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Autore: Rory_chan    25/11/2008    7 recensioni
"Per questo, con la presente, ho deciso di lasciare perdere, Sasuke. Non ti disturberò più, non verrò più a cercarti e tenterò di far ragionare Naruto.
Deve farsene una ragione, come me la sono fatta io.
Ti amavo Sasuke, ma ormai, non conta più nulla."

Prima classificata al concorso "scontro tra pairing" indetto da Nagaina.
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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My Lost Innocence

My Lost Innocence

III Parte.

 

Durante le missioni Sakura Haruno era solita tenere diligentemente conto dei giorni che passava fuori casa (e quindi in compagnia di Sasuke).

L’innervosiva sapere che per un numero elevato di ore non avrebbe più rivisto né sua madre né suo padre, però la sollevava il fatto che avrebbe passato quei momenti insieme a Sasuke-kun.

In quella determinata missione – poteva definirla tale? Non lo sapeva, davvero – aveva perso completamente la cognizione del tempo, dei suoi sentimenti verso la famiglia e dei suoi amici.

Non la rincuorava neanche il fatto di essere in compagnia di Sasuke, visto che Sasuke di compagnia non lo era proprio. In tutto il tempo passato lì insieme a lui, aveva avuto solo l’onore di osservarlo ad allenarsi, di scambiare due parole (i suoi complimenti e i suoi mugugni) e di aiutarlo con qualche ferita difficile da medicare, sostituendo così Kabuto.

«… infine prepara questo e portamelo entro due giorni. Fallo bollire bene, mi raccomando, e pensa a girare l’infuso il numero esatto di volte. Se non fai come ti dico perde la fragranza e l’effetto» Kabuto concluse con aria austera il suo discorso sul determinato medicinale che Sakura avrebbe dovuto preparare da lì a due giorni.

Annuì stancamente, raccogliendo le sue cose dalla scrivania e afferrando gli ingredienti che Kabuto le porgeva, osservandolo allontanarsi con camminata lenta e strascicata verso la porta della sua camera. Sakura abbassò lo sguardo, lievemente assonnata, rivolgendo la sua attenzione a ciò che avrebbe impegnato le sue future giornate e sentì stranamente lo sguardo di Kabuto addosso.

Alzò il suo, facendo incontrare verde e nero, ma un nero diverso, non come quello di Sasuke-kun.

«non sbagliare, Sakura» sibilò semplicemente il ninja traditore, sparendo velocemente dalla sua vista dietro la porta scura. L’Haruno osservò stranita l’uscio, per poi riabbassare lo sguardo.

Avrebbe voluto farsi una doccia, prima, sentendosi in qualche modo sporca.

Forse lo stare nel covo di Orochimaru le macchiava l’animo, come Sasuke se lo stava consumando lentamente con i suoi silenzi ed il suo orgoglio sempre in primo piano.

Ebbe compassione di se stessa mentre con quel sorriso di circostanza si alzava dal letto per dirigersi verso il bagno.

Ma una cosa attirò la sua attenzione.

Un qualcosa che brillava, sotto le coperte del letto ripiegate malamente dopo una (altra) notte insonne. Si avvicinò con circospezione, stando ben attenta a non dare troppa fiducia a quella qualsiasi cosa brillasse sul suo posto di riposo. Scostò lentamente le lenzuola, rivelando un kunai dal metallo luccicante e pulito.

Batté ciglio indispettita, prendendo fra le mani l’arma e rigirandosela fra le dita sottili e pallide.

La riconobbe; era l’arma che Sasuke aveva lasciato la sera prima quand’era venuto per farsi curare una ferita relativamente superficiale. La studiò con interesse, con sguardo quasi maniacale, fino a quando la punta affilata del kunai non le graffiò il dito. Vide una sottile goccia del suo stesso sangue scivolare lungo la pelle cadaverica e trovò esilarante quel macabro contrasto.

Bianca come un cadavere, macchiata di rosso sangue.

“Strana la vita” pensò divertita, i ciuffi rosei che le adombravano la fronte ampia [prima di qualsivoglia copri fronte] e lo sguardo tetro.

