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Autore: Straightandfast    20/01/2015    3 recensioni
Io guardo il cielo, guardo le stelle che illuminano la mia, la nostra Genova,e penso che non è giusto. Non è giusto che le stelle brillino, che i ragazzini urlino pieni di alcool, che i fiori continuino a profumare, che l'estate continui ad esistere e che al mondo ci siano persone che hanno ancora voglia da ridere, quando ci sei tu tra le mie braccia, agonizzante, che mi stringi con le tue braccia magre su cui recentemente sono spuntati tre buchi che farò finto di non aver visto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Okay, premetto che non ho idea di cosa sia questa cosa.
Chi ha letto "Electric souls", forse ci potrà capire qualcosa, gli altri penseranno sia un delirio, e forse lo è.
La verità è che sto perdendo una persona molto importante, per me, e non so come recuperarla.
Ogni cosa che ho scritto è successa Venerdì scorso, e questa cosa è nata come una sorta di lettere per Andrea, la persona che sto perdendo.
Niente, non ho altro da dire.
Chiara

 


Che poi chissà come ci siamo arrivati a 'sto punto, io  e te, noi.

Noi che non ci salutiamo a meno che non siamo costretti, che ci spiamo di nascosto quasi a cercare negli occhi dell'altro una conferma che sì, un tempo noi due ci conoscevamo, ci parlavamo, ci sorreggevamo. O almeno, io lo faccio, io ti spio, ti osservo, ti cerco.
Mi sto piano piano abituando alla tua assenza, al fatto che non riceverò mai quelle attenzioni che un po' mi imbarazzavano e un po' mi lusingavano, non avrò più i tuoi complimenti, i tuoi "sei bella" con cui mi interrompevi  se parlavo troppo, non mi spettinerai più i capelli e non riderai di me quando mi arrabbio. 
Non avrò più te.
Tu che non mi vuoi più parlare, tu che dici che senza di me stai meglio, 'che io sono una malattia dalla quale stai cercando di liberarti.
Poi però, ogni tanto, al venerdì sera i tuoi amici mi chiamano, la voce preoccupata e un'urgenza tale da farmi venire il panico, mi chiedono di raggiungerli "'che Andrea ha esagerato di nuovo e solo tu puoi farlo ragionare". E poi ci sono io, che dovunque sia corro a vedere cosa succede, perchè -nonostante quello che tu pensi- ti voglio bene e un po' mi sento in colpa.
Adesso, ad esempio, siamo sulle scale di una chiesa del centro, i ragazzini che fanno festa e forse hanno bevuto troppo, i tuoi amici che mi guardano come se potessi fare un miracolo e tu che sei quasi sdraiato per terra, gli occhi socchiusi e l'alito che puzza. Non mi interessa sapere quale nuova droga hai provato questo venerdì sera, davvero; mi interessano le tue mani che si muovono nervose, i tuoi zigomi che sporgono dal viso tanto ti stai sciupando, i tuoi ricci neri tagliati così corti che quasi non esistono. Mi interessano i tuoi occhi blu, che quando mi vedono si aprono con stupore, ma non sono gli stessi con i quali mi hai accarezzato ogni giorno fino a qualche mese fa.
I tuoi occhi sono disperati, e si muovono velocemente da tutte le parti, quasi fossi un naufrago e stessi cercando un appiglio.
Io mi avvicino a te , sotto gli occhi dei tuoi amici (sicuramente si stanno chiedendo cosa diavolo ci trovi in me) e ti prendo una mano; tu ti rilassi sotto il mio tocco e io devo davvero chiudere gli occhi per non far uscire queste stupide lacrime.
"Ho scopato con Francesca. E dopo dieci minuti con Carola." Mi dici, nel tentativo di farmi del male, di farmi ingelosire.
Il mio viso è una maschera impassibile, ma tu non sai, non lo sai davvero, che il tuo tentativo non è fallito, che mi hai fatto male davvero; è come una pugnalata allo stomaco, per me, vederti così alla deriva, vederti usare il sesso come arma contro il mondo, contro me.
"Andrea.." Sussurro piano, mentre tu appoggi il tuo viso magro contro il mio petto e il mio cellulare inizia a vibrare; ho lasciato le mie amiche di corsa in un bar a dieci metri da qua, gli occhi di Beatrice che hanno iniziato a roteare con disappunto quando ha saputo che, per l'ennesima volta, tu avevi bisogno di me, mi reclamavi come se fossi davvero tua. Ignoriamo entrambi il suono fastidioso proveniente dal mio telefono, o forse tu non lo senti nemmeno, troppo preso dai tuoi borbottii e da chissà quale trip; lo vedo dai tuoi occhi arrossati, dalle pupille un po' dilatate e dalle parole che stai bofonchiando confusamente che l'effetto di chissà quale droga è ancora in corso.
"Devi smetterla di cercare di distruggerti." Ti sussurro all'orecchio mentre ti passo una mano tra quei capelli che un tempo tanto adoravo e che ora hai voluto tagliare completamente; so che lo hai fatto per farmi un bisticcio,e  che se solo potessi ti cambieresti anche il colore degli occhi, quel blu che a me piace così tanto e che ti porta a ricevere così tanti apprezzamenti dal genere femminile.

