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Autore: dreamyD    25/01/2015    7 recensioni
Sequel di "Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti che il sole esiste per tutti".
Continuano le avventure dei Malandrini e Sunshine, avete voglia di seguirli?
Siate buoni e recensite!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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Di chiacchiere, scommesse e scoperte

 

 

 

Frank e Alice se ne stavano seduti in disparte in un angolo della Sala Comune, troppo intenti a chiacchierare per prestare davvero attenzione ai libri aperti davanti a loro.

Erano passate già quasi tre settimane da quando erano ritornati a Hogwarts e i professori non sembravano voler far loro dimenticare il fatto che quell'anno li aspettavano i G.U.F.O., caricandoli quindi di compiti.

«Sicura che alle tue amiche non dispiaccia se studi con me?» domandò Frank, osservando Lily e Mary che uscivano dalla stanza dirette in Biblioteca.

«Non preoccuparti, a loro va bene così.» lo rassicurò Alice, stringendogli la mano.

«Dove sono le altre?» chiese il ragazzo, guardandosi attorno.

«Marlene è ad un appuntamento. Non chiedermi come abbia fatto a procurarsene uno così velocemente, ma è la verità.» rispose Alice.

«Non vedo perchè un ragazzo dovrebbe aspettare per chiedere di uscire ad una bella ragazza come lei, Ali. È diventata ancora più alta durante l'estate.»

«Devo essere gelosa, Frank Paciock?» ridacchiò Alice, colpendolo ad un braccio.

«Neanche fra cent'anni Alice Prewett.» rispose serio Frank, baciandola dolcemente e facendola arrossire.

«Sunshine invece è sparita, come al solito. Noi sospettiamo a questo punto che abbia una relazione segreta, di cui forse è a conoscenza solo Lily.» proseguì Alice.

«Un'altra? Quella ragazza ha dei seri problemi con la segretezza.» esclamò stupito Frank.

«Non parlare così, Frank! Ogni tanto mi ricordi un po' troppo James, sai?» lo rimproverò Alice, lanciandogli un'occhiataccia.

«Scusami Ali, passo troppo tempo a dormire con loro. Le vibrazioni negative si assorbono di notte.» sorrise Frank.

«E ora sei Sirius. Dov'è finito il mio Frank?» si lamentò la ragazza, imbronciandosi.

«Proprio qui.» mormorò Frank, sporgendosi e baciandola ancora.

«Frank Paciock non so cosa ti sia successo da quando ci siamo messi insieme, ma Merlino non tornare indietro.» soffiò Alice diversi attimi dopo, facendolo sorridere soddisfatto.

«E di Lily? Che mi dici di lei? È cambiata molto anche lei durante l'estate.» rilanciò il ragazzo per cambiare discorso.

«Sembra più felice vero? Non credo sia la verità però, ma credo che stia imparando ad amarsi un po' di più. Sai la situazione con sua sorella...non le rende la vita molto facile, ecco. Però forse sta finalmente imparando a non ascoltarla.»

«Sembra anche più...libera. Il rispetto delle regole è sempre assoluto, ma sembra più aperta.» osservò Frank.

«Oh te lo assicuro, il rispetto delle regole non è mai stato assoluto! Solo che forse si sta davvero lasciando un po' andare.»

«Forse sta crescendo e basta.»

«E forse prima o poi imparerà anche ad apprezzare i Malandrini.» aggiunse Alice.

Frank la guardò per un'istante, ma non riuscì a trattenersi molto prima di scoppiare a ridere.

«Hogwarts senza i loro litigi è inimmaginabile, Ali.» rise il ragazzo.

«Oh, io penso che lei e James sarebbero una coppia dolcissima! E se non fossero tutti così ostinati ci divertiremmo tutti molto di più.» si impuntò la Grifondoro.

«Questo è assicurato, ma non credo avverrà molto presto.» cedette Frank.

«Neanche io, ma non bisogna mai smettere di sperare no? Te lo immagini come sarebbe? Potremmo stare tutti insieme a divertirci con i Malandrini e con le ragazze. Magari Sunshine farebbe pace con loro e Lily diventerebbe più permissiva e si innamorerebbe di James e si sposerebbero e farebbero tanti bambini e...»

«Ali, Ali frena!» la bloccò il suo ragazzo ridendo.

