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Autore: Tefnuth    17/01/2015    1 recensioni
Michael e Samahel, un angelo e un diavolo, non potrebbero esistere nell'universo creature più opposte di loro. Qualcuno ha deciso che non devono mai incontrarsi, sarebbe troppo pericoloso per l'equilibrio tra bene e male. Cosa succederebbe però se fosse proprio il destino a far si che si conoscano? Quel singolo istante scatenerà una serie di eventi che porterà a galla una verità alquanto sorprendente e uno dei due andrà anche in terra nemica pur di salvare l'altro.
Genere: Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Aveva di nuovo sentito quella strana sensazione, era come se ogni fibra del suo corpo fosse attraversata da un’ininterrotta scarica di elettricità che serpeggiava sotto la pelle, quanto gli piaceva sentire quel piccolo formicolio che dalla punta dei capelli arrivava fino ai piedi propagandosi anche lungo la schiena. La luna piena brillava alta nel cielo, quella mattina aveva piovuto molto e c’erano stati anche dei tuoni ma già dalle prime ore del pomeriggio il vento aveva spazzato via le nuvole così quando il satellite terrestre aveva fatto la sua comparsa nel cielo non c’era nulla a coprire il suo splendore. Quello era il momento che preferiva durante tutto il dì,guardare la luna in solitaria sul cucuzzolo di un palazzo quando tutte le fabbriche erano chiuse e le strade erano vuote attraversate solo da qualche guardia notturna, era ancora troppo presto per sentire il rumore delle macchine pulitrici degli operatori ecologici o vedere qualche ubriaco che usciva da un night, l’ora in cui tutto perfino il tempo sembrava fermo anche se non lo era e lui lo sapeva bene da almeno un millennio. Stava seduto sul tetto dello stesso palazzo ogni sera,contemplando le stelle unica vera bellezza naturale; di solito rimaneva così fino all’alba invece quella sera aveva un compito da svolgere e non poteva assolutamente mancare. Attese il momento giusto, l’istante in cui il suo corpo era attraversato da quel piacevole formicolio e con molta grazia si mosse tra i tetti senza fare alcun rumore,per lui era un gioco da ragazzi. Muovendosi come un gatto arrivò fino alla finestra di una casa, i muri tradivano il fatto che non fosse di recente costruzione ma colui che l’aveva costruita aveva delle mani sapienti che avevano conferito alle mura la forza necessaria per superare il forte terremoto che aveva scosso la città qualche mese prima senza subire alcun danno strutturale. Dalla finestra poté intravedere una camera da letto dove e lui sapeva chi fosse la persona che stava sotto le lenzuola: una signora anziana malata di cancro ai polmoni dovuto ad un eccessivo consumo di sigarette, la padrona di casa aveva smesso di fumare vent’anni prima ma ormai le sostanze cancerogene avevano intaccato irrimediabilmente i suoi polmoni con conseguenze anche per le alte vie respiratorie, continuava a sopravvivere solamente grazie alle terapie ai farmaci e alla bombola d’ossigeno che giaceva accanto al letto, collegata ad una mascherina che la signora indossava in modo da poter dormire  la notte senza rischiare di morire soffocata; tuttavia era arrivato il momento per la donna di passare a miglior vita ed era per questo che lui era venuto da lei.

