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Autore: PeterPoncho    17/01/2015    0 recensioni
Il Laboratorio di Formazione è un luogo nascosto dove degli scienziati chiamati "Dottori" fanno esperimenti su dei ragazzi e li allenano a diventare una nuova razza umana, più forte e intelligente. A dieci anni, Abigail è stata la prima bambina ad essere presa dal Laboratorio. Ora ne ha diciassette, e si ritrova faccia a faccia con una nuova ragazza che ucciderà il suo mondo e le farà aprire gli occhi, mostrandole le verità che si celano dietro il Laboratorio.
Dal primo capitolo:
Kaelee correva sul campo di battaglia come se fosse stato il suo habitat naturale da sempre, schivando ogni colpo di ogni arma con cui gli altri ragazzi tentavano di fermarla. Se Abigail sembrava un ghepardo, sottile e veloce, Kaelee era una tigre; una tigre scarlatta, forte, rapida ed elegante mentre cacciava.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nei sette anni che aveva vissuto nel Laboratorio di Formazione, Abigail era stata attenta a seguire le regole che le imponevano; non solo perché aveva un grande senso di responsabilità, ma anche perché ricordava benissimo quanto fossero orribilmente dolorose le punizioni. 
Se veramente i Dottori provavano affetto per la loro prima ragazza al Laboratorio, di certo non lo fecero trasparire quando la scortarono al piano più basso del complesso. 
Abigail camminava a testa bassa, torturandosi il pollice con le altre dita e mordendosi le labbra per la paura. Era raro provare paura dopo tutti quegli anni formazione, ma se c'era qualcosa a cui non era decisamente abituata, quelle erano le punizioni. Il cuore martellava forte nel suo petto mentre cercava invano di rilassarsi contando silenziosamente. Insieme agli uomini in camice bianco, la ragazza attraversò lunghi e contorti corridoi spogli nei quali si susseguivano una serie infinita di stanze chiuse che Abigail aveva visto pochissime volte in sette anni.
La ragazza era ancora scalza, e sporca della terra dell'Arena. Sotto i piedi il pavimento freddo le faceva venire i brividi; per di più la temperatura era scesa di diversi gradi, e Abigail non aveva che una canottiera e un paio di pantaloncini. Sta calma, di disse. E' già successo. E sei ancora viva.
Quando Seward le aprì una delle ultime porte di quel corridoio Abigail era appena arrivata al numero milledue nella sua mente. La stanza in cui la fecero entrare era piccola e buia, con solo le luci bluastre dei numerosi computer ad illuminarla. Era piena di macchinari e congegni di cui Abigail non conosceva nulla; sul pavimento erano sparsi tubi di metallo e al centro della stanza c'era un lettino bianco affiancato da un computer. Seward le fece segno di sdraiarsi sul lettino e Abigail, dopo un respiro profondo, eseguì l'ordine. Chiuse gli occhi mentre un altro Dottore -Jay, barba corta e occhi di ghiaccio- le legava i polsi e le caviglie alla struttura e le metteva delle ventose sulle braccia, sul petto e sulla testa. Abigail sapeva cosa sarebbe successo. Strinse i pugni e cominciò a contare alla rovescia da milledue. I Dottori la lasciarono da sola.
Dopo qualche minuto il silenzio venne interrotto da una voce al microfono. Veniva da una piccola stanza separata da quella in cui era chiusa Abigail da una pesante lastra di vetro, al di là della quale erano seduti i due Dottori che l'avevano scortata.
A parlare era Seward. << Abigail, AC000. Sei qui perché hai disobbedito a un ordine. Voglio che tu ripeta questa frase: "Ho disobbedito a un ordine". >>
Abigail smise di contare. Si schiarì la voce, poi prese fiato e pronunciò la frase che doveva dire. << Ho disobbedito a un ordine. >>
Non appena finì di articolare l'ultima parola, una scarica elettrica proruppe dalle ventose per riversarsi nel suo corpo, diramandosi in ogni arto. Abigail inarcò la schiena contorcendosi per il dolore. La scarica non era potente, ma era costante. 
