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Autore: Ely 91    22/01/2015    3 recensioni
[Newt/Thomas; Newtmas]
I. The Fight
II. The Snow
III. The Drunk
IV. The Hand
V. The Trip
“Come mi hai chiamato? Isaac?” domandò, come se non fosse stato certo di aver sentito bene.
“Isaac. Come Isaac Newton, no?” chiarì Thomas e a quel punto Newt arrossì vagamente, sorprendendo l’altro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Minho, Newt, Thomas
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ABOUT US

 

V. THE TRIP

 

 “Mi ricordi perché lo stiamo facendo?”
La voce di Thomas risuonò dal fondo della cabina armadio, dove si era letteralmente infilato per decidere cosa portare per quel viaggio inaspettato.
Newt rise e scosse la testa, gettando il suo borsone già chiuso sul letto.
“Lo facciamo per Minho. Ha detto di voler un weekend tra ragazzi per non pensare a Teresa” asserì, sorridendogli, nonostante Thomas non potesse vederlo.
Ormai sorridere a Thomas era una sorta di riflesso incondizionato. E lo adorava.
“Posso mettere qualcosa nel tuo borsone? Voglio portarmi dietro il pc, dei giochi e…”
“Stai già prendendo tutti i miei spazi?” lo prese in giro Newt.
“Ovvio! Non siamo in comunione dei beni?” rincarò la dose Thomas, divertito.
“Quindi siamo già a questo punto” appurò Newt, una punta di ironia nella voce, avvicinandosi alle sue spalle e sfiorandogli con le labbra l’incavo del collo, facendolo rabbrividire piacevolmente.
Ogni giorno per Thomas e Newt era sempre una scoperta: imparavano a conoscersi sempre più a fondo non solo caratterialmente, cosa amavano o cosa odiavano – Newt amava mischiare il dolce con il salato mentre Thomas aveva una passione segreta per il Jersey Shore -  ma anche fisicamente, esplorando centimetro dopo centimetro il corpo dell’altro, scoprendo quali tocchi fossero capaci di farli rabbrividire, quasi fosse tutto nuovo, quasi fossero rinati. Ed in fondo era un po’ così, stavano scoprendo una nuova parte di loro, stavano cambiando tutto nella loro vita, stavano affrontando l’ignoto.
“Attento, potrei perdere il controllo” asserì Thomas, increspando leggermente le labbra.
“Oh, ma è quello che voglio, Tommy.
Voglio farti perdere il controllo, voglio farti uscire di senno.
Voglio”un bacio sulla spalla “che tu sia” un secondo più su, di nuovo sul collo arrossato dai tocchi continui delle sue labbra “totalmente” lo sfiorò per la terza volta, questa volta sul mento “pazzo” l’angolo delle labbra “di me”.
A quel punto Thomas si perse fra le sue braccia, lo baciò, lo baciò con la stessa passione di quella prima volta fra i corridoi della scuola, dimenticò ogni distanza, anche la più mera, lasciando che tutto di lui diventasse Newt, incastrandosi a lui come la perfetta combinazione di due pezzi di un puzzle.
Indietreggiarono leggermente, cadendo sul letto e ridendone, tornando a baciarsi, ancora un poco goffi, ma sempre più rapiti l’uno dall’altro.
In quell’esatto momento Newt comprese che voleva Tommy, voleva il suo cuore, voleva il suo corpo e avrebbe voluto fare l’amore con lui per la prima volta, nonostante sapesse che non fosse quello il momento adatto e avrebbe dovuto attendere ancora. Voleva tutto di Tommy, perché Tommy stesso rappresentava il suo tutto.

 

