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Autore: Lusio    19/01/2015    7 recensioni
"“Anne, quanto eri nel giusto” si ritrovò a pensare Richard, mentre le sue dita accarezzavano delicatamente gli orli della gonna di Anne; nell’aria aleggiava ancora il suo profumo “Se avessimo una seconda possibilità…”
Ma le seconde possibilità sono per i peccatori e questa era la sua condanna finale: non essere abbastanza colpevole per essere redento, né abbastanza innocente da poter ricevere la grazia di una seconda possibilità. Fuori dal mondo e dai vivi. Poter almeno avere lei, ma il suo cuore aveva cessato di battere, il sangue le si era fermato nelle vene e il respiro era volato via assieme al vecchio sole di York, oscurato dagli astri."
(Commiato di Richard davanti al corpo della moglie e mia personale versione del dialogo tra lui ed Elizabeth di York)
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth di York, Richard Plantagenet / Richard III
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Niente

 

 

 

Ci si può lasciar andare ai rimpianti quando ti rimane ancora qualcosa a ricordarti ciò che avevi. Ma quando non hai più nulla, dolore e rimpianto non esistono. C’è solo il nulla. Niente, non sei in grado di sentire niente, se non una remota rabbia dettata dalla frustrazione, e le lacrime che premono contro gli occhi senza uscire. E il nulla è anche ciò che si trova nelle espressioni e nel volto di chi ha perso tutto.

Il viso di Richard III di York era una fredda pietra scolpita nel dolore, che si sforzava di diventare simile a quella privo di vita della moglie, Anne, la sua regina, la sua forza, il suo amore, il suo cuore ora spezzato, composta dignitosamente sul catafalco in attesa della sepoltura, per poter riposare accanto a lei. Lontani da quel mondo che aveva avvelenato la loro vita come un cancro dell’anima. Ma Richard continuava a vivere anche se la sua Anne aveva smesso di respirare. E tutto ciò era ingiusto.

Non doveva morire. Non ora che aveva tutto il mondo contro di lui. Non quando aveva bisogno delle sue braccia attorno al capo e del calore del suo petto sul viso.

Niente gli era stato risparmiato, il suo buon nome, la sua possibilità di essere un buon re, il suo unico figlio, e ora anche sua moglie. Aveva ancora la sua vita ma a cosa serve averla quando sei ridotto ad un niente. Sarebbe vissuto come un re tiranno agli occhi del mondo, senza più un affetto sincero, da solo in mezzo a intrighi e cospirazioni e, sicuramente, col tempo sarebbe diventato veramente quel mostro che già era nelle ballate popolari.

Se potessi rinascere, non vorrei mai essere regina.

“Anne, quanto eri nel giusto” si ritrovò a pensare Richard, mentre le sue dita accarezzavano delicatamente gli orli della gonna di Anne; nell’aria aleggiava ancora il suo profumo “Se avessimo una seconda possibilità…”

Ma le seconde possibilità sono per i peccatori e questa era la sua condanna finale: non essere abbastanza colpevole per essere redento, né abbastanza innocente da poter ricevere la grazia di una seconda possibilità. Fuori dal mondo e dai vivi. Poter almeno avere lei, ma il suo cuore aveva cessato di battere, il sangue le si era fermato nelle vene e il respiro era volato via assieme al vecchio sole di York, oscurato dagli astri.

Un lieve fruscio alle sue spalle lo riscosse dai suoi bui pensieri. Elizabeth di York, la principessa dipinta, la nobile senza titolo, era lì che si torceva le mani sul nero abito a lutto, come una bambina che cerca di mostrarsi seria e composta ma che, in realtà, non vede l’ora di uscire fuori a giocare. Sembrava in attesa di una parola, di un gesto che le permettesse di… cosa? Ah sì, gettarsi tra le sue braccia. Perché lei era “innamorata”. Richard si era del tutto dimenticato di lei. Avrebbe potuto tranquillamente odiarla; in fondo, anche lei aveva contribuito a spezzare definitivamente il cuore di Anne. Ma sarebbe stata una patetica scappatoia dall’odio per se stesso, per aver anteposto un intrigo politico a sua moglie e a suo figlio.

Povera sciocca, patetica vittima senza colpe. Tutto adesso aveva perso di importanza.

- Mio signore – mormorò la fanciulla, tenendo basso il viso imporporato in maniera vezzosa – Se posso esservi di qualche consolazione…

- Se tra gli incantesimi di vostra madre non ne esiste qualcuno in grado di riportare in vita i morti, allora non potete fare nulla – la freddò Richard lasciandola sconvolta dalla risposta e dal tono con cui era stata data.

- Mio signore – continuò, imperterrita – Io sono ancora qui con voi e lo sarò per sempre. Non siete solo.

Non aveva più importanza.

- La vostra presenza, come quella di tanti altri, non conta abbastanza perché la mia solitudine abbia fine – rispose con un tono che rendeva le sue parole simili a pietre frantumate.

Elizabeth sentì il terreno mancarle sotto i piedi, terrorizzata da ciò che stava iniziando a comprendere.

- Ma io vi amo e anche voi mi amate, Richard! – scattò con la foga di chi non ha paura di perdere tutto.

- Per il legame di sangue che ci unisce – scandì Richard, trattenendo la rabbia che stava lasciando il posto al fastidio, e calcando su ogni parola pronunciata volendo imprimerla nella mente di quella ragazzina, alla quale stava portando via l’illusione del primo amore – farò finta di non aver sentito quanto avete detto. E farò un favore a voi, milady, aprendovi gli occhi sulle illusioni alle quali vi siete aggrappata fino a questo momento. Non sperate di trovare l’amore in me perché è morto assieme al frutto dei miei lombi e alla donna che me lo ha donato.

