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Autore: IlaMyPerson    17/01/2015    8 recensioni
"Se giochi sempre in difesa, non vinci mai". Angelica non era mai stata portata per lo sport, tantomeno per l'amore. Quando si era trovata a lottare, l'aveva fatto da sola, senza un minimo aiuto dall'altra parte, per questo si era arresa alla vita, che le faceva scivolare tutto il mondo addosso.
Solo quando incontrerà una persona che voglia le stesse cose che vuole lei, capirà che non tutto è perduto, anche se sembra il contrario.
Angelica ha tante sfumature, rappresenta un po' tutto l'universo femminile nel quale, ognuna di noi, può riconoscersi.
Dal testo:
"Amo i gatti:) avevo un gatto quando ero piccolo che si chiamava, per colpa di mio fratello, Stupido. L'unico che non sapeva che, in realtà, mio fratello stesse chiamando se stesso era proprio lui lol".
Era anche simpatico, oltre che dolce, aveva pensato quando stava sorridendo alle parole che il suo cellulare aveva riportato. Lo immaginava bello e pieno di ragazze, che le rispondeva in ritardo perché stava flirtando con qualche ragazza in un pub di sabato sera, eppure lei era felice e sembrava che anche Michele lo fosse.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Sam che mi sostiene sempre,
A Sam che crede nelle cose reali e concrete ,
A Sam perché possa passare in allegria questo compleanno (già passato da un po'),
A Sam che è la mia persona è sempre lo sarà,
Ti voglio bene, amore mio <3
Amore!? Connessione in corso...
"Se inizio a mancarti ricorda, 
Non sono scappata io, 
Tu mi hai lasciata andare"
Quello era stato l'ultimo messaggio che aveva inviato a colui che per mesi l'aveva fatta sentire viva, Michele.
L'aveva conosciuto una mattina prima di andare al lavoro , quando aveva aperto Twitter, ancora in lacrime per la rottura con Massimo.
Angelica era stata ingannata dal suo ex, il quale, dopo averle detto che avrebbe lasciato sua moglie per stare con lei, godeva del suo corpo, ma non di quello che la ragazza aveva da offrire.
Si era ritrovata la richiesta di essere seguita sul social network da un certo @mikyfranky, anch'egli appassionato d'arte, a quanto si notava dal suo profilo.
L'aveva accettato come l'ultima chance per cambiare, avendo già conosciuto persone attraverso internet, ma spesso rivelatesi delle fregature. 
Tutte le persone che conosceva, come spesso aveva confessato ad Honey, la sua gatta, la abbandonavano non appena conoscevano la sua "amica" Elisabetta.
Betta era stata la sua amica di sempre, dai tempi della storia con Massimo. Le raccontava tutto, ma un giorno qualcosa era cambiato: il gruppo di amiche, che si era formato, l'aveva tagliata fuori e, a lei, non era rimasto altro che subire, come già succedeva al Liceo.
Ricordava di aver fatto lo screen della prima volta che lui l'aveva cercata, dal primo Twitt che le aveva scritto sembrava una persona molto dolce.
"Ciao @angiLov, ho visto che ti piace l'arte, una qualità che apprezzo molto in una donna. Qual' è la città più romantica per te?".
In quel momento aveva deciso che non lo avrebbe mai e poi mai presentato alle amiche, con le quali si sentiva giusto lo stretto necessario.
Spesso le chiedevano se aveva, finalmente, confessato a Massimo che lo amava, ma Angelica rimaneva sul vago, senza dar troppa confidenza.
Il ventitré settembre aveva iniziato a seguire Michele e, il suo primo istinto, fu quello di scrivergli un messaggio, ma venne preceduta dall'audace "follower" che le aveva subito inviato un messaggio.
"Mi fa piacere che tu mi segua. Sai ti aveva già notata da un po', abbiamo gli stessi interessi, a quanto vedo, ma solo da poco ho avuto il coraggio di farmi avanti;) comunque piacere, sono Michele".
"Piacere Angelica. Sì, mi piace molto l'arte, poi nel mio lavoro è una cosa basilare, sono una guida turistica".
Aveva atteso pazientemente la risposta per tutta la mattina, ma non era arrivata.
