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Autore: giorgtaker    16/01/2015    1 recensioni
Qualcuno si è mai chiesto come Mercuzio sia arrivato a Verona?
Come abbia conosciuto Benvolio e Romeo?
Cosa abbiano combinato tutti e tre assieme prima che Romeo incontrasse Giulietta?
E se incontrasse una ragazza di nome Beatrice e se ne innamorasse?
Questa è la storia di Mercuzio, anzi l'altra sua storia ^^
Spero vi piaccia :D enjoy
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’incontro con Beatrice destò non poco la curiosità dei tre ragazzi “Era molto carina” cominciò Benvolio quando si furono allontanati da sguardi indiscreti
“Sì, ma i modi sono quelli di una popolana, non aveva grazia. Ad un primo sguardo mi era sembrata affabile, ma conoscendola ho cambiato idea” disse offeso Mercuzio rimuginando sull’incontro appena avvenuto
“Trovi? Per me invece è la donna perfetta per te, ti metterebbe un freno!” scherzò bonariamente Romeo parandosi davanti all’amico e incrociando le braccia.
Mercuzio chiese “Perfetta per me?” e scoppiò in una fragorosa risata.
“Sì, sarebbe la tua metà perfetta! Pensaci bene mio buon amico: lei ti ha tenuto testa, non ha ceduto neanche quando hai provato a prenderle la cesta nonostante tu la stessi guardando negli occhi. Ho visto lo sguardo che le hai dato, molte donne te l’avrebbero dato senza pensarci su, ma lei no. Non credi che lei sia la persona perfetta per te?”
-La persona perfetta per me sei tu, Romeo! Perché ancora non capisci quanto io sia innamorato di te?!- avrebbe voluto urlare Mercuzio al suo amico. Sfortunatamente non poteva, così prese un respiro profondo e rispose “Sia come sia, quella ragazza non ne vuole sentir parlare di me. Non credo apparterrà mai alla mia vita”
“Non esserne così sicuro, le vie del Signore sono infinite” gli disse Romeo mettendogli un braccio attorno al collo. Mercuzio lo fissò per qualche secondo senza parlare, poi gli scompigliò i capelli e prese a correre “Non mi toccare i capelli!” urlò Romeo che lo cominciò a seguire infuriato
“Spero stiate scherzando! Non ho voglia di correre!” piagnucolò Benvolio che non voleva seguire i suoi due amici. Vedendo, però, che Romeo e Mercuzio si stavano allontanando troppo, decise di raggiungerli, così sbuffò e cominciò anche lui a correre urlando “Aspettatemi! Non correte veloce, non ho le forze!” guadagnandosi in seguito il nomignolo di ‘Lumachina’, che lo faceva sempre arrabbiare.
 
Passarono cinque anni, i tre amici non divennero uomini solo di nome, ma anche fisicamente. Se prima le ragazze erano ammaliate dai loro sonetti e dalle loro canzoni, adesso nessuna riusciva a levare gli occhi da loro. Tutti e tre avevano una prestanza fisica non indifferente, la loro bellezza era decantata in tutta Verona e dintorni e la loro gentilezza e disponibilità metteva in soggezione chiunque.
Mercuzio aveva imparato a lasciarsi alle spalle l’infatuazione per Romeo. C’erano voluti anni e molte notti insonni, ma alla fine il suo amore a senso unico era preso a scemare. Adesso la luna e le stelle non sentivano più sonetti verso il bel moretto, ma verso una ragazza. Lei era l’unica che gli aveva tenuto testa, l’unica che lo avesse fatto sentire così impotente, debole. Romeo l’aveva detto che era perfetta per lui d’altronde, no?