- Cosa… cosa state dicendo? – Elizabeth non voleva credere a quanto sentiva.

- Se essere regina è ancora tra i vostri intenti, tenete a mente questa lezione: per mantenere il potere e per toglierne ai vostri nemici, dovrete rendere ogni sentimento un’arma e annullare la pietà verso coloro che possono essere i mezzi adatti ad indebolirli. Nel mio caso, Henry Tudor era il mio nemico e voi, milady, l’arma per colpirlo.

- No, no, non è vero – una lacrima le scivolò lungo la guancia.

- Dovevo togliere credibilità a Henry Tudor e alla sua causa e lasciare che il mondo credesse che la sua promessa sposa si concedeva ad un corteggiamento incestuoso con il proprio zio nonché avversario del giovane Tudor, avrebbe minato alle basi la sua “missione” e indebolito la sua autorità.

- No! – disse Elizabeth, disperata – No, non vi credo. Voi mi amate, lo so. Quella notte… quel bacio…

- Quello è stato il momento di debolezza di un uomo solo e disperato – Richard la guardò con uno sguardo talmente spento e vuoto da rendere credibili le sue parole – Non vi amavo allora, come non vi amo adesso. E come potrei, dal momento che l’unica donna che ho amato, che amo e che amerò anche quando brucerò all’Inferno, è sempre stata Anne Neville, la mia regina.

Per non rischiare di cadere svenuta ai piedi del catafalco, la ragazza incespicò all’indietro, con la gonna che le impacciava i movimenti, e andò ad appoggiarsi ad una colonna; riusciva a mormorare solo – Il mio onore… il mio onore…

Richard non fece nulla per aiutarla o anche solo consolarla. Anni prima sarebbe stato mosso a pietà, ma ora i sentimenti umani erano un lontano ricordo; per la principessa decaduta non provava alcuna compassione – Essere sovrani impone molti sacrifici e il vostro onore è stata la cosa che meno mi ha pesato sacrificare. Ma se penso ai grandi sacrifici… Siate felice della vostra condizione; se mai troverete l’amore, saprete di essere amata per ciò che siete.

Lui era il terzo fratello, quello meno bello, quello con meno pretese. E Anne era la vedova bambina di un traditore. Non potevano donarsi nulla se non un amore reciproco. E quello era bastato… poteva bastare.

- Ed ora, milady, lasciateci – usò il pluralis maiestatis per non lasciare dubbi di sorta sul suo ordine – Desideriamo restare da soli con nostra moglie.

Ricordandosi della sua nobile nascita, Elizabeth recuperò la sua compostezza e, ingoiando le lacrime, uscì a testa alta dalla cappella, lasciandosi alle spalle quell’uomo a cui aveva permesso di rubarle il cuore unicamente per spaccarlo in due e svuotarlo di tutto. Nessuno dei due se ne rese conto, troppo presi dalle loro sconfitte, ma non erano mai stati così simili e uniti come in quel tramonto di illusioni.

E Richard III, l’ultimo sole di York, oscurato da un’eclisse senza più fine, restò a vegliare le spoglie di colei che aveva dato i battiti alla sua esistenza. Fece chissà quante volte il giro del catafalco senza che la sua mano lasciasse quel corpo tanto amato e ad ogni giro non mancò mai di soffermarsi sulle sue labbra smorte e ancora desiderate, ora più che mai.

Al momento del commiato definitivo, Richard baciò per l’ultima volta la sua Anne, soffiandole sul viso un’ultima promessa, carica di significato per entrambi, in attesa di un ricongiungimento.

Niente

 

Fine

 

 

 

Note dell’autore:

Inizio col dire, come faccio sempre quando sbuco in qualche sezione e per evitare fraintendimenti, che sono un ragazzo.

Ho scoperto da poco “The White Queen” e l’ho visto tutto in due giorni. E senza praticamente accorgermene, mi sono ritrovato a struggermi per Richard e Anne, a gioire e a soffrire per loro che sono diventati i miei beniamini della corte degli York. E dopo il colpo finale che è stata l’ultima puntata, ho sentito il bisogno incontenibile di scrivere queste poche pagine, dando anche una mia personale versione del dialogo tra Richard e Elizabeth.

Non pretendo di aver colto appieno i sentimenti e il carattere di Richard all’alba della morte di Anne, ma mi sono basato su quello che mi hanno sempre ispirato insieme.

E non ho resistito all’idea di piazzare qui dentro piccole citazione che rimandano al “Riccardo III” di scespiriana memoria.

Per quanto riguarda Elizabeth… come per la madre, ho un rapporto di amore e odio con lei: apprezzo il suo carattere forte ma al contempo detesto il suo atteggiamento da gatta morta. E con il dialogo ho voluto togliermi lo sfizio di far cadere quelle che erano, alla fine, delle illusioni. E il bacio che si erano scambiati, come ho scritto, l’ho visto come un momento di debolezza di Richard in un momento delicato.

Se volete pormi qualche domanda, lascio il mio indirizzo ask: http://ask.fm/LusioEFP

e la mia pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Lusio-EFP/162610203857483

Grazie per aver letto queste mie due parole; fatemi sapere cosa ne avete pensato.

Ciao.

Lusio

  
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