In quel solo attimo le passarono davanti agli occhi tutte le scene della sua routine a Konoha: svegliarsi coi richiami di sua madre, trovare Naruto ad attenderla sotto casa, litigare con Sai, litigare con Ino, sgridare il maestro Kakashi, allenarsi ed obbedire a Tsunade-hime, salvare vite…

…tutto aveva senso se non poteva salvare la sua di vita? Quella di Sasuke. E la sua.

«cosa stai facendo?» assorta com’era nei suoi pensieri, non si era accorta della porta aperta e di Sasuke Uchiha appoggiato allo stipite di questa. Assorta e tentata com’era, non si era accorta della lama del kunai pericolosamente vicina al suo polso.

Sussultò improvvisamente, sentendosi nuda e lasciando cadere con un tonfo secco l’arma sul materasso, rivolgendo completamente l’attenzione al ragazzo.

«Sa… Sasuke-kun. Non… ti avevo sentito entrare, già. Hai… b-bisogno di qualcosa?» sibilò attentamente, assumendo una posizione più comoda sul letto, portando le ginocchia ad incrociarsi davanti a lei. 

Sasuke inarcò un sopracciglio scuro, indeciso se entrare o meno. Optò per chiudere la porta come aveva fatto Kabuto qualche minuto prima, con la sola differenza d’intrattenersi con Sakura.

«no, non ho bisogno di niente. Voglio solo sapere cosa stavi tentando di fare con quel kunai, Sakura» il tono basso ma imperioso riecheggiò nella mente debole della ragazza che scrollò le spalle, tranquillamente. Tirò un sorriso falso sulle labbra sottili, scendendo con un movimento goffo dal letto e mettendosi in fretta in piedi.

«nulla, lo stavo solo guardando, Sasuke-kun. È tuo, no?» domandò a bassa voce, muovendo qualche passo incerto verso l’Uchiha. Sasuke la seguì con lo sguardo, gli occhi neri antracite puntati su di lei. Studiò ogni particolare del viso di Sakura, quasi a volerne cogliere ogni emozione.

«volevi ucciderti, Sakura? Sei davvero così debole?» chiese in un sussurro roco, stanco, facendo impietrire la ragazza davanti a lui.

Non cedere Sakura, sei cambiata.

«ti sbagli Sasuke-kun. Io… non volevo farci nulla»

Non cedere Sakura. Tu. Sei. Cambiata.

«se non volevi farci nulla lo avresti lasciato perdere. Ed invece era lì che lo guardavi come se stessi pensando di suicidarti. Che cosa stupida»

No, Sakura. Sei cambiata, non piangere.

«non avrei motivo di suicidarmi, Sasuke – senza “–kun”, questa volta – davvero. Davvero»

… perché sei cambiata. Non ti arrendi più, ora, sei lì con lui, no?

«sì, di motivi ne avresti. Pensare di poter risolvere tutto con la morte è da vili. E da deboli»

Parla proprio lui di viltà, eh? Lo senti, Sakura? Sei cambiata.

«perché ti preoccupi così tanto, Sasuke-kun?!»

Adesso lo nota anche lui che sei cambiata. Non piangere, Sakura. 

Sasuke si tirò lievemente indietro, colto da tale affermazione inaspettata. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma il cervello non recepì nessuna battuta che potesse giustificarlo a dovere.

Sakura abbassò la testa, chinandola in avanti, chiudendo gli occhi. Sentì le lacrime risalite lungo il suo animo per sgorgare dalle orbite cadere nel vuoto, abbandonando silenziosamente le sue ciglia.

Strinse i pugni lungo i fianchi, sentendosi ridicola ad aver trattenuto così a lungo quelle lacrime di rabbia, frustrazione e quant’altro quando con Sasuke era solita dimostrarsi per quello che era in realtà: debole. Che senso aveva nascondere il pianto quando con lui non aveva fatto altro che piangere? Nessuno.

Sentì una mano risollevarle il mento, cautamente, come se quel contatto potesse scottarlo, ed aprì gli occhi, veramente, incontrando le iridi d’ebano di Sasuke. Il ragazzo tolse prontamente la mano dalla mandibola leggermente appuntita di lei, stringendo le labbra seccato.

