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Autore: Kimmi    20/01/2015    0 recensioni
"C'erano una volta due tipi cornuti, Karkat e Gamzee erano i loro nomi." (Più avanti scopriremo che non erano solo in due)
"Provenienti dal Pianeta Alterna,i due dovevano confondersi continuamente tra la gente comune. Infatti essi non erano umani, ma bensì troll, e agli occhi degli uomini apparivano individui decisamente bizzarri in quanto..."
Chi non vorrebbe provare anche per un giorno soltanto ad essere il troll Karkat Vantas, ad esempio?
E se fosse Karkat a voler essere uno di noi?!
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Gamzee Makara, Karkat Vantas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Lascia che le cose abbiano un loro corso;
non dovresti nemmeno incolparti
se dovessero prendere una brutta piega.

 
Vennero a sapere che lo sciuro dell’Acquario e la sciura dei Pesci si erano già incontrati e che insieme se ne erano andati lontano lontano.
Per quanto riguardava Tavros, lui era ancora ad Alternia preso dietro alle necessarie cure e terapie di riabilitazione alle quali anche Vriska era stata costretta a tener parte, nonostante la presenza dei ragni che si portava dietro non facilitava in alcun modo le cose.
Invece, più importante… per quale motivo ancora non vi era nessuna traccia di Aradia dell’Ariete? Non se la sarebbe di certo cavata se avesse dovuto aspettare il suo opposto, la dottoressa stessa, bilancina.
Ancora, sul ragazzo del Capricorno si erano recentemente diffuse indesiderabili voci secondo le quali un pazzo ubriaco fradicio si trascini per le strade di Piccadilly Circus, spargendo inquietudine.
 

… Mentre a …
 
Kilburn;  qualcuno stava pensando: “Testa di cazzo…”  osservando abbastanza distrattamente quei malinconici cornoni nella foto dell’articolo di giornale ‘Il Pazzo Ubriaco fradicio’, sorseggiando del buon thé, tant’era buono che: “Quest’acqua fa tipo schifo.” Si permise di condividere ciò che pensava, in un modo più diretto che un pullman senza fermate.
La prossima volta preparerai da te, allora” rispose una Nepeta che anche di buonora alla mattina non si privava di carne assolutamente buona, e stavolta per davvero a giurarci!
Mooolto megliio quello che sto mangiando iio” disse qualcun altro mentre si serviva delle proprie mani come palette per portarsi del dolce miele alla bocca in perfetto stile orso sulfureo dei Cento Acri circondato da botti colme di ‘honey’.
Tale affermazione non convinse nessuno, un po per via della cretina cantilena e in parte per via di quel miele che era assolutamente discutibile.
Per la lunga durata di dieci secondi in quella cucina regnò il silenzio affiancato dal ticchettio delle stoviglie, poi fu spodestato da un bicchiere che subì la fatale stretta della mano di Equius, e come ovvia reazione gli scoppiò in mano dividendosi in innumerevoli e taglienti cocci di vetro.
D--> “Ooh… lo sapete che non faccio apposta, perdonatemi!”
:33 Tranquillo, tesoro!” una Moirail comprensiva accolse le sue scuse.
“Il quarantesimo genocidio di bicchieri… o sbaglio?
A questo punto impegnati a stabilire un record.” Proponeva per rassegnazione Kanaya, senza peli sulla lingua come suo solito.
Poi ci fu un'altra interruzione che fece andare di traverso un ossicino del pollo che la leoncina stava divorando con quelle sue fauci che si ritrovava, ma in questo caso era qualcosa di inaspettato: la porta d’ingresso che crollava.
MA PORCO GODTIER, chi cazzo è stavolta?!” una testa calda come Karkat non poté trattenersi, nemmeno avesse un nastro avvolto attorno alla bocca, e tutti accorsero giù, abbandonando le loro preziose e ristoranti colazioni.
Con una sola evidente testata degna di un’Ariete soltanto , ancora in posizione di carica c’era, lievemente inclinata nella loro direzione, Aradia.
Che modo amichevole per riconciliarsi con i propri amici!
“Questo è Marte che si manifesta, Aradia!” esclamò Kanaya quasi convinta stessero tenendo parte ad un rito esorcista, con gli occhi ben spalancati in totale contemplazione.
Ben arrivata-miaow!” avvolgendo la marziana personalità in un super abbraccio da orso, anzi, da leone, provando a sollevarla ma fallendo.
Si aggregò dunque Equius che sempre tramite abbraccio sollevò entrambe, e a Nepeta piombò parte della selvaggia chioma di Aradia in bocca, e si mise a sputacchiare i suoi capelli malcapitati.
Era un perfetto quadretto del triumvirato dei segni di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario.
Certo, certo. Ho da fare ora, avrai una appropriata festa di benvenuto quando sarò di ritorno,
nel frattempo potreste occuparvi dei preparativi in mia assenza: ho qualcosa da fare.

Il segno d’acqua aveva letteralmente spento ben 3 di fuoco in un solo round, dirigendosi oltre la ormai distrutta porta e, per la mera incredulità di ognuno, se ne andava via.

 
Ancora una volta per via di Gamzee, Karkat si ritrovava a correre.
Quel Moirail era un ottimo stimolante per costringerlo a fargli fare dell’attività fisica, e magari altro.
Correva, correva, e poi che altro… correva?
Anche questa volta il cancerino era senza meta, non sapeva certo dove fosse questa direzione che gli permetteva di raggiungere il compagno.
In realtà era come trascinato da una corrente invisibile, ma evidentemente visibile solo agli occhi dell’interessato, come Arianna che srotolando il filo non voleva perdere Teseo, Karkat sarebbe stato disposto ad averne uno a sua volta, di filo, per legarsi a Gamzee, anche tramite stritolamento, a questo punto pensava.
Dove sono i colpi di genio quando servono?” e a quel pensiero, quasi come graziato, un’idea lo aiutò, balenandogli in mente.
Decise di farsi trovare in quel determinato luogo: non vi era un giorno in cui Gamzee da quando erano sulla Terra non vi faceva una capatina, era quindi certo che avrebbe potuto incontrarlo lì.
Solo... quando?
I minuti passavano, i minuti si facevano ore. 2 Ore, 3.
Aveva deciso di farsi prestare momentaneamente tutta la pazienza presente sulla Terra.
Fu ricompensato della sua costanza: non perdendo le speranze, infatti, venne la sera e con sé portò un dato Capricorno.
Karkat aveva una voglia tremenda di fare capolino al suo cospetto e far di tutto, indipendentemente cosa gli fosse saltato in mente in quell’istante.
Avrebbe anche risparmiato qualsiasi istinto violento, verbale e fisico, solo per un secondo momento.
Ma di fatto, si avvicinarono l’uno all’altro e ci fu semplicemente un abbraccio.
L’oscurità e il troppo veloce svolgimento dei fatti portarono Karkat a non avere nemmeno modo di rendersi conto in che stato fosse il suo Moirail.
Allentata la stretta, prendendosi il suo tempo non notò particolari cambiamenti in lui, se non una evidente sequenza di ferite sul viso: quando Gamzee si chinò appena in cerca del famigliare volto di Karkat, quest’ultimo capì, osservando con un po più di acume, che si trattava di graffi post lotta.
  
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