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Autore: Heyale    16/01/2015    6 recensioni
Tutti, nella Radura, hanno avuto il primo giorno da Fagio.
E se Minho stesse vivendo il suo primo giorno, svegliandosi nella scatola, finendo per combinare subito casini una volta uscito?
Per essere il primo Velocista, deve aver dato prova delle sue abilità. Il problema è che l'ha fatto schivando uno schiaffo di Alby, correndo nel Labirinto per nascondersi.
 
Dal testo:
"Pive, muovi il culo e corri fuori!" urla Alby, quasi disperato, così scatto in avanti, ma le porte sembrano accelerare. Merda, non ce la faccio.
"Non ce la fa" mormora qualcuno tra i ragazzi.
"E' spacciato."
"Si spiaccicherà."
"Finirà malissimo."
Che vi dicevo? Positività ovunque!
"Newt, rassegnamoci, aspetteremo il prossimo mese per un possibile Velocista."
Ehi gente, sto correndo come un dannato per salvarmi le chiappe, cosa sarei se non un possibile Velocista? Aspetta, da quando fare il velocista è un lavoro? Se uscirò vivo da qui, chiederò in giro.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minho, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Minho
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NINTH MONTH, NINTH SHANK
The first Runner

Aim high, hit low.


Dove mi trovo?
Potrei vomitare da un momento all'altro, forse, almeno finché il mio corpo viene mosso come se fossi in mezzo all'oceano.
Dove sono?
L'una cosa che vedo, beh...non vedo, in effetti. C'è buio, intorno a me, solo buio. Non vedo nemmeno le mie stesse mani, a malapena riesco a distinguere una fessura sul soffitto di quest'enorme cosa in cui mi trovo. Di sicuro, non è la mia camera.
Un attimo, com'era la mia camera?
Io chi sono?
Scavo nei miei pensieri, ma la stessa voce mi ripete le stesse cose: non ho un'età, non ho un nome, non ho un cognome, non ho una casa, non ho più memoria. E' come se mi fossi perso dentro me stesso, non capisco nemmeno cosa mi stia succedendo. La mia memoria ricorda a partire da due minuti fa, appena ho aperto gli occhi, non ho altri ricordi che mi possano aiutare a capire chi sono e dove mi trovi. Sento diversi rumori confusi, in lontananza delle voci molto distanti, e il suono metallico dei muri intorno a me.
Mi muovo ancora, la mia testa sbatte rumorosamente tra le pareti, e mi sembra di salire sempre di più in superficie. Il problema, però, è che non so quale superficie.
Mi sono fermato. Con uno scossone ho finito la mia salita, e adesso la luce, sebbene solo una fessura, è più chiara di prima. Sento alcune voci venire dall'esterno, alcune chiare, altre disperse.
"Tiriamolo fuori" sento dire da fuori, e nel giro di pochi secondi, il cielo si apre sopra di me, facendomi nascondere istintivamente il viso tra le braccia per non venir accecato. I miei occhi continuano a lacrimare, danno fastidio, ma la luce non diminuisce. Sembra fare sempre più male.
Minho.
E' l'unica parola che mi viene in mente, in questo momento, insieme al dolore nell'affrontare la luce. Dev'essere il mio nome, Minho. E, oltre al mio nome, è l'unica certezza che ho in questo momento.
"Nono mese, nono pive" un ragazzo mi tende la mano e, anche se a stentoni, riesco a raggiungerla per farmi issare al suolo erboso.
La luce è più sopportabile, adesso, i miei occhi si stanno lentamente abituando.
"Ehi Fagio, ci vedi?"
Ehi che?
Una mano mi fa ombra davanti agli occhi, e finalmente li apro del tutto. Mi trovo in un immenso spazio verde chiuso da un enorme muro per ogni lato, ci sono alcuni ragazzi intorno a me, l'età sembra più o meno la stessa per tutti. E credo che suddetti tutti mi stiano prendendo in giro solamente guardandomi.
"Forza pive, vuoi stare lì tuto il giorno?"
Forse allora sono convinti che io mi chiami 'Fagio' o 'Pive'. Forse dovrei dir loro che mi chiamo Minho, magari evitiamo questi odiosi nomignoli.
Ehi, mi sono ripreso in fretta. Credevo di restare rincoglionito per altri due mesi almeno.
"Dagli tregua, Alby" ridacchia un ragazzo biondo, tendendomi la mano. "Sono Newt, pive."
"Non mi chiamo pive" mi lamento, cercando di mettermi in piedi.
"Oh sì, invece" mi contraddice un ragazzo di colore, forse un po' più basso di me. Alby, giusto?
"Ti dico di no" ribatto, scaldandomi. Adesso chi sono questi qua?
"Ogni novellino è un pive, Fagio. E se te lo chiedi, Fagio è sinonimo di pive. Novellino."
Li guardo tutti negli occhi, stabilendo l'equilibrio: "Mi chiamo Minho."
"Tipico nome asiatico. Ci avrei scommesso, caspio."
Eh?
"Sentite, potete dirmi dove mi trovo? Ne avrei leggermente i coglioni pieni di questa storia" sbotto improvvisamente, incrociando le braccia al petto. Sarebbe esilarante che mi dicessero che sono in una sottospecie di prigione dalla quale non si può scappare, mi metterei a ridere.