«non hai perso l’abitudine di piangere. Me lo aspettavo» confessò tranquillamente, facendo ricadere inerme il braccio lungo il fianco destro.

Sakura tirò sulle labbra un sorriso per nulla sincero, scotendo la testa sconsolata.

«Sasuke-kun… cosa sono io? Sono un ninja della foglia? Oppure una del suono? Sono una semplice traditrice del proprio villaggio? Non lo so. Cerco risposte, ma non ne trovo. Sono inutile persino a me stessa. Non riesco a dimenticare Naruto, né Konoha… spiegami come hai fatto, cazzo, come sei riuscito a lasciarti tutto alle spalle?!» la frase, partita con tono quasi lagnoso e docile, si trasformò rapidamente in un’affermazione rabbiosa, carica d’ansia e delusione.

L’Uchiha osservò l’ormai ex compagna afferrare saldamente un lembo del suo yukata e tirarlo con prepotenza contro di sé, quasi a volerlo attaccare in un qualche modo.   

«chi ti dice che lo ho fatto?» enigmatico come al solito, Sasuke non si premurò di spostare quella morsa dal suo kimono, né di spostare il viso pericolosamente vicino a quello della kunoichi.

Fu Sakura a lasciare la presa, quassi si fosse scottata, e fissarlo stralunata attraverso gli occhi verde foglia spalancati. Sembrava tutto così irreale; pensava ormai che Sasuke avesse superato tutto, senza il minimo rimorso.

«tu pensi ancora a Konoha? A Naruto…? Pensavi ancora… a me?» chiese in un’unica emissione di fiato, debole ma speranzosa. Il ragazzo non evitò lo sguardo e sembrò volerle comunicare la risposta tramite quello scambio di pensieri. Di tutta risposta chiuse le palpebre, trovando stranamente stancante tutta la situazione. E Sakura capì. 

«Sasuke-kun – la voce di Sakura sembrava essere ritornata a tre anni prima, quand’era ancora fresca e solare – non importa. Io lo ho detto. Siamo come sole e luna, tu non mi vuoi credere!» la tensione venne smorzata da una flebile risatina da parte dell’Haruno che, sinceramente divertita, portò la mano che prima stringeva la stoffa bianca della casacca di Sasuke alle labbra.

«Sakura – la voce di Sasuke era sempre stata uguale, se non per quell’inflessione dura concepita nel tempo passato con Orochimaru – sole e luna. Stanno in cielo, Sakura, noi siamo sulla terra. Cosa vuoi che ce ne importi?».

Per un attimo, si rividero bambini.

Fu forse per istinto riflesso a quelle parole che Sakura non si trattenne nell’alzare le braccia e buttarle al collo del ragazzo e stringerle dietro la nuca, abbandonando la testa nell’incavo del collo di questi e sorridere, infischiandosene di poter essere rifiutata, di non essere cambiata e di risultare infantile. Infischiandosene di tutto.

C’erano solo lui e lei, due corpi ancora non totalmente maturati di uomo e donna, petto scolpito dagli allenamenti che preme contro il seno acerbo di un’adolescente (sempre) innamorata, mani che titubanti si stringono dietro la schiena dell’altro, solo per quel momento.

«Sasuke-kun… dico che siamo sole e luna e che se c’è uno non può esserci l’altro» cominciò Sakura premendo le labbra sul collo tiepido dell’Uchiha che, di malavoglia, l’allontanò da quell’abbraccio improvviso stampando sul viso un’espressione scocciata e turbata.

Fissò le iridi della ragazza, notandole per la prima volta in uno stato vagamente somigliante alla felicità. Lei lasciò cadere le braccia dalle sue spalle, volendosi riprendere da quell’impeto.

«… non ho mai tenuto conto dell’eccezione: l’eclissi. Siamo noi, l’eccezione, Sasuke-kun?» domandò sincera Sakura, cercando con il suo lo sguardo di lui. Sasuke scrollò le spalle, stanco di tutte quelle parole, stanco dell’essere lì, stanco di quelle inutili parole che per lei sembravano vitali.

