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Autore: Ormhaxan    23/01/2015    10 recensioni
Londra, 1461. A due mesi dalla sanguinosa battaglia di Sandal Castle, dalla perdita di suo marito Richard Plantagento e del suo amato figlio Edmund, Cecily Neville, Duchessa di York, si concede un momento di vulnerabilità e, sotto un cielo d'inverno privo di stelle, ricorda i figli che ha messo al mondo e fa una solenne promessa.
[Storia ambientata durante la Guerra delle Due Rose].
Genere: Drammatico, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Londra, 1461





Il cielo è più buio del solito quella notte, la luna non mostra la sua faccia, e persino le stelle sembrano essere scomparse.
La nave si allontana fuori dal porto con vele spiegate, silenziosa, venendo inghiottita dall’oscurità che tra qualche ora cederà il posto al pallido sole invernale.
Vedere i suoi figli più piccoli1 salire ancora mezzi addormentati e disorientati su quella nave, diretti lontano, al sicuro, – ma esiste un posto davvero sicuro, poi? -  è come perdere per la seconda volta una parte di sé.
Nella sua vita mai avrebbe pensato di poter sopportare tutto quel dolore, la perdita di un marito tanto amato e un figlio che era la luce dei suoi occhi, eppure in quel momento, avvolta nella sua pesante cappa rivestita di pregiata pelliccia di ermellino, Cecily si domanda se esista dolore più profondo e disperato di quello che sta provando.
Non che il dolore sia per lei estraneo, poiché molto ne ha sopportato nel corso della sua vita, ma nulla l’ha preparata a quello che la perdita subita alla vigilia di un nuovo anno nei pressi di un innevata Sandal Castle2 ha portato, o all’amara consapevolezza che mai più nulla sarebbe stato lo stesso e che niente, neanche le preghiere e quel Dio a lei tanto caro, avrebbero guarito la ferita del suo cuore, fatto sparire il lutto che non si sarebbe mai del tutto dissolto.
Un tempo, quando è stata giovane e il mondo le sembrava vasto e piene di possibilità, ha creduto di poter essere felice insieme all’uomo che i suoi genitori avevano scelto per lei, l’aitante e bellissimo Richard Plantageneto, Duca di York, uno degli uomini più potenti d’Inghilterra; un tempo, nella spensieratezza dei suoi vent’anni, ha pensato di poter vivere del prezioso amore che negli anni era sbocciato come una rosa bianca3 tra di loro, dell’amore per i suoi figli, arrivati solo molto più tardi.4
Torna nel suo palazzo vuoto e freddo nonostante i camini accesi, cammina silenziosa tra i corridoi per non svegliare sua figlia Margaret, costringendosi ancora una volta di sembrare la Fiera Cis5 di sempre.
Eppure, quando arriva davanti alla stanza da letto dei suoi figli non può esimersi dall’entrare, sedersi sul letto ancora tiepido del calore degli infantili corpi dei suoi due bambini, George e Richard, stringere tra le mani le coperte sulle quali può ancora sentire il profumo di pulito, d’infanzia.
La Duchessa di York ripensa ai momenti più belli della sua vita, al suo matrimonio con l'aitante Richard, - può ancora vederlo, impacciato ma allo stesso tempo fiero che l'attende alla fine della navata della chiesa, indosso il farsetto ricamato, i capelli biondi e ricci ad incorniciare i suoi lineamenti marcati; ai suoi figli – ai loro figli, i loro splendidi sette figli – a Edmund, quel ragazzo sempre taciturno dal sorriso sfuggente che ha trovato la morte troppo preso, a soli diciassette anni, sotto un manto di neve candida.
Se chiude gli occhi può vederlo, il sangue rosso come la rosa stemma dei Lancaster, degli assassini del suo Richard, del suo Edmund; può sentire l’odore acre e metallico del sangue, quel sangue a lei così noto, che ha impregnato le vesti del suo corpo e le lenzuola del suo letto per ben tredici volte, tredici come i figli che ha dato alla luce, alcuni sopravvissuti alla culla e altri – Joan, Henry, William, John, Thomas, Ursula - persi per sempre nel cuore della notte, durante giornate uggiose o nel bel mezzo del giorno.
Il suo sguardo velato  da lacrime si sposta poco lontano, verso il libro malandato abbandonato sul ripiano di un mobile ligneo, un libro che conosce a menadito: è un libro di racconti cavallereschi, di dame e cavalieri, di re e di regine. Artù e Ginevra, Tristano e Isotta, San Giorgio e il Drago.
Ad ognuno dei suoi figli ha raccontato quelle storie – la prima era stata Anna, l’ultimo Richard – e sul viso di ognuno di loro ha letto la curiosità, lo stupore, gli occhi spalancati e la trepidante attesa di un finale capace di lasciare tutti loro, indistintamente, senza fiato.
Si porta il libro dalla copertina blu rovinata al petto, lo stringe forte come farebbe con i suoi bambini, e ripensa a tutti loro: a Edward impegnato a combattere l’esercito Lancaster; a Margaret che insonne giace nel suo letto poco lontano; a George e Richard, spaventati e smarriti a bordo di una nave diretta lontano da casa, dai loro fratelli e dalla loro madre; infine pensa a Edmund, il suo amato Edmund il cui corpo è stato profanato, al suo raro sorriso che non rivedrà mai più.
E’ forte, Cecily, forte come l’orso che da sempre è raffigurato sullo stemma dei Neville - un’orsa che difende i suoi cuccioli.
Lei è una delle donne più forti dell’Inghilterra, una delle più rispettate e temute, e anche se sarà difficile promette a sé stessa che la perdita non scalfirà il suo animo, che non l’abbatterà e che non vincerà. Sebbene i ricordi siano per lei un conforto agrodolce, essi sono anche capaci di lacerare animo e cuore senza pietà alcuna: Cecily sa di non poter indugiare troppo, di essere troppo vulnerabile nella penombra della camera da letto, e in quei giorni mai tanto incerti e difficili non c’è spazio per la vulnerabilità.
 Lei deve essere la roccia di quella famiglia, una vera Neville: lei, ricorda a se stessa, è la moglie di Richard Plantageneto, la madre del futuro re d’Inghilterra e non si mostrerà mai debole, non permetterà a niente e nessuno di piegarla.
Combatterà la sua personale guerra nonostante la stanchezza, nonostante il cuore pesante, le promesse infrante – torna da me, promettimi che tornerai da me, aveva fatto giurare al suo Richard prima di salutarlo e dargli la sua benedizione, ma lui non era tornato, non sarebbe mai più tornato – nonostante l’odio che prova per la donna francese, la Lupa di Francia6.
Andrà avanti fino alla fine, fino al suo ultimo respiro, fino a quando il suo cuore continuerà a battere e nell’oscurità della notte di Londra, sotto un cielo che si sta lentamente schiarendo, fa a se stessa e a Dio una promessa: mai più permetterà a qualcuno di farle provare nuovamente quel dolore; mai più qualcuno farà del male alla sua famiglia; mai più seppellirà uno dei suoi amati figli prima del tempo, dirà loro addio, piangerà sulle loro tombe.
Mai più, mai.


