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Autore: Milkendy    24/01/2015    2 recensioni
La famiglia Morris si stava preparando per una gita scolastica in montagna, che portava tutti i ragazzi londinesi, che avevano aderito, in un campo che sarebbe durato un mese.
Tratto da "Le Cronache di Narnia"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Chronicles of Sattil – the awakening
(Le Cronache di Sattil – il risveglio)

1. Where is Lucas?

(Dov’è Lucas?)  
    
 
La famiglia Morris si stava preparando per una gita scolastica in montagna, che portava tutti i ragazzi londinesi, che avevano aderito, in un campo che sarebbe durato un mese.
«Sbrigati Mickey! Rylan è già pronto, e anche Jill» si sgolava la madre dei tre ragazzi, sulla porta, pronta per partire.
«Jill non è ancora pronta, si sta mettendo le scarpe» ribatté il figlio.
«Sono sempre più pronta di te, che stai cercando i pantaloni!» s’intromise la sorella.
«Che cazzo dici? Li sto mettendo!» ricevette in risposta.
«Mickey, le parole!» sgridò la madre, scuotendo la testa, stufa dei loro continui battibecchi.
«Al diavolo tu e le tue parole per bene, mamma»
«Dove hai lasciato il mio zaino?» intervenne Rylan, che camminava per la casa come un disperato.
«Non lo so, Rylan, dove lo hai lasciato tu prima» rispose la madre alzando gli occhi al cielo.
«Ma non c’è!»
«Allora non lo so»
«E aiutami a cercarlo!»
«Ehi, pivello, cercavi questo?» strillò con un sorriso malizioso Mickey, andando in cucina dove si trovavano gli altri, sventolando lo zaino del gemello che rischiava di cadere dal suo dito mignolo.
«Non lasciarlo cadere! Dentro c’è anche il mio cellulare!»
«Poverino» Mickey finse un’espressione triste.
Jill corse atletica fino al fratello minaccioso e gli strappò di mano lo zaino di Rylan, che la ringraziò andando a recuperarlo.
«Siamo pronti?» chiese la madre sfinita. «Avete tutto? I vostri zaini, il cellulare..?»
«Tutto» sbottò Mickey, uscendo di casa per primo e montando in macchina.
Partirono dopo aver caricato tutto nel baule.
«Mamma, perché stai facendo questa strada? Per andare al parcheggio della scuola non bisognerebbe fare quella a sinistra?» domandò Jill.
«Sì, però la madre di Annabelle mi ha chiesto se diamo un passaggio a lei e a suo cugino Vincent» rispose la madre. Annabelle era la migliore amica di Jill.                   
«Evviva!.. Ma i posti in macchina sono cinque, e se viene anche Vincent siamo in sei»
«Non ti preoccupare, basta tirare fuori i due sedili in più dietro»
«Due sedili in più?»
«Che stupida, non sa nemmeno che questa è un’auto da sette posti» disse Mickey.
«Tu stai zitto»
«E voi non ricominciate!» strillò la madre in preda a una crisi di nervi.
Da quando il marito era partito per lavoro fino in Germania, dove ci sarebbe rimasto per due mesi interi, la signora Stephanie doveva occuparsi dei tre figli tutta sola.
Ci fu silenzio fino all’arrivo di casa di Annabelle, che appena suonarono il campanello, uscì festosa con suo cugino Vincent, che conosceva bene la famiglia Morris ed era amico soprattutto dei due gemelli, nonostante avesse 16 anni e non 17 come loro.
«Anna!» urlò Jill, abbracciando l’amica appena si sedette vicino a lei, nei due posti aggiunti dietro.
Vincent si era seduto in mezzo a Mickey e Rylan, che ordinarono di accendere la musica che volevano loro a tutto volume.
«Ho portato anche i trucchi! E le salviette, non mi azzarderò a mangiare al sacco con le mani sporche» disse subito Annabelle.
Jill rise, e chiacchierarono per i seguenti dieci minuti, fino all’arrivo al parcheggio della scuola, dove sarebbe partito l’autobus da un momento all’altro.
«Forza ragazzi, salite» disse la madre, abbracciando e riempiendo di baci i tre figli, che si lamentarono disgustati, soprattutto Mickey. Prima di salire, Brina, la ragazza di quest’ultimo, corse ad abbracciarlo forte. Lei non sarebbe partita con loro, perché odiava le gite scolastiche, soprattutto in montagna.
Annabelle si girò dall’altra parte, per non vedere le loro smancerie. Era da sempre innamorata di Mickey, ma lo sapeva solo Jill.
«Mi raccomando, pensa a me» ripeteva Brina al ragazzo, che le accarezzava la schiena.
Si salutarono con un bacio mieloso durato sì e no dieci secondi, e poi salirono sull’autobus, prendendo i posti liberi verso il fondo.
Quando partirono erano più o meno le nove e trenta del mattino, dove il sole già scaldava l’inizio di quella trepidante avventura.
 
