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Autore: Zahn Volk    23/01/2015    0 recensioni
Una città invisibile e il pericoloso cammino di un giovane dall'infanzia all'età adulta.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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4. Due doni

Zharko era in piedi accanto a Motya e teneva le braccia incrociate dietro alla schiena come a nascondere qualcosa.
La presenza del capo clan ad una lezione poteva significare solamente una cosa: qualcosa di meraviglioso o terribile stava per accadere.
Il Domoy era, così come per gli altri clan, la piazza principale in cui si riuniva il clan per le questioni più importanti, nei momenti di pericolo o quando l'alfa doveva fare un annuncio.
Quel giorno, in piedi al centro del Domoy, vi erano Zharko, Motya e, tra i due adulti, Zahn che sembrava scomparire tra quelle due figure autorevoli e severe. Gli altri bambini, seduti sul pavimento, osservava incuriositi la scena e i più piccoli allungavano il collo per vedere meglio ogni singolo istante di quella strana cerimonia. Affacciati ai balconi o in disparte agli angoli della piazza vi erano anche alcuni adulti che osservavano a distanza per non intromettersi in quel momento che era non solo un rito ma anche e sopratutto un'importante lezione.
- Zahn, vieni qui.- Zharko chiamò a sé il bambino con il suo consueto tono calmo e fermo.
Il piccolo obbedì e si avvicinò all'alfa tenendo lo sguardo basso per rispetto.
Il Lupo grigio sorrise e, abbassatosi appena all'altezza del fanciullo, gli fece scivolare al collo un cordino nero a cui era appeso un ciondolo argentato a forma di lupo.
- Te lo sei meritato.-
Disse lasciando un bacio sulla fronte del bambino che aveva immediatamente preso tra le mani il pendaglio e lo guardava con un'espressione a cavallo tra la venerazione e il più totale stupore.
Aveva ricevuto il suo lupo!
Zharko lasciò Zahn solo con la sua gioia e si rivolse ai giovani lupi in attesa della loro lezione.
- Come sapete il lupo è il nostro simbolo: siamo lupi, viviamo in branco e ci difendiamo a vicenda da ogni pericolo. Il branco è la roccia della nostra stirpe, il branco ci rende potenti ed invincibili e finché esisterà il branco noi Lupi siberiani continueremo a vivere ovunque il corso della storia vorrà portarci.-
L'uomo fece una pausa per creare un po' di aspettativa e lasciare che le sue parole attecchissero bene nelle giovani menti che lo circondavano.
- Il lupo d'argento non è un gingillo, ma un onore che va conquistato attraverso una prova di coraggio. Zahn era ovviamente troppo giovane per essere sottoposto alla prova, ma la Buriana ha deciso diversamente per lui e gli ha dato la possibilità di provare il proprio valore affrontando quei due Arya e osservando le nostre leggi malgrado le loro ripetute minacce di morte.-
Zahn si voltò verso i suoi compagni chiedendosi se il suo alfa non stesse esagerando nel dipingere la sua avventura come qualcosa di straordinario, ma Zharko non si faceva questi problemi né si preoccupava di intimidire i più pavidi del gruppo: la competizione, sana e onesta, era ben vista tra i membri del clan che la consideravano un metodo di autocorrezione e un valido sprone per i più pigri.
- Il lupo d'argento rappresenta inoltre il nostro spirito guida, è un totem e nei momenti di pericolo lo spirito del lupo ci parla attraverso i sussurri della Buriana o lo scorrere inquieto dei nostri amati fratelli fiumi: l'Amur e la Lena, la Sprea e l'Halev.-
L'uomo si voltò nuovamente verso Zahn che era ancora in contemplazione del piccolo ciondolo d'argento.
- Zahn.- Zharko lo richiamò serio - Come si chiama il tuo spirito guida?- gli domandò con tono solenne.
Il bambino accarezzò ancora una volta quel profilo argentato per poi alzare lo sguardo sull'alfa e su tutti i suoi fratelli e sorelle lupi.
- Nemetskiy.- annunciò serio lasciando, per la prima volta, andare il ciondolo.