"Sei in una specie di prigione e non si scappa, pive."
Merda. Devo imparare a starmene zitto.
"Minho!" esclamo, arrabbiato. "E non prendermi per il culo, dimmi dove sono!"
Tutti mi fissano allibiti, Alby e Newt specialmente. Ora vediamo come reagiscono se sono io a chiamare tutti pive o Fagio, insomma!
Okay, devo assolutamente calmarmi. Ero così irascibile anche prima di perdere la memoria?
"Senti, Fagio," mormora Alby, evidentemente arrabbiato. "Qui non ti puoi permettere di parlare così. Ti è chiaro? Se lo fai un'altra volta provvediamo subito ad esiliarti. E addio Minho."
Fa un irritantissimo versetto con la mano, imitando un saluto bambinesco, fulminandomi subito con lo sguardo. Andiamo, chi è lui? Il grande capo? Devo rispettarlo e non insultarlo mai più?
"Rispettami e non insultarmi mai più, Fagio."
Annotazione per l'immediato futuro: taci.
"Fanculo" mormoro, prima di sfuggire ad un possibile schiaffo e mettermi a correre.
Ed ecco che tutti i venti, forse, ragazzi mi inseguono. Wow, sono veramente lenti. O forse sono io ad essere veramente veloce. Ma le gambe si muovono da sole, è come se sapessero prima del mio cervello di essere in pericolo. Pericolo di essere picchiato a sangue per colpa mia, tra l'altro.
Aspetta, vedo un'enorme entrata sul muro. Posso nascondermi lì, non mi troveranno. Giro velocemente verso lo scanso, notando che si tratta di uno strano corridoio. Cos è, mi prendono in giro? E' un labirinto?
"Pive, fermati subito!" grida Newt, seguito da Alby.
"Se non ti uccidiamo noi ci penserà il Labirinto, non entrare!"
Meglio il Labirinto che voi squinternati, per lo meno.
Oltrepasso la grande entrata, frenando di colpo. Li ho lasciati così indietro da non sentire più le loro voci? Un punto per Minho, il velocista! Forse nella mia vita precedente correvo per qualcosa di importante, se comincio solo adesso a sentire i passi dietro di me.
"Sei instancabile, testa di sploff!" grida qualcuno, forse Alby. "Esci da lì, le porte si stanno per chiudere!"
Ma quali porte? E' un muro, devo spiegarlo io a questa banda di fuori di testa?
"Non ti facciamo niente, pive" dice Newt, battendo una mano sul muro. Esco dallo scanso in cui ero fino a pochi secondi fa, guardandoli in faccia. E' inutile, solo loro possono dirmi dove e chi sono.
Quindi, un bel respiro, e...
"Ditemi dove cazzo sono finito, chi cazzo sono e chi cazzo siete voi!"
"Se esci te lo diciamo, ma vedi di muovere le chiappe e uscire da lì, pive, se non vuoi morire prima di saperlo!"
Mh, positivi i ragazzi.
"Prima ditemi che-" ehi, che diamine succede?
Si è improvvisamente alzato un rumore infernale, devo coprirmi le orecchie per evitare che i timpani mi esplodano e...no, non ci credo.
Il muro comincia a muoversi, davanti a me, inesorabile, dei paletti posti in cima sul bordo sono intenti ad incastrarsi nei fori della parete di fronte. Sento i miei capelli muoversi col vento, per lo meno il sudore sulla fronte si asciuga, ma penso che dovrò pensare ben presto a qualcosa di peggiore se non mi muovo a correre via da qui.
"Pive, muovi il culo e corri fuori!" urla Alby, quasi disperato, così scatto in avanti, ma le porte sembrano accelerare. Merda, non ce la faccio.
"Non ce la fa" mormora qualcuno tra i ragazzi.
"E' spacciato."
"Si spiaccicherà."
"Finirà malissimo."
Che vi dicevo? Positività ovunque!
"Newt, rassegnamoci, aspetteremo il prossimo mese per un possibile Velocista."
Ehi gente, sto correndo come un dannato per salvarmi le chiappe, cosa sarei se non un possibile Velocista? Aspetta, da quando fare il velocista è un lavoro? Se uscirò vivo da qui, chiederò in giro.
"Minho, ce la fai, corri!" questa volta è Alby a gridare, battendo velocemente le mani. Calcolando rapidamente, mi restano sì e no sei secondi. E mi mancano venti metri all'uscita. Non mi resta altro che spingere al massimo, ignorare il cuore che pompa il sangue a ritmi assurdi, le gambe che chiedono pietà e pensare solo alla vita. Quattro secondi, quindici metri. Corri, Minho, corri. Tre secondi, undici metri. Merda. Ti prego, fa che ne esca vivo. Sento le voci offuscate, il respiro è totalmente assente, le gambe ormai stanno per cedere.
Un secondo.
L'uscita è più vicina di quanto mi aspettassi.
Zero secondi.
Sono fottutamente salvo.
"Benvenuto tra i Velocisti, pive" sorride Newt, mettendomi una mano sulla spalla che basta per farmi crollare.
Fiato, sangue e battiti cardiaci venite a me, vi prego.
"Minho, mi senti?"
No Alby, non ti sento. O meglio, ti sento ma non ti rispondo. Perché vedo tutto nero?
Oh, perfetto! Fottutamente salvo e adesso fottutamente senza sensi.