Minho passò a prenderli con la sua Jeep, dicendo loro che dovevano muoversi e che erano in ritardo.
Quando Thomas gli chiese per cosa fossero in ritardo, il moro parve innervosirsi e si rifiutò di rispondere, mentre Newt si limitò ad indossare i suoi Ray-Ban a specchio, a prendere posto davanti, accanto a Minho, e a cercare una stazione radio che fosse di suo gradimento.
Si fermò quando udì le note di Smells like Teen Spirit dei Nirvana e poggiò il capo sul poggi testa, quasi avesse tutta l’intenzione di rilassarsi fino ad addormentarsi.
“Non capisco perché finisco sempre con lo stare seduto dietro” protestò a quel punto Thomas, spuntando con la testa tra i due sedili e Newt, senza voltarsi, allungò una mano e gli arruffò i capelli, facendolo arrossire leggermente.
“Perché sei il più piccolo, Tommy”
“E tu sei il più stronzo, che caspio di risposta è?” appurò Minho, precedendo Thomas, che si ritrovò a ridere quando Newt alzò appena gli occhiali da sole dal viso e lo fulminò con lo sguardo.
“Stai zitto e guida” lo rimbeccò l’altro a quel punto.
Il viaggio procedette tranquillo fin quando giunsero alla deviazione autostradale che chiamava Country Lake, la piccola località balneare a confine con il Sud Carolina, che Minho ignorò, prendendo un’altra diramazione che procedeva verso Nord.
“Che cacchio stai facendo? Hai sbagliato strada!” esclamò Newt, svegliando Thomas che si era appisolato.
“Non ho sbagliato strada” ribadì Minho, con totale sicurezza, sorpassando un furgoncino Volkswagen.
“Scusa?”
“Noi stiamo andando in Virginia”
Thomas e Newt si guardarono un istante, attoniti, prima di voltarsi di nuovo verso l’altro.
“Che caspio andiamo a fare in Virginia??” esclamò il biondo, gesticolando spazientito.
Minho a volte si comportava da incosciente e per un attimo temette che li stesse trascinando in uno dei suoi guai.
Tuttavia, la motivazione dell’amico si rivelò ben più innocua di quanto potesse sperare.
“Teresa e Aris sono partiti insieme. Voglio capire perché”
“E non potevi dirci la verità?”
“No. A volte ti comporti come una donna mestruata”
Newt boccheggiò incredulo e Thomas si sporse nuovamente in avanti. “E io?” domandò.
“E tu cerchi di tenere buono Newt mestruato. Quindi lo appoggi”
“Che cazzata” fu il commento del biondo, che tornò a guardare fuori, sospirando.
Non poteva immaginare che le cose avrebbero preso una piega decisamente pessima.

Minho parcheggiò di fronte il distributore e tirò il freno a mano.
“Io vado in bagno e mi fermo al mini market a comprare qualche snack” asserì.
“Vengo con te” disse Thomas “Non riesco più a tenermela”
“Ci mancava solo l’incontinente” lo schernì Minho, ottenendo come risposta un dito medio alzato dall’altro.
“D’accordo, alla benzina ci penso io, ho capito” sbottò Newt, afferrando un paio di banconote dal portafoglio e scendendo a sua volta.
Si stiracchiò per bene, mentre i due compagni di viaggio si allontanarono nella direzione opposta, e sbadigliando selezionò l’importo e il tipo di benzina.
Lasciò la pompa nella bocchetta del carburante e si appoggiò con la schiena contro l’auto, incrociando le braccia.
Il cielo era sereno e l’aria piacevolmente mite e per la prima volta si sentì leggero e sereno come non mai. Sembrava che ogni cosa nell’Universo avesse preso il suo posto: aveva l’amore, aveva l’amicizia di Minho, aveva una splendida famiglia, andava bene a scuola e quel fine settimana si sarebbe rivelato magari uno dei più belli della sua vita e…
Le sue pacate e serene riflessioni furono interrotte da delle grida. Impiegò una frazione di secondo ad accorgersi che si trattava di Minho e Thomas e che stavano correndo verso di lui urlando qualcosa che non riuscì a captare in un primo istante.
“…to!”
“Che caspio…” provò a dire, ma la voce dei suoi amici tornò a sovrastare la sua.
“Metti in moto!!!”
Celermente sganciò la pompa di benzina e corse dal lato del guidatore, prendendo posto e avviando il motore; appena un istante dopo, Minho e Thomas presero posto nella vettura, quest’ultimo di nuovo sui sedili posteriori, agitato quanto l’altro.
Newt partì sgommando e solo in quel momento realizzò che una macchina era partita subito dopo la loro e si era immessa sulla stradale alla loro stessa velocità, quasi non volesse perderli di vista.
Guardò nervosamente nello specchietto retrovisore e gli parve di scorgere la sagoma di due energumeni, cosa che non lo tranquillizzò affatto.
“Volete dirmi che caspio avete combinato?” domandò nervosamente.
Minho e Thomas si lanciarono un’occhiata prima di decidersi a parlare.
“Uno di quei due tipi era in bagno con noi” iniziò “e mi ha detto di scansarmi, dandomi una spinta con la spalla”
“E tu l’hai provocato scommetto” affermò il biondo.
“Diciamo di si” intervenne Thomas “gli ha fatto un po’ di pipì sulla scarpa”
“Dio mio…” fece per dire Newt, ma il moro lo interruppe.
“Lo so, lo so, sono un irresponsabile. Lui e il suo compare sono il quadruplo rispetto a noi”
“No, stavo per dire che fai schifo” lo corresse Newt, premendo a tavoletta sull’acceleratore.
“Cosa facciamo?” domandò a quel punto Thomas, guardando gli inseguitori alle loro spalle, tutt’altro pronti a demordere.
“Continuiamo a correre” affermò Minho.
Great, we’re all bloody inspired” asserì Newt, piegando le labbra in un debole sorrisino sarcastico.

