpebre perplessa prima di afferrare il kunai - meglio disarmarlo finché era in tempo, quando c'erano loro due e un kunai di mezzo si rischiava sempre di finire in tragedia. Non ci mise molto a riconoscerlo: glielo aveva regalato lei quando erano piccoli, ma c'era qualcosa di diverso... una N... e non era stata lei a cucirla. Non era brava a cucire, era vero, ma solo un'idiota con la testa quadra avrebbe potuto fare peggio. Pensò che se lo avesse avuto tra le mani, lei, lei... lo avrebbe fatto a pezzi. A quel punto capì anche come Sasuke era riuscito a rientrarne in possesso e sorrise al pensiero che Naruto avesse già ricevuto la giusta punizione.

"Perché sorridi?"

"No, niente." gli rispose " Comunque non credo che valga la pena di ricucire il tuo nome su un kunai arrugginito" concluse amaramente, come se quel kunai fosse stato una metafora della loro storia che era roba vecchia, inutile da rivangare.

O almeno Sasuke la interpretò in tal modo, sentendosi impotente e sciocco per aver pensato che lei potesse dargli un'altra possibilità - l'ennesima.

Ma forse...

Forse il concetto non lo aveva esposto bene, forse lei non aveva compreso il senso del suo gesto - neanche un bravo psicologo ci sarebbe riuscito in realtà e poi loro avevano sempre avuto qualche problema di comunicazione.

Il suo orgoglio aveva emesso un suono simile a un gemito di dolore quando la sua mano si era posata sulla guancia della ragazza, le dita si erano intrufolate nei suoi capelli, artigliandosi alla nuca. Sakura, che non aveva minimamente capito - per l'appunto - quale fosse il reale motivo per il quale Sasuke fosse lì, rimase immobile; anche il suo cuore smise di battere e i polmoni di pompare ossigeno.

Che cosa voleva fare?

Si era abbassato appena, essendo più alto di lei e senza perdere il contatto con i suoi occhi verdi che luccicavano - per l'emozione, ipotizzò - poggiò le labbra sulle sue.



"Qui giace l'orgoglio di Sasuke Uchiha che dopo aver fomentato vendette e scatenato guerre é deceduto per amore"





Chi se ne frega!

Non molto pratico in fatto di baci, si fece guidare dall'istinto Uchiha - i suoi antenati avevano creato un Clan tra i più potenti mai visti, doveva avere per forza quel gene nel sangue - e sentì il bisogno di testare il vero sapore di quelle labbra, mandando in avanscoperta la lingua.

Sakura, consapevole di non essere affatto padrona di se stessa in quel momento perché "Sasuke la stava baciando, Sasuke la stava baciando, Sasuke. la. Stava. Baciando."non oppose alcuna resistenza ed essendosi allenata per anni per quel momento con lo specchio della sua camera, accolse la sua lingua, infuocando quel bacio con tutta la passione repressa negli anni.

Sasuke prese quel gesto come un chiaro invito a passare alla fase successiva: concepimento di Sarada.

Spinse delicatamente Sakura all'indietro, rientrando in casa; chiuse la porta con un piede, continuando a divorare le labbra della ragazza che diventavano sempre più incandescenti, mentre il desiderio di toglierle il Montgomery e qualsiasi cosa avesse addosso stava diventando insopportabile e qualcosa - che a dispetto di quello che aveva detto la Yamanaka non era affatto piccolo - iniziava ad essere estremamente evidente e fastidioso, nonché molesto.

Anche Sakura sembrò accorgersene e come da insegnamenti ricevuti proprio dalla Yamanaka, pensò che fosse giunto il momento del "discorsetto" che rischiava forse di mandare all'aria la sua unica occasione di andare a letto con Sasuke, ma era necessario per testare quanto lui fosse sano di mente in quel momento e per capire se quello che stava vivendo fosse solo uno scherzo della sua immaginazione o corrispondesse alla realtà. Il fratello di Chiyo era stato molto chiaro in merito: quando si desidera troppo una cosa spesso si rischia di confondere la realtà con il sogno.

Che uomo saggio!

"Fe... fe... ferma... a... ti, mmmh, ferma... ti... Sas... " parlare era diventato davvero complicato visto che Sasuke si era attaccato alle sue labbra a mò di ventosa e lei stava... così bene! Ma il discorsetto era necessario, quindi diede adito a quel poco di razionalità che le era rimasta riuscendo a proferire un poco elegante: "E fermati!" e lo aveva scostato bruscamente da lei - tanto bruscamente che l'urto contro il muro aveva creato una profonda crepa.