«pensala come vuoi, Sakura. Io sono un vendicatore…»

Tutto ciò di cui erano entrati a fare parte era solo un misero circolo vizioso: non si usciva più, una volta entrati. Lui, era il vendicatore freddo e spietato che riusciva ad addolcirsi quel che bastava solo in presenza di lei, la ragazza debole fuori ma forte dentro. Non cambiava mai nulla.

«… ed io ti amo»

Nemmeno a distanza di anni.

 


Come out, come out wherever you are
So lost in your sea
Give in, give in for my touch
For my taste, for my lust!

 

Vieni fuori, vieni fuori ovunque tu sia
Così perso nel tuo mare
Arrenditi, arrenditi per il mio tocco
Per il mio sapore, per la mia sensualità!


 

 

Caro Sasuke, come va?

Beh, potrei chiedertelo a voce, visto che sei qui accanto a me però

 

Sasuke,

alla fine, ce l’abbiamo fatta.

Si, noi, ce l’abbiamo fatta. Insieme.

Ormai quanto tempo è passato dal nostro primo abbraccio qui al covo di Orochimaru? Non lo saprei proprio dire.

La realtà è che ormai non posso più fare a meno di te, di pensarti, di scriverti, sebbene tu sia qui a pochi metri da me.

La realtà è che non sono mai riuscita a fare a meno di te, lo sai.

Avevo detto che avrei tradito per te, e lo ho fatto.

Adesso sono tua, Sasuke, sempre. 

Avevo detto che io sono come il sole e tu come la luna, due elementi naturali così complementari ma così diversi. Ed è così che siamo: uguali, ma diversi.

Io il sole: brillante, allegra, spigliata, senza troppi pensieri per la testa ma comunque responsabile… illumino la giornata degli altri.

E finalmente, sono riuscita ad illuminare anche la tua di giornata.

Tu che sei la luna; bella, attraente e misteriosa che brilla di luce riflessa, la mia.

Pensavo davvero che Sole e Luna non avessero possibilità di stare insieme. Ma noi siamo la prova che non è vero, esiste l’eclissi.

È inutile continuare a mentire, Sasuke-kun, ti amo. E ti amerò sempre.

E ti prometto che riuscirò a farmi amare anche da te perché per il tuo amore ho pianto, distrutto e tradito. Sarei pronta a farlo mille altre volte, se necessario.

 

Sakura.

 

 

Rilesse con calma quelle poche righe, sulle labbra un lieve sorriso.

«“ti amo”… che sciocca – si lasciò sfuggire Sasuke Uchiha, ghigno perfetto sulla bocca sottile – potrei amarti anche io. Ma questo non me lo sentirai mai dire, Sakura»

Sasuke richiuse quella lettera che avrebbe dovuto essere segreta e le voltò le spalle noncurante.

Orochimaru (Sakura) lo stava aspettando.  

 

Fine.

 

 

Everdream © Nightwish.

 

E così si conclude la mia fanfic che partecipò mesi or sono (tipo luglio, toH) al concorso “scontro fra pairing” indetto da Nagaina, che si classificò prima nella classifica generale e batté la coppia NaruSaku. Spero vi sia piaciuta, ci tengo particolarmente a questa fic.

Vorrei rispondere a tutti coloro che sono stati così gentili da lasciarmi una recensione, ma non sono dell’umore adatto. Però dovevo aggiornare, altrimenti questo capitolo sarebbe rimasto lì ad ammuffire per altri mesi. Ci risentiamo ad un’altra fic, mia o vostra che sia <3.

 

Grazie a:

Bambi88.

Deliaiason88.

Nomiemi.

Talpina Pensierosa.

Kry333.

StAkuro. (adorabilmente straziante? XD Beh, diciamo che l’intento era quello! Grazie per aver recensito! <3).

 

Ed un grazie anche a coloro che hanno messo questa fic nei preferiti. Un commentino, visto che questo è l’ultimo capitolo, me lo lasciate? Eh? *-* XD.

Concludo qui. Ricordate che il SasuSaku è metal ed hentai allo stato puro u.u

Dedicata ad ogni Black Panthers, perché noi non ci estingueremo mai!

*cala il sipario con l’inno nazionale*

Rory.

 

  
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