 

*
 


1. Si riferisce ai suoi figli minori, George Plantageneto, Duca di Clarence, e Richard Plantageneto, Duca di Gloucester e poi Richard III. Dopo la morte del marito, Cecily li mandò presso la corte del Duca di Borgogna, che in quel periodo storico si estendeva sino agli odierni Paesi Bassi.
2. Nella battaglia di Sandal Castle, avvenuta nel 1460 nel West Yorkshire, persero la vita Richard Plantageneto, Duca di York, e suo figlio secondogenito Edmund Plantageneto, Conte di Rutland. 
3. E' un riferimento allo stemma della casata degli York, appunto la rosa bianca.
4. Richard Plantageneto e Cecily Neville si sposarono nell'Ottobre del 1429 ma solo nove anni dopo, nel 1438, nacque la loro prima figlia.
5. "Proud Cis" è un appellativo a lei dato per il suo orgoglio e il suo temperamento. Oltre a questo nome, Cecily Neville è conosciuta anche come "La Rosa di Raby", nome che deriva dal suo luogo di nascita, Raby Castle.
6. Si riferisce alla Regina Margherita d'Angiò, moglie di Enrico VI, e alle sue origini francesi. 




Angolo Autrice: La figura di Cecily Neville, nella panoramica più ampia della storia inglese di quel periodo, mi ha sempre affascinato: non molti la conoscono, nonostante sia stata la madre di ben due sovrani d'Inghilterra - Edward IV prima e Richard III poi - e questo è un mio piccolo omaggio a lei.
La vicenda si svolge poco dopo la morte di suo marito, Richard Plantageneto, e di suo figlio Edmund. In particolare la battaglia di Sandal Castle fu una delle più cruenti, poichè quasi nessuno fu risparmiato dalla crudeltà dei Lancaster, i quali decapitarono i corpi privi di vita di Richard ed Edmund e, successivamente, impalarono le loro teste sulle mura di York come monito per la fazione opposta, gli York appunto.
Molto importante è l'ultima frase, poichè Cecily sopravvisse a tutti i suoi figli maschi - George di Clarence morì nella Torre, messo a morte per tradimento dal suo stesso fratello; Edward IV morì prematuramente nell'Aprile del 1483, chi dice a causa di una vita sregolata che lo condusse alla morte, chi per una febbre tifoidea, chi altri - meno accreditati - per avvelenamento; Richard di Gloucester, invece, morì sul campo di battaglia, nell'Agosto 1485, sconfitto dalle truppe di Enrico Tudor, poi Enrico VII, capostipite della dinastia Tudor. - e di conseguenza la promessa e la speranza verranno infrante.

Spero che la breve storia vi sia piaciuta e ringrazio tutti coloro che leggeranno e lasceranno una recensione.
Alla prossima,
V.


 
 
  
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