«Scusa, mi sono lasciata trasportare dalla bellezza della scena. Okay lo ammetto, sembra impossibile, ma io so che non lo è. Lo vedrai.» ribadì decisa Alice.

«Scommettiamo?» la provocò Frank.

Solo che con sua grande sorpresa la ragazza accettò.

«Okay. Scommetto che prima della fine del sesto anno sapranno parlarsi civilmente e che prima della fine del settimo saranno insieme.» ribatté con forza la Grifondoro.

«Secondo me invece non andranno oltre le cortesie d'obbligo per il fatto che avranno amici in comune.» replicò Frank. «Dieci galeoni.»

«Venti.» rilanciò Alice.

«Andata.»

«Te lo ricorderò tra due anni, tesoro.» disse sicura Alice, scrivendolo su un pezzo di carta e mostrandolo a Frank prima di infilarselo in tasca.

I due si strinsero seriamente la mano, guardandosi dritti negli occhi, ma poi scoppiarono a ridere.

«Se mai lo scoprirà, Lily mi ucciderà.» esclamò Alice tra le risate.

«Faremo in modo che non lo scopra allora.»

«Ti ricordi com'eravamo cinque anni fa? Eravamo piccoli e sperduti e così diversi!» sospirò Alice.

«Io dormivo in Sala Comune quasi tutte le notti e tu eri amica solo di Mary.» ricordò Frank scuotendo la testa.

«In realtà avevo un po' paura di lei, era tremenda.» confessò Alice con un sorrisetto.

«Anche a me faceva paura, ma a quel tempo mi faceva paura anche Remus, quindi forse non sono un gran parametro di lettura.» rise il ragazzo.

«In realtà era piuttosto spaventosa. Voleva dimostrare dieci anni in più di quelli che aveva, si comportava da gran donna vissuta ed era talmente fissata con i vestiti e il trucco!»

«E con Sirius.» aggiunse Frank.

«Non lo lasciava in pace un secondo!» rise Alice «Però adesso le è passata.»

«A me fa ancora paura.» scherzò Frank, facendo una smorfia divertita quando Alice lo colpì al braccio di nuovo.

«Non essere antipatico, Frank! Ora non fa più paura, è simpatica e dolce e gentile. Ok, forse non proprio dolce e gentile, ma è un'ottima amica!» esclamò la ragazza, lanciandosi alla difesa dell'amica.

«E non le piace più Sirius.» ribadì l'altro.

«Esatto.»

«Sinceramente non capisco come faccia a piacere a tante ragazze. Sirius intendo.» considerò Frank con aria pensierosa.

«Bè è oggettivamente piuttosto bello.» cominciò Alice.

«E questo basta a far cadere tutte ai suoi piedi?»

«Ed è bravo ad affascinare le ragazze con i suoi modi galanti. È piuttosto piacevole quando vuole una ragazza.»

«Devo essere geloso, Alice Prewett?» chiese Frank, ripetendo ciò che aveva detto la sua ragazza pochi minuti prima.

«Neanche fra cent'anni, Frank Paciock.» rispose lei con un sorriso.

Diversi minuti (e diversi baci) dopo, Alice riportò gli occhi al libro aperto davanti a lei, il respiro corto e le guance rosse.

«E i tuoi amici Malandrini? Che fanno?» domandò, cercando di coinvolgere Frank in una conversazione per evitare altre...distrazioni inconvenienti.

«Da quello che ricordo sono anche i tuoi amici, Ali.» fece notare il ragazzo con un sorrisetto.

«Ma io non ci dormo insieme.» sbuffò Alice.

«Spero.»

«Non fare il cretino, Frank.» ridacchiò la ragazza, alzando gli occhi al cielo.

«Ci proverò. Comunque non so cosa stiano facendo. C'è mai qualcuno che lo sa veramente, a parte loro stessi?» disse il Grifondoro.

«Su questo hai ragione.» gli concesse l'altra, sistemandosi distrattamente i capelli, intenta a guardarsi attorno nella Sala Comune.

Frank rimase immobile ad osservarla, perdendosi nella sua figura. Ogni tanto gli succedeva: si distraeva guardandola, osservandola arricciarsi una ciocca di capelli attorno a un dito, o aggrottare le sopracciglia, persa in un pensiero profondo, o nascondere uno sbadiglio dietro alla mano, sbattendo gli occhi con aria stanca. Era così bella.

