Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Glaudrung    21/01/2015    1 recensioni
Era una notte buia e gelida, e in una piccola e desolata casa nella campagna di Birmingham, viveva una famiglia, la famiglia Powell. Essa era composta dal padre Peter, la madre Alice e il piccolo Peter, il figlioletto di Peter e di Alice. In quella notte fredda il piccolo Peter decide di coricarsi presto, e incomincia a sognare. Fa il suo primo incubo, nel quale sogna di essere torturato dal demonio, ma alla fine si sveglia, piangendo. Da questo avvenimento il bambino incomincia ogni notte a fare sogni sempre più paurosi, ma assieme alla sua paura si incomincia a contrapporre una sensazione di fascino verso il mondo dell'incubo. I genitori sono molto preoccupati per il piccolo Peter, per via dei sogni a che si ripetono ogni notte e per l'atteggiamento che dimostra a scuola e dallo psicologo dove viene frequentemente mandato. Quindi il bambino vive la sua infanzia all'insegna dell'incubo, fino al punto di diventare onironauta dei suoi stessi sogni, e quindi di essere cosciente di sognare all'interno di questi, ma la sua passione per l'incubo lo trascinerà in un paradosso onirico tra la realtà e l'Incubo stesso...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IV



C'è una strada nel deserto bianco. Questa strada è nera e porta verso l'infinito. Peter sta camminando e non sa quando finisce la strada, ma non gli importa. Quindi cammina a lungo, ma poi si gira e vede un mostro bianco come il deserto, occhi grandi e verdi, chiarissimi, vestito di nero e bianco. Questo corre velocemente verso Peter. Peter cerca di scappare dal mostro ridente, ma è tutto inutile perché lui è solo un bambino e verrà soprafatto dall'incubo, inevitabilmente. Scappa, ma il mostro lo raggiunge.
Si trova in una fattoria, la solita fattoria, ma di giorno, e un mostro con le catene lo sta inseguendo e lo flagella con una catena di piombo resistente. Lui corre ma il mostro lo raggiunge.
Si trova in un cortile buio, non può muoversi. All'improvviso arriva il mostro bianco che corre verso di lui e alla fine lo uccide.
 
Il piccolo Peter allora si svegliò all'improvviso, ritrovandosi nella sua stanza. Accanto a lui c'era la mamma e papà, che lo fissavano con sguardi tristi e smorti.
<< Hai fatto un altro incubo, vero? >>, chiese Alice.
 Il piccolo Peter rimase in silenzio e rimase a guardare la mamma, come se lo sguardo fungesse da risposta. Dall'occhio sinistro della mamma Alice scese lentamente una lacrima, che percorse tutto il suo bel viso fino al mento, e poi cadde a terra così rumorosamente come cade rumorosamente un bicchiere di vetro fragile.
Il bambino intanto aveva la faccia di un verde pallido, tutto immerso sotto le coperte, con gli occhi scoperti che fissavano i genitori; quei suoi occhi azzurri si erano scoloriti ed erano diventati grigi: non era più il bambino di una volta. Il lume pomeridiano che entrava dalle infisse gli illuminò il viso, e allora chiudette lentamente gli occhi. Alice e Peter, mentre il bambino dormiva, scesero giù e andarono verso il soggiorno, dove si accorsero che qualcuno stava bussando alla porta.
Il padre Peter andò ad aprire la porta e vide tre bambini, uno alto, uno basso e una bambina dai capelli rossi.
<< Chi siete voi? >>, chiese il padre Peter.
<< Siamo Brian, Horace e Rosamund >>, disse Horace, indicando sé stesso e gli altri due.
<< Siete compagni del piccolo Peter? >>, chiese ancora una volta Peter.
<< Sì >>, rispose Brian.
<< Peter sta male, non può vedere nessuno, ha la faccia verde e gli occhi grigi, non lo vedrete più, penso >>.
<< Come? Vi prego, ci faccia entrare >>, supplicò Rosamund.
<< Falli entrare, tanto poi lo vedranno e cambieranno idea >>, disse Alice, che stava dietro Peter ad ascoltare.
Quindi i tre bambini entrarono in casa e salirono al primo piano, verso la camera del piccolo Peter.
Quando lo videro rimasero sconcertati per il suo aspetto pallido, quasi non dormisse da molto tempo. Stava sotto coperte bigie e plumbee come il cielo di quella giornata, con gli occhi aperti a metà, di colore pallido anch'essi e aveva la faccia quasi verde.
