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Autore: King Of My World    18/01/2015    1 recensioni
Xiaoyu era una ragazza di 16 anni, allegra e felice come lo è sempre stata. Perse i suoi genitori all'età di 4 anni, può darsi che la causa sia dello stesso Heihachi, ma la stessa cosa capitò a Jin solo che lui aveva 10 anni. Il ragazzo non conosceva suo padre, ma anche la mamma come i genitori di Xiaoyu, è stata uccisa da Ogre. Nella storia è tutto banale all'inizio, ma poi la vera battaglia si farà sempre più vicina e le cose si faranno serie dal capitolo 14. E che il Tekken 3 abbia inizio! La storia parte prima dell'inizio della terza gara del pugno di ferro, buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Ling Xiaoyu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tre anni dopo…
Dopo la battaglia finale tra Jin e Heihachi, purtroppo la spuntò quest’ultimo sempre per via degli imbrogli. Non era cambiato di una virgola, era sempre il solito. E così Jin e Panda furono costretti a ritirarsi per dare vittoria a quel patetico di un uomo.
Vivevano tutti e tre felici, anzi quattro, anche perché c’era un piccolo Jin in arrivo. Xiaoyu questa volta non avrebbe dovuto temere altri pericoli, stava andando tutto liscio come l’olio: niente ostacoli per una volta.
Andarono ad abitare nella vecchia casa, anche perché Heihachi propose a Jin di ritirarsi e in cambio gli avrebbe ceduto la casa e la tranquillità. Il vecchio mantenne la sua parola e così ora non ci sarebbero più stati problemi per la nostra Xiaoyu.
 
-Che bello, regna la pace!-. Sorrise la ragazza, mentre ammirava il giardino dove Panda stava giocando con Kuma.
-Eh già!-. Le rispose Jin, mentre la strinse attorno alla vita.
-Presto saremo genitori, non lo trovi mitico?-. Chiese la ragazza, accarezzandogli i capelli.
-Sì, il nostro bambino crescerà sano e forte e avrà specialmente un papà!-. Esclamò rabbioso, anche perché lui crebbe senza una figura paterna.
-Dai Jin, tuo padre sarà vivo. Ci sarà!-. La ragazza cercò di dargli forza, come faceva al suo solito.
 
Jin strinse i pugni, anche se non credeva affatto a quelle parole.
 
Per una volta la ragazzina aveva i capelli più sciolti, sembrava anche più matura, più grande. Era davvero diventata una donna, ed ora stava per diventare anche madre con la speranza sempre di stare bene: tutto ciò che voleva era la tranquillità assoluta.
Era stanca di correre avanti e indietro. Specialmente il viaggio a New York, la stressò molto. La ricerca del suo amato, purtroppo i motivi ne erano tantissimi e lei non li dimenticò; non era affatto semplice dimenticare il passato. Il presente, però, prometteva bene e in quei tre anni vissero felici e contenti. Anche se Jin voleva ritrovare il padre e cercò molti investigatori: non ci furono molte speranze.
 
-Magari si troverà altrove e non qui.-. Disse Xiaoyu, per dare un po’ di sicurezza al suo amato.
-Vedremo, piccola. Per ora vorrei vivere in pace e senza altri pensieri. Tutto ciò che conta ora è nostro figlio e gli daremo tutto il bene di questo mondo per farlo felice!-. Mormorò nell’orecchio della cinesina.
 
Lei sorrise. Jin divenne molti più protettivo nei suoi confronti, le dava una mano a tutto: persino a fare la spesa. Il desiderio di Xiaoyu si era avverato, ormai viveva nel migliore dei modi.
La pancia le era cresciuta tantissimo. Quindi non poteva indossare jeans, ma solo tute o vestaglie. Era arrivata all’ottavo mese. Il bambino poteva nascere in qualsiasi momento.
 
-Wow, il nostro piccolino sembra voglia uscire da lì.-. Disse Jin, mentre e diede un bacino sul nasino.
-Ti amo.-. Sorrise, mentre lo guardava negli occhi.
-Anch’io. Sei l’unica che mi abbia aperto il cuore, grazie per esserci riuscita.-. Balbettò, non riusciva nemmeno a trovare le parole.
-Oh, sei davvero un uomo fantastico. Qualsiasi donna ti vorrebbe al tuo fianco.-. Xiaoyu era soddisfatta a quelle parole, anche perché le ripeteva ogni santo giorno.
 
Tutto d’un tratto bussarono la porta: era Nina. Indossava una giacca di colore nero, stivali dello stesso colore. I suoi capelli biondi erano davvero stupendi, i riflessi del sole li davano una gran lucentezza. Era davvero molto bella per avere quarantatre anni.
 
-Ciao, Xiaoyu. Come va la gravidanza tutto bene?-. Chiese, era davvero una donna gentile.
 
Aveva salvato la vita ad Xiaoyu e quindi quest’ultima ne fu davvero grata.
 
-Bene, grazie. Cos’è quella valigia? Sei in partenza?-. Domandò Xiaoyu, sembrò dispiaciuta.
-Sì, mi dispiace essere essente durante la tua gravidanza. Ma spero andrà tutto bene, quindi ti faccio i miei migliori auguri. Al momento non posso restare qui a Tokyo, ma ci rivedremo presto. Te lo assicuro.-. Disse facendole un sorriso a trentadue denti.
 
Restò per cena per poi partire verso sera, e così anche Nina andò via.
 
Due settimane dopo…
Il bambino nacque, anche se Xiaoyu sentì molto dolore: anche perché fece un parto normale che durò all’incirca 17 ore con Jin al suo fianco. Erano entrambi molto emozionati, un po’ meno Xiaoyu perché fu costretta a sopportare il dolore del travaglio.
 
-Amore mio, il nostro piccolo!-. Urlò Jin, pieno di gioia con le lacrime agli occhi.
-Dio, che bello! Nostro figlio, ti chiameremo… Kazuya!-. Mormorò stanca.
-Sicura? Non sei costretta a mettergli il nome di mio padre.-. Le disse, toccandole la fronte.
-Invece voglio. Voglio regalarti un po’ di speranza, amore mio.-. Balbettò piena di dolore, non era semplice per poi addormentarsi.
 
Xiaoyu era molto stanca.
Il bambino dovette stare qualche ora in cubatrice per poi mettere in mostra i bambini in vetrina, compreso Kazuya: il figlio di Jin. Quest’ultimo non credeva ai suoi occhi, suo figlio era nato ed ora una gioia per lui guardarlo da quella vetrino. Poco dopo, qualcuno gli mise una mano sulla spalla destra.
 
-Complimenti e così sei diventato papà. Sarai sicuramente un papà speciale rispetto a come lo sono stato io!-.
 
Quella voce. Quella voce per Jin gli sembrava familiare. Si girò e vide Kazuya, suo padre. Gli scesero le lacrime per la gioia e lo abbracciò senza esitare un istante.
 
-Ehi figlio, sono qui. Tranquillo!-. Lo rassicurò.
 
Xiaoyu aveva ragione, aspettare era l’unico metodo per accendere un minimo di speranza. Impegnarsi era un bene, ma spettare lo era ancora di più.
Fu un giorno perfetto per entrambi: la famiglia era quasi al completo, anche se mancavano un bel po’ di gente. Non potevano mancare, ovviamente, nemmeno Miharu e pel di carota: Hwoarang.
Per Xiaoyu erano tutti al completo e così vissero tutti felici e contenti…


 
   
 
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