Che altro c'era? Stavano andando così bene: niente parole e molti fatti, proprio come piaceva a lui.

Avevano entrambi un fiatone da maratona, il viso arrossato - lei - e le labbra umide. Sasuke aveva anche qualcos'altro che adesso era straordinariamente evidente e... imbarazzante visto che non ne avrebbe fatto uso nell'immediato: lo sguardo di Sakura diceva "É ora di fare due chiacchiere" e lui un po' per l'eccitazione, un po' per paura che il suo progetto di concepimento andasse in fumo si sentiva stranamente propenso a scambiare due parole.

"Che significa questo?"

Ottima domanda.

"Non era quello che volevi" le rispose, cercando di modulare la voce in modo da sembrare nuovamente se stesso e non mostrare quanto quella cosa in mezzo alle gambe stesse avendo un effetto imprevisto sulle sue capacità cognitive.

"Certo!" urlò lei con decisione - era una vita che aspettava quel momento - "Ma... perché adesso?"

Sasuke roteò gli occhi: era giunto il momento di vuotare il sacco e sapeva di dover avere molto tatto nell'esporre le sue motivazioni perché una frase sbagliata avrebbe potuto compromettere tutto e spedirlo al cimitero prima del tempo.

"É una lunga storia" tagliò corto, sperando di demotivarla a continuare il discorso.

"Ho tempo" ribatté subito Sakura che sapeva che un altra occasione come quella non le si sarebbe ripresentata molto facilmente.

"Non ti aspettano per cena?" tentò ancora Sasuke.

"É più importante questo, Ino capirà"

Non mollava l'osso.

Si disincastrò dal muro, provocando la caduta di alcuni pezzi di intonaco, consapevole che non avesse altra scelta. Si avvicinò di nuovo a lei che non sembrava più molto propensa ad avere contatti fisici, tant'è che aveva indietreggiato di qualche passo fino a poggiare le spalle al muro opposto.

"Sakura" sussurrò, scoprendo di riuscire anche ad assumere un tono sensuale. La ragazza diventò paonazza - come poteva mantenere la calma quando lui la chiamava in quel modo?

Come poteva dirle quello che voleva senza sembrare un idiota smidollato?

Se finanche Naruto era riuscito a confessare i suoi sentimenti a Hinata, non doveva essere così complicato.

"Io..."

Sakura ebbe paura di svenire e perdersi quel momento irripetibile: le gambe le erano diventate di burro e la vista le si era appannata dalle lacrime pronte a scendere da un momento all'altro.

"Io..."

E dillo!!! Per tutti i Kami!

"Io ho fatto un sogno"

Non era proprio quello che la ragazza si aspettava e un'irrefrenabile voglia di fare un altro calco del suo corpo nel muro stava per prendere il sopravvento sulla curiosità di ascoltare cosa avesse sognato.

Sasuke approfittò di quel momento di indecisione per afferrarle i fianchi e ripristinare il contatto tra i loro corpi. Sakura, nonostante quel gesto le avesse fatto perdere per un attimo il senso del tempo e dello spazio, ebbe almeno la prontezza si spirito di abbassare lo sguardo, togliendosi dalla traiettoria della sua bocca.

Dovevano parlare, punto e basta.

"Ho sognato che ti eri sposata con il Kazekage e avevi avuto due bambini"

La ragazza spalancò gli occhi... sul serio aveva sognato una cosa del genere? Lei, moglie di Gaara? Mica male e sicuramente non tanto lontano dalla realtà dato che in quei mesi a Suna lei e il Kazekage si erano frequentati parecchio - per lavoro s'intende.

"E poi... " e aveva preso una ciocca dei suoi capelli e l'aveva fatta passare tra le sue dita, notando quanto fossero morbidi e profumati, proprio come quelli di sua madre "... e poi ho sognato nostra figlia"

Sakura istintivamente alzò il capo, sconvolta dalle sue ultime parole e incontrò i suoi occhi. Vide in quelle due pozze nere senza fine qualcosa che non avrebbe mai creduto di riuscire a scorgere: erano colmi di amore. Il cuore iniziò a batterle all'impazzata.

"Ma, se ho sposato, ehm, Gaara, come abbiamo fatto ad avere una figlia?" gli chiese, temendo che la sua relazione con il Kazekage fosse naufragata in un divorzio a causa proprio dell'Uchiha - come minimo i suoi genitori l'avrebbero diseredata.

"É complicato da spiegare, ma avesti dovuto vederla: era forte quanto te..."

Forte? Come lei? Da quando la considerava forte e non un inutile impiastro?

