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Autore: Tony Stark    18/01/2015    4 recensioni
Dopo la "Battaglia di Racoon City" si credeva che tutto fosse finito che l'orrore fosse scomparso, ma ora a cinque anni di distanza, l'incubo sta tornando e vuole vendetta.
(Per capire questa storia è strettamente necessario aver letto You are Infected)
Genere: Angst, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Redfield, Claire Redfield, Leon Scott Kennedy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

                           Capitolo Extra: Casa dolce casa

Un anno era passato dal disastro di Racoon City, non che ancora la città si fosse ripresa troppi danni e troppo poco tempo per riprendersi. Comunque visto che nessuna minaccia incombeva sul mondo i Primi Tredici si erano divisi nuovamente, c’era comunque chi era rimasto a Racoon City per dare una mano con i lavori di ricostruzione della città, ma loro, Brad e Brandon, si stavano dirigendo verso Delucia la loro città natale. C’era voluto molto tempo perché gli accordassero la richiesta, ma adesso erano sulla statale che li avrebbe portati nello stato dell’Iowa, nel Midwestern americano, e poi dalla Interstate 35 avrebbero preso l’uscita di Charles City e attraversando la città e prendendo una delle strade interne dello stato sarebbero arrivati a Delucia. Il piccolo centro urbano di Delucia non era cambiato in quegli anni, i bungalow in stile americano dalle facciate dai colori tenui, bianche o color crema e i tetti tegolati marroncini o color ardesia. Le aiuole di viole variopinte, viola, gialle, rosse, blu-azzurrine, bianche e persino nere, davano colore ai prati verdi o alle verande in muratura facendo la loro bella comparsa in piccoli vasi di terracotta dal colore rossiccio. Alcune erano davvero stupende e tenute in piccoli vasi dedicati solo a loro, come quella viola dai petali blu i cui colore andava a sfumarsi col bianco mentre si avvicinava ai pistilli biancastri o quella viola dai petali rossi sui bordi e di un giallo-aranciato intenso nel cuore del petalo. Il delicato aroma delle viole si spandeva nell’aria tiepida, dandole un profumo primaverile l’esatto opposto di quello di smog, “o di morte” pensò Brandon concentrandosi però ad eliminare il pensiero e godersi il ritorno a casa, che si respirava nelle grandi città o a Racoon City per quello che riguardava i due fratelli. Mentre raggiungevano la Park Street, una viola che stonava con lo sfondo variopinto attirò lo sguardo del minore dei Vikers, quello non intento a guidare, una viola nera che spuntava su un pezzo di prato che non apparteneva a nessuno dei bungalow vicini, i petali neri come il più profondo dei baratri con i bordi viola scuro parevano di seta o di velluto solo i pistilli si intravedevano nella loro chiara purezza. Questa viola, comunque, spuntava nel bel mezzo di una piccola piantina di viole cornute dai petali color fiordaliso striati di giallo come se il polline vi avesse tracciato sottili linee. Adesso che ci rifletteva Brandon non ricordava che “casa loro” fosse così lontana dall’inizio della cittadina, in realtà non credeva nemmeno che esistesse ancora – “come questo piccolo pezzo di paradiso” pensò il biondo, passandosi una mano fra i capelli perennemente arruffati- forse Brad aveva affittato, “o comprato” visto quanto guadagnavano, un bungalow per quanto potessero ritrasferirsi nella loro città. Il Maggiolino Volkswagen giallo chiaro attraversava le strade grigie attirando, anche se solo per un istante, gli sguardi degli abitanti di Delucia che poi tornavano ai loro compiti o qualunque altra cosa facessero. Tutto era così tranquillo e pacifico, che sia Brad che Brandon avevano, quasi, il terrore di star sognando mentre erano ancora immersi nell’incubo deviato che era la loro realtà. Fu quando superarono la PeeWee Street che Brandon cominciò ad avere qualche dubbio su dove stessero andando
