Finale
“Un misero mucchio di piccoli segreti, ecco cosa siamo.”
G. MUSSO
Martedì, ore 16.30
Tutta la mattinata era trascorsa allo stesso identico modo. Harry aveva ancora i suoi adorati abiti da nerd, e Juliet si aggirava per la struttura come un’anima in pena, alla perenne ricerca di qualcosa che non poteva avere per ovvi motivi. Finirono entrambi per caso davanti ai loro rispettivi armadietti. Numeri 103 e 105. Styles aprì il suo, posandovi all’interno il pesante testo di progettazione. Rimase qualche istante fermo ad osservare Juliet, mentre rifletteva su quale oggetto estrarre con aria assorta. Sentì gli occhi di lui sulla pelle ed alzò lo sguardo, ricambiando l’occhiata in silenzio. Mosse impercettibilmente la testa, come a volergli porre una muta domanda, con un cenno lievemente insolente del mento. Harry scosse piano il capo, richiudendo l’armadietto. Strinse le dita attorno alle spalline del suo zaino e si volse dandole le spalle, muovendo qualche passo. Juliet continuava a fissarlo senza comprendere, mentre d’improvviso lui si fermò.
Protese un braccio, sollevando l’indice verso l’alto, facendolo oscillare a destra e a sinistra. Due visioni si sovrapposero in una sola. Un riccio e avvenente ragazzo misterioso illuminato dalla notte stessa, stretto nel suo giacchetto di pelle nera. Uno studente dall’abbigliamento improponibile, lo zainetto issato in spalla e i capelli indiscriminatamente disciplinati dal gel in una pettinatura anteguerra. Uniti nello stesso corpo.
La musica sinuosa e la psichedelica luce che si riversava nella discoteca in quella fatidica serata, si confuse con il suono della campanella e i neon azzurrati del plesso universitario, che altrimenti sarebbe stato silenzioso.
Con un verso di sorpresa, il suo respiro si mozzò per qualche istante.
E allora capì.
Nota: e anche questa è finita. Mi fa molto strano concludere due storie nella stessa serata. Oh beh. Ora che tutto è stato fatto, posso dirvi che l'ispirazione per questa long mi è venuta guardando il video "Last Farewell", dei Big Bang. E' un gruppo kpop coreano, non posso pretendere che vi piaccia, ma... se voleste dare un'occhiata alla clip, potreste visualizzare meglio tutto quanto è accaduto all'interno della vicenda! Non l'ho detto prima perché magari avreste visto il video e vi sareste spoilerati la fine. Sono malfidata, lo so.Io l'avrei fatto.
Passo ai consueti ringraziamenti, a chi mi ha seguito dall'inizio, a chi è giunto qui per caso, a chi sta semplicemente leggendo al volo. Vi allego la lista delle mie opere in corso, aggiungendo anche qui un bell'arrivederci e sperando che questa storia vi sia piaciuta e abbia contribuito ad alleggerire le vostre giornate!
• 2 Doors Down
• La Rue Inconnu
•Wattpad
Tutta la mattinata era trascorsa allo stesso identico modo. Harry aveva ancora i suoi adorati abiti da nerd, e Juliet si aggirava per la struttura come un’anima in pena, alla perenne ricerca di qualcosa che non poteva avere per ovvi motivi. Finirono entrambi per caso davanti ai loro rispettivi armadietti. Numeri 103 e 105. Styles aprì il suo, posandovi all’interno il pesante testo di progettazione. Rimase qualche istante fermo ad osservare Juliet, mentre rifletteva su quale oggetto estrarre con aria assorta. Sentì gli occhi di lui sulla pelle ed alzò lo sguardo, ricambiando l’occhiata in silenzio. Mosse impercettibilmente la testa, come a volergli porre una muta domanda, con un cenno lievemente insolente del mento. Harry scosse piano il capo, richiudendo l’armadietto. Strinse le dita attorno alle spalline del suo zaino e si volse dandole le spalle, muovendo qualche passo. Juliet continuava a fissarlo senza comprendere, mentre d’improvviso lui si fermò.
Protese un braccio, sollevando l’indice verso l’alto, facendolo oscillare a destra e a sinistra. Due visioni si sovrapposero in una sola. Un riccio e avvenente ragazzo misterioso illuminato dalla notte stessa, stretto nel suo giacchetto di pelle nera. Uno studente dall’abbigliamento improponibile, lo zainetto issato in spalla e i capelli indiscriminatamente disciplinati dal gel in una pettinatura anteguerra. Uniti nello stesso corpo.
La musica sinuosa e la psichedelica luce che si riversava nella discoteca in quella fatidica serata, si confuse con il suono della campanella e i neon azzurrati del plesso universitario, che altrimenti sarebbe stato silenzioso.
Con un verso di sorpresa, il suo respiro si mozzò per qualche istante.
E allora capì.
Nota: e anche questa è finita. Mi fa molto strano concludere due storie nella stessa serata. Oh beh. Ora che tutto è stato fatto, posso dirvi che l'ispirazione per questa long mi è venuta guardando il video "Last Farewell", dei Big Bang. E' un gruppo kpop coreano, non posso pretendere che vi piaccia, ma... se voleste dare un'occhiata alla clip, potreste visualizzare meglio tutto quanto è accaduto all'interno della vicenda! Non l'ho detto prima perché magari avreste visto il video e vi sareste spoilerati la fine. Sono malfidata, lo so.
Passo ai consueti ringraziamenti, a chi mi ha seguito dall'inizio, a chi è giunto qui per caso, a chi sta semplicemente leggendo al volo. Vi allego la lista delle mie opere in corso, aggiungendo anche qui un bell'arrivederci e sperando che questa storia vi sia piaciuta e abbia contribuito ad alleggerire le vostre giornate!
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