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Autore: TheDarkLightInsideMe    22/01/2015    0 recensioni
Una semplice ragazza che si ritrova inviaschiata, come altri, in qualcosa di troppo grande per lei, nulla di più, nulla di meno.
Fra nemici dagli oscuri poteri e "amici" che quasi la perseguitano nei sogni, e poteri legati agli occhi, e un destino comune, Hikari si ritrova a dover fronteggiare il passato da cui, per così tanto tempo, era fuggita.
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mekaku City Heroes.

 
 
Sto tranquillamente passeggiando per le strade della città in cui mi sono trasferita ieri, Mekaku City. È una città molto grande e mi piace molto. Le persone sono molto socievoli e mi hanno aiutata a trovare la mia scuola (ehm… sì, stamattina ho avuto…difficoltà a trovarla…)
Ora sto tornando a casa dalle lezioni, ma la strada è lunga e non mi so orientare ancora bene, quindi all’improvviso m ritrovo in un quartiere strano in cui prevalgono il dorato e il nero.
Mentre mi sto osservando intorno, vado a sbattere contro una ragazza, facendole cadere la spesa dalle mani.
<< S-scusami, non ti avevo vista, mi dispiace molto! >> balbetto, cercando di rimediare al pasticcio: le uova sono da buttare quasi tutte, il riso è per un quarto versato sull’asfalto e l’acqua (miracolosamente) integra.
<< N-non importa. >>
Alzo gli occhi. Indossa una felpa viola con un colletto rosso che le copre la bocca. I suoi capelli sono verdi e i suoi occhi di un rosso fuoco. È impossibile per me non riconoscerla.
<< Tzubomi Kido? >>
Lei sgrana gli occhi. << C-come…?! >>
<< Aspetta, io… io posso vederti! Posso vederti nonostante i tuoi Occhi Occultanti! >>
Kido chiude gli occhi; quando li riapre sono tornati normali. << Come lo sai? >> chiede, recuperando il suo solito tono schivo.
<< Io… io faccio dei sogni >> inizio << sogni in cui il Mekakushi Dan è costantemente presente. >>
<< Potrebbe essere un altro dei poteri degli Occhi. >>
<< Non…non lo so. Io… sono diversi anni che vi sogno… te, Kano, Seto, a volte Mary…e Ayano… >>
Le sue spalle hanno un tremito non appena pronuncio quell’ultimo nome. << Andiamo alla Base. >> dice infine. << Lì vedremo di capire un po’ la situazione. >>
 
