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Autore: 20maggio2013    20/01/2015    2 recensioni
Counted all my mistakes and there’s only one
Standing up on a list of the things I’ve done
All the rest of my crimes don’t come close
To the look on your face when I let you go
Yeah, it took me some time but I figured out
How to fix up a heart that I let down
Now I’m searching every lonely place
Every corner calling out your name
Trying to find you but I just don’t know
Where do broken hearts go?
***
You don’t have to be a modern-day Shakespeare
You don’t have to be anything you are not
You don’t have to give me a diamonds to impress me
Just give me your heart
Make me feel loved
Make me feel beautiful
Make me belive I’m all that you’ll ever need
Hold me colse and make me feel a million kinds of wonderful
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Perché zio Alec ti stava antipatico all’inizio?” domandò ingenuamente una bambina di quattro anni. Aveva la carnagione chiara, lunghi capelli castani e mossi e gli occhi azzurri azzurri. Il padre aveva passato le ultime due ore a rispondere alla domanda ‘come vi siete conosciuti te e la mamma?’ della piccola.
“Perché credevo gli piacesse la mamma ed ero geloso.” spiego con un sorriso il ragazzo alla bambina seduta sulle sue gambe.
“E poi hai fatto l’amore con la mamma? Che vuol dire?”
“Quando due persone si amano tanto fanno l’amore, lo capirai quando sarai più grande. Quella fu la terza giornata più bella di tutta la mia vita.”
Jamie sorrise ricordando quel giorno, non aveva mai smesso di amare Alice.
“E quali sono stati i primi due?” chiese curiosa la bambina sorridendo.
“Il primo quando sei nata te..- sorrise sfiorando il naso alla piccola facendola ridere.- Il secondo quando ho sposato la mamma.”
“Come hai chiesto alla mamma di sposarti?”
chiese ancora più curiosa la piccola sulle gambe del padre.
“Questa è un’altra storia. Te la racconterò un’altra volta. Ora è tardi..” sorrise Jamie quando vide il fratello entrare nella stanza.
La piccola saltò dalle gambe del padre e corse verso il ragazzo che la prese tra le sue braccia.
“Zio Sammm.” urlò felice la piccola.
“Forza andiamo a casa.”
“Io non voglio andare a casa. Voglio rimanere con mamma e papà.”
sbuffò la piccola incrociando le braccia.
“Vuoi venire da me Belle? C’è anche Tomas.” Abbie arrivò alle spalle di Sam sorridendo alla piccola.
“Ok..” si arrese abbassando lo sguardo.
“Voglio salutare mamma.” disse facendosi lasciare da Sam e correndo verso la madre.
“Si risveglierà la mamma, vero?” domandò al padre dopo aver lasciato un bacio sulla guancia della madre immobile sul lettino.
“Si risveglierà, vedrai. Tua madre è forte.” sorrise tristemente Abbie quando Jamie non rispose.
“Ciao papà.” sussurrò la piccola Belle lasciando un bacio al padre prima di andare da Abbie.
“Jamie, vedrai che Alice si sveglierà.” Samuel si era avvicinato al fratello poggiando una mano sulla sua spalla.
“Sono tre mesi che è stabile Sam, tre mesi che non è cambiato niente.” il tono di Jamie era pieno di dolore. Tre mesi prima Alice era stata investita, era stata portata d’urgenza in ospedale e l’avevano portata subito in sala operatoria. Erano ormai tre mesi che Alice era in coma e non c’era nessun miglioramento.
“Resta solo una settimana Sam, se non si risveglierà staccheranno la spina. Come farò se lei muore? Come lo dirò a Belle?”
Sam abbracciò il fratello.
“Perché non vai a casa a riposare? Resto io.”
Jamie scosse la testa. Rose, la madre di Alice, ed Abbie gli avevano detto la stessa cosa, ma lui non aveva accettato. Voleva rimanere al fianco dell’unica ragazza che avesse amato.
Ricordava ancora benissimo il giorni in cui, dieci anni prima, si erano conosciuti.
Molte cose erano successe da quando si erano trasferiti in America. Avevano mantenuto i contatti con Robert ed Alice e si vedevano almeno una volta al mese.
Samuel ed Alec erano stati i primi a sposarsi, seguiti da Abbie e Robert ed infine loro. Poco dopo il matrimonio era nato il piccolo Tomas, figlio di Abbie e Robert, e ad un anno di distanza era nata anche Belle.
Da quando c’era stato l’incidente, Abbie e Robert si erano fermati momentaneamente a New Hevan e anche Rose aveva preso il primo aereo per stare accanto alla sua famiglia.
“Sei sicuro?” Jamie annuì. Poi Samuel uscì dalla stanza.
Jamie avvicinò la sedia al letto dove era stesa la ragazza e le prese la mano.
“Dio Alice, non immagini quanto mi manchi.” singhiozzò lasciando un bacio sulla mano della ragazza.
“Svegliati, apri quei tuoi occhioni che tanto amo. Per favore.” il suo tono era supplichevole.
“Fallo per me, fallo per Belle. Noi abbiamo bisogno di te.”