Dopo un po’ di tempo, Mercuzio decise di seguirla almeno una volta alla settimana. Si divertiva a vederla che discuteva con la madre, la trovava bellissima quando si scioglieva i capelli. Non era cambiata di molto in cinque anni. Il suo viso aveva ancora quelle lentiggini che aumentavano quando prendeva troppo sole, i capelli ricci che prima erano lunghissimi, li aveva tagliati e li portava sempre in una treccia perennemente sfaldata che le arrivava a malapena a metà schiena. Il suo corpo probabilmente era stato il cambiamento più grande: la vita che prima era stretta si era ingrossata, il seno era aumentato, le braccia a causa del lavoro le erano diventate più grandi. Non che questo l’avesse fatta diventare meno bella, era diventata una delle fanciulle più belle e invidiate di tutta la città. Molte giovani speravano di essere così fisicamente, voleva dire avere forza fisica e più probabilità di mettere al mondo figli forti, qualità non indifferenti per una popolana.
A Mercuzio ormai le ragazze senza forme non interessavano più. Con loro si prendeva giusto una notte o ancora meno di divertimento, ma nessuna gli dava la soddisfazione che, ne era certo, poteva dare Beatrice. Romeo e Benvolio lo prendevano costantemente in giro per questi suoi discorsi “E’ stato rubato il cuore al nostro ruba-cuori, è un paradosso!” “Che il Signore ci aiuti, finirà il mondo di qui a poco!” e puntualmente arrivava loro un pugno sulla spalla. Mercuzio aveva paura che lei lo odiasse, aveva paura che fosse un amore a senso unico, come gli successe con Romeo.
Il biondo l’aveva incontrata altre due volte prima di cominciare a seguirla. La prima volta fu pochi mesi dopo il fortuito incontro nel vicolo, ma questa volta il Della Scala stava uscendo di casa per andare ad incontrarsi con i suoi amici. La ragazza casualmente stava passando di lì. La solita treccia, i soliti occhi dolci e vispi, ma questa volta il vestito era di un bel azzurro che le metteva in risalto la pelle ambrata. Come l’ultima volta, poggiò la cesta che stava portando per riposarsi e asciugarsi il sudore e come l’ultima volta Mercuzio le si avvicinò con un grande sorriso e gentilezza “Buongiorno!” disse facendo sobbalzare la ragazza.
“Buongiorno a voi, non vi avevo sentito arrivare mio signore” Beatrice si inchinò.
“Suvvia, non siate così formale. Con me non dovrete più utilizzare questi nomi. Per vi posso essere solo Mercuzio” disse il ragazzo in modo affabile. Voleva avvicinarla, lo incuriosiva molto questo suo atteggiamento.
“Preferirei mantenere le distanze, non vorrei che altre persone interpretassero male questa cosa” rispose la brunetta “Ora, se volete scusarmi, devo fare una consegna”
Fece per prendere il cesto, ma venne bloccata per un braccio “Posso sapere quanti anni avete?”
“Ne ho undici mio signore”
“Siete due anni più piccola di me… ammiro il fatto che voi già lavoriate. Vostra madre fa la sarta?”
“Molti giovani della mia età lavorano già da anni. Voi non siete abituati, vivete in grandi case e avete sempre da mangiare. Io l’unica cosa che posso fare è aiutare mia madre a cucire e a fare le consegne, tutto qui. Se non l’avevate capito, sì, mia madre è sarta. Ora mi dovete scusare, ma ho parecchie consegne da fare. Con permesso...” e detto questo prese la cesta piena di stoffe e se ne andò via.
Mercuzio rimase interdetto. Come la prima volta lei lo aveva spiazzato con poche parole. Poi non riusciva a levarsi dalla testa quello che gli aveva detto. Pensò più volte durante il corso della giornata alle parole che Baetrice gli aveva rivolto, ci pensò così tanto che i suoi amici gli dovettero buttare un secchio di acqua addosso “Ma siete impazziti?!” urlò il ragazzo
“Veramente è da un sacco che ti chiamiamo e tu non rispondi. È successo qualcosa?” chiese Romeo avvicinandosi a lui
“No, non è successo nulla, stavo solo pensando”
“Dobbiamo preoccuparci?” chiese scherzosamente Benvolio “Non capita spesso vederti così assorto nei tuoi pensieri”
“Non è nulla, sul serio. Sono solo un po’ stanco, nulla che una buona notte di riposo non riesca a guarire”
I suoi amici alzarono le spalle. Quando Mercuzio era preso dai suoi pensieri avevano imparato a lasciarlo perdere.