Se lei avesse potuto avrebbe visto un giovane uomo entrare in camera sua senza aprire la finestra, si sarebbe chiesta il motivo della sua visita prima ancora di  domandarlo direttamente all’intruso che portava un abbigliamento che ricordava tanto quello di un guerriero, ma la donna non poteva vederlo perché lui era invisibile ai vivi. Lui si avvicinò alla signora mantenendo il passo felpato nonostante non fosse necessario, lei non lo avrebbe ugualmente sentito finché lo avesse voluto; provava pena per quella donna che lottava ogni giorno affinché nei suoi polmoni entrasse l’aria necessaria alla sua vita, quello del fumo era stato forse il suo peccato più grave e ne stava già pagando le conseguenze. L’orologio della chiesa batté l’ora, era il segnale che lui aspettava “Clara” pronunciò lui rendendosi finalmente visibile alla donna che si svegliò molto dolcemente, nonostante adesso vedesse l’intruso non provava alcuna paura “Chi siete voi?” chiese la signora “Questo non ha importanza, sono venuto qui per voi. E’ tempo per lei di andare in un posto migliore” rispose lui molto dolcemente con la sua voce di miele “Un posto migliore? E ditemi dovrò portare qualcosa con me dove andremo?” “No signora, nemmeno questa pesante bombola dell’ossigeno, dove andrete i vostri polmoni saranno risanati e tutto quello di cui avrete bisogno vi sarà dato” “Sembra proprio un bel posto, sono pronta” disse lei posando nuovamente la testa sul cuscino, la sua espressione era serena. Alle sue parole lui si limitò a fare dei semplici gesti al di sopra del corpo della donna e quando ebbe finito poté sentire che dai suoi polmoni l’aria usciva per l’ultima volta, se fossero stati in un ospedale uno dei macchinari avrebbe iniziato a segnalare che il battito cardiaco della donna era cessato ma nessuno avrebbe mai potuto vedere quello che a lui era concesso: l’anima della signora si separò dal corpo, volteggiò qualche istante al di sopra della sua vecchia sede per poi volare fuori dalla finestra verso il cielo infinito “Clara Benzili, assolta”sussurrò lui.

La mattina seguente, nella stessa città, qualcun altro stava passeggiando per le strade affollate brulicanti di persone che dovevano andare al lavoro, a scuola, a far la spesa, come se l’intera città si fosse riversata per le strade. Lui adorava quell’ora, gli sembrava una perfetta rappresentazione del caos, soprattutto quando sentiva quel formicolio che dai piedi arrivava fino alla testa come un brivido di freddo, ma non lo era perché lui non percepiva differenza tra caldo e freddo; se il suo corpo formicolava voleva dire che stava per accadere qualcosa di bello. Camminava per il marciapiede come se nulla fosse, aspettando di vedere la causa del suo formicolio guardando di sottecchi ogni persona e ogni vicolo possibile; nessuno lo avrebbe visto. Attese almeno un’ora sdraiato sulla panchina della piazza ai piedi della torre campanaria che ad ogni ora risonava forte nell’aria, chiunque avrebbe rinunciato dopo un periodo di attesa così lungo ma lui ben sapeva quello che faceva e perdurò fino a che non fu ricompensato con un lauto premio “Aiuto, per favore qualcuno mi aiuti” gridò una donna che aveva appena svoltato in un vicolo. Sentendo quelle urla, lui si diresse immediatamente nella viuzza,la stessa che aveva controllato prima di sedersi sulla panchina. Un uomo stava molestando la donna una signora sui trent’anni normotipo che stava urlando cercando di farsi sentire da qualcuno dei passanti, ma il rumore delle macchine sovrastava la sua voce, nessuno si avvicinava in quella stradina e lui non era venuto per lei ma per l’uomo. Stette lì ad osservare lo stupro senza fare alcunché, quando l’aggressore lasciò la donna ed uscì dal vicolo lui lo seguì,il formicolio aumentava segno che il momento era quasi giunto.

L’uomo camminava tra le gente come se non fosse successo nulla e chi gli passava a fianco non poteva immaginare quello che aveva appena fatto, certamente se lo avessero saputo lo avrebbero evitato e trattato con disgusto invece lui ne andava fiero sentendosi ora appagato e non riusciva a trattenere il sorriso che aveva sulle labbra finché qualcosa non interrupe il suo cammino: il suo inseguitore si era posizionato esattamente davanti a lui così da bloccarne la strada, per l’uomo che non poteva vederlo quella era solo una strana circostanza eppure nonostante i tentativi che fece per avanzare non ci riuscì “Bartolomeo” si sentì chiamare l’uomo, solo lui aveva sentito la voce dell’inseguitore “Condanna” sentì di nuovo e come una calamita qualcosa lo staccò da terra e lo buttò in strada facendolo sbattere contro un camion di passaggio che poté solo frenare una volta visto il sangue schizzato sul vetro. L’uomo era morto sul colpo ed ora la sua anima guardava il corpo straziato a terra, tutte le persone in strada erano accorse ad osservare la scena “Ma come è successo?” si chiese l’anima, fu allora che poté vedere l’inseguitore avanzare verso di lui “Bartolomeo” disse l’inseguitore con un grande sorriso,aveva sguainato una spada a catena “Cosa vuoi?” gridò l’anima, voleva scappare ma come era successo prima qualcosa gli impediva di muoversi e l’inseguitore si avvicinava sempre di più finché non fu a pochi passi “Condanna” disse infine e con un colpo di spada tagliò in due l’anima che ancora urlava lasciando poi che raggiungesse le profondità della terra “Adoro il  mio lavoro” disse l’inseguitore posando la spada sulla spalla,l’ultima cosa che fece fu di bruciare il cadavere davanti a tutti i presenti attoniti.