Dalla stanza accanto, Seward riprese a parlare. << Cosa farai d'ora in avanti, Abigail ? >>
A denti stretti Abigail disse: << Non disubbidirò più. >>
L'elettricità smise di scorrere nel corpo della ragazza, che finalmente poté riprendere a respirare. Cercò di trattenere le lacrime mentre riprendeva a contare.
<< Ripeti di nuovo, Abigail: "Ho disobbedito a un ordine". >> 
Di nuovo prese un respiro profondo. Di nuovo eseguì l'ordine.

Abigail non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato da quando era entrata in quella stanza. Seward e Jay se ne erano andati dopo dieci scariche elettriche, lasciando la ragazza definitivamente da sola. Abigail era riuscita a non piangere ma le faceva ancora male il corpo. Le braccia e le gambe erano intorpidite e la testa le scoppiava. Aveva smesso di contare alla sesta scarica, quando era diventato impossibile concentrarsi su qualcosa che non fosse il suo respiro. 
Va tutto bene. E' tutto finito.
Dopo qualche minuto Abigail riuscì a sentire il rumore ovattato di passi che si avvicinano, così girò il volto verso la porta, sperando che Seward avesse deciso di andare a riprenderla.
Come si era aspettata, la porta si aprì in un cigolio inondando la stanza di luce. La ragazza, ormai abituata all'illuminazione soffusa dell'ambiente, dovette socchiudere gli occhi. Ad entrare, notò, non fu Seward ma Jay. L'uomo dagli occhi di ghiaccio si avvicinò al lettino con il suo solito passo lungo, slegò i polsi e le caviglie di Abigail e l'aiutò a mettersi seduta, facendole segno di muoversi lentamente.
<< Seward non è arrabbiato >>, la informò, sapendo che si sarebbe aspettata di vedere l'altro Dottore, << ma aveva delle faccende da sbrigare. >>
Abigail lo guardò con interesse. << Sta punendo Kaelee ? >>, chiese, cercando di nascondere la punta di compiacimento che provava. 
<< Quella ragazza è appena arrivata; abbiamo deciso di mostrarle tolleranza nei primi giorni. >>
Abigail sgranò gli occhi. Tolleranza ? Al Laboratorio ? Non poteva crederci. Non aveva mai sentito i Dottori pronunciare questa parola, mai. In ogni caso la novellina andava punita, e se non ci avessero pensato Seward o i suoi colleghi, Abigail stessa si sarebbe presa l'impegno di farle capire chi comandava.  
La ragazza cercò di alzarsi dal lettino, poggiando lentamente i piedi a terra e sostenendosi al braccio di Jay. << Quando tempo ho passato qui ? >>, chiese. Il Dottore parve pensarci qualche istante, poi rispose: << Circa tre ore. >>
Abigail sospirò. Altre tre ore sprecate. Si fece accompagnare fuori dalla stanza, poi lungo numerosi e lunghi corridoi che si intrecciavano come in un labirinto, e infine sulle scale che li avrebbero condotti al piano superiore: Settore Ospedale, armerie e Arena. Jay le diede una pacca sulla spalla, per poi avviarsi verso l'infermeria. Abigail lo vide scomparire dietro la porta e sospirò. Si massaggiò le tempie per qualche secondo prima di affacciarsi sulla platea per controllare che la novellina non stesse combinando alti casini nell'Arena. Dal campo di battaglia venivano rumori di armi che si scontravano e grida dei combattenti, ma nessuna ragazza dai capelli rossi correva sul terreno sporco di sangue. Abigail tornò nel corridoio centrale e, decisa a fare un bel discorsetto alla roscia, prese a correre verso il suo settore, due piani più in alto, corridoio sopraelevato. 

Fuoco. Ultimamente non sognava altro: fuoco e incendi, fiamme e fumo. Kaelee si alzò a sedere sul letto di Abigail. Si era sforzata di dormire un po' dopo essere tornata dall'Arena, ma forse non era stata una buona idea. Dormire la metteva di cattivo umore da quando faceva lo stesso ricorrente incubo. Si passò una mano sul viso, strofinandosi gli occhi e infine portando dietro i capelli mossi e spettinati. Portava ancora gli stessi vestiti che indossava nel campo di battaglia, che quindi erano piuttosto sporchi. Abbozzò un sorriso divertito quando pensò a quanto si sarebbe arrabbiata la mora una volta visto come aveva ridotto le sue lenzuola. Be', almeno si sarebbe sbrigata a farsi portare da qualcuno un altro letto. 
