Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Papillon_    18/01/2015    10 recensioni
Kurt comincia ad amare la notte in modo malsano perché – durante la notte può smettere di fingere, può lasciarsi andare e lasciare che il dolore lo divori semplicemente e può smetterla di essere il ragazzo pacato che non mostra mai i sentimenti. Può crollare. Può di nuovo essere quel ragazzino impaurito dei primi anni del liceo che ha cercato disperatamente di scrollarsi di dosso.
Può essere il Kurt che era stato prima di Blaine.
*
Uno sfogo (piuttosto angst e scritto di getto) su ciò che sta accadendo nella sesta stagione tra i Klaine, ispirato da un'immagine e da tutte le lacrime che ho versato.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I love the way you love me

 

Ci sono delle notti in cui Kurt si sveglia improvvisamente destandosi dal sonno e poi apre gli occhi, allunga le dita e il letto accanto al suo è terribilmente freddo, vuoto e così buio, quasi come una voragine, profonda almeno quanto è quella che c'è al posto del suo suo cuore.

Ed è proprio in quelle notti che allunga le dita e le affonda nel pezzo di materasso accanto alla porzione che lui occupa – e non c'è niente, niente, c'è solo buio, ci sono solo ricordi sbiaditi ed echi di tocchi e il fruscio di stoffa fredda. Così lui respira, o per lo meno cerca di ricordare come si fa a respirare – poi chiude di nuovo gli occhi, ed è più o meno in quei momenti che comincia a piangere, i singhiozzi che sconquassano il suo petto così tanto che gli sembra di non avere più dei confini, la testa che pulsa e il sangue che circola veloce, troppo veloce, e per qualche inspiegabile ragione il suo cuore pompa quel sangue comunque, anche se non serve a niente.

Non capisce perché lo tenga in vita visto che lui una vita non ce l'ha più e non ce la vuole avere.

Kurt comincia ad amare la notte in modo malsano perché – durante la notte può smettere di fingere, può lasciarsi andare e lasciare che il dolore lo divori semplicemente e può smetterla di essere il ragazzo pacato che non mostra mai i sentimenti. Può crollare. Può di nuovo essere quel ragazzino impaurito dei primi anni del liceo che ha cercato disperatamente di scrollarsi di dosso.

Può essere il Kurt che era stato prima di Blaine.

Ci sono delle notti – notte come quelle, per esempio – in cui Kurt apre gli occhi e che per qualche segno del destino vede Blaine accanto a lui che gli sorride. Lo vede perché Blaine fa parte costantemente dei suoi sogni – è lì, ha una consistenza, è reale; eppure è effimero e fa parte al contempo di un'illusione, e l'illusione è ciò che più di tutto ora spaventa Kurt.

Blaine lo sta tenendo tra le braccia in quel dolce sogno, come ha fatto una cosa come mille volte quando erano ancora loro, quando erano una cosa sola, indissolubile, quando non avevano paura di parlare del per sempre e dell'eternità e anzi, sembrava così limitata ed insignificante – e gli sorride leggermente, quel sorriso piccolo delle persone appena sveglie, con quegli occhi pieni di luce dorata e mistero e dolcezza, e Kurt vorrebbe infilarsi le dita nel petto e strapparsi via il cuore e non provare più nulla, perché preferisce morire.

Preferisce morire, piuttosto che ricordare cosa ha perso.

Blaine – il Blaine del sogno, solo del sogno - alza delicatamente una mano e gli sposta le ciocche di capelli castani dalla fronte – Kurt freme per quel tocco fugace e il respiro gli si blocca nella gola. I loro corpi sono praticamente intrecciati, Kurt tiene Blaine come se lui fosse la ragione della sua vita e qualcosa che va anche oltre, di più profondo – Blaine lo guarda come lo ha sempre guardato, un po' come se da dove finisce Kurt iniziasse Blaine.

Ho fatto un disastro, vorrebbe dirgli Kurt, Mi manchi da impazzire, o Ti prego, cerchiamo di farla funzionare di nuovo – schiude le labbra ma rimane tutto vuoto, Kurt non riesce a dire nulla che abbia un senso, così chiude gli occhi e si aggrappa alla maglietta di Blaine e piange, perché quella sembra l'unica cosa che gli sembra di fare bene.