"Il pive si è ripreso, gente!"
Ora faccio finta di svenire di nuovo solo per non dover sopportare un altro dei tuoi urlacci, Newt.
"Abbassa la voce, ti prego" mi lamento, portandomi le mani alle orecchie. "Dove sono?"
"Al sicuro, per il momento, hai dormito tre ore, amico!" gridacchia lui, dandomi una pacca sulla spalla indolenzita. Non era l'aiutante vi-ammazzo-tutti di mister Alby?
"Sì, fantastico, ora puoi dirmi dove accidenti mi trovo?"
"Nel nostro caspio di ospedale, chiamalo come vuoi, pive. Appena alzerai il culo da qui parteciperai ad una velocissima Adunanza e poi inizierà il tuo allenamento."
"Ho firmato da qualche parte?" ribatto, acido, mettendomi in piedi in pochi secondi. "Insomma non so nemmeno come sono fatto, chi sono o quanti anni io possa avere e devo già iniziare l'allenamento del mio suicidio?"
"Mh, vediamo..." lo sguardo di Newt mi scruta da testa a piedi, ghignando ogni tanto. "Sei alto circa un metro e settanta, hai gli occhi neri come i capelli, e sei probabilmente di origini asiatiche, basta sentire il tuo nome, del resto. Poi, hai detto tu di chiamarti Minho, no? E infine penso tu abbia sui quindici anni. Forse meno, come me e quel caspio di Alby."
"Grazie della carta d'identità" roteo gli occhi al cielo, scendendo le scale che mi separano dal piano inferiore, dove trovo Alby seduto al centro su una sedia e altre tre o quattro persone per lato. Mi sa tanto che l'Adunanza mi aspettava qui da un po'.
Quattordici o forse quindi anni, occhi e capelli neri, un metro e settanta. Bene, se non altro ora so qualche dettaglio in più.
"Abbiamo visto tutti come si è comportato il Fagio" inizia Alby con voce solenne mentre io mi piazzo al centro della stanza. "Ha subito trasgredito alla prima Regola, ha offeso tutti noi e ha rischiato di farsi ammazzare. Dovrei esiliarlo subito, lo so, chiedere il vostro consenso e compagnia bella, ma non abbiamo tempo. E' da tre mesi che aspettiamo un cacchio di pive che sappia correre come lui, nel catalogo dei lavori mancano solo i Velocisti, e lui potrebbe essere il primo."
Vengo puntato da tutti gli sguardi dei presenti, e devo trattenermi dal mandarli a quel paese uno ad uno, partendo da chi ho di fronte. Per Velocista intendevo correre come un deficiente pur di uscire da questo covo di matti, non di correre alla ricerca del suicidio.
"Ci dovrà pur essere un primo" dice un tipo dai capelli neri, credo abbia la mia età. Ma è troppo scheletrico. "Io sono contrario, ma non possiamo continuare a rimandare, per me va bene."
"Sono d'accordo con Gally" sorride Newt. "Siamo tutti d'accordo, ragazzi?"
Tutti i ragazzi annuiscono, ma forse non tengono conto che la mia vita preferirei tenermela almeno fino a venticinque anni. Mi dispiacerebbe suicidarmi entrando in quel Labirinto mostruoso. O, se prorpio vogliono che ci entri, almeno devono spiegarmi come ci siamo finiti qui e chi vuole cosa. Sto cominciando a credere alla storia della prigione, accidenti.
"Benvenuto tra i Radurai, Minho" sbuffa Alby, porgendomi una specie di cintura di cuoio che va messa sulle spalle. "E grazie per essere il primo Velocista."
"Solo ad una condizione" sospiro, guardandolo negli occhi. "Prima mi spiegate chi siamo, e perché siamo qui. E dopo comincerò a lavorare sulla mia resistenza nella corsa."
"Bene così. Vieni."
Wow, è stato facile. Stranamente facile, aggiungerei. Mi sarei aspettato un "chiudi la bocca, pive", che per fortuna non è arrivato. Credo che questa cosa del primo Velocista stia eccitando tutti un po' troppo. Eccetto, naturalmente, chi ne dovrebbe essere veramente interessato, ossia il sottoscritto.
"Alby, posso chiederti se-"
"Niente domande, Fagio."
Quanto odio.
"Niente domande, Fagio" rifaccio il verso, aggiungendo qualche smorfia con la lingua.
"Hai detto qualcosa?" si gira verso di me, bruciandomi con lo sguardo. Merda.
"Quante piante di fagioli, ho detto" sorrido, accelerando leggermente il passo. Minho 1, Alby 0. Evviva i fagioli!