"Scusa, ero al lavoro e non ho potuto collegarmi. Anch'io, come te, avrei voluto diventare una guida turistica; invece lavoro come impiegato nella ditta di mio cognato, è abbastanza stancante!", le aveva risposto con tutta la sincerità che possedeva ed Angelica si era trovata a sorridere gioiosa.
"Non fa nulla:) dai non è così male fare l'impiegato, deve essere...gratificante", scrisse in fretta mentre puliva la cucina della sua casa, ormai troppo vuota.
"Tu non lo pensi davvero!", aveva ragione, lei odiava fare l'impiegata e, quando doveva tenere l'amministrazione di casa, rimandava sempre al giorno dopo.
"Beccata xD odio fare l'impiegata per casa mia, figurati farlo come lavoro...ma mi ci vedi?", stava sorridendo come se lo avesse davanti e si divertissero a stuzzicarsi.
In realtà era sdraiata sul divano con la gatta sulle gambe e un film strappalacrime che andava a vuoto riempendo di suoni la stanza.
"No, per niente xD già ti vedo piena di amici che esci tutte le sere e di mattina sei stanchissima...vero? ;)"
"In realtà non ho molti amici, anzi si possono contare sulle dita di una mano, purtroppo, e di sera vado a dormire tardi perché guardo la tv e coccolo la mia gatta:)".
Gli aveva scritto la verità e questa, rileggendola, sembrava ancora più terribile rispetto a quanto non fosse già.
C'era stato un momento di silenzio, nel quale Michele si era maledetto per aver scherzato su una cosa tanto delicata, ma si riscosse dai suoi pensieri quando gli arrivò un messaggio.
"Comunque tranquillo, io sto bene così e poi Honey mi fa molta compagnia."
Aveva sorriso perché quella ragazza lo aveva letteralmente ammaliato, gli sembrava dolce, ma molto sola e gli venne il forte desiderio di stringerla tra le sue braccia.
"Amo i gatti:) avevo un gatto quando ero piccolo che si chiamava, per colpa di mio fratello, Stupido. L'unico che non sapeva che, in realtà, mio fratello stesse chiamando se stesso era proprio lui lol".
Era anche simpatico, oltre che dolce, aveva pensato quando stava sorridendo alle parole che il suo cellulare aveva riportato. Lo immaginava bello e pieno di ragazze, che le rispondeva in ritardo perché stava flirtando con qualche ragazza in un pub di sabato sera, eppure lei era felice e sembrava che anche Michele lo fosse.
"Ne esistono parecchie di persone del genere;)", si stava riferendo alle sue presunte amiche, ma pensò che forse era troppo presto per parlargliene.
Michele le aveva inviato uno smile sorridente, in cuor suo avrebbe voluto dirle tante cose, ma essendo ancora all'inizio non gli sembrava molto giusto.
Angelica era stanca, si stava sforzando di rimanere sveglia ancora qualche minuto, ma non riusciva più a resistere, soprattutto vedere Honey che dormiva beatamente sulle sue ginocchia le lasciava un senso di sconforto inimmaginabile.
Quando Massimo andava a trovarla, si era ritrovata più di una volta ad essere coccolata da lui, prima di arrivare a fare ginnastica agonistica sotto le lenzuola, ad essere coccolata sul divano, esattamente come stava facendo lei con la piccola gatta. 
Scrisse velocemente la "buonanotte" a Michele e ne attese la risposta per una decina di minuti, ma non ricevette alcuna risposta.
Un senso di lieve fastidio la pervase, l'aveva lasciata li, in attesa, sicuramente per una biondina slavata da discoteca, ma non ci fece troppo caso, appena toccò il cuscino si addormentò come un sasso.
Angelica si era svegliata male quella mattina, il ciclo le aveva complicato le cose durante la notte, aveva controllato il social network una volta sveglia, ma non aveva ricevuto alcun messaggio. La giornata era già iniziata storta, in più aveva sentito Betta, la quale, aiutata dall'arte oratoria di cui disponeva, le aveva detto che le mancava. 
Angelica non demordeva, lei non poteva dimenticare mesi e mesi di analista per riuscire a metabolizzare la perdita della sua amica. Soprattutto non poteva dimenticare il messaggio che le aveva mandato scrivendo Io sono qui, ci sono per tutti e per qualsiasi cosa, solo non ho più tempo per te. Hai rotto, Angelica.
