Sei
mesi dopo
Pov
Zuko
Ero
vicino alla tomba
di una delle persone a cui avevo voluto più bene al mondo,
l’avevo amata più
della mia stessa vita e mi era stata portata via.
Era
la prima volta da
quando era morta che andavo a farle visita, non ci ero mai riuscito
prima.
Non
mi ero mai
perdonato per tutto quello che le era successo, avrei potuto salvarla,
invece
non avevo fatto in tempo.
Una
piccola lacrima mi
rigò il viso, poggiai un fiore vicino alla foto che la
ritraeva, bella come lo
era un tempo…
Azula
mi poggiò una
mano sulla spalla –Zuko, dobbiamo andare- Aveva ragione, era
inutile piangere
ormai, non potevo tornare indietro, l’avevo lasciata sola e
quel mio gesto era
bastato a provocarne la morte.
Azula
mi prese per mano
–Non è stata colpa tua Zuko, tu non potevi sapere
quello che sarebbe successo-
Mi disse mentre mi abbracciava.
-Invece
potevo evitarlo,
se fossi rimasto con lei, ora sarebbe qui con noi- Dissi stringendola e
piangendo quelle lacrime che avevo represso dentro al mio cuore per
troppo
tempo.
Azula
mi prese di nuovo
per mano e mi trascinò letteralmente fuori dal cimitero,
dove c’era lo zio ad
aspettarci.
Diedi
un ultimo sguardo
indietro, poi salii in macchina. Ci lasciò a casa di Sokka,
entrammo in quella
casa che ormai conoscevamo a memoria –Ragazzi- Disse lui dopo
averci aperto la
porta –Gli altri sono tutti di la-
-Zuko!-
Sentii una voce
chiamarmi, mi girai e
vidi Ty Lee
–Vieni, ho una sorpresa per te- Disse mentre faceva
l’occhiolino ad Azula e al
suo ragazzo e mi trascinava nella stanza di Sokka.
-Ty
Lee non credo che
sia il caso di stare qui da so…- Le parole mi morirono in
bocca.
-Katara-
Dissi il suo
nome come imbambolato, mi fiondai da lei per abbracciarla e baciarla
–Amore mio
sei tornata- Dissi stringendola a me.
-Si,
finalmente ho
terminato le cure, il mio cuore è perfetto, adesso posso
amarti liberamente-
Disse mentre sorrideva
e mi baciava.
-Dai
ragazzi un po’ di
decenza- Ci girammo verso la porta, Suki era poggiata allo stipite,
abbracciata
ad Aang, il suo ragazzo.
Incredibile
ma vero,
quei due si erano trovati e messi insieme e il colmo di tutto? Dopo
l’incidente
di Katara Suki era davvero cambiata, ed erano diventate amiche!
Io
invece, avevo fatto
quello che per anni non ero stato in grado di fare, raccontare la
verità sulla
morte di mia madre e finalmente andare a trovarla.
Tornammo
in cucina dove
i nonni di Sokka e Katara stavano preparando il pranzo.
Io
ero ancora
abbracciato a lei, era stata lontana una settimana per terminare le
cure e ora
finalmente era tornata.
Mi
ritrovai a pensare a
quanto le cose fossero cambiate dopo il suo arrivo.
Probabilmente
se non
fosse stato per lei, per la sua bellezza, la sua vitalità ed
i suoi modi di
fare così dolci e comprensivi, io sarei rimasto intrappolato
in una vita che
ormai vivevo più per abitudine che per voglia di viverla
davvero, in una
relazione che andava avanti soltanto perché
mi rifiutavo di vedere la verità che mi stava
palesemente davanti agli
occhi.
Il
destino era stato
davvero generoso con me, donandomi qualcosa di unico ed insostituibile,
un’anima che combaciava perfettamente con la mia, una luce
pronta ad illuminare
ogni giorno i miei occhi, un gioiello, che avrei custodito gelosamente
per il
resto dei miei giorni.
Fine.
Siamo
arrivati alla fine di questa storia, non è stata una storia
lunga, ma spero che
vi sia piaciuta comunque…
Per
chi è
interessato, a breve pubblicherò il primo capitolo del
sequel di questa storia…
Mi
sono
affezionata troppo a questi personaggi e non sono riuscita a lasciarli
andare
=)
Spero
che
il prologo vi sia piaciuto…
Un
bacio,
Baby <3