"Aveva gli occhi e i capelli neri - per fortuna, evitò di aggiungerlo - ma sia la forma degli occhi che del viso erano uguali ai tuoi."

Le lacrime cominciarono a scendere sul viso di Sakura senza alcun freno.

"Era impertinente e sicura di sé e poi..."

"Basta così!"

Non voleva più ascoltarlo.

"Perché, perché mi stai dicendo tutto questo? Hai solo fatto un sogno, Sasuke-kun."

"Non era solo un sogno" ribatté lui, quasi offeso dalla sua ultima affermazione.

"Non sapevo che fossi anche un veggente" disse lei con tono acido: davvero aveva creduto di risolvere le cose con quella panzana del sogno?

"No, aspetta, la verità é che..."

"La verità è che sono una stupida, ecco. Per un millesimo di secondo avevo creduto che tu..." e aveva scosso la testa per allontanare quei pensieri " lasciamo perdere." concluse, scostandolo di nuovo da lei.

Perché non aveva funzionato? Eppure era vero quello che le aveva raccontato. Lei lo aveva allontanato di nuovo e dopo aver raccolto le chiavi che le erano cadute durante il lungo bacio che si erano scambiati, si stava dirigendo verso la porta.

Cosa poteva fare per fermarla? Se lei fosse uscita da quella porta, ne era certo, si sarebbe avverato tutto quello che Obito e Sarada gli avevano fatto vedere.

Non poteva permetterlo... e quindi prese l'unica decisione sensata della sua vita.

"Io ti amo"

Ecco, lo aveva detto. Tutto d'un fiato.

Il suo orgoglio che era deceduto alcuni minuti prima per l'occasione era resuscitato per emettere un profondo e sentito lamento.

Ce l'aveva fatta: si era fermata.

Tirò un sospiro di sollievo e attese una qualche reazione.

"C-cosa?" fu l'unica parola che riuscì a dire la ragazza.

"Non farmelo ripetere" e avrebbe voluto aggiungere anche un "ti prego".

La ragazza aveva continuato a dargli le spalle, immobile, a testa bassa.

"Sakura?" provò a chiamarla - quell'attesa lo stava uccidendo.

Nessuna risposta.

Fece qualche passo verso di lei e ritentò: "Sakura?"

"C-come hai detto che si chiamava?"

Sul viso di Sasuke comparve un sorriso sghembo.

"Non l'ho detto. Comunque... Sarada"

"Insalata? É un bel nome. Immagino di averlo scelto io."

"Proprio così"





-§-





"Ma che fine ha fatto Sakura?" sbraitò Ino Yamanaka "Naruto, sei sicuro che Sasuke non l'abbia fatta a pezzi?"

Naruto sorrise sornione: era certo che Sasuke avesse fatto a pezzi il suo orgoglio quella sera e che avesse finalmente capito che lui e la sua Sakura-c'han fossero destinati a stare insieme, proprio come lui e Hinata.





-§-



"Peccato, due gemelli dal Kazekage non erano poi tanto male come futuro" aveva esclamato Sakura avvolta malamente da un lenzuolo con le gambe attorcigliate a quelle di Sasuke.

Il ragazzo la fulminò con lo sguardo: le battute su quell'argomento non erano gradite.

"Ma sul serio hai visto tutte queste cose? Su, il colpo di stato in Paradiso è una cosa assurda!"

Perché non aveva conosciuto il Clan Uchiha.

Sasuke, tra una prova e l'altra di concepimento di Sarada, aveva raccontato a Sakura la sua avventura, dal kunai rubato fino a lei che prendeva a bastonate la sua lapide - l'ultima cosa l'aveva fatta ridere di gusto e a lui piaceva sentire la sua risata, guardare il suo viso illuminarsi e le sue labbra incurvarsi all'insù.

A lui piaceva tutto di Sakura, anche farci l'amore - soprattutto farci l'amore. Il concepimento di Sarada sarebbe stato di sicuro la missione più semplice e piacevole della sua vita e non vedeva l'ora che anche lei fosse lì con loro.

"Shannaroo, la festa!" esclamò Sakura che aveva completamente dimenticato che la stavano aspettando per cena.

Shannaroo...

Sasuke scoppiò a ridere e tirò a sé la ragazza che sembrava avere intenzione di rivestirsi e raggiungere gli altri.

"Sai, credo che ci metterò un po' ad abituarmi al fatto di vederti sorridere, anzi ridere" gli disse, baciandogli le labbra.

"Hai tutta la vita per farlo" le rispose per poi baciarla a sua volta.

Sakura, ancora incredula per tutto quello che era accaduto, lo guardò intensamente.

"Che cosa c'è?" le chiese, sospettoso.