Quelle frasi avevano riportato a galla situazioni ormai sepolte che, in un momento di debolezza, si era ritrovata a chiamare Massimo. Il professore di diritto universitario, che si era perdutamente invaghito di lei dalla volta che l'aveva vista a fare scorta di dolciumi nel negozio della moglie, la chiamava solo per sfogare la sua frustrazione sul corpo esile di Angelica, colei che aveva ribrezzo di se stessa per essere la squallida amante del noto rubacuori.
-Angy, amore, stai bene?- le aveva chiesto preoccupato quando aveva ricevuto la sua telefonata. Angelica non lo aveva più chiamato dall'ultima volta che lui l'aveva illusa dicendole che avrebbe lasciato Iris, sua moglie.
-Si, tutto a posto, solo volevo chiederti se volevi venire a cena da me stasera. Sempre che tu non abbia impegni...-
-No, amore sono libero e non vedo l'ora di venire a trovarti- sarebbe stato meglio togliere le ultime due parole. Ciò che voleva (e per la prima volta lo voleva anche la ragazza) era venire senza inconvenienti di cene e pranzi coi parenti, solo l'attività fisica più ignobile e sporca che potesse esistere sulla faccia della Terra.   
La domenica era il giorno in cui lei non lavorava, il giorno da passare con la famiglia riunita, ma Angelica non aveva nessuna voglia di tornare a casa. Se ne era andata per la semplice ragione: tornare a casa dai suoi implicava sottomettersi ad un interrogatorio imbarazzante sulla sua vita sentimentale.
Aspettava pazientemente che arrivassero le sei del pomeriggio per iniziare a prepararsi, non aveva più controllato il social network, ma non le importava, doveva farsi vedere offline il più tempo possibile, sperando di mancare a qualcuno.
Honey la guardava preoccupata aggirandosi con fare circospetto per la casa, evitando di capitare nella stessa stanza della padrona.
Alla fine Angelica si era preparata alle cinque e aveva atteso pazientemente l'arrivo del professore. La serata era stata abbastanza veloce, non si erano persi in convenevoli, ma erano andati direttamente all'obiettivo: fare sesso. L'avevano fatto direttamente sul divano, il letto sembrava essere troppo intimo e loro non avevano nessuna intenzione di tornare ad essere intimi.
Angelica faceva finta di godere, di provare piacere per un uomo che non l'aveva mai nemmeno considerata come donna, se non per le volte che la faceva sua.
L'amore, tra loro due, andava a senso unico, proveniva solo da Angelica, Massimo, invece, non si era mai nemmeno ricordato di farle gli auguri per il suo compleanno.
Quella sera, stranamente, Massimo aveva intenzione di coccolare Angelica, non solo di farla sua, ma di renderla felice con le sue attenzioni; la ragazza, però, si era decisa a lasciarlo quella sera stessa e, senza troppi convenevoli, l'aveva cacciato da casa sua, consegnandogli tutti i loro ricordi, per lo più scatole di preservativi e giochetti da sexy shop che non potevano fare il loro ingresso nella villa lussuosa del professore.
Non appena la porta si chiuse Angelica era scoppiata a piangere, Massimo non aveva posto resistenza sul fatto di andarsene sicuramente si era trovato un'altra amante.
Accese Twitter e trovò un messaggio da Michele, il quale si scusava per non averle risposto, ma si era addormentato e le augurava una buona domenica.
"Grazie, ma non è mai una buona domenica per me, odio la domenica e in particolare questa:(", aveva risposto in tono secco e duro, come se rimproverasse se stessa.
"Come mai? Se posso saperlo...", le aveva scritto un attimo dopo e la fece sorridere lievemente, un uomo che si era interessato a lei dal primo momento che l'aveva sentita.
"Non lo passo mai in famiglia e oggi ho lasciato il mio presunto ex fidanzato, in quanto sposato e sbadato nei miei confronti".
Michele era seduto sul dondolo della villa dei genitori a badare ai nipotini, gli occhiali inforcati e il bavero della giaccia alzato per ripararsi dal vento. Aveva letto con attenzione le parole di Angelica, una ragazza semplice che voleva essere presente nella vita di qualcuno e ricevere poche e semplici attenzioni. L'aveva colpito subito per la sua forza di carattere e per la sua gentilezza, sapeva poco o niente di lei, ma, certamente, non era questo che lo frenava a voler conoscere quella donna.