Il secondo incontro avvenne al mercato per puro caso. Come al solito Mercuzio, Romeo e Benvolio stavano passeggiando per le strade della città godendosi la bella giornata. Erano passati due anni dall’ultimo incontro con Beatrice e non c’era giorno in cui il biondo non pensasse alle sue parole.
I tre ragazzi facevano un giro per il mercato, si guardavano intorno cercano qualcosa di buono da mangiare. Mentre Mercuzio guardava delle mele, Benvolio lo trascinò via “Ma sei scemo?” gli chiese il biondo “Volevo vedere quanto costavano, erano perfette!”
“Stai zitto” gli intimò l’amico. Mercuzio mise il broncio e seguì Benvolio per tutto il mercato
“Spiegami dove mi stai portando almeno” sbuffò il più grande
“Hai presente Beatrice, la ragazza che abbiamo incontrato anni fa?”
“Certo, a quanto pare sarà la madre dei miei figli per tuo cugino”
“Romeo l’ha incontrata e vuole che tu la veda”
“Non può decidere lui chi devo vedere! Neanche mio cugino può!” protestò Mercuzio.
Neanche il tempo di finire la frase che si trovò davanti un paio di occhi nocciola che lo fissavano.
In due anni Beatrice non era cresciuta molto, a differenza di Mercuzio. Lui la superava di tutta una testa e questa cosa la mise così tanto in imbarazzo che arrossì “Mio buon amico, finalmente sei qui! Guarda quanto è diventata graziosa Beatrice!” Romeo era felicissimo di rincontrare di nuovo la ragazza che secondo lui era perfetta per il suo amico
“Mh” disse solo il ragazzo più grande.
“Non per essere scortese, ma ho delle commissioni. Arrivederci” disse la ragazza con un inchino. Mentre si alzò guardò negli occhi Mercuzio, arrossì leggermente e fuggì via.
Il ragazzo rimase interdetto da quella reazione “Che peccato” disse Benvolio “Tutta questa fatica per portarti da lei e poi lei fugge…”
“Scusatemi, vi raggiungo dopo” il biondo cominciò a correre. Voleva trovarla, voleva chiederle del perché fosse arrossita così. Aveva troppe domande e la doveva trovare.
La vide correre per i vicoli di Verona, così decise di seguirla dai tetti. Saltò, si arrampicò, corse per tutte le case, finché non vide la ragazza entrare in un’umile casina, molto vicina a casa sua.
-Assurdo- pensò il ragazzo –Due anni che la cerco e non è neanche a due minuti di cammino da dove vivo io-
Rimase sul tetto ad osservare la casa e, successivamente, la camera da letto della ragazza. Voleva sapere cosa faceva quando aveva un po’ di tempo libero, se cantasse, come danzava. A poco a poco il ragazzo si innamorò di lei e le sue visite sul tetto si fecero più frequenti.
 
In qualità di più grande, Mercuzio doveva controllare i nuovi arrivati. Era un lavoro che lo divertiva e stancava allo stesso tempo. “Ho diciotto anni ormai!” urlava esasperato “Sono troppo vecchio, non ci possono pensare gli altri?”
“Non ci provare! È il tuo compito, fallo senza lamentarti” gli diceva di rimando Benvolio
“Ma sono piccoli” sbuffò Mercuzio.
Ogni volta la stessa storia. Quando nel gruppo dei giovani Montecchi si aggiungevano le nuove generazioni Mercuzio protestava.
“Non ci puoi pensare tu?” chiese con gli occhioni a Romeo che gli sorrise
“Ti sei divertito la prima volta che l’hai fatto? Adesso è compito tuo, mi dispiace amico”
Mercuzio saltò in piedi “Però voi non mi siete di aiuto!”
