Fumetti/Cartoni americani > Le avventure di Winnie the Pooh
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Autore: squarciecicatrici    26/11/2008    15 recensioni
Il dolce orsetto amante del miele...cosa farà se non lo ottiene?
Una breve storiella per mostrare tutta la sua cattiveria...
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era una terribile notte di pioggia

Era una terribile notte di pioggia. Nel Bosco dei Cento Acri ogni albero era sotto la forza impressionante del vento e dell’acqua, che veniva giù pesante e in vena di devastazione.

Pimpi guardò fuori dalla finestrella della sua casa, situata nella cavità di un albero.

“Sp-speriamo che f-finisca p-presto…”

Un’improvvisa successione di fulmine-tuono lo fece sobbalzare e rintanare sotto al letto, in preda allo sconforto.

“Vorrei t-tanto che tu fossi qui c-con me, orsetto Pooh…”

Toc.

Toc.

Toc.

I colpi alla porta risuonarono profondi ed echeggianti.

“C-chi sarà…?”

Si avvicinò lentamente alla porta, e appena la aprì, si spalancò con violenza, rivelando sulla soglia una figura scura e imponente, almeno dalla visuale del povero Pimpi. Gridò con tutta la forza che aveva nei polmoni.

-Pimpi, che ti prende? Sono io, Pooh.

Richiuse la porta alle sue spalle, e Pimpi poté vedere la figura familiare dell’orsetto suo amico, che si toglieva l’impermeabile bagnato.

-Oh, orsetto Pooh! Ho avuto t-tanta paura!

-Oh, sciocchino. Sono venuto a trovarti. A casa mi sentivo solo…

Si abbracciarono amichevolmente, e si sedettero sul piccolo divano di Pimpi.

-Senti, Pimpi…

Pooh si massaggiò il pancino.

-…non è che avresti un po’ di miele? Sai, io a casa l’ho finito…

-No, orsetto P-Pooh, dovevo andarlo a p-prenderlo o-oggi, ma c-con questo t-tempo non…

-Oh, che peccato…

L’orsetto gli mise una zampa sulla spalla.

-È proprio un peccato…Pimpi, mio caro, caro, Pimpi…

Il piccoletto sentì una stretta attanagliante intorno al suo collo, che gli faceva mancare il fiato. Si divincolò, tentò di liberarsi, ma fu tutto inutile. Il corpo svenuto di Pimpi stramazzò sul pavimento con un tonfo. Pooh lo raccolse, e lo portò sul tavolo della piccola cucina. Aprì un cassetto a caso, e trovò ciò che cercava al primo colpo. Estrasse un magnifico coltello da carne, affilato ed elegante come solo una lama d’acciaio può essere. Immobilizzò braccia e gambe a Pimpi con dello scoch, mentre quest’ultimo si stava riprendendo debolmente.

-Pooh…! Che c-cosa…?!

-Oh, Pimpi, sta’ calmo. Va tutto bene…però tu non hai il miele.

Impugnò il coltello, e lo appoggiò sul petto pulsante e minuscolo del maialino.

-No, P-Pooh…

Non ebbe neppure la forza di gridare quando sentì il metallo freddo della lama tagliargli la carne, e penetrare nel suo corpo, giù, fino in fondo, aperto in due come una mela. Alzando appena la testa poté vedere i suoi organi fuoriuscire, colare sul legno del tavolo come putrido miele dorato…

 

 

 

-UHUHUHHH!!! PIMPI BELLO!!! SONO IO, TIGRO!!!  

Nessuno venne ad aprirgli. Tigro smise di saltellare sulla coda. Era piuttosto strano che il piccolo maialino rosa non avesse risposto. Fuori era una magnifica mattinata, senza alcuna traccia della tempesta del giorno prima. Provò ad aprire la porta, e ci riuscì senza fatica.

-Yuhuuu? Pimpi bello? Dove sei?

Andò nel salotto. Niente. Ma avvertì che c’era una strana atmosfera nell’aria.

Si diresse in cucina.

Inorridì dinanzi a quell’orrendo spettacolo: sul tavolo in legno il piccolo corpo di Pimpi era riverso in un mare di sangue; gli organi interni, nessuno escluso, erano anch’essi sparsi sul piano, una mistura putrida e marcia che emanava un odore terrificante…

 

  
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