<< Ciao Brian, ciao Horace, ciao Rosamund >>, salutò il piccolo Peter.
<< Ciao Peter >>, disse Horace, l'unico che salutò.
I tre si sederono allora per terra con le gambe incrociate e rimasero a bocca aperta guardando il bambino "malato".
<< Come mai non sei venuto a scuola? >>, chiese Brian.
Prima il piccolo Peter socchiuse gli occhi, poi li riaprì, sospirando, e disse con voce rauca: << Sono andato dallo psicologo, poi quando sono tornato mi sono coricato a letto perché avevo malditesta >>.
<< Ah >>, esclamò Rosamund << E che incubi hai fatto ultimamente? >>.
<< Non lo vogliamo sapere >>, disse Horace.
<< No, infatti >>, concordò Brian.
<< Almeno, Peter, facci vedere come dormi >>, chiese ancora una volta Rosamund.
<<  L'abbiamo già visto io e Horace, non c'è bisogno di vederlo di nuovo: è uno spettacolo che ti fa accapponare la pelle >>, disse Brian.
<< io voglio vederlo! >>, disse a gran voce la bambina.
<< Assolutamente no! >>, sbraitò il Collins.
<< FATEMI DORMIRE! >>, urlò Peter.
Allora tutti si stesero zitti, stupiti dal modo in cui aveva risposto Peter. Non aveva mai fatto un urlo del genere: la voce che prima era rauca, come di chi non ha voce, era diventata una voce strana, quasi satanica, e ancora una volta l'atmosfera era diventata cupa, come lo era diventato il giorno prima nel cortile della scuola.
Brian Thompson era l'unico che non era stato pervaso da quella sensazione obrobriosa, e si alzò e decise di andarsene. Prima di alzarsi dal pavimento, si mise a guardare il piccolo Peter, in modo dispreggiativo, quasi schifato.
All'improvviso, però, Peter incominciò a muoversi, ma aveva gli occhi chiusi: stava incominciando la possessione demoniaca dell'incubo.
<< Sta facendo come l'altra volta >>, notò Horace.
Peter aprì allora la bocca, da lì uscì  bava, bava da tutte le parti, ma non era saliva normale poiché era grigia, quasi nera. Poi gli occhi si aprirono, ma non erano come prima, erano bianchi, senza iride né pupilla, ma si intravedevano appena i capillari rossastri del bulbo oculare. Allora il bambino gemette mentre dormiva, poi il gemito si trasformò in urlo, urlo di parole sensa senso. Sembrava posseduto dal demonio.
Intanto i tre bambini stavano piangendo, traumatizzati dalla vista di Peter.
<< Ho paura…>>, disse Rosamund, tra un singhiozzo e l'altro.
Brian, intanto, volle andare verso Peter, volenteroso di strangolarlo e fermarlo. Appena lo toccò, il viso del Peter possedutò si girò e lo prese, poi gli morse il braccio ma Brian non riuscì a mollare la presa. Tutto l'arto diventò nero, la stanza diventò nera, erano spariti i colori e i giochi dei bambini. Quelli in quella stanza non erano più bambini, ma erano giocattoli in mano a un mostro che distrugge tutto quello che c'è di bello nel mondo e costruisce sulle macerie di esso tutto quello che fa paura.
Brian incominciò ad urlare di dolore, piano piano anche i suoi occhi divenivano bianchi e la pelle diventava sembre più grigia.
Rosamund e Horace allora decisero di scappare dall'atmosfera scura e dal demone (che stavano diventando due), ma mentre scappavano incrociarono i genitori di Peter che si stavano dirigendo verso la stanza del figlio per le urla che sentivano provenire da lì.
<< Cosa sta succedendo in camera del piccolo Peter? Come mai state piangendo? >>, chiese il padre.
<< Peter è posseduto e…sta…ammazzando Brian Thompson >>, disse piagnucolando Horace.
Allora i genitori corsero verso la stanza di Peter, e allora videro tutto. Furono avvolti anche loro dal manto nero dell'ambiente terrificante della camera del bambino; Si misero le mani tra i capelli appena videro quello che stavano accadendo.
Nel frattempo Brian sembrava impazzire ed essere uscito anche lui dal mondo reale, ma credo sia meglio guardare più da vicino quello che sta accadendo nell'incubo.