Ed è qui che mi chiedo come ci siamo arrivati noi due, a 'sto cazzo di punto.

E' quando mi dici, quasi mi supplichi "perchè non mi ami?" e io ti vorrei dire che il problema non è che non amo te, il problema è che amo di più un altro, e lo amo da così tanto tempo che non posso certo smettere di farlo. Amo lui come tu ami me, con la stessa violenza, la stessa passione e devozione. La stessa disperazione.Ma non te lo dico, perchè se no inizieresti a dire che lui non mi merita quando la verità è che sono io che non merito lui; allora mi limito a stringerti un po' di più contro di me e a dire "sai che non è così, Andrea" . Non ho bisogno di darti altre spiegazioni perchè so che tu sai cosa intendo con queste parole, questo discorso lo abbiamo già fatto almeno un milione di volte.
"Okay, allora perchè non mi ami abbastanza? Io ti amo così tanto.." Mi guardi dal basso in alto, gli occhi quasi pieni di lacrime e l'espressione sofferente con cui così tante volte mi hai osservato; mi viene da piangere anche a me, sento già il groppo in gola che non mi fa respirare bene, gli occhi che si assotigliano e il naso che inizia a fare rumori davvero poco femminili. Ci guardiamo e piangiamo, piangiamo e ci guardiamo.
Mentre ti guardo, penso che mi piacerebbe essere in un universo parallelo e poterti amare, poterti amare per davvero come ti meriteresti; mi piacerebbe amarti e poterti salvare dall'autodistruzione che stai mettendo in atto, per punire me. O forse lo stai facendo per punire te stesso, 'che non ti senti abbastanza. 
Mi piacerebbe essere in un universo parallelo e vederti innamorato di qualcun'altra, una che ti sappia amare davvero, una che non sia innamorata di un altro.
Sono le tre di notte, le mie amiche mi continuano a chiamare senza sosta, i tuoi amici ci guardano con delle espressione curiose, quasi io potessi alzarmi e fare una magia all'improvviso, toglierti quell'aria sofferente dal viso e riuscire a farti smettere di assumere qualsiasi pasticca ti si presenti di fronte al naso.
Io guardo il cielo, guardo le stelle che illuminano la mia, la nostra Genova,e  penso che non è giusto. Non è giusto che le stelle brillino, che i ragazzini urlino pieni di alcool, che i fiori continuino a profumare, che l'estate continui ad esistere e che al mondo ci siano persone che hanno ancora voglia da ridere, quando ci sei tu tra le mie braccia, agonizzante, che mi stringi  con le tue braccia magre su cui recentemente sono spuntati tre buchi che farò finto di non aver visto.
Abbasso lo sguardo su di te e ti trovo con le tue pozze blu chiuse, non mi guardano più con quell'aria adorante, stai dormendo; ti sei addormentato come un bambino sul mio petto, e sei bello, davvero. Sei bello anche se stai cercando di distruggerti con le tue stesse mani, sei bello anche se puzzi di pub e alcool. Mi stringi sempre, anche nel sonno, e la tua guancia si strofina contro il mio petto, quasi stessi cercando di trovare in me un calore che, lo sai, non ti potrò mai dare davvero.
Sembri leggere i miei pensieri e allora mi stringi ancora di più e bofonchi, nel sonno "Io ti amo così tanto..". 
E qui, sulle scale fredde e spigolose di questa chiesa su cui abbiamo passato innumerevoli serate quando eravamo più piccoli, sotto un cielo stellato che se ne frega del tuo dolore, con i tuoi amici di sempre che sperano ancora che io possa salvarti da te stesso penso che vorrei amarti anche io, Andrea.
Vorrei amarti anche io.


  
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