“Sembri una cacchio di star. Togliti quel sorriso dalla faccia” protestò Minho, osservando Newt guidare a tutta velocità, con gli occhiali da sole sul viso, il finestrino abbassato e il gomito poggiato su di esso.
“Sei solo invidioso del mio charme. E poi tranquilli, ho un piano”
“Ovvero?” domandò Thomas, osservando Newt portarsi il proprio cellulare all’orecchio.
“Questo. Ascoltate” attese qualche secondo, poi entrambi udirono la voce di una donna e Newt tornò a parlare “si, vorrei denunciare un veicolo che sta correndo a tutta velocità sulla statale che collega il North-Carolina con la Virginia, all’altezza di Red Country. Non so dirle la targa, ma è una vecchia Ford. Va bene, grazie”
Riagganciò e si girò vittorioso verso gli altri due. “Ora li sistemeranno per le feste”

 

“Ora li sistemeranno per le feste, eh?
Grazie tante, Newton”
Minho incrociò le braccia e andò a sedersi sulla panca della parete opposta a quella dove si trovavano Newt, Thomas, un uomo vestito da donna parecchio innervosito e un tipo dalla corporatura massiccia e l’aria furibonda.
“Credevo fermassero loro, non noi!” si difese il biondo.
“ E poi se magari non avessi risposto a quella maniera, ora non saremmo qui” lo rimbeccò Thomas.
“Cosa? Ora sarebbe colpa mia solo perché gli ho detto di fare il loro lavoro?!?”
“Hai fatto bene, ragazzo” gli fece eco un tipo tatuato con una bandana sulla testa, battendo il pugno contro quello di Minho.
“Perfetto, si è fatto già dei nuovi amici” ironizzò Thomas, facendo ridacchiare Newt.
La prigione del carcere di Red Country era inospitale quanto lo sarebbe stata qualsiasi prigione, umida e fin troppo stretta, ma Thomas si ritrovò a pensare che quell’avventura da pazzi fosse stranamente eccitante. Almeno fin quando non lo avessero scoperto i suoi. A quel punto lo avrebbero rinchiuso a vita, ma nella sua camera.
“Allora, Isaac, prima volta in gattabuia?” domandò, con una punta di ironia nella voce, rivolgendosi al biondo seduto accanto a lui.
Newt si voltò sorpreso, guardandolo confuso.
“Come mi hai chiamato? Isaac?” domandò, come se non fosse stato certo di aver sentito bene.
“Isaac. Come Isaac Newton, no?” chiarì Thomas e a quel punto Newt arrossì vagamente, sorprendendo l’altro.
Era la prima volta che Newt arrossiva a causa sua.
“Carino.
Grazie, Tommy”
Thomas lo osservò sorpreso. “Grazie per cosa?”
“Mi fai sempre sentire… unico”
Il loro discorso fu interrotto da una delle guardie. L’uomo vestito da donna lanciò contro le sbarre una scarpa col tacco, imprecando. Tuttavia la guardia lo ignorò e si rivolse direttamente a Minho.
“Avete diritto ad una sola chiamata, tu e gli altri due teppistelli”
Minho si alzò in piedi, poi si rivolse agli altri due.
“Stavolta fate fare a me. So chi chiamare”

“Siete degli idioti!”
Fuori la prigione di Red Country, Teresa urlò tutta la sua frustrazione. Minho, Thomas e Newt erano di fronte a lei, Aris, Jorge e Brenda, come degli scolaretti in punizione.
Jorge, essendo maggiorenne, era riuscito a tirarli fuori spacciandosi per il cugino di Thomas ed impendendo in tal modo che i loro genitori venissero contattati, finendo tutti nei guai.
“Cosa avevate in testa, eh? E poi vergognatevi, mettere Tom così nei guai! Lui è nuovo di qui, scommetto che siete stati voi due, soprattutto tu, Minho, a cacciarlo in questa situazione”
Tom la guardò stupito, ma non osò contraddirla. Teresa sapeva essere davvero pericolosa alle volte.
Tuttavia  Newt gli sfiorò la mano e gli fece cenno di allontanarsi di qualche metro; Jeorge, Aris e Brenda li imitarono e Thomas, a quel punto, comprese perché.
Osservò Teresa battere l’indice contro il petto di Minho, furiosa; il ragazzo guardarla fisso, senza fare un passo e poi infine lo vide afferrarla per il polso, attirarla a sé e baciarla, annientando ogni resistenza dettata dall’orgoglio della ragazza dagli occhi di ghiaccio.
D’istinto Thomas si voltò vero Newt, che sorrideva soddisfatto.
“Ce l’hanno fatta quei due” gli disse il biondo.
“Già” rispose a quel punto Thomas “tutti ce l’abbiamo fatta”

 

NEXT: THE MORNING


Non mi piace, non ho il tempo di rileggerla – colpa dello studio - ma lascerò giudicare voi xD
Spero comunque che mi facciate sapere cosa ne pensate, anche una recensione piccina piccina non può che farmi piacere <3
Ne approfitto per ringraziare Hazel_ Mellark per la recensione *___* e tutte le persone che hanno aggiunto la storia alle varie liste <3
Spero davvero di poter conoscere il vostro parere… Al prossimo capitolo, che arriverà sicuramente dopo gli esami!

Un bacio,
Ely 91

 






   
 
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