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Autore: Lady Viviana    17/01/2015    1 recensioni
Raccolta di racconti scritti distrattamente, una raccolta di "storie della buonanotte" che pubblicherò senza una cadenza precisa, seguendo quella capricciosa che è l'ispirazione. Perfetti se state cercando qualcosa con cui occupare qualche minuto e dei generi più svariati (ma con una tendenza all'introspettivo e al nonsense).
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un frolloso giramondo



A V.
A V., anche se certe volte ti strozzerei


C'era una volta un uomo di nome Ian MacArthur che viveva in un pacchetto di biscotti. Era un pacchetto vecchio e rovinato, ma per fortuna mesi prima era caduto in un angolo buio e polveroso e così i suoi proprietari se ne erano dimenticati. Ian viveva bene lì dentro perché era spazioso e grazie a un'efficiente sistema d'illuminazione lì dentro era sempre giorno. Era soddisfatto della sua condizione finché un giorno un ospite inaspettato bussò alla sua porta. Si trattava di un piccolo topolino che si era perso durante la sua prima esplorazione della casa. Siccome era molto spaventato Ian decise di accoglierlo e di offrirgli una tazza di tè prima di indicargli la via di uscita più vicina. Il topino si trovò così bene che decise qualche giorno dopo di tornare. In breve tempo i due diventarono grandi amici e spesso li si vedeva chiacchierare nel salotto di Ian. Un giorno, però, il topolino, che si chiamava Michael, gli fece una strana proposta: "Non ti ho mai ringraziato abbastanza per avermi salvato, tanti giorni fa e penso che ora sia venuto il momento di farlo. Ho deciso che esaudirò un tuo desiderio, perciò puoi chiedermi qualunque cosa, perchè sono un topolino magico e quindi farò tutto ciò che vorrai. "
Ian ci pensò su un attimo, poi rispose: "C'è una cosa che desidero da tanto tempo, ma che non ho mai avuto il coraggio di chiedere... vorrei diventare un essere umano, crescere e poter vivere in un posto molto più grande di questa semplice scatola di biscotti. Puoi aiutarmi?"
"Va bene" gli rispose il topolino e poi se andò. Tuttavia tornò poco dopo con una boccetta azzurra, il cui contenuto non era possibile distinguere a causa del vetro opaco. Non aveva neanche l'etichetta e Ian la prese dubbioso e preoccupato, nonostante l'amico lo stesse guardando con un sorriso incoraggiante.
"Domani mattina - gli disse - quando ti sveglierai, prendila con te ed esci da questa casa. Non appena raggiungerai un posto sicuro, aprila e bevi il liquido contenuto all'interno. In poco tempo diventerai grande quanto un piccolo, giovane uomo e potrai girare il mondo, proprio come desideri. "
Poi uscì dalla stanza e se ne andò per l'ultima volta dalla casa di Ian.
La mattina dopo, Ian fece quanto gli era stato detto: subito dopo colazione, uscì,  dicendo addio a quella che finora era stata la sua casa e fermandosi nel piccolo spazio erboso dietro l’edificio in cui si trovava. Tirò fuori dalla tasca la boccetta, ne svitò il tappo e se la portò alle labbra, bevendola tutta d'un fiato. Il liquido era amarissimo e fu difficile finirlo per lui,  ma la forza di volontà era più forte. Per qualche secondo non accade nulla, poi l’uomo cadde a terra, precipitando in un sonno profondo.
Qualche minuto dopo,  l'uomo si risvegliò bruscamente, mentre una donna lo scuoteva dolcemente.
"Signore! Signore, sta bene?  Ha bisogno di aiuto? "
Ian la guardò confuso per un attimo, poi con fatica provò a rimettersi in piedi.
"Sì, credo... credo di sì..."
Quella,  benché non sembrasse troppo convinta, lo lasciò andare e si fece da parte,  aspettando.
Ian iniziò a guardarsi intorno, cercando di catturare ogni dettaglio e, finalmente, capì cosa era accaduto: Michael aveva esaudito il suo desiderio. Era un uomo ora e,  a prima vista, doveva avere circa trent'anni.  Proprio come prima, ad eccezione della taglia.
La donna, altrettanto giovane, gli porse una mano e, sorridendogli, lo aiutò a rialzarsi.  Ovviamente Ian, che non era abituato al suo nuovo corpo, barcollò, ed entrambi caddero a terra con una risata. Imbarazzatissimi, si allontanarono immediatamente, entrambi rossi in volto come due pomodoro.
"Beh... - esordì lei - "io… io adesso dovrei andare. Farò… farò tardi al lavoro, sì..”
Ian la guardò per qualche secondo, poi finalmente trovò il coraggio di balbettare qualche parola: “V-vengo con lei, signorina.”
“Comunque, - allungò la mano verso di lei – io sono Ian.”
Le labbra di lei si curvarono in un sorriso dolcissimo “Alice” mentre le due mani si sfioravano, delicate.
Lo sguardo che i due si lanciarono valeva più di mille parole e fu così intenso, che parve loro di essere finiti in un altro mondo, uno tutto loro. Qualche minuto dopo, si allontanarono a braccetto lungo la via, certi entrambi che, quel giorno, non sarebbe stato come tutti gli altri.

  
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