Jamie incrociò le braccia sul letto e ci affondò la testa.
Alzò di colpo la testa quando sentì qualcosa di caldo toccare la sua mano.
“Alice?”  il suo tono era un misto di stupore e felicità quando vide la mano della ragazza stringere la sua. Alzò il suo sguardo lucido e incontrò quello debole della ragazza.
“So..” provò a parlare la ragazza ma sembrava che la voce le morisse in gola.
Jamie si alzò dalla sedia abbracciandola.
“Sssh non parlare.” sussurrò singhiozzando il ragazzo. Lasciò un bacio sulla guancia della ragazza mentre lei portava le sue mani dietro la schiena del ragazzo.
“Sono qui Jamie.” mormorò a fatica Alice chiudendo di nuovo gli occhi.
“Alice?” la richiamò preoccupato lui prima di uscire dalla camera e chiamare un medico.
Rimase fuori, seduto su una sedia per minuti, forse addirittura un ora. 
Il cuore gli martellava nel petto e stava giocherellando nervosamente con le sue dita per non pensare al peggio.
Aveva paura che quello fosse stato un addio. Che Alice avesse chiuso i suoi occhi per sempre.
Quando il medico uscì dalla camera Jamie si alzò per andarli incontro.
“Quello che è successo prima è un miracolo.” iniziò a parlare il medico facendo spaventare il ragazzo.
“Ormai non c’erano più speranze che la ragazza si svegliasse. Ma ora, per fortuna, Alice è del tutto fuori pericolo, ha solo bisogno di riposo. È una ragazza molto forte.”
Jamie si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Chiuse gli occhi portando la testa all’indietro sollevato.
“Grazie dottore.” sorrise Jamie, per la prima volta in tre mesi un sorriso felice, per poi entrare in camera. Molti macchinari erano stati scollegati. Era rimasta solo qualche flebo e il catetere.
Jamie si sentì il cuore più leggero, perché ora Alice stava solo dormendo, la mattina dopo avrebbe riaperto gli occhi.
Si sedette sulla sedia e poggiò la testa sul letto cadendo in un sonno tranquillo dopo tutti quei mesi.
 
 
Alice si svegliò poco prima che la porta della stanza si aprisse.
“Mammaaa.” urlò una bambina entrando felice in camera. Alice sorrise dolcemente alla piccola.
“Fai silenzio piccola, papà dorme.” Belle annuì avvicinandosi alla madre e sorridendole.
Alice allungò una mano per accarezzare la bambina quando entrò Robert in camera.
Robert sorrise felice andando a salutare la ragazza per poi abbracciarla. In poco tempo arrivarono gli altri che salutarono felici Alice. Jamie dormiva ancora al suo fianco. In quei mesi aveva dormito poco troppo preoccupato per Alice.
Si svegliò solo in tarda mattinata. Sam ed Alec erano andati al lavoro, sua madre era uscita con Abbie, Robert e Tomas a mangiare qualcosa. Belle aveva insistito per rimanere con la madre e Alice l’aveva accontentata.
“Buongiorno.” sorrise Alice.
La prima cosa che fece Jamie fu abbracciare sua moglie e baciarla come non faceva da tempo.
Una smorfia di disgusto fece allontanare i due ragazzi che sorrisero quando videro la figlia coprirsi il volto.
“Vieni qui…” Jamie indicò le sue gambe con una mano mentre con l’altra stingeva la mano di Alice.
“Dovevo raccontarti come ho chiesto a tua madre di sposarmi, giusto?” Belle annuì felice, scese giù dalla sedia e corse verso il padre che la fece sedere sulle sue gambe. Alice sorrise come sua figlia mentre Jamie raccontava come avesse chiesto la mano.
“Dovevi vedere come era spaventato il giorno del matrimonio.” lo prese in giro quando finì il suo racconto.
“Non me la ricordo questa cosa. Ricordo che eri tu ad essere terrorizzata.” Belle spostava lo sguardo divertita dal padre alla madre mentre si prendevano in giro.
“Tu chi credi abbia ragione?” domandò poi Jamie alla figlia.
“La mamma.” Alice rise divertita all’espressione sconvolta del ragazzo. Poi fissò Jamie fare il solletico a Belle che rideva divertita e felice. Erano passati dieci anni da quando aveva conosciuto Jamie. Erano passati dieci anni da quando la sua vita era cambiata. Ora non era più la ragazza chiusa, timida e insicura di un tempo. Jamie le aveva fatto capire quanto valesse, le aveva fatto capire che aveva delle grandi capacità. Jamie le aveva insegnato ad amare e le aveva fatto capire cosa significasse essere amati. Con lui aveva creato una famiglia e non poteva chiedere di meglio nella vita. Dieci anni prima Alice aveva iniziato a smettere di credere nel principe azzurro, aveva smesso di credere che anche lei un giorno avrebbe avuto una sua famiglia. E proprio quando aveva smesso di crederci, era arrivato Jamie. L’amore aveva bussato alla sua porta. Perché l’amore arriva quando meno te l’aspetti.
  
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