 
"Tutto nero. Peter sta in una casa di legno e sta camminando attraverso un corridoio angusto e stretto. Alla fine del corridoio vede un mostro verde, che lo sta per ammazzare e lo guarda, lo guarda, con un viso felice. Peter cerca di liberarsi ma non ci riesce allora ritenta, pur di smettere di guardare il mostro, che gli fa paura.
Qualcosa distorce l'incubo. Tutto diventa meno scuro e alla fine Peter sente la possibilità di parlare e dice la sua prima frase in un incubo:
<< Io comando questo incubo >>.
Allora il mostro urla e incomincia a bruciare e a delirare come un miserabile. Il sogno incomincia a distruggersi, tutto crolla…fino a quando qualcuno non entra nel sonno e fa riprendere l'incubo.
<< Brian >>, dice Peter, per la seconda volta.
<< Liberami! >>, dice il bambino.
<< Liberami! >>, ripete.
<< Liberami! >>, ripete ancora.
<< Io non ti libererò e ti lascerò nell'ombra >>, dice Peter.
Poi Brian incomincia ad urlare e anche lui brucia e piange, piange mentre Peter ride.
<< No! >>, dice Peter, << Io non sono il diavolo >>.
Allora smette di ridere e piuttosto lo guarda, ma senza ridere, e lo guarda, lo guarda, già, lo guarda con i suoi occhi, senza espressioni: Lo guarda e basta.
Brian allora piange, e piange ininterrottamente. Piange senza sosta.
<< Peter…>>, dice Brian
Peter allora si avvicina a Brian e dice sollennemente:
 << Io comando questo incubo >>.
Alla fine Brian scomapare e l'incubo si dissolve una volta per tutte. Sì si torna alla realtà…Peter tornava alla realtà…Peter tornò alla realtà."
 
La bufera che stava imerversando nella stanza incominciò a placarsi. L'atmosferà stava diventando sempre più chiara. La luce dalle finestre stava incominciando ad entrare. Le urla finirono. Tutto stava finendo, e Brian cadde a terra con un tonfo. Il piccolo Peter si svegliò: il demone se ne era andato. Ci fu una pausa di silenzio, poi la madre Alice corse verso suo fglio, scansando i  bambini che stavano in mezzo, e lo abbracciò
<< Peter, sta calmo, è tutto finito, sta calmo! >>, disse la madre, rassicurando il figlio.
Horace stava guardando il cadavere di Brian, poiché era chiaro ormai, che fosse morto. Rosamund, invece, stava guardando la madre che abbracciava calorosamente il figlio.
<< Mamma…ho ammazzato Brian >>, disse il piccolo Peter.
La madre allora levò lo sguardo verso il bambino morto, che stava ancora con la bocca aperta e gli occhi chiusi e poi si porto una mano alla bocca, come sconcertata.
<< Oh…cosa…cosa è successo? Cosa…cosa abbiamo fatto? >>, mormorò fra sé e sé Alice.
<< Andate via, bambini >>, disse il padre Peter, prendendoli per mano. << E non dite niente a nessuno! Chiaro? Non dovete dire a nessuno quello che avete viso né incolpare il piccolo Peter per il danno fatto! Adesso via >>, e conducendoli verso la porta, li buttò fuori come fossero sacchi dell'immondizia.
Poi il pade torno nella stanza del figlio per osservare il cadavere.
<< Dobbiamo portarlo dai genitori >>, disse lui. << Dobbiamo affrontare i fatti così come sono, Alice, non c'è niente da fare >>.
<< Tu mi avevi promesso che sarebbe finito tutto bene, tu mi avevi promesso che saremmo ritornati una famiglia normale, che saremmo ritornati la famiglia Powell di sempre, ma qualche ora dopo la promessa, ci imbattiamo in un cadavere ucciso da nostro filgio che ha sei anni! >>, disse Alice.
<< Ho promesso che sarebbe finito tutto bene, non che non ci sarebbero stati morti! >>, rispose Peter (il grande)
<< Perdonatemi! Io…>>, disse Peter junior, << Io…non volevo ucciderlo…lo ha ucciso il mio me,nell'incubo. Ero talmente felice di controllare l'incubo che…che è finito male. Perdonatemi >>.
I genitori allora lo guardarono, con visi tristi e poi ritornarono a guardare il bambino morto.