«Frank?» il suono del suo nome lo riportò alla realtà e il ragazzo si costrinse a distogliere gli occhi dal dolce profilo del volte della sua ragazza.

«Scusa, mi sono distratto. Comunque secondo Remus qualcosa non va.»

«Qualcosa non va? In che senso?» chiese Alice, improvvisamente preoccupata.

«Dice che ultimamente sono strani, James, Sirius e Peter. Dice che aspettano che lui si sia addormentato e poi sgattaiolano via per andare chissà dove. Altre volte smettono di parlare quando lui entra in camera. Altre ancora si scambiano sussurri e occhiate cercando di non farsi vedere da lui. Remus non lo dice, ma credo che abbia paura che stiano cercando di escluderlo, di buttarlo fuori.» spiegò Frank.

«Ma non lo farebbero mai! Essere un Malandrino è per sempre, no? Non è questo che ha detto James una volta?» protestò Alice, infiammandosi.

«Io lo so questo, ma sai com'è fatto Remus. Sembra avere l'autostima di...bè me al primo anno.» replicò Frank, cercando di farla sorridere.

«Sei migliorato parecchio anche in quel campo, effettivamente.» considerò con tono affettuoso Alice.

«Tutto merito tuo, Ali.» rivelò Frank, sporgendosi per rubarle un bacio e farla arrossire di nuovo.

Era così adorabile.

«Smettila, Frankie. Stiamo parlando di cose serie. Secondo te che sta succedendo allora? Come mai si comportano in questo modo?» domandò Alice, spingendolo via, anche se con una certa riluttanza.

«Non sarò mai capace di entrare nella testa di quei pazzi, Ali. Sono sicuro che non stanno cercando di escludere Remus, ma non giurerei su nient'altro. Forse ora che è un Prefetto vogliono tenerlo fuori dalle loro faccende..meno pulite per non metterlo in difficoltà. O forse gli stanno facendo una sorpresa. O uno scherzo. Sinceramente non so quale sarebbe la cosa peggiore.»

«Se solo voi ragazzi vi parlaste! Magari se faceste come noi ragazze non avreste tutti questi problemi.» sbottò con aria irritata Alice.

«Voi ragazze avete problemi tanto quanto noi, nonostante tutte le vostre grandi conversazioni. Devo ricordarti di Sunshine?» replicò piccato Frank.

«Hai ragione. Siamo tremende quasi quanto voi.» sospirò la ragazza.

«Finirà tutto bene, vedrai.» la rassicurò Frank, attirandola verso di lui e baciandola lievemente su una tempia.

«Lo so. Tu sei qui.» mormorò Alice in risposta, appoggiando la testa alla sua spalla e chiudendo gli occhi.

Sarebbe andato tutto bene finchè lui sarebbe stato con lei.

Lo sapeva.

Lo sentiva e basta.

 

**

 

«Allora, cosa succede?» la domanda di Lily prese Remus alla sprovvista, facendolo quasi inciampare nei suoi piedi.

«Scusa?» balbettò, recuperando l'equilibrio sotto lo sguardo leggermente divertito della ragazza.

«Hai passato tutta la sera a sospirare e inciampare, Remus. Chiunque si accorgerebbe che qualcosa non va.» spiegò Lily con voce dolce, chiedendosi se per caso non si stesse intromettendo troppo negli affari dell'altro.

Certo, non erano mai stati in rapporti troppo stretti, ma non avevano mai nemmeno avuto una relazione tremenda come quella che c'era tra lei e James o Sirius. Avevano studiato spesso insieme, soprattutto quando Sunshine era ancora amica dei Malandrini e aveva imparato ad apprezzarlo: era una persona gentile, riservata, intelligente, disponibile. Aveva sempre una strana nota dolente nella voce, come se si portasse dietro un grande e pesante segreto, ma questo non gli impediva di avere un sorriso aperto e luminoso. Era un bravo ragazzo e Lily sperava di poterlo considerare almeno un po' come suo amico.

E ora lei era preoccupata per il suo amico.

Quando avevano prenotato il turno della ronda insieme, Lily aveva sperato che questo avrebbe reso il nuovo compito meno pesante, più leggero e divertente. Magari girovagare per la scuola al buio in cerca di studenti che violavano il coprifuoco non sarebbe stato così tremendo se avesse avuto un amico di fianco a lei. Certo, non aveva immaginato che avrebbe passato la maggior parte del turno in silenzio, cercando di immaginare che cosa tormentasse Remus e salvandolo da diverse cadute rovinose dalle scale.