Sentì dei passi avvicinarsi velocemente, così si mise in piedi e si diede due colpetti sul viso per non apparire appena sveglia. Aprì la porta di scatto e si ritrovò davanti Abigail, che aveva appena posato la mano sulla maniglia. Si fissarono per qualche istante prima che la mora sfornasse l'espressione più arrabbiata che le fosse mai riuscita -ma che comunque non la fece sembrare più spaventosa di un coniglietto- e prese fiato per iniziare a urlarle contro. Prima che una sola parola le uscisse dalla bocca, Kaelee la prese per un polso e la buttò nella stanza, chiudendo poi la porta. Abigail fece qualche passo scombinato d'assestamento per non cadere, per poi girarsi verso la roscia ancora più arrabbiata. Kaelee la precedette di nuovo: << Non sarebbe stato carino fare una scenata davanti a tutti.  Non credi, bestiola ? >>
Abigail, piuttosto sconcertata, decise di ignorare la domanda. << Ascoltami bene, novellina >>, iniziò, << Seward mi ha affidato il compito di insegnarti come funzionano le cose qui dentro, e io non ho la minima intenzione di farmi punire di nuovo. >>
Kaelee si appoggiò al muro e sorrise. << Ah, quindi ti hanno punita per avermi lasciata andare nell'Arena ? >>
Abigail si sforzò di ignorarla di nuovo. << La prima cosa che imparerai da me è che c'è una rigida gerarchia per ordine d'arrivo. Se non la rispetti finisci in guai seri. Tu sei arrivata ieri: chiunque è tuo superiore, quindi devi imparare a tenere la bocca chiusa e fare quello che ti si ordina! Io sono la rappresentante del mio settore, pertanto occupo una posizione importate, appena inferiore di quella dei Dottori. Mi sembra inutile specificare che devi in particolar modo fare quello che io ti ordino. >>
La roscia la guardò impassibile. << Hai il viso un po' rosso >>, le fece notare.
<< E' perché sei dannatamente odiosa! >>, le urlò Abigail. << Non fai altro che darmi fastidio e mettermi nei guai! Mi hai quasi uccisa nell'Arena, mi hai privato della mia stanza unica, te ne sei andata quando ti avevo detto di aspettarmi e, per colpa tua, ho dovuto sopportare dieci scariche elettriche! E, oddio, guarda quel letto... >> Abigail si avvicinò alle lenzuola per controllare se le macchie di sangue e terra fossero tanto grandi, sospirando poi mentre cercava di sfilare dal materasso il tessuto sporco. Kaelee, intanto, si era spostata dal muro avvicinandosi di qualche passo alla mora. << Come hai detto ? >>, le chiese. << Scariche elettriche ? >>
Abigail la guardò con astio. << Si, scariche elettriche. >> Portò le lenzuola nel bagno e aprì il rubinetto della vasca. Quando si accorse che la roscia l'aveva seguita continuò: << E' così che mi puniscono. Siccome sono la prima arrivata e la rappresentante del mio settore ho molte più responsabilità degli altri ragazzi, e se disobbedisco a un ordine o se faccio male qualcosa è questo che fanno: mi trascinano all'ultimo piano e mi puniscono con le scariche elettriche. Credo lo facciano solo con chi cerca di ribellarsi e con i rappresentanti dei settori. Una volta uno è morto su quel lettino, dopo venti scariche elettriche. Quel ragazzo era il fratello della mia amica. Aveva provato a incitare una rivolta. >> S'inginocchiò, immerse le lenzuola nell'acqua e prese a strofinare sui punti macchiati. Kaelee la guardava lavorare mentre metabolizzava le nuove informazioni. Non sapeva che i Dottori usassero le scariche elettriche per punire Abigail. 
<< Sei una stupida. >>, le disse.