<< Lui veniva dal West Viriginia >>, disse il piccolo Peter.
<< Poi si è trasferito in Inghilterra con i suoi genitori e viveva come noi… >>, continuò.
<< Viveva…>>, sibilò tra sé e sé.
I due genitori stesero zitti, poi insieme decisero di andare a casa dei Thompson.
Il piccolo Peter disse loro che viveva in una grande casa vicino il centro di Birmingham, disse la via precisa, perché una volta si frequentavano i due bambini, prima che Peter cambiasse. Andarono solo Alice e Peter, per evitare vendette o cose simili da parte del parentado americano di Brian Thompson verso il piccolo Peter, questi rimase a casa, sempre sul letto della sua camera, curioso di sperimentare un'altra volta un incubo controllato da lui stesso. Infatti, non sapeva che tale esperienza, era detta Onironautica, cioè quell'esperienza in cui sei cosciente di sognare, e magari puoi anche controllare il sogno. Perciò chiudette lentamente gli occhi, e sognò.
 
"Il cielo è rosso. La terra è nera. Due colori che avvertono un brutto presagio. Sta arrivando un mostro, un mostro nero e pauroso.
<< Ciao >>, dice il piccolo Peter.
<< So che sei un incubo >>, dice Peter.
Il mostro, però, non gli fa caso e va per la sua strada, verso il bambino.
<< Non mi fai paura >>, dice Peter << anzi, adesso vengo verso di te e ti uccido, così torno alla realtà >>.
Peter quindi corre verso il mostro ed è deciso di ammazzarlo. Il mostro si trasforma in Brian. Brian lo guarda e piange, piange e Peter non può fare niente, perché il danno è stato fatto, non si può saldare.
<< Io comando questo incubo >>, dice Peter, << e io decido che tu sia un…coniglio >>.
Appena dice "coniglio", Brian diventa un coniglio.
<< E se io volessi il pavimento giallo >>, dice Peter, << il pavimento diverrà giallo >>.
Appena Peter dice "giallo", il pavimento diventa giallo.
<< E se infine io volessi il cielo azzurro >>, dice Peter, << il cielo diverrà azzurro >>.
Appena Peter dice "azzurro", il cielo diventa azzurro.
Quando tutto sembra felie e contento, il cogniglio ritorna il mostro, il pavimento giallo ritorna nero, e il cielo azzurro ritorna rosso
<< Non comandi tu gli incubi >>, dice una  voce esterna.
<< Io comando gli incubi >>, dice Nightmare, spuntando dall'ombra.
<< Tu non li comandi >>, ribatte Peter.
<< Io sono l'Incubo Assoluto>>, dice Nightmare.
<< Io sono il seme, che adesso è pianta, e che fra un po' di giorni diverrà albero, e quando sarò albero, succederanno cose strane >>, conclude Nightmare".
 
Il piccolo Peter allora  si sveglia, con la mamma Alice che gli stava toccando la spalla.
<< Che hai sognato? >>,chiese lei.
<< Niente, ho tentato di controllare il mio sogno, poi è spuntato Nightmare >>, rispose il piccolo Peter.
<< In ogni caso, sono stata a casa dei Thompson >>, disse Alice.
<< Sono arrabbiatissimi con noi, ci hanno maledetto, non potrai uscire da questa stanza, Peter. Sei in un gravissimo pericolo, perciò da ora in poi resterai in questa stanza e non potrai uscire. Tutto questo è per il tuo bene >>.
<< Mamma >>, disse Peter, << cosa vuol dire "maledetti"? >>.
<< Non posso dirtelo, sei troppo piccolo per imparare questi termini. Già hai visto e fatto cose che sono orribili per un bambino della tua età, non voglio rovinare ancora di più il mio unico figlio>>.
In seguito a questa frase la madre scappò via dalla stanza e chiuse a chiave il figlio, che ritornò a riflessioni personali sull'incubo che aveva appena sognato.
<< "Io sono il seme, che adesso è pianta, e che fra un po' di giorni diverrà albero, e quando sarò albero, succederanno cose strane"  >>, mormorò Peter.
<< Cosa vorrà mai dire?…mah, preferisco leggere un po' di Oliver Twist >>.
Quindi prese il libro e accese il lume della lampada a petrolio, giacché si accorse che era già sera.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Glaudrung