Tre ore dopo, l’autobus si fermò ai pressi di una grande casa, che stava vicino a un bosco.
«Ragazzi, ora ascoltatemi» gridò l’adulto responsabile della gita, circondato da tutti gli animatori, che avrebbero guidato i ragazzi in giochi e avventure.
Calò un silenzio interrotto da qualche bisbiglio.
«Adesso, prima di portare i vostri bagagli nell’hotel, dividetevi in gruppi da massimo cinque persone. Dopo aver fatto questo, scendete insieme al vostro gruppo e prendere la prima tenda che vi capita con il necessario per montarla. Una notte a settimana dormiremo nella tenda, nel bosco, mentre il resto dei giorni nell’hotel. Di questa settimana faremo proprio oggi di dormire in tenda, quindi montatela e poi vi dirò cos’altro fare»
Annabelle guardò Jill, che ricambiò lo sguardo titubante.
«Ragazzi, volete venire con noi? Le nostre amiche sanno già con chi stare, e altrimenti rimarremmo sole» iniziò Jill, facendosi coraggio e appoggiando pigramente la testa sul braccio di Rylan, molto più alto di lei e difficile da raggiungere in altezza.
I due gemelli si fissarono un attimo.
«Per me va bene» esclamò Vincent.
«Sì, d’accordo. Ma solo per dormire in tenda. Il resto del tempo starò con i miei amici» disse Mickey.
«Anche io» annuì Rylan, accarezzando la testa di sua sorella, che lo strinse in un abbraccio.
«Andiamo a montare questa cazzo di tenda»
Il linguaggio di Mickey non fu approvato dal responsabile della gita, Christopher, che lo ammonì con uno sguardo.
La prima tenda che trovarono fu una grigia, completamente grigia.
Rylan, il più intelligente tra i cinque, iniziò a guardare le istruzioni mentre gli animatori passavano avanti e indietro tra i ragazzi guardando come si applicavano.
«Che nerd, stai sbagliando, questo pezzo va qui» brontolò Mickey rivolgendosi al gemello.
«Non è vero, qui il nerd sei tu, lasciami fare»
L’altro se ne infischiò appoggiandosi al tronco di un albero, mettendosi a chiacchierare con Vincent.
«Anna, ci sei? E’ da mezz’ora che cerco di parlarti e tu stai sempre a fissare mio fratello»
Ancora nessuna riposta, così Jill si piantò davanti al campo visivo dell’amica.
«Ehi!» esclamò infastidita.
«Smettila di guardare Mickey»
«Ma che dici?»
«Si vede che lo stai guardando, e se ne accorgerà anche lui se non la smetti» spiegò comprensiva ad Anna.
«Uffa»
«Finito!» Rylan fece sobbalzare le due amiche.
La tenda era perfettamente montata, abbastanza grande da contenere cinque sacchi a pelo.
Anche qualcun altro gruppo aveva finito, mentre alcuni non sapevano neanche come iniziare.
Christopher si addentrò nel boschetto.
«Ragazzi, smettete un attimo di fare quello che state facendo»
I gruppi alzarono lo sguardo.
«Avete visto Lucas Merrinos?»
Si alzò un coro di “no”.
Gli animatori iniziarono a fare l’appello, ma arrivati al nome di Lucas, nessuno disse “presente”.
«Siete sicuri che sia partito con noi?» chiese Christopher.
«Certo, era seduto vicino a me!» disse un ragazzo dai capelli ricci.
«Da quando non l’hai più visto?»
«Da quanto siamo arrivati, ha detto che avrebbe montato lui la tenda, e quando io e il mio gruppo siamo scesi per vedere il nostro accampamento, non l’abbiamo più visto, così vi abbiamo avvertiti»
«Capisco.. Beh, la cosa migliore da fare è che ogni gruppo vada con un animatore a cercare Lucas»
Jill rabbrividì, il campo era già iniziato male se era scomparso un ragazzo.
«Si sarà perso, quel cretino» borbottò Mickey. «Non ho voglia di fare chilometri solo per quello sfigato che..»
«Basta, se fosse successo a te saresti contento?» domandò la sorella.
«A me non succede»
Jill tornò in fondo al gruppo da Annabelle, e iniziarono ad addentrarsi nel bosco, seguiti da Andrew, un animatore.
Per i primi venti minuti si sentirono molte voci gridare “Lucas! Dove sei?”, ma dopo un po’ si stancarono, per paura di rimetterci la voce.



Angolo autrice
Salve a tutti, eccomi qui con una nuova storia.
So che forze rischio di non continuare più l'altra (NON SUCCEDERA' MAI), ma mi è brillata un'idea in testa che avevo da parecchio e mi sono messa a scriverla. L'ho pubblicata perché non so se continuarla, mi baserò sui vostri consigli.
Come avete visto, questa storia originale è fantasy. Ma io, che sono una tipa romantica, ci aggiungo anche un po' di romanticismo.
E' ispirata a "Le cronache di Narnia", come potete dedurre dal titolo, ma vi assicuro che poi il contenuto è completamente diverso, forse noterete qualcosa che potrebbe assomigliargli, ma credo pochissimi particolari.
Spero vi piaccia, ci ho messo molto a scriverlo.
Non so quando aggiornerò, e soprattutto se aggiornerò, perché voglio essere sicura se ne vale la pena.
A presto!
Milkendy


 
   
 
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