“Shhh.”, sussurra piano Blaine. Gli si avvicina appena un po' di più, raccoglie con le dita qualche lacrima che sparisce tra le coperte. “Non piangere. Basta piangere.”, e Blaine – lui nemmeno si arrabbia, lui è così, prende tutto e dà tutto senza pretendere, lui non riesce a pretendere, lui aspetta e basta – ma questa volta non ha abbastanza coraggio da aspettarlo e Kurt lo sa.

“M-mi dispiace.”, singhiozza Kurt, muovendo la testa e stringendo forte le palpebre. “Ho rovinato tutto, ho- rovinato la cosa più bella e reale della mia vita- mi dispiace. Mi dispiace così tanto.”, ripete, e vorrebbe tanto che quelle parole abbiano lo stesso l'effetto su Blaine che hanno per sè, perché lui ne percepisce addosso il peso - e lo scarnificano, gli tolgono ogni piccola cosa, e ciò che è più lacerante è che gli va bene così.

“Lo so.”, sussurra Blaine, e anche la sua voce si inclina a quel punto perché è troppo, è semplicemente troppo, e non ce la fa da solo, non ce l'ha mai davvero fatta. “Lo so.”

Poi improvvisamente Kurt apre gli occhi e si specchia in quelli di Blaine – non li potrebbe dimenticare nemmeno in mille vite, anzi, è sicuro di ricordarli dalle sue esistenze precedenti ed è certo che in ogni pezzo di esistenza li ha amati con ogni fibra del suo corpo, lo ha fatto incondizionatamente.

“Mi manchi.”, dice piano, ingoiando le lacrime e sapendo di sbagliare, sapendo di ferirlo, in quel modo, perché è stato lui a mandarlo via, lui e nessun altro. Lui ha avuto paura, lui ha sgretolato la loro perfetta imperfezione con le dita, lui ha tagliato il filo che univa i loro cuori da sempre. “Mi manchi come aria da respirare.”

Blaine annuisce perché – lo sa, e Kurt sa che Blaine lo capisce, che può capirlo perché si amano esattamente allo stesso modo e sì, Blaine è sempre stato quello che lo ha esternato senza paura, e Kurt ora sta facendo una fatica immane e tirare tutto fuori ma ci può provare, intende provarci.

E a quel punto Blaine poggia le proprie labbra sulla fronte di Kurt, poi scende lasciando dei tocchi impercettibili sulle tempie, la parte alta delle guance, gli zigomi, persino le palpebre imperlate di lacrime, ogni singolo pezzetto del suo viso – lasciando impercettibili buffi di fiato caldo, e a Kurt sembra di potersi innamorare di lui tutto da capo ogni volta.

“Io- io sono qui.”, sussurra Blaine, ed è praticamente senza fiato. “Lo sai che- che sono qui, sono sempre stato qui, che ti avrei aspettato. Ti avrei aspettato sempre, ma tu-”, un rantolo, e Kurt stringe forte i bicipiti di Blaine, “...tu hai smesso di credere, a un certo punto. E questo mi ha ferito più di tutto.”

Kurt si morde il labbro inferiore, così forte che può percepire il sapore del sangue. “Ma non ho smesso di amarti.”, dice alla fine, e sa che non basta, sa che probabilmente non serve, sa che fa paura ed è sbagliato e Blaine ha bisogno di Kurt – ogni singola parte di Kurt, non solo del suo amore, ha bisogno di tutto. “Non ho smesso di amarti- non smetterò mai di amarti, Blaine.”

Gli occhi di Blaine si rischiarano, e per un momento diventano più grandi. “E credi che io possa smettere?”, e la domanda è – un sussurro, niente di più, e il cuore di Kurt si riduce a brandelli.