<< Brad, ma esattamente dov’è che staremmo andando? >> gli chiese confuso mentre comunque continuava a godersi la bella vista di tutti quei fiori, in un vaso di porcellana turchese gli parve di scorgere una viola reichenbachiana con i lunghi petali allungati e affusolati color lavanda e i pistilli pelosi bianco navajo, le larghe foglie a cuore dentellato accarezzavano lo stelo sottile. Era il suo tipo di viola preferito anche se al contrario di altri tipi di viole era molto complessa da coltivare forse anche più difficile di coltivare un orchidea.
<< Nella Thorson Street, ricordi? Dove si trovava il negozio di Kelly >> rispose Brad, doveva ammettere che Brad aveva una memoria più ferrata della sua, lui non ricordava quasi niente di com’erano disposte le strade a Delucia, Brandon annui, senza rendersene conto, bofonchiando un “Okay, capito” a mezza voce. Pensando a quanto tempo ci sarebbe voluto prima che giungessero a destinazione e a da quanto non indossava per più di cinque ore qualcosa che non fosse la sua divisa della G.A.A.B. Era però contento di non dover attenzionare qualsiasi cosa accadesse intorno a lui preoccupato che spuntasse un qualche mostro e che lui dovesse sparargli per salvarsi la vita, poteva stare tranquillo per quanto riusciva. Osservava il paesaggio tranquillo incantato, i suoi occhi verdi trasmettevano un senso di calma quasi alienante al contrario dell’ansia, del terrore e della preoccupazione che vi si riflettevano normalmente. Vide di sfuggita qualche fioraio e una pasticceria anch’essa con l’ingresso incorniciato da belle viole riviviane dai petali di colori tenui, color crema o rosa chiaro scelte di proposito per ricordare il colore dei dolci che venivano preparati nella pasticceria, i pistilli rigidi color cioccolato nelle viole color crema e bianco antico in quelle rosa gli ricordarono le codine di cioccolato a latte o bianco che si usano per decorare i cupcake. Ricordò anche i cupcake che gli preparava sua madre, al cioccolato con la glassa colorata alla vaniglia e le praline commestibili color argento che spargeva generosamente sulla glassa ancora calda che quasi la coprivano del tutto, lui amava quei dolcetti e anche Brad tanto che ogni volta la loro madre doveva nasconderli prima che li trovassero, poi loro erano cresciuti e quei momenti erano diminuiti sempre di più fino a sparire, Brad era stato il primo ad andarsene da Delucia per andare a Racoon City e cominciare il suo lavoro per l’RPD. Lui se n’era andato dopo qualche anno diretto verso Washington, poi era riuscito ad entrare nella FOS e da lì nella BIO e poi…poi era cominciata l’Apocalisse e lui non poteva tornare a casa doveva solo combattere per la sua patria, fino a che si costrinse a dimenticare tutto quello che aveva vissuto per non provare quell’opprimente senso di lontananza e solitudine e c’era anche riuscito, si riprese da quei prima felici e poi sempre più opprimenti ricordi quando sentì l’auto fermarsi. Solo che beh non è che fossero arrivati era solo che avevano beccato un semaforo rosso, diavolo quanto odiava aspettare che quella dannata lucetta diventasse verde, l’unico punto in favore era che almeno si era ripreso da quei suoi pensieri che stavano sfociando nella tristezza più assoluta, ma ora che ci pensava ma nessuno qui a Delucia aveva un auto? Perché non ne aveva vista nemmeno una per le strade, “Forse è per non contaminare l’aria, sennò queste belle viole come crescerebbero?” lui e il sarcasmo andavano d’accordo come il peperoncino col miele d’acacia, però quella domanda rimaneva, come mai non aveva visto nemmeno un auto. Un altro paio di svolte e finalmente aveva letto il cartello con scritto Thorson St, il cartello verde chiaro e le lettere bianche, un uccellino che volava basso si poggiò sul cartello, il piumaggio marroncino ancora niveo e invernale sul collo il piccolo becco lungo di un giallo acceso, le zampette sottili del medesimo colore del becco e dei piccoli occhietti rosati con la pupilla circolare, cominciò allegro a cinguettare col suo verso musicale. Era tutto tranquillo, quasi troppo per chi come lui era addestrato, e oramai si era anche abituato, a. prestare attenzione al minimo segno di stranezza e forse quella calma eccessiva lo era, lo stava mettendo in ansia.
-Racoon City