<< Cioè, puoi tipo sognare quello che facciamo? >> la voce di Seto mi arriva all’improvviso e mi risveglia dai miei ricordi.
<< Sì, esatto. È strano, pensavo di essere semplicemente impazzita, per questo mi sono trasferita. E invece vengo qui e ci trovo voi. >>
<< La cosa più strana è che sia riuscita a vederti, Kido. >> fa Mary, ma l’altra ragazza scuote la testa.
<< No, in realtà avevo il sospetto che una volta che mi scontro con qualcuno, il mio potere non funzioni più. Questo ne è la conferma. >>
Guardo di sottecchi Kano, mi aspetto che faccia una battuta come al suo solito, ma lui ha gli occhi persi nel vuoto. O almeno, così vuole far credere.
Sento che sta pensando, e di certo non ad una cretinata da dire per tirare su il morale della banda.
<< Chi altro sogni? >> mi chiede all’improvviso.
La stupidità della sua domanda mi colpisce. << Ve l’ho detto voi quattro e Ayano. >>
<< Non ne sono sicuro. >>
Avrei capito un’affermazione del genere da Seto, che può leggere nella mente, ma da Kano è leggermente offensiva.
<< Che vuoi dire? >> anche Kido è infastidita dalla sua affermazione.
<< Che semplicemente non credo tu sia chi dici di essere. >> gli occhi da gatto di Kano diventano improvvisamente rossi ed io cado a terra, gli occhi sgranati.
Mi porto le mani al volto, coprendomi gli occhi. Davanti a me si formano due figure che man mano prendono consistenza. Un uomo e una donna.
Li riconosco, ovviamente. Sono loro.
Abbasso la testa, non voglio guardarli, non voglio.
<< Ci hai abbandonati, Hikari. >>
<< Come hai potuto abbandonarci, Hikari… >>
<< Noi ci fidavamo di te, invece tu te ne sei andata con quell’uomo e ci hai abbandonato! >>
A quelle due figure se ne aggiunge un’altra, una ragazza di un anno più piccola di me.
<< No… >> la voce mi esce a fatica dalle labbra. << Non anche tu… non dirmelo, ti prego… >>
<< Hikari… >> è triste, guarda insistentemente nei miei occhi. << Perché ci hai abbandonati, Hikari? Non sei stata una brava sorella maggiore… >>
<< A-Ayano… >> mormoro, ma già la vedo sparire davanti a me.
I coniugi Kenjiro –i miei genitori! –mi guardano con severità e si stringono l’un l’altro, come se avessero paura di me. Poi le tre voci si sovrappongono:
<< Ci hai traditi, Hikari… >>
Non riesco più a trattenermi, non riesco più a trattenere le lacrime. E fa le lacrime urlo, grido, mi porto le mani alle orecchie mentre quell’ultima frase si ripete in eterno nella mia mente. Mi sembra che sia passata un’eternità quando due mani mi prendono i polsi.
Neanche il tempo di ragionare, che già so che cosa è successo.
<< Come facevi a saperlo, Shuuya Kano? >> sussurro, ripensando all’illusione che ha creato.
<< Mamma e papà avevano delle tue foto. Non è stato difficile collegare passato e presente. >> risponde prontamente Seto.
<< Perché non ci hai detto subito chi sei? >> chiede Kido. Io non riesco a staccare gli occhi dal pavimento e ad alzarmi in piedi.
<< Non volevo… non volevo coinvolgervi nella mia storia… e non volevo riesumare brutti ricordi… >>
<< Non credi che sarebbe il momento di dirci come sono andate le cose, Hikari? >> fa Kano. E ha ragione.
Inizio a parlare. Dico loro di quando abbandonai la mia famiglia per seguire uno zio che lavorava in una cittadina sperduta, di quando decisi di frequentare un istituto privato e di fare dello studio la mia vita, di quando seppi dell’incidente di mia madre.
<< Lo sono venuta a sapere una settimana dopo l’accaduto. Quel giorno, corsi nella foresta in preda alla rabbia e mi ritrovai nella tana di alcuni lupi. È stato quello il giorno in cui ho rischiato di morire. Ma non sono morta io, è morto mio zio, tentando di proteggermi. Avevo…quanto? Dieci anni? Desiderai di poterlo seguire, ma ero troppo spaventata e corsi a casa. Continuai a comportarmi come se niente fosse, ma a scuola hanno iniziato a sospettare qualcosa. Solo che… solo che io non volevo ritornare qui, non volevo vedervi, non volevo vedere Ayano, non volevo vedere mio padre. Non volevo tornare da lui.
<< Poi, un giorno venni a sapere di Ayano. Non mi veniva in mente nessun motivo perché una ragazza come lei potesse togliersi la vita, ma poi ho riunito i pezzi del puzzle: gli occhi, i poteri, voi tre, tutto quanto. E ho capito. Il tempo di escogitare un piano per venire qui e sono venuta. Certo, non mi aspettavo di trovarvi così facilmente… >>
Kido mi ferma con un cenno della mano, mentre Kano e Seto si scambiano occhiate che a me non dicono un bel niente.
<< Dunque, il tuo potere è quello di vedere quello che accade agli altri? >>
<< Gli Occhi Scrutanti, già. Ma non è solo per conoscervi che sono qui, Kano. >> gli occhi di tutti, Mary compresa, si posano su di me. << Io…voglio imparare a controllare questo potere. Così potrò badare a voi della Banda anche a distanza. >>
<< Distanza?! Hai intenzione di andartene?! >>
Il tono duro di Kano mi fa sussultare. << So che non potrò mai sostituire Ayano, non ci voglio neanche provare. Sarebbe inutile rimanere qui, con il senso di colpa dietro l’angolo ogni volta che vi vedo… >>
<< Questo non è un gioco! Anche se tu riuscissi a controllare i tuoi poteri, come farai a tornare, nel caso le cose si mettano male, eh? E se quando tornassi fosse già troppo tardi? >>
<< Kano, io… >>
<< No, non trovare scuse, per una volta! Se i sensi di colpa sono troppo forti, allora vattene e non tornare mai più! Ma in tal caso non dovrai neppure più controllarci, chiaro? Se quello di oggi sarà un addio, lo sarà per sempre! >>
Mi alzo in piedi, noto che Mary ha gli occhi lucidi e abbasso nuovamente lo sguardo. Mi dico che sono un’adulta, ormai, che anche loro lo sono. Possono cavarsela da soli.
<< Allora questo è un addio. Scusate se vi ho disturbato, non era mia intenzione. Resterò qui per un po’ ma dopo me ne andrò. Per sempre. Addio. >>
Imbocco la porta ed esco dalla Base del Mekakushi Dan. Per sempre, come ho promesso.
 