Oh, Blaine-”, mormora, gettandosi sulle sue labbra e rubandogli un bacio perché sa che può, sa che Blaine glielo lascerebbe sempre fare, ora e in altre vite e per sempre – e Blaine lo avvolge completamente con le braccia, fa aderire i loro corpi e attraverso la stoffa i loro cuori prendono a battere come impazziti, le loro lingue lottano e le lacrime scorrono bagnando i loro rispettivi visi, e a Kurt sembra di rinascere. “Sei mio.”, sussurra vicino alle sue labbra piene, e non sa perché ma la voce esce come un piccolo ringhio e gli sembra quasi di essere arrabbiato ma non gli importa, per un attimo finge che non gli importi. “Sei solo mio, Blaine- non dimenticarlo.”, sussurra, infilando la mano sotto la sua maglietta per posarla sopra il punto in cui batte il cuore, e Blaine a quel punto inarca la schiena per sentire a pieno tutti i polpastrelli, ed emette un gemito che Kurt ingoia con un bacio. “Sei mio per sempre, Blaine Anderson, te l'ho promesso.”

E Blaine gli avvolge la testa con le mani, interrompe il bacio per qualche secondo e lo guarda intensamente, sorridendo appena. “Ti sto aspettando.”, gli sussurra, e Kurt lo sa, lo sa che Blaine sta con David perché non ha alternative e non perché lo vuole. “Ti sto aspettando, Kurt- devi solo trovarmi.”

Blaine lo bacia piano, ora, indugiando, quasi timidamente, ed è un tocco così leggero che fa piangere Kurt.

“Ti ho aspettato una vita, Kurt Hummel.”, mormora poi. “Credo di poterti aspettare ancora un po'”

Kurt sente la consistenza del cuore di Blaine sotto le dita – un cuore che palpita, che è stata suo così tanto tempo che ormai può riconoscerne il suono, ma ha bisogno di rimanere lì ancora un po' così non si muove, tiene la mano ferma e aspetta, aspetta che tra di loro ricominci tutto da capo.

E improvvisamente è Kurt che sente il bisogno di colmare la distanza – bacia Blaine appena e ricorda tutti i mattini in cui si sono svegliati stringendosi, entrambi sbattevano le palpebre e poi Blaine strofinava il naso contro il suo dolcemente e poi diceva, come se niente di veramente brutto o sbagliato potesse esistere a quel mondo:

“Amo il modo in cui mi ami.”

E Kurt – lui apriva gli occhi con la stessa velocità in cui il suo cuore si contraeva, e in quei momenti, proprio in quei momenti, aveva la certezza di aver trovato il suo posto nel mondo, di aver trovato chi era veramente, e smetteva di essere solo Kurt, ma improvvisamente diventava l'amore della vita di Blaine. Ed essere l'amore della vita di qualcuno è – un po' come scrivere una storia che non può avere fine, ma che troverà comunque il modo di esistere.

Il sogno finisce come tutte le notti, però – e improvvisamente Kurt si ritrova solo nel letto con nessuno accanto, le braccia vuote e il letto troppo freddo, e vorrebbe essere abbastanza forte da non piangere, ma forse Kurt non è mai stato davvero coraggioso – il suo coraggio glielo ha dato Blaine, ed ora Blaine non c'è più.

Kurt pensa semplicemente quello quando si rannicchia con le mani premute contro il suo stomaco – pensa che Blaine non c'è più, e pensa a quanto fosse bello essere l'amore della sua vita.

Pronuncia il suo nome nell'oscurità, ripete continuamente il nome di Blaine finchè non gli rimane solo l'eco di quel suono tra le labbra – e finalmente si addormenta, finalmente può vivere un'altra illusione, e forse è quello ciò di qui Kurt ha bisogno ora. Blaine è ancora lì, alla fine di tutto. E stavolta è lui a prenderlo tra le braccia, è lui a sussurrargli:

“Amo il modo in cui mi ami.”
.





.





.
Prendetelo come un semplice sfogo personale per quello che sta succedendo nella sesta stagione - mi rendo conto che non è niente di che, ma ne avevo bisogno. Ringrazio infinitamente Paola per avermi dato l'idea e Mary per aver postato la foto - tra l'altro, tantissimi auguri tesorino, ti voglio un mondo di bene!
E grazie semplicemente a chiunque sia arrivato fino a qui.

Je <3 (Se avete voglia, venite a trovarmi qui, nella mia pagina autore!)

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Papillon_