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Autore: mamie    20/01/2015    10 recensioni
“Il reame di Thranduil era stato invaso, e dopo una lunga battaglia fra gli alberi e grandi incendi, Thranduil era finalmente uscito vittorioso. Il giorno del Capodanno Elfico, Celeborn e Thranduil s’incontrarono in mezzo alla foresta, e mutarono il nome di Bosco Atro in Eryn Lasgalen, il bosco di Foglieverdi” (SdA – Appendici).
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Elrond, Galadriel, Thranduil
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nota: ispirato, ma non partecipante, al contest Da ieri a oggi, per gentile concessione di Stareem.

Where is the world we had? Who can ever save you and your little lives?
(Abandoned, Pleased, Brainwashed, Exploited - Sonata Arctica).


Aspetterò a lungo…
   
Aspetterò a lungo, prima di scatenare questa guerra per l’oro. Aspetterò a lungo prima di far marciare le mie armate fuori dai sentieri del Bosco Verde. Aspetterò a lungo… ma la guerra non aspetta.
 
– Mio signore! Siete ferito?
Dorlas si preoccupa, vedendo la sopravveste del re insanguinata, ma Thranduil lo allontana con un gesto infastidito.
– È solo un graffio.
Il suo sguardo vaga attorno senza sapere dove posarsi. Vorrebbe chiudere gli occhi, ma non può. Un re non deve mai far finta di non vedere.
Alberi bruciati. A centinaia. Quella parte del bosco non è altro che un’orrenda slabbratura nera nel tessuto verde della foresta. Molti ancora fumano e covano braci rossastre fra le radici morte. E poi cadaveri. A decine anche quelli, di Orchi e di Elfi.
– Portate i feriti al riparo, farà freddo questa notte – ordina con voce roca – e seppellite i morti.
– E gli Orchi, mio signore?
– Bruciateli.
L’ultima atrocità di quella battaglia, l’ultimo lavoro orrendo per i suoi soldati stremati.
– Voglio un rapporto dettagliato. Prima possibile.
– Sì, mio signore.
Si volta verso Galion, che gli sta porgendo un calice di vino. Prende la coppa e beve d’un fiato. Il vino sembra restituirgli un po’ di calore, ma è solo un attimo.
– Buone notizie, mio signore!
Dorlas è tornato trafelato con un messaggio portato dai corvi. Barad Dur è caduta. Dol Guldur distrutta, gli Elfi di Lorien stanno avanzando da Sud. La guerra è vinta.
Perché allora il calore non riesce a tornargli nelle membra gelate?
 
***
 
– Per amore dei Valar, siediti!
La voce di Círdan suona allarmata. Thranduil è entrato nella sua tenda, ma è pallido e pericolosamente instabile sulle gambe.
– Non dovevi alzarti.
L'Elfo lo ignora, ma accetta di sedersi.  È veramente ancora troppo debole per andarsene in giro come se niente fosse, ma non poteva aspettare.  Accetta anche la coppa di miruvor che Círdan gli porge. È appena stato a vedere suo padre e insieme alla rabbia gli è salito in gola un nodo che non riesce a sciogliere.
– Questa vittoria agli Elfi Silvani è costata molto cara, Timoniere, ma è poi davvero una vittoria?
– È costata cara a tutti noi – replica il Signore delle Falas, mestamente.
Le parole di Círdan sono vere. La lunga lista dei caduti non comprende solo Oropher, il re degli Elfi Silvani, ma anche Gil-galad, il re supremo dei Noldor, Amdir, il re degli Elfi di Lorien ed Elendil, il re dei Numenoreani. L'esercito degli Elfi Silvani si è ridotto a meno di un terzo di quelli che erano partiti. Tocca a Thranduil, adesso, riportarli a casa.
– Ho intenzione di partire domani.  Torneremo a Nord, forse potremo spostarci in un luogo più sicuro.
– Esistono luoghi sicuri in tempi malvagi?
La voce di Elrond, che è appena entrato, suona alle sue orecchie sgradevolmente squillante.  Fa uno sforzo per alzarsi in piedi, ma non ha intenzione di inchinarsi al figlio di Eärendil.
Elrond non se ne cura, hanno tutti molto sofferto in quella guerra.
– Penso, tuttavia, che sia una buona idea – aggiunge. Si guarda bene dall'osservare che Thranduil non gli pare in condizioni di cavalcare: sembra che solo il pensiero di andarsene al più presto possibile lo tenga in piedi.
– Il Nemico è stato sconfitto, ma molti orchi e altre innominabili creature si annidano nei luoghi selvaggi e nei boschi. Ci vorrà del tempo.
Thranduil non risponde.  Esce dalla tenda respirando l'aria fredda della notte. Aspetterà a lungo prima di partecipare a un’altra guerra…
 