La mora si girò esasperata. Avrebbe voluto dirle che non le interessava il suo parere, ma Kaelee la interruppe per la terza volta. << Mi dispiace per averti messa nei guai. >> 
Abigail si bloccò nell'atto di strofinare il lenzuolo sporco. Guardò la roscia con gli occhi sgranati e boccheggiò impercettibilmente prima di chiedere: << Cos'hai detto ? >>
Kaelee la osservò dall'alto. << Ho detto che sei una stupida >>, disse prima di andarsene. La mora la guardò scomparire dietro la porta del bagno. L'insulto che le aveva fatto le fece dimenticare le sue scuse, così si riscosse velocemente e la seguì prima che uscisse dalla stanza.
<< Si può sapere dove credi di andare ? >>
<< Non sono affari tuoi. >>
Abiail bloccò la porta con forza, mettendosi tra essa e la nuova, fastidiosa coinquilina.
<< Non ti ho ancora spiegato come funzionano le cose al Laboratorio >>, disse, ritrovando un po' della calma e dell'autocontrollo che pare avesse perso poco prima. 
Kaelee strinse le labbra in una linea sottile e guardò fissa negli occhi di Abigail. La mora era palesemente confusa dal comportamento dell'altra, ma al Laboratorio distogliere lo sguardo da un ragazzo di grado inferiore era segno di sottomissione, così non si mosse. Ebbe l'opportunità di studiare le stranissime iridi della ragazza, di un rosso scuro con delle macchiette più accese. Era il colore del sangue e del fuoco, di certo opera di qualche esperimento dei Dottori. Dopo qualche lungo secondo la roscia indietreggiò lentamente e si sedette sul letto, poggiando la schiena contro il muro per mettersi comoda. Abigail si rese conto che era la prima volta che faceva ciò che le diceva di fare e si sentì improvvisamente un po' più forte. Raddrizzò le spalle e cercò di assumere un tono autoritario. << Dunque >>, cominciò, << la nostra intera casa, come avrai notato dall'assenza di finestre, è sotterranea. Nessuno sa dove si trovi esattamente, ma questo non è il genere di domande che ci è permesso fare. A noi ragazzi sono accessibili quattro piani, ma ne esistono cinque in tutto. Alcuni ipotizzano che ce ne sia un sesto, dove i Dottori combinano roba losca, ma tu prova a dire una cosa del genere davanti ai camici bianchi e ti troverai al quinto piano. Quello delle scariche elettriche, per inciso. Il piano più alto è riservato alle mense e alle cucine; più in basso ci sono i dormitori e i bagni; a seguire puoi trovare le classi e le sale d'allenamento e infine ci sono Arena, armeria e Settore Ospedale. Come ho detto prima il quinto piano è quello della cosiddetta stanza dell'elettricità, ma ho scorto tantissime altre porte che non ho la minima idea di dove portino. Scoprirai presto che il Laboratorio è pieno di misteri. 
<< Nel Laboratorio di Formazione ci sono esattamente 234 ragazzi che vanno dai dieci ai venti anni circa, divisi in tre settori in base alle proprie abilità o per necessità. I tre settori sono SR, studio e ricerca ;US, unità segreta e AC, assassini e combattenti, come noi due. >> Osservò attentamente la faccia inespressiva di Kaelee. << Ti prego, dimmi che mi hai sentita. >> 
La roscia si lasciò sfuggire una risata, poi annuì. << Ovviamente. >>
<< Menomale >>, sospirò Abigail. << Qualche domanda ? >>
Kaelee parve pensarci qualche secondo. << No >>, disse semplicemente. Abigail era contenta che la stesse ascoltando. Quando riprese a parlare la sua voce era leggermente più rilassata.
<< Le settimane qui al Laboratorio contano cinque giorni, di cui tre scolastici. Le materie sono Biologia, Chimica, Fisica, Pronto Soccorso, Combattimento, Allenamenti, Informatica e Logica. 
<< Nel giorno I, il settore SR ha Biologia, Chimica e Fisica; il settore AC Pronto Soccorso, Allenamenti e Combattimento e US Informatica e Logica. Il giorno II scaliamo, quindi il settore SR avrà Pronto Soccorso, Allenamenti e Combattimento; AC Informatica e Logica e US Biologia, Chimica e Fisica. Nel giorno III finisce il ciclo di studi della settimana: il settore SR ha ha Informatica e Logica; il settore AC Biologia, Chimica e Fisica; US Pronto Soccorso, Allenamenti e Combattimento. Il quarto e il quinto giorno i ragazzi più anziani fanno dei corsi intensivi ai novellini per inserirli nel Laboratorio e metterli più o meno al pari con il programma. Gli altri perlopiù si allenano o sono incaricati di aiutare nei lavori, ma molto spesso i Dottori approfittano dell'assenza di lezioni per fare su alcuni di noi più esperimenti. 
