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Autore: Switch    16/01/2015    2 recensioni
Quattro OS sulla Raphibel che si collocano tra la seconda storia e la terza, solo piccoli momenti dolciosi per allietarvi dopo che vi ho fatto dannare e in vista di nuove avventure che chissà cosa porteranno!
Enjoy!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Raphael non aveva mai amato svegliarsi presto.
Prima.

Era Leo quello che si gettava fuori dal letto all'alba, dopo nemmeno poche ore di sonno, che si riducevano a volte in una mezz'ora scarsa, a seconda dei guai in cui erano incorsi la notte prima di ronda; ma da Splinter Junior c'era da aspettarselo.
Donnie era sempre in piedi da presto, e a volte non andava nemmeno a dormire, perciò vagava nel rifugio anche in piena notte, creando chissà cosa nel suo strampalato laboratorio; si era chiesto più volte come diamine facesse a sostenersi, con che cosa si alimentasse, dato che il riposo non era uno dei suoi segreti. Caffè, probabilmente, si rispondeva quasi sempre.
Per ultimo veniva Mikey, di certo non il più propenso a lasciare la comodità del letto di mattina, eppure riusciva ad alzarsi ad un orario considerevolmente normale, per preparare la colazione a tutti, dato che si divertiva da morire a cucinare, magari soffocando giusto un paio di sbadigli.

Ecco, loro erano tipi mattinieri, che pensavano a coprire con produttività le ore di una giornata sin dalle sue prime luci.
Ma non lui.

Raphael si era sempre svegliato verso l'ora di pranzo, con tutta la calma del mondo, senza fretta nel lasciare il letto per affrontare le moltitudini di problemi che si affacciavano nella loro vita praticamente un giorno sì e l'altro pure, affondando la testa nei cuscini per cercare di catturare quei flebili sogni normali che faceva, quelle lievi sensazioni di pace che il sonno sapeva dargli.
Perciò non si era mai svegliato presto, men che meno all'alba.
Prima.

Perché tutto era cambiato da quando c'era lei.
Perché ora, quando apriva gli occhi, lei era lì, addormentata con la guancia premuta buffamente contro il cuscino.
E il fatto che lei non dovesse esserci affatto, gli faceva solo più piacere. Ogni mattina era una scommessa, prima di aprire gli occhi, nell'indovinare se lei sarebbe stata lì.

Isabel aveva ripreso possesso della sua camera, dall'altra parte del pianerottolo ad anello, tra le stanze di Mikey e Leo, con loro somma gioia. Splinter d'altronde la amava come una figlia ed era felice che tutto si fosse risolto e che loro due stessero assieme, ma non avrebbe permesso che dividessero la stessa stanza.

C'erano sempre delle regole di rispetto da tenere conto, gli aveva detto, e anche loro avrebbero dovuto attenersi ad esse.
Perciò Isabel non avrebbe dovuto essere lì. Anche se ormai, in effetti, c'era quasi tutte le mattine: non sapeva come, ma riusciva a sgattaiolare fuori dalla propria stanza e ad intrufolarsi nella sua, quasi tutte le notti, subito dopo che tornava dal giro di ronda.

La prima volta, quando per sbaglio l'aveva toccata mentre si girava nel sonno e aveva spalancato gli occhi dalla sorpresa, quello era stato il più emozionante dei risvegli: trovarsela lì aggrovigliata alle sue coperte, coi capelli in disordine e abbracciata ai suoi cuscini, dei quali si era egoisticamente appropriata, con l'espressione più dolce e serafica mai vista prima.
Era rimasto ad osservarla per qualche istante con stupore e un'emozione crescente, il battito del cuore più accelerato; e aveva allungato una mano per toccarla, per sincerarsi che fosse reale: una ciocca di capelli tra le dita e il dorso sulla guancia calda e morbida.

Era così reale. Ed era sua e sua soltanto.

Aveva allungato le mani e abbracciarla era stato un istante, stringendosela contro e poggiando il mento sulla sua fronte, inalando il suo profumo: Isabel aveva mormorato qualcosa in italiano, dai toni vagamente frettolosi, mentre si accoccolava meglio nell'incavo del suo collo, con un sospiro morbido.
Aveva sorriso, tanto da far male alle guance, e con un bacio sulla sua fronte si era riaddormentato sereno e felice, il pensiero che Splinter li avrebbe potuti uccidere non l'aveva nemmeno sfiorato.

Quella mattina, come le altre, sentì il confine labile tra il sogno e la realtà farsi sottile, la coscienza che tornava a svegliarsi, le sensazioni fisiche del suo corpo.
Allungò le gambe per stiracchiarle senza aprire gli occhi, ancora, tendendo invece le orecchie: il respiro delicato si fece strada nel silenzio e si trovò a sorridere.

Isabel era lì, scoprì aprendo gli occhi, anche lei nel momento del risveglio, con le ciglia che sfarfallavano per riprendere il contatto con la realtà, infastidita dalla flebile luce che filtrava dalla finestra magica.
I suoi occhi scuri si aprirono al mondo e poi si fermarono nei suoi.

Buon giorno” sospirò teneramente, con un timido sorriso, stringendo il cuscino al petto e nascondendocisi parzialmente dietro.
Sì, pensò allungandosi per stringerla, svegliarsi presto non era decisamente male.



Note:

Ma ciao!
Che felicità ritornare! Perdonate il ritardo!
Queste sono quattro OS sulla Raphibel, 4 momenti dolciosi o buffi. Niente di ché, solo per farvi vedere un po' di momenti tranquilli prima della nuova avventura che si promette... niente spoiler!
Abbraccione, mi siete mancati!

A presto!
Due OS le metto oggi, due domani e domenica il primo capitolo della terza storia! Yeeeh, lanciatissima!


  
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