"A me stavolta tocca, cara mia. Sono a fare da baby sitter ai miei nipotini teppisti, mentre Dario (mio fratello) e Giorgia sono a farsi le coccole...lasciamo perdere va!", le aveva scritto quelle parole tanto per farla sorridere, o comunque sperando di riuscirci, ma Angelica non aveva risposto.
"Comunque il tuo ex è davvero un coglione, perdona il francesismo. Io non avrei esitato nemmeno un minuto a lasciare mia moglie, che immagino acida e dispotica, per avere l'amore di una donna forte ed intelligente come te!".
Angelica era scoppiata in lacrime, per la seconda volta, chiedendosi che cosa avesse fatto di male per non aver trovato nella sua città un uomo colto, simpatico e dolce come Michele.
Erano passati diversi giorni, nei quali Angelica si confidava con Michele per le cose più disparate e l'uomo le rispondeva sempre. Avevano instaurato un rapporto d'amicizia di quella che la ragazza non aveva mai provato con nessuno.
Si sentivano più vicini di quanto non fossero e non c'era nulla di meglio che aspettare la sera per poter ridere e scherzare insieme.
"Mi dai il tuo numero di cellulare?", aveva scritto Michele una sera di metà ottobre quando Angelica si trovava col pc sulle gambe a scrivere l'ennesima bozza di libro.
"Sai domani è il mio compleanno...non vuoi farmi il regalo di sentire la tua voce?", aveva tentato nuovamente e la ragazza aveva sorriso al computer.
"Va bene, Commedia! Ti mando il mio numero di cellulare, ma non farne un uso improprio, mi raccomando;)", dopo quel messaggio gli scrisse il suo numero, erano entrambi così felici che non resistettero nemmeno un secondo. 
Michele compose subito il suo numero e la chiamò. Le aveva risposto fino ad un minuto prima e certamente non stava dormendo.
-Pronto?- sentiva pronunciare dall'altro capo del filo e si ritrovò a sorridere.
-Non ho resistito, Angelica. Sono Michele, ma forse l'hai già capito- le aveva detto con la voce tremante dall'emozione. Dopo averlo rassicurato si erano sciolti del tutto e avevano passato la serata a parlare al telefono, con piccole interruzioni dovute alla mancanza di batteria nel mezzo di comunicazione dell'uno o dell'altra.
-Beh, Michi, mi spiace deluderti, ma mi si stanno chiudendo gli occhi. Sono le...- si voltò verso l'orologio appeso nel salotto e sgranò gli occhi per la sorpresa- le cinque del mattino!- aveva leggermente aumentato il tono della sua voce. Aveva sentito come risposta, dall'altro lato della comunicazione, una risata dolce e sensuale.
-Scusami, Angy, ma davvero non ho resistito e mi ha fatto molto piacere parlare con te tutta la notte. Andrò anch'io, tra due ore devo alzarmi per andare al lavoro- le aveva confessato e si era messa a sogghignare.
-Bravo, vai a lavorare mentre io sarò sotto le coperte a dormire beata. Buonanotte, caro Michele- 
-Buonanotte, dolce Angelica, spera di non lavorare a Natale perché sarebbe una vendetta stupenda!- le aveva confessato sghignazzando e mandandole un bacio attraverso la cornetta.
La giovane donna aveva rivenuto un messaggio su WhatsApp dall'impiegato torinese, allegandole una foto di un suo occhio; ecco, mia cara, come mi presenterò domani al lavoro... Angelica si era ritrovata a sorridere da sola notando le profonde occhiaie che solcavano gli smeraldi del giovane. 
Sarai comunque stupendo, ne sono certa...buonanotte Michi.
L'uomo aveva letto quel messaggio due ore più tardi e le aveva mandato un'altra foto in risposta che ritraeva se stesso pronto per andare al lavoro.
***
Le settimane passavano e Angelica era sempre più felice di sentire Michele tutte le sere. Sapeva che si stava irrimediabilmente innamorando di lui, ma a lei andava bene così. In cuor suo sperava che anche il ragazzo provasse i suoi stessi sentimenti, ma lei era abituata ad amare per entrambi nella coppia e, quella situazione, non era di certo nuova.
Un attimo dopo aveva aperto Twitter e si era ritrovata una notifica, la peggiore di tutte le altre, quella più infima e scorretta che si potesse immaginare: @Bettybetty ha cominciato a seguire @mikyfranky.