<< La mattina dobbiamo presentarci in mensa alle sei in punto, chi arriva in ritardo avrà lavori extra in base alle esigenze dei Dottori. Le lezioni cominciano alle sette e la sessione mattutina termina a mezzogiorno. Sulla bacheca è affissa una tabella per gli orari precisi. Il pranzo è alle dodici e trenta precise, poi abbiamo tempo libero fino alle lezioni di potenziamento, che differiscono di settore in settore ma rimangono uguali ogni giorno scolastico. Durano trenta minuti per materia e iniziano alle due del pomeriggio. Dalle tre e mezza (o dalle tre per il settore US, che ha il potenziamento di sole due materie) abbiamo tempo libero fino alle sette, ora degli allenamenti serali, obbligatori anche nei due giorni liberi. Alle otto e trenta c'è la cena, alle dieci la visita medica di base e alle undici il coprifuoco. Tutto chiaro ? >>
La faccia inespressiva di Kaelee non cambiò di una virgola. 
<< Mi sono persa all'elenco delle materie. >>, disse. Se prima Abigail si era rilassata pensando che la coinquilina le sarebbe venuta incontro, ora provò un'ondata di odio per Seward. Senza dubbio aveva sottovalutato lo stress che le avrebbe causato la roscia. Si massaggiò le tempie per qualche secondo.
<< Facciamola semplice >>, mormorò, << Qui funziona così: ai ragazzi più anziani del Laboratorio vengono affidati dei novellini, hanno il compito di spiegargli come funziona il Laboratorio e di fargli delle ...ecco, lezioni di recupero. Non ho idea di come facciano. Come ti ho già detto io sono la prima ragazza che ha mai messo piede al laboratorio e in quanto tale detengo un ruolo di rilievo. Nessun Dottore mi ha mai affidato nessun novellino. Tu sei la prima, e se non mi vieni incontro farò in modo che ti affidino a qualcun altro. Questo ti è chiaro ? >>
Questa volta la roscia aveva un'espressione di pura noia. 
<< Senti, ho capito che qui sono molto severi, che è una specie di colleggio e che tu dovresti farti somministrare dei tranquillanti. Francamente il resto non mi interessa, quindi potresti pure evitare di sprecare fiato. Non so se qualcuno te l'ha mai detto -sicuramente si- ma dopo un po' la tua voce diventa fastidiosa. >>
Abigail non ne poteva più. Aveva fatto del suo meglio, ci aveva provato. Seward poteva riprendersela quella dannata novellina. Di sicuro ci sarebbe stato qualcuno, nel Laboratorio, disposto a occuparsi di lei... Del resto nel caso contrario il problema sarebbe stato unicamente di Kaelee. Vivere al laboratorio non è semplice, e chi non accettava aiuto per ambientarsi poteva essere definito con una sola parola: stupido. Kaelee AC078 era indubbiamente una stupida.
<< Mi sono stufata. >>, annunciò Abigail. Indicò la porta invitando Kaelee a uscire.
Di certo non si aspettava che la roscia uscisse silenziosamente, ma avrebbe scommesso che non vedeva l'ora di allontanarsi da lei. Eppure si sbagliava.
Di fatto, Kaelee sorrise. << E così ti arrendi, eh >>, disse divertita. << Sei durata meno di quanto avessi pensato. Mi deludi, Abigail Aaron >>
Aaron. Fu questione di un attimo. Davanti agli occhi di Abigail non c'era più la roscia, non c'era più la sua stanza. Era in un posto che non avrebbe mai pensato di conservare nella sua mente. Di fatto non riconosceva che il colore del muro rosa sotto i fasci di luce provenienti dalla finestra. Si trovava in una camera da letto; davanti a lei un materasso di almeno due piazze, coperto da vari strati di coperte colorate, era alzato da un sostegno a baldacchino, accanto ad esso svettava una pila di libri per bambini su un comodino. Sul bordo del letto sedeva un uomo, ma era troppo sfocato per poter ipotizzare i lineamenti del suo viso. Mentre i bordi della camera cominciavano a svanire, come carta nelle fiamme, una frase riecheggiò nella sua mente: "Rendimi fiero, Abigail Aaron". 