Ora erano quasi alla fine del giro e si stavano di nuovo avvicinando alla Sala Comune e lei aveva deciso che valeva la pena provare almeno a chiedere. Al massimo le avrebbe detto di farsi gli affari suoi, no?

«Sono solo stanco, Lily.» mormorò Remus.

Certo, doveva aspettarselo. Non voleva parlarne.

Non c'era alcun problema, davvero. In realtà non le interessava nemmeno poi così tanto. O forse era vero. Dopotutto era piuttosto tardi e forse lui desiderava solo andare a dormire, non sentirsi porre domande invadenti da una ragazza con cui qualche volta si era trovato a studiare.

Certo aveva senso. Era solo stanco.

Certo. Pffh.

«Puoi parlare con me, lo sai vero?» ecco brava Lily, fagli pressione! Così ora lui si sarebbe sentito in obbligo di dire qualcosa e...perchè diavolo non sapeva controllare la sua boccaccia? Era evidente che qualcosa non andava con Remus ed era altrettanto evidente che lui non voleva parlarne, quindi perchè insistere? Era stanca anche lei, lo capiva. Davvero.

«Certo che lo so, grazie Lily, davvero. Sono solo stanco però, sul serio. Ho anche un forte mal di testa, credo che andare a dormire sarà la cosa migliore.» spiegò Remus, pur sapendo che per quel genere di mal di testa una notte di sonno non sarebbe servita a niente. Se anche fosse riuscito a dormire per una quantità sufficiente di ore, la mattina dopo si sarebbe svegliato sentendosi ancora peggio. Maledetta luna piena.

«Vuoi che passiamo da Madama Chips? Potrebbe darti qualcosa per il mal di testa, o per farti dormire.» suggerì Lily ansiosa.

«Non preoccuparti, Lily. Non vale la pena disturbare Madama Chips per questo. Una notte di sonno e sarò come nuovo.» la rassicurò Remus, consapevole di star mentendo. Anzi, era vero che non valeva la pena disturbare Madama Chips, ma di certo non si sarebbe svegliato come nuovo.

«Se i tuoi compagni di stanza ti lasceranno dormire...» borbottò Lily, a conoscenza della confusione che i suoi amici potevano creare agli orari più improbabili.

«Non preoccuparti per loro, Lily. Non mi disturberanno.» sospirò il ragazzo.

Lily aggrottò le sopracciglia, perplessa. Perchè sembrava così abbattuto ora? Qualcos'altro non andava? Aveva per caso litigato con i Malandrini?

No, non poteva intromettersi di nuovo. Aveva già domandato abbastanza e Remus sembrava ancora più stanco di prima mentre si strofinava gli occhi rossi. Aveva davvero una pessima cera.

E lei aveva un autocontrollo tremendo.

«Qualcosa non va con i tuoi amici? Avete litigato?» domandò cautamente.

«Cosa? No.» esclamò Remus, anche se non sembrava convinto quanto avrebbe voluto essere. Allora qualcosa era storto con i Malandrini! Però ora davvero non poteva più fare domande. Non poteva e basta. E poi improvvisamente fu Remus a parlare, anche se la sua voce rimase talmente bassa da far dubitare a Lily che quelle parole fossero davvero rivolte a lei.

«Sono così distanti ultimamente. Scappano sempre appena vado a letto, non mi dicono niente. Vorrei davvero sapere che cosa stanno combinando.»

Potter e Black stavano facendo qualcosa che non volevano che Remus conoscesse? Questa non poteva essere una buona cosa, no no no. Stavano facendo o una cosa tremendamente illegale, troppo persino per loro, o qualcosa ai danni di qualcuno che Remus avrebbe voluto fosse lasciato in pace. Non sarebbe finita bene, per niente, se lo sentiva. Normalmente sarebbe stata preoccupata se avesse saputo che i Malandrini erano all'opera su qualcosa, ma sapere che l'intera faccenda fosse stata privata della ragionevolezza di Remus...bè era un pensiero piuttosto spaventoso. Lily sentì il panico agitarsi dentro di lei, mentre cercava ansiosamente di trovare un modo per scoprire cosa stessero facendo e porre fine al tutto, ma non poteva certo presentarsi dai tre e chiederglielo! E aveva già scoperto di essere una spia tremenda quindi non sarebbe mai stata capace di capirlo per conto suo.