Angelica si era sentita morire e aveva deciso che per un'intera giornata non avrebbe risposto all'aitante impiegato per tentare di sbollire la rabbia.
Evidente che non aveva funzionato, perché quando Michele le aveva scritto, aveva risposto in maniera fredda e distaccata.
Alla fine aveva confessato tutto, l'aveva rimproverato per quella notifica ed in quel momento lui si era sentito tradito, forse era perché lui stava facendo di tutto per lei, ma non sopportava più i suoi continui sbalzi di umore.
"Sai, non è come vuoi credere tu, ma probabilmente non farò nemmeno fatica a spiegarmi perché so già che appena dirò qualcosa, comincerai ad arrabbiarti", sembrava tranquillo a parlarle così, ma a lei faceva ancora di più imbestialire. 
Come previsto aveva cominciato a dirgliene di tutti i colori fino ad informarlo che stava cancellando il suo numero di cellulare e, possibilmente, di fare altrettanto.
Stava male quel giorno, sapeva di essere cambiata in quel mesi in cui aveva conosciuto il ragazzo, perciò si stava disperando per l'ennesima delusione ricevuta.
L'ultimo messaggio su Twitter l'aveva scritto velocemente, ritrovando una frase che giorni prima aveva letto su uno dei suoi romanzi d'amore che tanto le piacevano, solo che alla fine i due si rimettevano insieme, mentre tra lei e Michele non avrebbero nemmeno potuto incontrarsi. 
La storia tra la guida turistica eugubina e l'impiegato torinese sembrava finita in un modo talmente brusco e sleale nei loro confronti, che nemmeno Michele ci credeva. Solo quando Angelica aveva smesso di seguirlo, cancellando il suo profilo Twitter aveva capito che non c'era più via di scampo, la loro storia sarebbe finita così.
Non era mai stato un fan dei romanzi rosa, ma incontrare Angelica era il suo più grande sogno e la sua presenza, anche solo virtuale, lo rendeva sereno.
I suoi sogni infranti l'avevano reso, nei giorni a venire, triste e facilmente irritabile. Non aveva mai avuto una ragazza seria, ma sentiva che con Angelica sarebbe stato diverso se solo l'avesse conosciuta di persona.
Più grande di tre figli, Michele non aveva ancora trovato la persona giusta con cui condividere l'intera vita e spesso evitava di far conoscere le sue conquiste alla madre. La cara Tiziana, infatti, gli aveva sempre intimato di non portarle a conoscere donne che, era sicura, non avrebbe più rivisto, ma l'unica donna che il primogenito gli avrebbe mai dovuto presentare sarebbe diventata sua moglie
***
-..Ed eccoci tornati al punto di partenza, la piazza pensile. Quella che voi conoscerete come la piazza nella quale girano la famosa serie televisiva Don Matteo. Vi lascio tre ore di tempo per pranzare e fare compere e, alle 14.45, ci ritroviamo tutti qui così vi riaccompagno al pullman. Vi lascio il mio numero di cellulare per qualsiasi evenienza, se vi perdete verrò personalmente a recuperarvi! Spero che questa gita a Gubbio vi sia piaciuta e di esservi stata utile-, aveva detto Angelica con un enorme sorriso. 
Michele la guardava ammaliato, era Angelica, la sua Angelica. Se n'era accorto non appena la ragazza aveva dettato a gran voce il suo numero di telefono, perché, nonostante tutto, non l'aveva mai cancellato come, invece, le aveva detto in un momento d'ira.
 Si era deciso a seguirla, non appena l'aveva vista allontanarsi. Sua sorella l'aveva preso per una manica del cappotto per raggiungere il marito e il figlio che giocavano allegramente a rincorrersi per la piazza, ma lui aveva messo una mano quella di lei e le aveva sorriso dolcemente scostandola; quel sorriso che non aveva parole, ma solo amore per la donna che era deciso a conquistare.
-Michi, dove vai?-, gli aveva urlato Simona vedendolo correre via verso una meta a lei sconosciuta. Le aveva subito mandato un messaggio dicendole di incamminarsi che li avrebbe raggiunti il prima possibile, dopo aver inseguito il suo sogno.
-Ciao-, aveva sospirato fermando Angelica per un polso e voltandola verso di se, incontrato i suoi occhi scuri, lucidi e brillanti.