Di fronte a lei ora c'era solo la sua monotona e bianca stanza del Laboratorio. 
All'improvviso la testa prese a martellare dolorosamente. Il dolore aumentò fino a costringerla a stringere la testa con le mani e chiudere gli occhi. Fece qualche respiro profondo e solo indefiniti secondi dopo, quando riuscì ad aprire gli occhi, si ricordò della presenza di Kaelee.
Cercò di ignorare quelli che sembravano centinaia di spilli conficcati nella sua testa e di darsi un contegno. << Aaron ? >>, chiese.
<< Povera piccola >>, sussurrò con scherno Kaelee, alzandosi e avvicinandosi alla coinquilina. << Tu pensi di sapere tutto su come funziona qui, vero ? >>
Abigail si trovò a indietreggiare per mantenere le distanze di sicurezza da Kaelee. Non ricordava che i suoi occhi facessero paura.
<< Tu pensi di conoscere il Laboratorio >>, continuò a voce bassa, << ma non conosci neanche te stessa. >>
<< Smettila! >>, le gridò contro Abigail non appena ebbe toccato con la schiena il muro dietro di lei. Sentiva la confusione e il dolore alla testa corroderle la mente e annebbiarle la vista. Alzare la voce le procurò una fitta ancora più forte alle tempie.
Kaelee la ignorò.  << Oh Abigail >> 
Continuò ad avvicinarsi fino a che la sua fronte non toccò quella della mora. << Tu non sai niente. >> 
Abigail scattò. Il suo pugno chiuso si scontrò con forza contro la tempia di Kaelee, facendola cadere. 
Se la roscia provò dolore non ne diede alcun segno; si rialzò fulminea e contrattaccò con un calcio che venne abilmente bloccato da Abigail. Schivò quella che sarebbe stata una ginocchiata ben assestata allo stomaco e si ritrovò dietro la mora. Abigail si girò velocemente, ma Kaelee non le diede il tempo di fare altro. Scontrò con forza la sua testa contro la fronte dell'avversaria, che perse l'equilibrio e cadde. La roscia le bloccò immediatamente braccia e gambe con le proprie.  
Abigail si riprese dopo poco, ma Kaelee era troppo pesante perché potesse togliersela di dosso. Non appena l'ebbe capito smise di opporre resistenza. La novellina l'aveva battuta di nuovo.
<< Aaron è il tuo cognome. >>, disse Kaelee.
Abigail non provò nemmeno a sopprimere l'odio che provava nei suoi confronti. Quella ragazzina era appena arrivata e non aveva il diritto di sconvolgerle il mondo. << Tu non ne sai niente! >>, le gridò contro. << I nostri cognomi sono i numeri di matricola! >>
<< No, Abigail, tu non ne sai niente. E se non mi credi, puoi sempre verificare con i tuoi occhi. >> Kaelee, veloce come lo era stata durante il breve combattimento, si alzò e uscì dalla stanza.
Per qualche minuto Abigail rimase ferma a terra. Il dolore stava scemando, ma si sentiva peggio di prima. Quando si mosse non fece altro che raggomitolarsi su se stessa e sperare che il suo cuore tornasse presto a battere normalmente.
Nella sua mente martellava incessantemente una sola parola.
Aaron.



Due parole dall'autrice
Ok, ci ho messo davvero tanto tempo ad aggiornare. Chiedo venia. Bene, in questo capitolo c'è una pappardella infinita su come si svolgono le giornate, le varie lezioni eccetera... Non preoccupatevi se non avete letto quel pezzo, perché riconosco io stessa che è di una noia mortale. In ogni caso farò in modo che la storia si capisca bene anche senza sapere cosa fanno i vari settori. Spero di avervi incuriositi con un nuovo volto più umano di Kaelee e un cognome che spunta fuori così inaspettato per Abigail. Concludo chiedendovi gentilmente di scrivermi in due parole il vostro parere. Viva Kaelee e alla prossima, bestiole <3
  
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