Aveva visto la scena dall’alto odiando sin dall’inizio quel diavolo che si era divertito con quella povera anima  senza poter far nulla per fermarlo, era contro le regole agire mentre la controparte era in servizio, ma se avesse potuto avrebbe provato a salvare l’anima “Non potevi farci nulla,Michael” gli disse una voce dietro le spalle,era uno degli angeli anziani “Non lo trovo giusto” rispose l’angelo più giovane “Quell’uomo ha scelto la propria strada molti anni addietro,ormai era condannato” gli aveva messo una mano sulla spalla “Lo so bene,ma infierire così a quel modo” “E’ il modo di agire dei diavoli,noi non possiamo interferire nel loro operato,lo stesso vale per loro. Così è stato scritto” “Secondo la regola,il problema è che solo noi la rispettiamo: cercano sempre di metterci i bastoni tra le ruote corrompendo le anime” “Ed è per questo che la nostra missione è più importante, andiamo via non hai più nulla da fare qui per il momento” disse l’anziano,aveva ragione, il suo compito in quella città era terminato. Mentre volavano verso casa Michael non poté far a meno di continuare a pensare con disgusto a quel diavolo che già odiava con tutto se stesso, lo avrebbe ucciso senza pietà nel caso gli avesse intralciato il cammino.

Qualcuno potrebbe forse pensare che il diavolo non si fosse accorto di essere osservato, invece aveva percepito fin dall’inizio la presenza della creatura celestiale, il suo corpo fremeva di disgusto ogni volta che uno di quegli esseri era nelle vicinanze: troppo puri, troppo gentili; amava quelle rare occasioni in cui aveva la possibilità di ucciderne almeno uno in battaglia, ma questo ormai non accadeva più molto spesso per colpa di quel patto che vietava, sia agli angeli sia ai diavoli, di intralciare o attaccare la controparte quando ormai i destini delle anime erano già scritti, ma i diavoli sono pur sempre creature nate nel peccato perciò avevano trovato una piccola scappatoia a quella regola con le loro azioni di corruzione dell’anima quando questa si trova ancora in vita e in questo ormai era un maestro. La cosa che amava ancora di più tuttavia, era stato vedere l’espressione di disgusto sul volto dell’angelo alla vista del corpo carbonizzato “Quanto vorrei poter controllare il tempo, giusto per vedere quell’espressione stampata sul viso di quell’idiota” pensò tra sé mentre la gente, senza vederlo, ancora stava attorno a quel corpo ormai ridotto a un mucchio di polvere, il fuoco infernale era peggiore della lava. Presto alla folla di persone si mescolarono poliziotti, vigili del fuoco, giornalisti e persino un prete cui il diavolo aveva fatto prendere fuoco la veste al primo cenno dell’uomo di farsi il segno della croce “Non posso toccare quel simbolo, ma posso divertirmi con te” gli sussurrò all’orecchio facendogli venire i brividi di freddo, giocare con gli uomini di chiese era il suo passatempo preferito: loro che pensano di essere al sicuro perché sotto la custodia del Salvatore sono in realtà i soggetti preferiti dai diavoli, soprattutto da quando il peccato ha iniziato a toccare anche loro “Il maligno è ancora qua” esclamò il prete paffuto dopo aver spento l’orlo infuocato ignorando che davanti ai suoi occhi c’era veramente un diavolo “Ma che bravo che sei, attento perché quel pezzo di latta non può proteggerti per sempre soprattutto se sei così grasso” non poteva avvicinarsi più di tanto, ma poteva far si che la sua influenza negativa non lo facesse dormire per almeno una settimana “Smetti di giocare con quell’uomo e rientra all'istante” una voce rimbombò nella sua testa, era già ora di tornare a casa “Subito signore” rispose mentalmente a quella voce. Se gli occhi degli umani non fossero stati così ciechi lo avrebbero visto sprofondare nel cemento della strada.



 
  
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