-Ci...conosciamo?-, aveva chiesto lei perdendo gran parte della sua sicurezza, che aveva acquisito in anni ed anni di spiegazione dei monumenti cittadini.
Michele Franchi, il cretino che si è lasciato scappare la donna più importante della sua vita, perché non aveva il coraggio di confessarle, via Twitter, quanto avrebbe voluto baciarla, piacere; avrebbe voluto pronunciare quelle parole con la sicurezza con la quale la sua testa la pronunciava, ma gli uscì un "si" mezzo strozzato dall'emozione. 
-Non mi pare di averla mai vista prima d'ora-, si era riscossa dai suoi pensieri contrastanti. Quelli che la facevano soffermare sul profilo dipinto di un filo di barba, sugli occhi verdi e penetranti o sulla sua mano calda che le accarezzava ancora il polso.
-Certo che mi hai già visto, non mentire!- l'aveva redarguita bonariamente facendole un lieve sorriso accompagnandola nel sottoscala, riparato da sguardi indiscreti, del Palazzo dei Consoli.
Le aveva fatto appoggiare le spalle al muro, con tale dolcezza da non sentirsi braccata, ma protetta dal corpo possente di Michele.
-Ricordi?!- proseguì mostrandole il luogo dove si trovavano- il nostro sogno! Quando abbiamo parlato delle nostre serie tv preferite e il bacio sotto questa scala dei protagonisti della fiction che viene girata in questi luoghi. Sai, in quel momento avrei voluto scriverti che avrei voluto baciare te, qui sotto. 
Angelica, ho viaggiato ore per venire a cercarti; ho prenotato la guida turistica più bella e brava del paese, solo perché avevo una voglia enorme ed insaziabile di vederti. Ti prego, spiegami, perché abbiamo litigato per quella donna? Cosa ho fatto per scatenare la sua ira?- era sull'orlo di una crisi isterica, se lo sentiva.
-Elisabetta- aveva esclamato con voce strozzata- è dolce, sensibile e più simpatica di me. Era la mia migliore amica fino a che non mi ha esclusa dal nostro gruppo di galline. Quando ho visto la notifica sul fatto che ti seguisse, ho provato a metterti in guardia, ma quando lei mi ha detto che vi siete incontrati mi sono sentita strana, quasi gelosa. Ma come potevo essere gelosa di una persona che non conosco nemmeno?- aveva confessato tutto senza rimpianti, tanto peggio dei mesi che era stata sola non poteva sentirsi.
Aveva mentito poco prima, lei l'aveva riconosciuto non appena Michele era sceso dal pullman, aveva sentito il suo profumo fresco ad inebriarla, ma, se da una parte sperava che non la riconoscesse per non soffrire ancora, dall'altra, invece, bramava un suo abbraccio.
In quel momento, però, non riusciva a sostenere il peso del suo sguardo e lo aveva abbassato, incontrando il petto del ragazzo e le frange grigio perla della sua sciarpa che si muovevano sinuosamente fuori dal cappotto tortora.
Angelica si era stretta nel suo cappotto, faceva freddo e il suo senso di insicurezza non aiutava; le sembrava di essere tornata al liceo, quando le piaceva quel tizio, quello della sua classe, ma non era mai riuscita a confessarglielo.
-Anch'io sono stato geloso, parecchio direi, quando mi hai detto di essere tornata col tuo ex solo per una notte. Ti sentivi determinata a troncare quella relazione e, a mio parere, hai fatto bene, ma non appena ci sono stati dei problemi l'hai subito richiamato. Quando mi hai raccontato di averlo lasciato dopo esserci andata a letto avrei voluto scappare, ma ti sentivo dolce nei giorni a seguire e sono rimasto, sono rimasto per far fede a quella promessa che ci scambiammo all'inizio- 
Anche lui era stato geloso e Angelica ne gioiva, sempre più. Finalmente qualcuno era geloso di lei e non era solo spirito di ossessiva protezione, come accadeva con Massimo.
Michele l'aveva presa tra le braccia dopo la sua confessione e aveva lasciato che la ragazza piangesse sulla sua spalla tutta la frustrazione di quei mesi terribili.
Le stava accarezzando i capelli e fu in quel momento che la ragazza riprese coscienza di ciò che stava succedendo e si calmò.
