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Autore: CassandraBlackZone    23/01/2015    7 recensioni
AGGIORNAMENTO: 13° capitolo
[Jeff the Killer]
È impossibile. È una sua complice. L’ha tenuta in vita per uccidere più persone: è un’esca umana. Ci farà ammazzare tutti.
No, è inutile. Ogni giorno cerco di farmi coraggio e provare a raccontare la mia versione, così da smentire ogni sorta di voce, ma non ci riesco. Io vorrei davvero… raccontare cosa successe realmente quella notte di un anno fa. La notte in cui i miei genitori vennero uccisi.
Il mio nome è Elizabeth Grell. Sedici anni. E sono sopravissuta al tentato omicidio di Jeff the killer.
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeff the Killer
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nome paziente: Elizabeth Grell
 
Compito assegnato: per 60 giorni il paziente dovrà scrivere minimo due facciate di diario ogni giorno esprimendo le proprie sensazioni e descrivendo la propria routine anche nei particolari.
 
Ciao diario in finta pelle nera con una pessima chiusura a calamita. Questo è il mio primo giorno con te e temo che mi dovrai sopportare.
In questi sessanta giorni mi occuperò di scrivere come mi sento, cosa provo mentre lo faccio e in generale cosa faccio durante la giornata, come mi è stato purtroppo ordinato dalla psicologa della scuola. No, non sono pazza, ma lei, alcuni miei parenti e diversi medici da cui sono andata nel giro di un anno lo pensano, e questa è la terapia che mi hanno tutti consigliato.
“Ti aiuterà a scaricare l’ansia, in modo tale da estinguere totalmente il trauma subìto.” , così mi hanno detto.
 Se devo essere sincera, ho sempre odiato i diari come te fin da quando ero piccola, specialmente parlare con voi (Bene… ora sì, che sembro svitata…), ma ahimè, fa sempre parte della terapia e giuro che questa è la sola ed unica eccezione.
Così come odio tenere un diario, odio scrivere le date dei giorni, eccetto per le verifiche e i test, lì sono obbligata a farlo, perciò mi concederò il lusso di scrivere almeno grosso modo il periodo.
Sono passati circa tre mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico e da un anno a questa parte, la mia vita è rimasta un inferno. Mi piacerebbe tanto scrivere cose smielate come “Ho l’appoggio dei miei amici”, ma il fatto è… che non ho degli amici, ma bensì ex-amici. Nel vero senso della parola. Litigi fra ragazze? Amori non corrisposti? No. Purtroppo non mi trovo in un classico cliché da romanzo per ragazzi. La causa è di tutt’altra natura, e quella causa… sono proprio io.
Nel momento in cui varco la sudicia soglia della scuola, le mie uniche ‘amiche’ sono un paio di cuffie e una playlist di canzoni accuratamente scelte, affinché mi possano aiutare ad affrontare gli sguardi fugaci di miei coetanei e professori ogni mattina. (Ancora mi chiedo perché mi abbiano assegnato l’armadietto numero 223. Di nuovo.)
Il mattino è il momento ancora sopportabile, la vera scocciatura sta durante le lezioni e l’ora di pranzo. Tutti mi evitano, come se avessi una strana malattia; tendono a starmi lontano almeno a un metro di distanza ; pur di non incrociarmi o camminarmi davanti, abbassano lo sguardo anche a costo di andare a sbattere contro qualcosa. Ammetto che spesso assisto a delle scene esilaranti che in qualche modo completano la mia routine quotidiana.
Chiunque si dovesse trovare nella mia situazione, così mi dice sempre la psicologa ogni venerdì pomeriggio, è normale che si senta male, sola e - tutto un elenco di stati d’animo di cui molti non ne avevo mai sentito parlare… ma questo non è decisamente il mio caso. No. Io non mi sento sola, non sto male, non sono pazza, io sono perfettamente consapevole della posizione in cui mi trovo e di conseguenza non biasimo la reazione di coloro che mi vedono.
Paura: è questo che vedo attraverso quei pochi sguardi che di tanto in tanto riesco ad incrociare, volendo  potrei anche aggiungere compassione, ma la paura è sempre presente, e io lo capisco.
Non sono forse degli esseri umani? Io non ho mai preteso di essere capita o di essere consolata. No. Gli esseri umani sono liberi di fare quello che vogliono, soprattutto se si tratta della propria incolumità, è tutto più che comprensibile.
È impossibile. È una sua complice. L’ha tenuta in vita per uccidere più persone: è un’esca umana. Ci farà ammazzare tutti.
No, è inutile. Ogni giorno cerco di farmi coraggio e provare a raccontare la mia versione, così da smentire ogni sorta di voce, ma non ce la faccio. Io vorrei davvero… raccontare cosa successe realmente quella notte di un anno fa. La notte in cui i miei genitori vennero uccisi.
 
Il mio nome è Elizabeth Grell. Sedici anni. E sono sopravissuta al tentato omicidio di Jeff the killer.
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Salve a tutti. È la prima volta che scrivo una ff non legata ad un telefilm.  Il fatto è che volevo provare a scrivere appunto qualcosa di diverso e così… sto provando con una creepypasta, che in realtà lo volevo fare da un po’ di tempo, perciò… eccomi qui.
Ovviamente questo primo capitolo è povero di contenuti, ma spero di aver stuzzicato almeno un po’ la vostra curiosità.
Grazie in anticipo a tutti coloro che hanno avuto il tempo di leggere e… alla prossima.
 
Cassandra
   
 
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