*****
 
Nonostante tutto, i sogni hanno continuato a perseguitarmi. Tramite essi ho conosciuto Momo, Ene, Shintaro, Konoha e Hibiya. E, mi costa dirlo, ma mi sono affezionata a tutti loro.
E quella che cantava nella mia testa era Momo!
Nonostante possa farne a meno (sì, i miei Occhi mi permettono anche questo) corro verso il luogo in cui si trovano tutti. Ma non voglio farmi vedere da Kano, Kido e Seto, quindi resto nell’ombra.
Riesco non so neanche come ad entrare nell’edificio, anche se non so davvero che razza di posto sia.
Corro, salgo le scale, decine di rampe che ho anche perso il conto, finché non mi ritrovo davanti ad una porta blindata. Sento un gran frastuono provenire da quella stanza, con gli Occhi Scrutanti deduco che hanno abbattuto il soffitto e sono entrati da lì.
Salgo altre due rampe di scale che sembrano non voler finire più e guardo il pavimento. Sì, devono essere entrati da lì.
Ci sono tutti, manca solo Shintaro.
<< Sapevo che sareste arrivati. >>
Basta quella frase per farmi perdere il controllo del mio corpo. Non ascolto più il mondo esterno, mi rinchiudo nella mia mente. Quella voce, anche se è diventata un filo più rauca, anche se ha qualcosa di inquietante al suo interno, è comunque quella del maestro Kenjiro. Di mio padre.
Mi riprendo dallo shock solo quando lo vedo caricare una pistola e puntarla contro il gruppo. I suoi occhi non sono più color nocciola come li ricordavo, ma di un rosso che non è il color del fuoco, ma quello del sangue. Sangue come quello che esce dal fianco di Konoha una volta che si frappone tra mio padre e Takane.
Quando poi il serpente abbandona il corpo di Kenjiro per unirsi a Konoha, non riesco a non urlare.
Scendo di sotto, mi rompo una caviglia a causa dell’atterraggio, ma non m’importa. Mi trascino vicino al corpo di mio padre e vedo che non respira. E allora davvero non m’importa più di nulla.
Appoggiandomi ad una dei contenitori di vetro che si trovano nella stanza, riesco per miracolo ad alzarmi. Davanti a me non c’è più Konoha, né un serpente aggrovigliato su se stesso.
<< Bene, bene, è arrivato anche l’ultimo serpente. >>
<< Ridammi mio padre! >> grido, gli occhi infiammati. Non mi interessa quello che dice, che sia vero o no.
<< Lui voleva essere con sua moglie, no? Ora lo è. >>
Il pugno destro parte da solo a causa dell’ira, ma viene fermato dalla mano del nemico a un soffio dalla sua faccia.
I poteri di Konoha! Me n’ero dimenticata, dannazione!
Non ho neppure il tempo di rendermi conto di cosa sta succedendo, che sento un dolore lancinante alla mano. O, almeno, a ciò che era la mia mano prima che le ossa venissero spezzate dalla presa di ciò che resta di Konoha.
Cado in ginocchio, senza più neanche la forza di gridare dal dolore. Poi lui mi stringe una mano alla gola e mi alza da terra, come fossi fatta di aria.
<< Non meriti neanche di essere un contenitore per uno dei Serpenti, sei così debole! >> mi schernisce, ma io ormai riesco a stento a sentirlo. Un attimo prima di farmi morire in quella stretta, mi lascia andare, gettandomi contro il muro.
Kido crede di poterlo prendere di sorpresa grazie al suo potere, ma lui elude il suo colpo e la colpisce a sua volta, mandandola a sbattere contro uno dei contenitori vicini a me. Poi è il turno di Kano, e ancora dopo Seto prova ad attaccarlo, ma viene preso per il collo e poi gettato lontano.
Mary è sconvolta, sta urlando, sta dicendo che vuole solo rimanere coi suoi amici per sempre; gli altri sono uno più spaesato di un altro. Vorrei salvarli, dannazione, ma non posso. Lui è troppo potente, e noi siamo solo dei ragazzini. E fa male vedere Mary adempire al suo destino, fa male vedere Kido, Kano e Seto in fin di vita, ma che tentano di convincere Mary che non c’è bisogno del potere dei Serpenti e tutto il resto.
Scusami, Ayano. Pensavo di poterli aiutare. Ero la maggiore, dovevo salvarli. Era il mio compito. Mi dispiace, Ayano…
Come in un’illusione di Kano, Ayano, Shintaro e Haruka compaiono nel bel mezzo della stanza, ma non posso vedere né sentire ciò che accade dopo.
Dopo aver visto Ayano sorridermi per un’ultima volta, chiudo definitivamente gli occhi e mi abbandono alle correnti dell’Oblio.






Angolino autrice.

È la prima storia in questo fandom, quindi siate clementi, vi prego T.T
Ebbene sì, sono anche qui. Non vi libererete mai di me!
Tornando alla storia (che è meglio) non so esattamente come mi sia venuta in mente. Forse avevo voglia di descrivere la situazione di Mekaku City Actors (ebbene sì, ho potuto vedere solo l'anime e sentire le tracce vocaloid, quindi sono abituata a chiamarlo così...) da un osservatore più o meno esterno. Poi boh.
Il commento finale sta a voi. Grazie per aver letto e grazie anche se avete intensione di recensire. Davvero, le recensioni sono davvero motivanti, e vorrei scrivere altro su questi argomenti e con questi personaggi, prima o poi :D
Ancora grazie e alla prossima,

DarkLight
   
 
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