-Tu mi piaci, Angelica, e quando Elisabetta mi ha contattato dicendomi che ti conosceva e di organizzare un incontro, io non ho esitato un solo attimo ad accettare. Volevo conoscerti e lei mi ha detto che ti avremmo fatto una sorpresa perché eri a Torino; quando ci siamo visti ho avvertito una strana sensazione, come se fossi stato raggirato, ma la voglia di conoscerti e di poterti stringere nell'abbraccio che da tempo ti promettevo era decisamente più forte- si era interrotto un attimo perché in quel momento sapeva che sarebbe arrivata la parte più difficile e la voleva guardare negli occhi. -Quando siamo stati da soli mi ha baciato e lì ho capito che il suo pessimo tentativo di abbordaggio si era concluso nel peggiore dei modi. L'ho respinta e le ho detto tutto ciò che provavo per te, cose vere e sincere, per questo sono qui, per ripetertele. So che ti ha detto che ho ricambiato quel bacio, ma il suo consiglio è stato quello di correre da te e, come vedi, l'ho seguito alla lettera-
Angelica era rimasta completamente senza parole, ancora di più quando il giovane aveva poggiato le sue calde labbra sopra quelle infreddolite e tremanti della donna. Un semplice bacio a stampo, che fece dimenticare ad entrambi dove si trovassero.
La felicità era troppa e, in cuor loro, sapevano che era il coronamento del loro sogno, anche se nessuno dei due ne aveva parlato direttamente con l'altro.
-Ti amo, @angyLov. Ti ho sempre amata, fin dall'inizio- le aveva confessato a fior di labbra riprendendo a baciarla più passionalmente.
-Michele, ti amo anch'io. Resti con me per le vacanze di Natale? Sono solo quattro giorni...- stavano toccando il cielo con un dito e sapevano che quei quattro giorni sarebbero stati fatali per grandi cambiamenti nelle loro vite, ma in fondo era giusto.
***
Quella stessa sera Angelica lo aveva accompagnato nel suo appartamento, facendo poco caso al caro professore che, davanti al suo palazzo la aspettava con rose rosse e un'espressione a dir poco falsa di chi, come sempre, ha una voglia matta di sfogare la collera con sana attività sotto le lenzuola.
Si era stretta al braccio dell'impiegato, il quale, dopo la cena che avevano assaporato nel miglior ristorante eugubino, le stava raccontando della sua vita, di come era stata triste quei mesi senza lei ed, inoltre, di come sarebbe stata stupenda al suo fianco.
Angelica si sentiva talmente bene con lui da non accorgersi quasi dello spasimante fuori dal suo portone, solo sorpassandolo si era sentita in obbligo di rivolgergli un'occhiata eloquente per troncare definitivamente la loro pseudo storia d'amore.
Il sentimento che provava per Michele era totalmente più forte rispetto a quello che aveva provato negli anni addietro per Massimo. Mentre con quest'ultimo era stata solo passione che, a dire la verità, si era placata immediatamente; con Michele era una voglia continua di stare al suo fianco, come accadeva in quelle stupide commedie romantiche che si ostinava a guardare, ponendosi l'obiettivo di non versare nemmeno una lacrima, smentendosi puntualmente.
I due giovani si erano fatti strada nell'appartamento della guida turistica, la quale aveva mostrato al suo ospite tutte le comodità delle quali era fornito, non ultima la sua bellissima gatta scura che aveva subito familiarizzato con Michele.
Si erano seduti sul divano a rivedere una delle tante repliche televisive e, in men che non si dica, dalla gioia, si erano lasciati trasportare da un lungo e dolce bacio, quello che, al termine di tutte le volte che si erano sentiti, avrebbero voluto che scattasse.
Honey si era spostata dal grembo della padrona alla sua cesta nell'altra stanza per lasciare che i due giovani innamorati potessero muoversi senza crearle problemi.
Angelica aveva preso per mano l'impiegato e l'aveva portato nel letto dove lei dormiva, guardandolo con tutto l'amore che possedeva per lui. 
Da quel momento, e per tutti quelli a seguire, avevano unito i loro corpi, come già per chat le loro anime. 
Grandi cambiamenti avevano caratterizzato la loro vita anche negli anni a venire: primo fra tutti il trasferimento dell'impiegato torinese nella bella città eugubina, chiedendo al cognato di essere trasferito nella filiale di Perugia della sua società. 