Dopo la spiegazione di Alby, il Labirinto mi attira sempre meno. Dolenti, Scaracertole, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, andare lì dentro è come appendersi alla schiena 'ammazzatemi, sono gustoso!', e francamente credo che nessun sano di mente farebbe mai una cosa del genere.
Perché, Minho, ti sei cacciato in questo guaio? Perché, con altri mille posti, ti sei voluto nascondere lì?
Potrei dire che mi sono segnato da solo, prima facendomi quasi uccidere, poi dimostrando la mia capacità nella corsa. Ma del resto credo che il fiatone non sia mai stato un mio problema, sebbene qualche flash si sia fatto vedere mentre dormivo dopo la fuga dal Labirinto.
Nei micro-sogni vedevo chiaramente i miei piedi scattare da una pedana di corsa e proseguire per una strada rossa, come se stessi effettivamente facendo una corsa. Forse è scritto da qualche parte, nel mio DNA, che io devo correre. Correre con i piedi, e correre rischi.


"Dovrai trovarti dei compagni di squadra, Fagio" mi ricorda Newt, sedendosi accanto a me.
E' la prima notte del mio primo giorno nella Radura, ora so cosa mi aspetta al di fuori di quelle mura. Ho paura, non lo nascondo. E non nascondo nemmeno il fatto che prendere a sbadilate Alby sarebbe alquanto divertente, ma quella è un'altra storia.
"Domani comincio a vedere" mormoro fissando le stelle sopra di noi. C'è quasi caldo, benché siano più o meno le due di notte.
"Sei stato coraggioso, insomma, anche io ero un possibile Velocista. Ma non volevo iniziare da solo" mi confessa il biondo, portando le mani dietro la nuca.
"Allora domani ti voglio vedere agli allenamenti, Newt."
"Scherzi?"
Scuoto la testa, convinto di ciò che sto dicendo. E' chiaro che nessuno può resistere da solo nel Labirinto, anche solo di giorno per mapparlo. Può succedere di tutto là dentro, da ciò che mi ha detto Alby. Per lo meno in due ci si potrebbe sempre aiutare. Non sapevo di avere tutto questo gran spirito di squadra, mi sento una specie di Babbo Natale asiatico.
"Sei simpatico, pive. Il primo, probabilmente."
"Mi fa piacere saperlo" sorrido, alzando il pollice all'insù.
I Dolenti cercheranno di ucciderti, se ti vedranno, mi ha detto Alby. E' il mestiere più difficile e rischioso, quello del Velocista, non puoi permetterti uno sbaglio, ha continuato a dire. Ma lo fai per i tuoi fratelli, dovrebbe ripagare tutti gli sforzi.
Spero solo che la mia pelle valga la loro, se finirò ammazzato da qualche mostro metà animale e metà macchina. Ma sono sicuro che, prima o poi, capirò come funziona la vita qui. Non sarò l'ultimo, a quanto ho capito. Basta aspettare un mese, e ci sarà un nuovo Fagio. E giuro che non vedo l'ora che il mio nome entri in testa a quegli zucconi.
Minho il Fagio, o Minho il pive, suona davvero male.
Minho il Velocista, suona bene.






Okay, mi nascondo.
Veramente, sono solo a metà del primo libro ma il personaggio di Minho mi è piaciuto così tanto che appena ho saputo che qui su Efp c'era anche una sezione dedicata a The Maze Runner ho voluto subito scrivere qualcosa, e in un pomeriggio ho scritto questo. Insomma, spero che vi piaccia, non saprei cosa dire :)
Ci si vede, pive!
Ale xx
  
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