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Autore: FiveOneTen    17/01/2015    1 recensioni
Un semplice interrogatorio con un semplice poliziotto in una semplice giornata di autunno. Questa storia forse tutto ha fuorché qualcosa di semplice. Un fitto scambio di battute grazie alla quale verranno estorte informazioni interessanti su un mondo che ci pare troppo inverosimile e crudele per essere vero: il nostro. Dobbiamo controllarli, dobbiamo controllarli tutti.
Genere: Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Lo ripeta un’altra volta ragazzo, con calma”

“Signore … Non capisce? Ogni volta che lo ripeto, ho sempre più paura. Quella persona, anzi, quella cosa non era … conforme alla normalità, ecco. Ogni volta che me lo fa ripetere, la paura sale sempre di più.”

“È di vitale importanza che tu ci ripeta esattamente dove l’hai trovato, come l’hai incontrato e come hai reagito.”

“Ieri stavo tornando da scuola. Avevamo parlato degli ultimi spot, sa, quell’innovativa marca di detersivi ci intrigava così tanto! Mi dilungai col professore a dialogare su ogni suo aspetto. Poi passammo alle altre materie, e… insomma rimasi fino a tardi.”

“Prosegui pure.”

“Fuori il sole era coperto da nuvole dense e pesanti e non filtrava neanche un raggio. Il clima era gelido e la città sembrava priva di un qualsiasi abitante.  Casa mia è lontana, lungo la statale, poco fuori il centro abitato, saranno venti minuti di strada a piedi. Mio padre era a una riunione sui programmi e non poteva certamente riaccompagnarmi indietro, oltretutto avrebbe impiegato un sacco di tempo a uscire dall’ufficio e venirmi a prendere e io non avevo alcun problema a sgranchirmi le gambe e farmi una passeggiata. Il vento era tanto forte da spingere via il cappotto e mi si congelavano le mani. Giuro, l’inverno sembra essere arrivato prima. Tra casa mia e la città ci sono diversi campi di grano, sono praticamente dimenticati, è rarissimo vedere qualcuno che ci lavori… ed è lì che lo vidi.”

“Si concentri su questo punto: quali furono le sue reazioni?”

“Questo mi ha lasciato attonito: era spaventato, forse perfino più spaventato di me. Sembrava sperso, come se non capisse cosa stesse succedendo. Era lì, fermo, inginocchiato, al centro del campo, tra le spighe un po’ sbiadite e mi fissava con quello sguardo vacuo. Siamo rimasti a fissarci, poi, piano piano, abbiamo iniziato ad allontanarci entrambi e io sono corso via all’impazzata. Non ho mai visto qualcosa del genere in vita mia, era davvero bizzarro.”

“Lo so che le richiede un grande sforzo, ma ho bisogno che me lo descriva nei più meticolosi particolari. Queste informazioni sono assolutamente necessarie.”

“Beh, la nebbia era molto bassa, distinguevo a stento la sua forma alquanto singolare. Certo, mi ha scandalizzato e il mio cervello sta tentando a tutti i costi di dimenticarlo, ma l’immagine rimane vivida nella mia testa, sebbene un po’ sfocata. Innanzitutto, era molto simile a noi, ma al tempo stesso molto diverso. In pratica, il suo fisico era identico al nostro, probabilmente un po’ più basso e con le braccia un po’ più corte: mi chiedo come facesse a raggiungere il telecomando con degli arti del genere. In ogni caso, il vero sconcerto non sta nella corporatura, ma nella testa: il suo volto era…”

“Non pianga ragazzo. Si calmi. Tenga, si asciughi le lacrime.”

“Non capisce? Era mostruoso!”

“Non urli, non urli. Riprenda un attimo fiato e poi mi spieghi”

“Ecco, non so tanto come spiegarlo. Il suo volto, non era visibile dietro uno schermo, ma era a nudo. Non è facile farle intendere, ma sembrava composto dallo stesso tessuto delle nostre mani ed era di un colorito roseo così surreale! Poi, oddio che orrore i suoi occhi! Era presente una striscia attorno alle pupille di un colore particolare, sembrava azzurro! Dio mio, un vero e proprio orrore! Il naso era appuntito e sporgeva dal resto del volto e sembrava tutto così… tridimensionale!”