La stazione era uno dei posti preferiti di Zahn e si trovava sempre qualche cosa di interessante ed utile da fare.
Dopo l'incidente con i Giusti Grisha si era rifiutato categoricamente di provare nuovamente a rubare rame per cui, per evitare l'ammutinamento della sua truppa, Mysha aveva dovuto acconsentire a ad un cambiamento nelle attività del gruppo.
Una volta Zahn e i suoi compagni riuscirono a mettere le mani sulla borsa di un ricco uomo di affari per poi accorgersi, una volta aperta, che questa era piena di vestiti non solo da adulto, ma anche da bambino. A quella piccola brigata non ci volle molto per mettere a punto un piccolo stratagemma per imbrogliare i nobili e, alla prima buona occasione, Zahn fece il suo debutto come attore.
Si nascosero in uno dei vagoni abbandonati della stazione e fecero vestire Zahn con gli abiti rubati pettinandogli i capelli in modo che potesse assomigliare ad un figlio dei nobili.
- Stai fermo!- lo rimproverava Mysha mentre gli aggiustava la giacca addosso.
- Zahn non ti agitare! Non riesco a pettinarti!- protestava Osso mentre, armato di pettine e gel, cercava di mettere in ordine quelle ciocche bionde ed indisciplinate.
- Qualcuno sa come si mette una cravatta?- domandava Grisha rigirandosi tra le mani il pezzo di stoffa senza sapere bene cosa farne.
- Scordatelo!- alla vista della cravatta Zahn si allontanò con uno scatto ringhiando - Io non mi metto quella roba al collo!-
- I figli dei nobili la portano.- insistette Mysha preparandosi a placcare il compagno se avesse opposto ulteriore resistenza.
- Non mi interessa! È un collare e i lupi non portano il collare.-
Il ragazzo incrociò le braccia al petto e fissò guardingo i suoi amici, per niente d'accordo con l'idea dei suoi amici di fargli indossare quella sottospecie di collare di seta.
- Poche storie e vieni qui!- Mysha si armò di cravatta e con uno scatto balzò addosso al biondino legandogliela al collo con un nodo malfatto.
Zahn si divincolò e graffiò le mani dell'amico, ma alla fine dovette arrendersi e, ringhiando, scese dal vagone dirigendosi verso la piazza principale della stazione seguito a distanza dai suoi complici.
Il biondo entrò timidamente nel grande ed affollato ingresso e camminando cercava in tutti i modi di allentare il nodo che Mysha gli aveva stretto intorno alla gola.
Scivolò lungo la parete e, quando fu certo di aver raggiunto la postazione ideale, iniziò la sua recita: l'espressione guardinga si addolcì fino a diventare patetica mentre i suoi occhi verdi diventavano il più malinconici possibili.
- Mamma!- la voce del bambino riempì con un grido disperato l'ingresso mentre grosse lacrime cominciavano a rigargli il volto - Mamma! Mamma dove sei!-
Mysha, Osso e Grisha lo spiavano da dietro una colonna e guardavano attenti la folla radunata intorno al loro compagno in attesa di una vittima.
Zahn intanto si era seduto per terra e aveva cominciato a piangere disperato.
- Che succede piccolo?- una donna si avvicinò al bambino e si piegò alla sua altezza facendogli una carezza.
- Ho perso la mia mamma.- singhiozzò Zahn guardando la donna e starnutendo un paio di volte per avvisare i suoi compagni che qualcuno aveva abboccato.
- Povero piccolo!- la donna, una signora anziana dai capelli biondi raccolti in un elegante chignon, si voltò verso il marito facendogli segno di avvicinarsi - Come si chiama la tua mamma?-
Zahn la guardò perplesso e sbatté un paio di volte le palpebre pensando ad un nome da donna che non fosse russo come tutti quelli che conosceva.
- Louisa.- riuscì a dire ricordandosi dell'unica prostituta tedesca che lavorava per Lyuba - È alta e ha i capelli biondi e gli occhi verdi e indossa un abito rosso e sta sempre con il mio papà.- il piccolo si fermò a riprendere fiato, in vita sua non aveva mai detto così tante volte la congiunzione "e" come in quell'unica frase.
- Louisa come?- domandò ancora la donna dando per scontato che il bambino sapesse il cognome della madre.
- Io... .- Zahn guardò la signora e per liberarsi dall'impiccio riprese a piangere ancora più forte.
Mysha, Osso e Grisha intanto erano scivolati tra la folla e avevano iniziato ad infilare le mani nelle borse e nelle tasche dei presenti prendendo tutto quello che riuscivano ad arraffare.
Commossa dalla disperazione del bambino l'anziana nobile lo abbracciò stringendolo forte a sé per consolarlo.
- Non avere paura caro, andrà tutto bene.- lo tranquillizzava accarezzandogli i capelli resi lucidi dal gel - Vedrai che troveremo la tua mamma.-
Zahn cinse con le braccia il collo della donna e si lasciò pazientemente coccolare resistendo eroicamente all'impulso di correre via e mettere fine a tutte quelle coccole non desiderate.
Mysha tossì tre volte avvisandolo di aver terminato il lavoro.
Zahn attese ancora un attimo per poi gridare a voce alta.
- MAMMINA!-
Rapido come una scheggia il bambino scappò via dalle mani dell'anziana donna e si perse nuovamente nella folla raggiungendo i suoi complici per l'ultima, ed anche più gratificante, fase del colpo: la spartizione del bottino.