Grazie ai fondi stanziati dalla G.A.A.B. i lavori per la ricostruzione della città andavano a gonfie vele, Racoon stava rinascendo come aveva già fatto, in quell’anno però nel cimitero di Racoon City (l’unico luogo rimasto intoccato dalla quasi-Apocalisse) era stata eretta una statua per ricordare tutti i caduti per mano del bioterrorismo. Claire portava, quasi ogni settimana, un mazzo di fiori per omaggiare quelle grandi anime eroiche che però non erano potute vivere abbastanza per vedere la fine di tutto. La statua era composta da due figure entrambe soldati che rappresentavano il loro coraggio e il loro ardire mentre combattevano le creature originate dai bioterroristi senza scrupoli, una targa d’ottone portava incisi tutti i nomi degli uomini, e delle donne, morti credendo nella causa della G.A.A.B.
“Dallas Cookstrike 9 Ottobre 1979, 12 Ottobre 2011
Jillian Valentine 20 Gennaio 1975, 30 Settembre 2011
Finnian Robinson 15 Giugno 1991, 30 Settembre 2011
Charles McMara 20 Ottobre 1969, 30 Settembre 2011
Randy Simmons 4 Marzo 1989, 12 Ottobre 2011
Jonathan Ross 15 Febbraio 1986, 12 Ottobre 2011…” e l’elenco di nomi continuava fino a circondare l’intero perimetro della statua, tutti loro erano stati grandi uomini, e martiri della loro causa, e adesso erano eroi, ma non avrebbero mai potuto saperlo. Claire aveva conosciuto ogn’uno di quegli uomini: Dallas avventato ma un ottimo capitano, Jillian l’aveva aiutata a risollevarsi dal baratro in cui era caduta mentre lei stessa diceva ancora addio all’amore di una vita, Finnian un ragazzo introverso, che non aveva mai potuto conoscere bene, Charles un uomo calmo e dedito al suo lavoro, Randy un ragazzo poco più che ventenne sempre pronto a fare la sua parte, sarcastico e dalla battuta pronta per qualunque situazione, Jonathan coraggioso e disciplinato, tiratore scelto della squadra di Dallas ed ora erano tutti morti, solo perché lei li aveva convinti ad unirsi alla G.A.A.B. Anche Jensen aveva rischiato di finire come una delle tante vittime del bioterrorismo, se Rebecca non avesse trovato in tempo uno stabilizzante per l’azione del Daylight.2, Jensen si sarebbe trasformato in uno Scream of Death.
<< Claire, Claire, Claire non impari mai eh, mia dolce sorellina? >> un fruscio sibilino al suo orecchio, ma lei lo ignorò ripetendo come un mantra “Tu non sei reale, non sei reale”, un canzonatorio sorriso spariva dissolvendosi nell’aria assieme a degli innaturali occhi rossi brillanti come piccole stelle. Dopo qualche altro minuto Claire cominciò a procedere a ritroso sulla via ciottolata del cimitero.
-Thorson Street, Delucia
Alla fine aveva avuto la conferma Brad aveva, senza dirgli niente, comprato un bungalow dove potessero trasferirsi l’edificio si trovava proprio di fronte al luogo dove si trovava il negozio di Kelly, adesso si ricordava com’era la città era come se di colpo si fosse ricordato tutto, al suo posto, adesso, c’era un piccolo negozio di alimentari e accanto l’ennesimo fioraio e ad una farmacia.
<< Avanti fratellino, non vorrai rimanere fuori tutto il giorno >> gli disse Brad. Suo fratello aveva organizzato tutto, in ogni minimo dettaglio persino nella casa già arredata. Ma esattamente quando aveva avuto il tempo di fare ciò? L’unica cosa di cui era certo, di cui sapeva era che adesso cominciava la loro nuova vita, priva di B.O.W. da combattere e di amici persi a causa dei virus.
 
Sarebbero stati in pace finché il mondo non avrebbe avuto bisogno nuovamente di loro e loro speravano che non li avrebbe mai più chiamati.
 
 
 
 
Note dell’Autore
So che questo capitolo extra è cortissimo rispetto al tempo che avete dovuto aspettare e me ne scuso. Volevo però dirvi che il 1° capitolo di YAI3 è già in fase di scrittura. E spero che vogliate seguire anche la prossima storia.
Ringrazio tantissimo: Mattalara e Esperanza per aver recensito ogni capitolo di entrambi gli YAI dicendomi il loro parere, vi ringrazio di cuore ragazze
Ringrazio anche: Aurora Garcia e Cardy per aver messo fra le ricordate la mia storia.
E ringrazio anche i lettori silenziosi che hanno letto e seguito questa storia anche senza commentarla, grazie mille a tutti voi.
Al prossimo You are Infected
-Anthony Edward Stark
 
 
   
 
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