Si erano sposati, circa un anno dopo, con grande orgoglio da parte della signora Franchi che, commossa, l'aveva accompagnato all'altare a testa alta.
Michele, quel giorno, poteva considerarsi la persona più felice dell'intero universo, dato che la sua futura moglie giungeva all'altare con un vestito per lei troppo grande perché doveva ospitare anche il frutto del loro amore di appena sette mesi.
Quel fagottino che, dopo altri due mesi, aveva potuto stringere tra le braccia e chiamare col nome che entrambi avevano scelto: Samantha, che etimologicamente significa "fanciulla sacra", che sarebbe diventata una persona con una personalità forte, coraggiosa, inventiva, sincera, curiosa, sempre sulla breccia alla ricerca di nuove sensazioni, buttandosi nella mischia. In altre parole una fanciulla che avesse la capacità di ritornare con più consapevolezza alla sua essenza: delicata, dolce, tenera e sentimentale.


Buonasera lettori,
Innanzitutto grazie per esser passati da queste parti. Da come si evince nel testo, non sono una professionista e, chi mi conosce bene lo sa, sono molto critica nei miei confronti, perciò lascio a voi il giudizio adeguato, non fatevi scrupoli! Detto questo passo alla spiegazione della storia...vi sembrerà di aver capito tutto, ma ci sono cose che, forse, vi sfuggono!
 Per prima cosa i personaggi principali e le situazioni: Angelica mi rappresenta molto, parte delle cose che a lei sono successe sono personali, tra cui anche incontrare persone così speciali come il nostro bell'impiegato torinese. Attenzione però, io non sono Angelica; mi rappresenta, questo sì, ma non siamo totalmente uguali!
Per quanto riguarda il bel Michele é un po' una via di mezzo tra la mia persona, ovviamente riportata al maschile e in una situazione diversa, colei che mi è sempre stata vicino in tutto e per tutto e il compagno di colei che mi ha permesso di lavorare al suo fianco e che, molto spesso, mi consola: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=585791 .
 Ed ora il titolo...beh, l'esperienza è sicuramente quella di Facebook Messenger o di Whatsapp, quando questi fastidiosissimi apparecchi perdono la connessione e a noi povere persone tocca aspettare che questi aggeggi si decidano a ripartire, grazie ad una, non si sa nemmeno bene quale, forza (forse divina) ad essi esterna.
 
 A voi dico, lasciate che la vita perda le sue connessioni, ma ripristinatele in fretta con l'aiuto di persone per voi fondamentali (sempre come le due sopra!).
 
 Ora la parte più patetica, forse, cioè quella della spiegazione per cui mi sono decisa a scrivere questa One Shot.
Tutto é iniziato quando ho appurato che la mia persona avrebbe compiuto la bellezza di 21 anni e mi sono decisa a farle un regalo: scrivere per lei.
Vi sembrerà ancora più patetico il fatto che abbiamo passato un periodo difficile e ho voluto aspettare a correggerla e pubblicarla, ma, dopo tanto, mi sono decisa perché a lei, comunque, lo dovevo.
Dovete sapere che l'ho delusa, ebbene sì, per una serie di eventi hanno fatto si che la nostra amicizia finisse per essere quasi spezzata con un Vaffa, detto a chiare lettere. Non l'ho permesso,ma ho sempre paura che lei non mi veda più come quella di un tempo e ho tanta paura di perderla.
Detto questo vi saluto complimentandomi con voi perché, se siete arrivati sino qui senza nessun aiuto farmaceutico, allora avete proprio le ossa dure!
Un grosso bacio e alla prossima storia, diciamo che lo spazio autrice cercherò di farlo il più breve possibile;)
Ila
 
Ps: sono stata un po' troppo sbrigativa a parlarvi di me, lo so, ma rischiavo di iniziare a vuotar tutte le lacrime che ancora mi porto dentro; spero mi possiate perdonare e, soprattutto, se avete dubbi potete contattarmi in privato.
Volevo inoltre dedicarla ad Irene
 che sa sempre come consolarmi,
 che ha sempre la parola giusta da dire anche quando sono intrattabile,
 che c'è sempre e non finirò mai di ringraziarla,
 perché, oltre a sostenermi, mi sopporta sempre
Ti voglio bene <3
 
 
  
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