Zahn trotterellava trionfante lungo la via che portava la bordello e con quell'espressione vittoriosa entrò in casa attraversando in pompa magna il salotto e andando dritto verso le stanza delle ragazze e la sua.
Superò la sua porta e puntò direttamente a quella di Lyuba che, come suo solito, era impegnata a trattare con un cliente.
La donna gli sorrise e gli fece segno di aspettare buono che la trattativa finisse, tutto contento il piccolo obbedì e andò a sedersi sul copriletto di velluto rosso che copriva il letto della prostituta.
Zahn amava quella stanza più di ogni altra stanza nel bordello o al mondo: rimaneva ore a guardare le gabbiette con gli angioletti appesi al soffitto aspettando che, da un momento all'altro, uno di essi spiccasse il volo tentando la fuga, altre volte invece si fermava a guardare le strane bottiglie che Lyuba conservava in un mobile nell'angolo opposto alla scrivania, ma la cosa che più di ogni altra cosa amava era il letto matrimoniale con le lenzuola e le coperte di diverse sfumature di rosso.
Ci avrebbe passato tutta la vita steso su quel lettone, con il naso affondato tra la biancheria per respirare a fondo il profumo di menta di Lyuba.
Quando ebbe finito la contrattazione la donna tirò un sospiro di sollievo e, presa una scatolina di latta, si appoggiò sulla lingua una caramella alla menta offrendola anche a Zahn.
- Nobili tirchi.- commentò stiracchiandosi e rimettendo al loro posto alcuni ciuffi che le erano usciti dall'elegante chignon - Hanno soldi per tutto, ma non per pagare le puttane.- disse senza preoccuparsi di usare eufemismi malgrado fosse davanti ad un bambino.
Zahn sorrise ed annuì succhiando avidamente la pasticca alla menta.
Lyuba gli sorrise e si avvicinò a lui stringendolo a sé e cominciando a coccolarlo.
- Hai fatto il bravo? Hai un odore strano.- disse cominciando ad accarezzargli i capelli stranamente non annodati tra di loro - Che cosa hai fatto oggi?-
Zahn le raccontò per filo e per segno a la loro avventura ingrandendo, come tutti i bambini, i dettagli più eccitanti della vicenda in modo da farla sembrare qualcosa di epico.
Il bambino si appoggiò contro il petto della donna e le accarezzò il ciondolo a forma di lupo che portava nascosto tra le pieghe dell'abito.
- Come si chiama il tuo lupo?- domandò continuando ad accarezzare il pendente.
- Luna.- Lyuba strinse a sé il piccolo e gli tolse dai capelli una foglia che si era incastrata tra le ciocche chiare.
- Oggi ho visto un bambino portare delle rose alla sua mamma.- continuò Zahn - Lei era molto contenta e poi ho visto altri due bambini regalare alla loro mamma qualcosa, ma non ho visto cosa.-
Lyuba sorrise e gettò un'occhiata al calendario.
- È la festa della mamma.- gli spiegò dolcemente - Ed è anche il mio compleanno.- aggiunse dando un bacio a Zahn sulla fronte.
- Davvero?- il piccolo sorrise entusiasta.
- Davvero.- confermò la donna facendogli una carezza.
- Chiudi gli occhi!- Zahn saltò in piedi sul letto malgrado sapesse di non doverlo fare.
Lyuba scosse il capo e lo accontentò sapendo di non avere scelta mentre il cucciolo le arrivava alle spalle e, preso un oggetto dalla tasca dei pantaloni, le legava al collo una sottile catena d'oro a cui era appeso un elegante ciondolo a forma di pavone.
- Apri!- disse tutto contento tornando davanti a Lyuba per vedere la sua espressione - Buona festa della mamma e buon compleanno!-
Zahn saltò al collo di Lyuba e nell'impeto la fece cadere sul letto senza accennare a lasciarla andare.
La donna sorrise e baciò il bambino senza domandargli dove avesse preso il gioiello visto che era evidente da dove venisse.
- Grazie.- gli diede ancora un bacio sulle guance - Ma io non sono tua madre, lo sai.- aggiunse un po' dispiaciuta.
- Sì che lo sei.- la corresse Zahn con tutta la semplicità di questo mondo - Sei l'unica madre che voglio e la migliore che io possa desiderare.-

AVVERTIMENTO
Il capitolo che avete letto è il primo di una storia ancora in fase di scrittura e correzione, chiedo quindi scusa se i periodi non sono sempre perfetti e per eventuali errori di battitura e/o grammatica. Grazie

Licenza Creative Commons
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