Chiusi gli occhi.
O meglio.
Le mie palpebre calarono lentamente, come cortine di teatro, il sipario della mia vita che si chiudeva lentamente.
Se la mia vita fosse stata un’opera di teatro, sarebbe stata una di quelle opere che ti lascia senza commenti alla fine.
Una di quelle opere che, quando finiscono, non sai davvero cosa provare.
Non so nemmeno se definirla una tragedia.
E io sto pensando troppo, in questo punto critico. Dopotutto, non ci sono nemmeno mai stato, a teatro.
Mi sento vecchio, di colpo. Magari è sempre così, quando un Marchiato muore? Si sente invecchiare di colpo? Arriva subito quella vecchiaia che giunge dieci volte più tardi dei normali esseri umani?
Non lo so. Non lo so davvero. Mi fa freddo.
Mi fa male la testa. La mia coscienza si sta annebbiando.

Non sento più niente. Ike sarà ancora accanto a me?
Non sento più nemmeno freddo.
Allora sto davvero morendo? O sono già morto?
Ah, no… non adesso…
Pensavo di non avere rimorsi, eppure, di colpo, sento un gran peso sul petto.
Magari la mia anima è così pesante, a causa dei suoi peccati, che non riesce ad alzarsi verso il cielo.
Cosa avrei dovuto fare?
Perché mi è stata donata una vita così lunga? Che ne avrei dovuto fare, allora?
Ne sono sicuro, adesso. Sono morto.
Spero che il figlio di Gawain abbia preso Alondite.
Lei vivrà molto più di me. Non voglio che finisca abbandonata come sono finito io.
Abbandonato… già, credo di aver capito cosa mi facesse stare tanto male.
Sono di nuovo solo.
E l’unica persona che mi ha teso una mano, finora… lui ha ancora molto da vivere.
Pensavo di avere una vita più lunga degli altri, e improvvisamente, pare che ce l’abbiano tutti tranne me.
Mi rimbombano delle voci indistinte in testa.
Ah, ma certo. Dev’essere l’inferno. Questa sensazione di sprofondare…
No, forse sto delirando. Si, di sicuro sto delirando.
Più penso e più mi fa male la testa.
Immagini e voci si mischiano tra di loro, per poi dissolversi pian piano nel nulla.
A una velocità pazzesca, ogni singolo tratto della mia vita, ogni singolo giorno…
mi passano davanti ad una velocità inimmaginabile.



Apro gli occhi, di scatto.
Non ci sono più voci, né immagini, e non posso che esserne sollevato. Credo che la testa mi sarebbe scoppiata.
Ora però, è tutto bianco. Non c’è più niente.
Sono steso nel niente, in una sostanza liquida bianca ma leggera come acqua che a sua volta dev’essere…niente.
Niente.
Ed anch’io, ora, non sono che il nulla.
Ed una volta ancora, sono solo.
Per la prima volta nella mia vita, lacrime calde sgorgano dai miei occhi.
Che paradosso. Qualcosa che faccio “per la prima volta nella mia vita” avviene quando sono morto.
Non avevo alcuna intenzione di piangere, né ne sentivo il bisogno.
Le lacrime erano venute fuori così.
Forse le avevo tenute dentro solo per troppo tempo. Avrò mai pianto, dopo essere venuto alla luce?
Va bene così, Va bene così, ora.
Provo ad abbozzare un sorriso sulle mie labbra.


Si. Io non sono solo. So che verrai. So che mi tenderai di nuovo la mano.
E le parole, allora, mi uscirono fuori da sole mentre affondavo in quel fluido bianco.
 

“Ti aspetterò, Sephiran. Nel frattempo, lascia che riposi.

Ehy, Sephiran. Cantami una delle tue canzoni, anche se dici che la tua voce non è più quella di un tempo…”

-----------------------------At the end of the night mare------------------------------------
YEAH, SONO ANCORA VIVA!
Scusate la lunghiiiiiissima assenza, ma davvero, tra la scuola e tutto il resto non ho avto proprio tempo!
Questa shot doveva essere una flash della serie “morte rapida e indolore per il lettore”(?), e invece…
Non è manco venuta fuori come avrei voluto, ma vabbè.
All’inizio avevo anche pensato di inserirla nella raccolta sui Marchiati, ma alla fine mi sono detta che per la raccolta avrei pubblicato un capitolo in cui mi sarei concentrata più sul loro passato, come ho fatto per Micaiah e Soren.
Beh, spero vi sia piaciuta comunque!
Alla prossima, e se vi va, lasciatemi una recensione!
-Saw