"Merii Kurisumasu, Sasuke-kun"

"Merii Kurisumasu, Sakura" rispose, con la gioia nel cuore, stringendola forte tra le sue braccia.



Fine









-§-



Intanto...

In Paradiso...

"All'attacco!"

Fugaku e Madara Uchiha erano alle prese con una folta schiera di angeli immuni allo sharingan e al rinnegan, mentre Mikoto, sensibilmente contrariata dalla sconsideratezza del marito, era in procinto di dire addio a una piccola bambina che di lì a poco avrebbe occupato il posto che le spettava: nella pancia di sua madre.

"Ciao, nonnina" le aveva detto la piccola, abbracciandola forte.

"Ciao, Sarada. Mi raccomando, prenditi cura di tuo padre"

"Lo farò, shannaroo!" le rispose la bambina dissolvendosi nel nulla.

"Mi commuovono sempre gli addii" aveva esclamato Obito, asciugandosi le lacrime.

"Povero biscottino mio" lo aveva consolato Rin, dandogli un buffetto sulla testa.





-§-



Qualche mese più tardi...

"Sasuke-kun!!!"

"Sakura, quante volte ti ho detto di non urlare? Non sono sordo!" la rimproverò il ragazzo "Ecco, hai fatto scappare anche il gatto"

"Lo so, scusami, ma ho una bella notizia da darti: ho ottenuto il trasferimento da Suna!"

Era ora.

Erano mesi che Sakura aveva chiesto di ritornare a Konoha, ma il Kazekage non le aveva accordato il trasferimento - forse a causa delle minacce di Sasuke.

Il ragazzo aveva sorriso e l'aveva tirata a sé per baciarla: Adesso avrebbero potuto intensificare gli allenamenti per la missione "concepire Sarada".

"Aspetta, Sasuke-kun. Devo dirti anche un'altra cosa..."

Cosa c'era di più importante che fare l'amore e cercare di avere un figlio?

"Sono incinta"

Sasuke l'aveva guardata per un attimo, con occhi sbarrati, incredulo e felice allo stesso tempo. Poi aveva fatto scendere la mano sul ventre ancora piatto di Sakura e aveva rivolto lo sguardo in quella direzione mentre la ragazza gli accarezzava dolcemente la nuca.

"Benvenuta, Sarada"





Angolo Autrice


Dai, non potevo finirla così!!! Ci siete cascati vero? Ditemi di sì, accontentate questa povera psicopatica. :-)

Ogni volta che termino una storia provo sempre tanta malinconia, ma questa era necessario finirla almeno prima di Pasqua – sarebbe stata ridicola una fan natalizia tra le uova, anche se sono dell'idea che il Natale vada bene tutto l'anno; è il periodo che preferisco in assoluto: le luci, le canzoncine (che ormai si conoscono a memoria perché sono sempre le stesse) e quel clima di serenità e gioia che si respira anche se si hanno per la testa mille pensieri.

In pratica farei una petizione per allungare il periodo natalizio: sei mesi all'anno potrebbero bastare :-)

Spero che questa fan vi sia piaciuta come è piaciuto a me scriverla.

Adesso mi dedicherò alle altre che ho in corso e a tale proposito vi comunico di aver preso una decisione: dato che ultimamente ho poco tempo da dedicare alla scrittura causa vita reale, concluderò per prima cosa le fan che sono a buon punto, quindi Kitchen ed Entelechia alle quali mancano solo pochi capitoli, pertanto trascurerò temporaneamente Mr Brightside e Hen Party. Mi sono resa conto che portarne avanti quattro insieme non è proprio possibile e vi chiedo scusa ma non posso fare diversamente. Quindi il nostro prossimo appuntamento è con il capitolo di Kitchen: un capitolo molto movimentato, ve lo assicuro.

Non sottovaluto comunque la possibilità di aggiornare le altre anche se in modo meno frequente, ma non posso promettere nulla al momento. Spero che riusciate a capire le mie difficoltà.

Ringrazio come sempre tutte le Sante lettrici che hanno recensito questa storia, chi l'ha semplicemente letta e chi l'ha inserita tra le storie preferite, seguite, ricordate e anche tra quelle da non ricordare.

Il vostro affetto e le vostre parole mi hanno, come sempre, riempito di gioia e spronato a scrivere.

Con i ringraziamenti faccio schifo, un po'  come con le introduzioni. :-(

E ringrazio anche il buon vecchio Dickens per aver scritto “A Christmas Carol” alla quale mi sono ispirata. (Mi sembrava giusto sottolinearlo)

Vi abbraccio tutti!

Blueorchid31


   
 
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