***
 
Nai maller nauva laiquë nai súrë ale’quenle.
Nai tielyanna naivar laiquë ar’ malta……
 
La voce di Galadriel è soave come un canto. Le sue mani, simili a bianche farfalle primaverili, si muovono leggere nella luce. Ogni voce tace nel bosco, solo l’acqua ripete ancora e ancora il suo mormorio.
 
Possano le tue strade essere verdi e possa il vento accompagnarti.
Possa il tuo cammino essere verde e dorato.
 
Ai loro piedi si intrecciano fiori di bosco, sul loro capo spuntano gemme di tenero verde dai ceppi anneriti. Ciò che rinasce è più forte, più resistente all’Ombra e alla morte. Eppure la terra è cambiata, il canto delle acque non è più lo stesso e lo splendore di un tempo rimane sfregiato da una cicatrice che non potrà mai sbiadire.
 
Nai lassi coiraldo ullume lanta.
 
Che le foglie dell'albero della vita mai appassiscano. Che questo bosco sia purificato, che ogni creatura malvagia si allontani dalle radici dei suoi alberi, che nessun male venga più a tormentarlo.
 
Le parole della Dama leniscono il dolore degli alberi, assopiscono la loro sete di vendetta, restituiscono la pace. Accanto a lei, Celeborn e Thranduil sono immobili e silenziosi come statue. Respira piano, Thranduil. Sente la voce delle foglie che crescono, la linfa che scorre di nuovo nei tronchi, ma sente anche qualcos’altro: il vento che da Sud porta fino alla foresta il sentore aspro e lontanissimo del mare. Anche Galadriel l’ha sentito e sorride, ma il suo sorriso è velato di tristezza. Nella sua mano Nenya brilla di una bellezza incantevole, ma ora è solo un ninnolo delicato, adatto al dito di una soave Dama elfica.
Anche lei se ne andrà all’Ovest. Il mondo è cambiato, ma il bosco è forte, più della guerra, più del fuoco.
In alto, sul loro capo, le foglie crescono di nuovo in una verde corona.
Eryn Lasgalen. Il Bosco delle Foglie Verdi vive ancora.


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NdA: In questa storia mi sono presa due grosse libertà. Una è quella di considerare la battaglia di Dagorlad e il primo assedio di Barad-dur come se fossero durati pochi giorni invece di sette anni (!). Il parallelo con la Guerra dell’Anello mi è venuto spontaneo, sono entrambe vittorie pagate molto care. Tolkien spiega (nei Racconti Incompiuti) che, all’assedio di Barad-dur, Thranduil “sopravvisse” il che mi ha fatto pensare che non fosse ridotto molto bene, ma in realtà è solo un’idea mia, niente di canonico. La seconda è quella di immaginare che, insieme a Celeborn e Thranduil, alla purificazione del Bosco Atro fosse presente anche Galadriel.  La prima scena si svolge subito dopo la battaglia del Bosco Atro, la seconda è un flashback della fine dell’assedio di Barad-dur e la terza è la purificazione del Bosco Atro da parte di Galadriel, Celeborn e Thranduil, il giorno del Capodanno Elfico (6 aprile secondo il Calendario della Contea).
La frase “Aspetterò a lungo, prima di scatenare questa guerra per l’oro” è una citazione dallo Hobbit. 
Un enorme GRAZIE a tyelemmaiwe e melianar per il fondamentale aiuto datomi con le frasi in elfico!!
  
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