“Smettila di fare il bambino e valli ad allenare”
Il biondo sbuffò sonoramente “Stasera offre Benvolio alla taverna ragazzi!” urlò prima di fuggire per evitare di sentire le urla di protesta del riccio. Riuscì solo a sentire le grida di gioia dei suoi compagni più vecchi.
Quella sera andarono tutti insieme a bere e a divertirsi. Benvolio offrì veramente lui, ma solo per un giro. Per Mercuzio finì presto la serata. La mattina dopo doveva stare da Escalus a Villafranca per alcune faccende e doveva svegliarsi presto. Salutò i suoi compagni e si avviò verso la sua casa.
Fece attenzione a non farsi vedere dai Capuleti, non voleva risse quella sera.
Era quasi arrivato a casa sua quando sentì un uomo dire “Non ti dimenare donna! Stai ferma!”
Sperava di essere di qualche aiuto, così andò verso la direzione in cui aveva sentito l’urlo. Ciò che trovò non gli piacque per nulla: un uomo ubriaco teneva per i polsi Beatrice che si dimenava per liberarsi. La ragazza era allora stremo delle forze, non riusciva più a reagire. Aveva le guance solcate dalle lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi e continuava ad implorare di lasciarla andare.
“Cosa succede qui?” chiese Mercuzio
L’uomo si girò con fare minaccioso, ma la sua espressione cambiò quando vide il giovane Della Scala.
“Mio signore, questa donna…”
“Perché la tenete per i polsi, messere? È per caso una schiava?” chiese il ragazzo tentando di non apparire inferocito
“No signore, è solo che…”
“Bene, allora non vedo il motivo di tenerla per i polsi. Lasciatela” detto questo, l’uomo lasciò Beatrice che si accasciò a terra. “Ora andatevene e siete fortunato che è ora tarda e che sono stanco, o vi avrei fatto inseguire dai cani” l’uomo fuggì via spaventato e leggermente confuso sul perché Mercuzio avesse reagito in quel modo.
“Stai bene? Ti ha fatto male? Dimmi che non ti ha toccata” il ragazzo si inginocchiò preoccupandosi per lei, ma la ragazza lo scansò “Perché vi preoccupate per me? Perché non prendete le distanze?” chiese sull’orlo delle lacrime per lo spavento preso
“Non so dirti il perché, ma ti prego, fatti aiutare” Mercuzio la aiutò ad alzarsi e la scortò fino a casa
“Vi sono debitrice, grazie” disse Beatrice riconoscente “Se posso fare qualcosa non esitate a chiamarvi”
“Non mi devi nulla, in cuor mio sento che ho fatto la cosa giusta. Buonanotte dolce Beatrice” detto questo le prese la mano e gliela baciò. Lei lo trovò molto inappropriato quel gesto, anche perché lei era una ragazza semplice, mentre lui era un nobile. Però ne fu immensamente felice, notava un piccolo cambiamento nei gesti del ragazzo.
Mercuzio tornò al solito tetto per guardarla dormire tranquilla. Sperava di poterle sempre stare vicino così, per tutta la sua vita.
 
 
 
Allooooraaaaa finalmente dopo un anno riesco ad aggiornare XD spero che questo capitolo vi sia piaciuto, il blocco dello scrittore mi è passato e sono riuscita a fare un bel capitolo lungo :3
Per prima cosa SCUSATEMI TANTISSIMO PER QUEST’ANNO DI ATTESA. Lo so, sono pessima, ma ogni volta che volevo scrivere non avevo idee D:
Come seconda cosa GRAZIE INFINITE PER TUTTE LE RECENSIONI!!! LE HO LETTE, MA NON HO RISPOSTO. Mi potete prendere a cazzotti.
Ringrazio tantissimo Shakespeare_love, Magic Moon, Lady Hitachiin, IrethTulcakelume e RomeoGiulietta98. Voi e le vostre recensioni sono qualcosa di dolcissimo, grazie veramente tanto!!
Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo tra i preferiti/seguite/ricordate.
Mi scuso ancora per l’enorme ritardo >-< al prossimo capitolo!!
Bye bye biiiii!!!!
Taker
   
 
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