“Il tessuto di cui parla viene chiamato Pelle e sì, si tratta proprio dello stesso che ricopre i nostri arti. Per quanto riguarda il colore degli occhi, quella fascia è detta Iride ed è una prerogativa di tali creature”

“Era quasi come… sì, quasi come un neonato, ma prima che gli venga assegnata la sua scatola, comprende? Come è possibile? Come è possibile che viva senza la propria scatola sulla testa? Senza uno schermo che gli proietti costantemente un programma o un telecomando per cambiare canale?”

“Hanno altre necessità, quella principale è chiamata Ossigeno. Comunque si tratta di informazioni riservate. Grazie per la collaborazione ragazzo, qui abbiamo finito. Mi chiami il mio collega che aspetta fuori dalla porta, per favore.”

“Va bene agente. Grazie di tutto, è stato molto gentile. Spero che riusciate a prendere quel… quell’obbrobrio!”

“Non si preoccupi ragazzo. Buona giornata”



“Allora?”

“Allora cosa?”

“Come è andato l’interrogatorio?”

“…”

“Cosa sono quei sospiri?”

“Ne abbiamo un altro in circolazione”

“Che stronzata. Non ci credo neanche se lo vedo.”

“Invece mi sa proprio che è così”

“Su cosa ti basi? Le farneticazioni di un povero ragazzo?”

“L’ha descritto per filo e per segno. Per filo e per segno.”

“Avrebbe potuto adocchiare un file riservato che parlava della nostra storia prima della venuta della scatola, dei progenitori che la
guardavano seduti sul divano e non vi guardavano attraverso.”

“Ti pare che un comunissimo ragazzo possa trovare un file simile? In un archivio comunale forse? No, lui ne ha visto uno.”

“Come pensi che si sia liberato dalla scatola?”

“Non ne ho idea. I ribelli, solo loro sanno come farcela. Spesso si sottopongono a degli interventi. Hanno capito che, per quanto sia
difficile, possono farlo. Deve aver curato la sua dipendenza, guardato pochi spot o forse è riuscito a disattivarlo.”

“Come consigli di proseguire?”

“Anche qui, non lo so. Sono solo leggende, ma ora come ora, penso che siano più vere che mai, e per una volta, ho paura. Cosa facciamo? Come possiamo proteggere i nostri cari se ci sono delle menti indipendenti? Dobbiamo controllarli. Dobbiamo controllarli tutti.”


 NOTE DELL'AUTORE: E mi ritrovo di nuovo a pubblicare una delle mie meravigliose (i sacchetti per il vomito li dò alla fine delle note) opere che tempo addietro scrissi per il sito CreepyPasta Italia. Questa mi ha divertito particolarmente, soprattutto perchè scriverla è stato abbastanza facile e relativamente poco impegnativo. Sono divertenti i discorsi diretti continui, alle volte inserire descrizioni è un vero peso sapendo che l'orrore peggiore viene sempre partorito dalle nostre testoline bacate. Mi hanno riferito più volte che dal discorso tra poliziotto e giovane non si è capito molto, quindi sì, parte una piccola spiegazione: l'idea è nata ovviamente guardando l'ennesima pubblicità con messaggi subliminali riguardanti altri dodici prodotti uno più inutile dell'altro e, sinceramente, ero abbastanza stufo dei bombardamenti continui da parte dei mass media per noi comuni mortali che stavamo dall'altro lato della scatola magica. Quindi mi sono chiesto cosa volesse dire non poterla spegnere: penso che i gironi infernali siano qualcosa di piacevole in confronto (Tralasciamo il lato comico della vicenda: anche a me faceva ridere l'idea di questi che passano la loro vita con un televisore in testa). Ho trovato l'immagine in giro per il web (non smetterò mai di ringraziare
bliXX-a) e questa mi ha dato la spinta necessaria per scrivere. Ora (sperando che i divini Admin di EFP non mi lincino per il tipo di storia che non è proprio delle più convenzionali).
Con questo ho concluso, spero di poter pubblicare in futuro qualcos'altro di carino.
Ciao ragazzi!
Vix99 (Alias DamnedWriter per chi mi conoscesse su CreepyPasta) 

 
  
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