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Autore: Yomigami    22/11/2008    3 recensioni
E' il mio primo tentativo di fanfic di questo tipo, siate clementi ^^ Comunque sia critiche che suggerimenti di qualsiasi tipo sono ben accetti, commentate!
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tutto pronto, tutto era in ordine. Sul tavolo in formica della cucina erano disposti i suoi attrezzi, con cura quasi maniacale. Per cominciare quella che sarebbe stata, molto probabilmente, l’ultima serie di azioni della sua vita. Doveva solo prenderli e sistemarli nel borsone. Ma dopo mesi di preparazione, vacillò. Era insicuro, aveva paura di fallire, ma il pensiero lo attraversò solo per un attimo, spazzato via quasi subito dalla sua mente fredda e calcolatrice. Dopo quello che gli avevano fatto, non poteva tirarsi indietro, non ora. Dovevano pagare, tutti. Prese uno per uno i suoi strumenti, riponendoli nel borsone con delicatezza, per evitare qualsiasi tipo di danno dovuto ad una sua disattenzione. Chiuse la sacca, se la mise in spalla, e si diresse verso la porta per uscire di casa. Una luce fioca attraversava i corridoi, dandogli un’atmosfera quasi spettrale, cosa dovuta anche al fatto che il mobilio nella casa era ristretto all’essenziale. Molte cose infatti senza di “loro” non erano più necessarie, e piuttosto che convivere con oggetti che gli riaprivano ferite nel cuore alla loro vista, aveva preferito sbarazzarsene. Era davanti all’uscio in procinto di uscire, ma si fermò, voltandosi verso l’interno dell’appartamento. Quella casa che una volta aveva rappresentato tutta la sua vita, ora era vuota come non lo era mai stata. Le risate, le urla, e le vivaci parole che una volta la riempivano, ora non c’erano più. Ora c’era solo il silenzio a regnare, come a ricordargli il vuoto di quelle stanze. Ascoltando il suono di quel silenzio, non riuscì a trattenere qualche lacrima.

Pensava.

E mentre piangeva, la sua faccia si deformava dalla rabbia.

Si ricompose, asciugandosi le lacrime, e affondando il viso nelle sue mani unite. Restò in quella posizione qualche secondo, e quando ne riemerse, la sua espressione era totalmente cambiata. Ora aveva un espressione qualunque, forse un po’ indifferente. Come se quel gesto lo avesse aiutato a montare una maschera, e divenire qualcun altro. Già, perché il suo vecchio se stesso non avrebbe mai i compiuto i gesti che stava per fare, ma il suo nuovo io, non avrebbe esitato nemmeno un secondo.

Si voltò per aprire la porta, quando si bloccò di nuovo. Aveva dimenticato una cosa, forse la più importante. Corse in camera sua e afferrò il blocchetto sopra un comodino. Mentre lo guardava sorrideva. Lo mise anch’esso con cura nel borsone, e una volta sistemato si diresse verso la porta, uscendo finalmente di casa.

La luce lo investì, costringendolo a ripararsi gli occhi. In casa le tende erano tutte tirate, quindi c’era poca luce, ma fuori il sole splendeva alto e luminoso, nonostante la fredda giornata invernale. Una volta abituato alla luce raggiunse la sua macchina, parcheggiata di fronte a casa sua. Salì in auto, si sistemò con calma, dopodiché estrasse un foglietto dalla tasca interna del giaccone. Lui la chiamava “lista della spesa” e in un certo senso, forse non alla portata di tutti, la si poteva considerare tale.

Sei “prodotti” c’erano sulla lista, e lui non ne avrebbe dimenticato nemmeno uno.

Lesse il primo della lista, il meno importante, ma certamente indispensabile come tutti gli altri. Sapeva dove andare, quindi accese la macchina e si avviò.

Non era la sola macchina in circolazione a quell’ora della mattina, quindi paradossalmente videro tutti che strada stava imboccando, ma ciò che nessuno sapeva, era che stava per essere fatta la “spesa” più cara che Chicago aveva conosciuto negli ultimi dieci anni.

 

  
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