Dannazione, doveva fare qualcosa, ma cosa?

«Remus, se i tuoi amici stanno combinando qualcosa di..» cominciò Lily, cercando di suonare più calma di quanto non fosse davvero, senza molto successo.

«Per favore, Lily, lascia perdere. Davvero. Me ne occupo io di loro. Non metterti in mezzo.» la bloccò l'altro seccamente. Lily rimase qualche secondo immobile, sorpresa per la sua improvvisa durezza. Si era forse arrabbiato con lei? Certo, ne avrebbe avuto ogni diritto, al contrario di lei che si metteva a chiedere tutto ciò che le passava per la testa senza rispettarlo! Doveva essere la stanchezza, decisamente. Non poteva semplicemente essere diventata una persona così maleducata,, da un momento all'altro, senza preavviso.

«Perdonami, non volevo essere invadente.» mormorò contrita, continuando a rimproverarsi mentalmente.

«No, scusami tu. Tu stai solo cercando di essere una buona amica e un buon Prefetto, lo capisco. Sono solo stanco.» sospirò Remus, passandosi una mano sugli occhi stanchi.

Doveva arrivare al suo letto il prima possibile, prima di cadere lì a terra, esausto e dolorante. Quella luna piena si annunciava già tremenda.

«Andiamo a dormire allora.» lo incoraggiò Lily, precedendolo all'interno della Sala Comune deserta.

Era molto tardi e tutti erano probabilmente a dormire, così la grande stanza era vuota e silenziosa, solo i resti del fuoco scoppiettavano piano nel camino.

Remus si guardò attorno. Per un momento aveva sperato che sarebbe entrato e gli altri sarebbero stati lì ad aspettarlo, curiosi di sapere com'era stato fare il suo primo giro di ronda, di cosa aveva parlato con Lily (anche se forse questo sarebbe stato un desiderio solo di James) e se per caso fosse successo qualcosa di interessante o avessero scoperto qualcuno a pomiciare in uno sgabuzzino per le scope.

Invece non c'era nessuno.

Il ragazzo aveva ancora una piccola speranza che i tre fossero i camera a dormire, o magari ad aspettarlo lì, ma ormai non ci credeva più davvero. Chi voleva prendere in giro? I suoi amici si stavano comportando sempre più stranamente ed era evidente come non volessero passare del tempo con lui e probabilmente non aspettassero altro che una scusa per poterlo escludere dal gruppo. Del resto che se ne potevano fare di lui? Prima almeno poteva essere di qualche utilità nella pianificazione delle loro malandrinate, ma ora? Ora che era un Prefetto probabilmente credevano che se l'avessero coinvolto lui avrebbe come minimo spifferato tutto ai professori e magari li avrebbe anche messi in punizione! Se fosse stato in loro, anche lui si sarebbe cacciato.

«Ehi Remus? Ti senti bene?» la domanda sommessa di Lily lo fece sobbalzare e Remus si rese conto di essersi fermato alla base delle scale che portavano al dormitorio dei ragazzi, un piede sul primo scalino e una mano sul corrimano, immobile. La ragazza lo guardava da poco più in alto, sulla scala delle ragazze.

«Sì, non preoccuparti. Buonanotte, Lily.» rispose il ragazzo, riuscendo anche a sfoderare un mezzo sorriso convincente.

«Buonanotte.» forse però non abbastanza convincente da imbrogliare l'altra Grifondoro, che mantenne il suo sguardo preoccupato fisso su di lui finchè non fu scomparso.

Remus si bloccò di nuovo di fronte alla porta del Dormitorio, prendendo un respiro profondo prima di allungare la mano verso la maniglia.

Cosa avrebbe trovato lì dentro? Letti vuoti o i suoi amici? Non sapeva cosa temeva di più, se l'ennesima prova del fatto che stessero portando avanti un qualche tipo di progetto senza di lui o l'agonizzante prolungarsi di una falsa amicizia nei suoi confronti.

«Ehi Remus! Sei tornato finalmente.» il saluto entusiasta di James lo colpì come un pungo e Remus fu tentato di richiudere la porta e scappare via. Sembrava così sincero.

«Te la sei spassata con la Evans, eh?» lo prese in giro Sirius, ottenendo in cambio una cuscinata da parte di James.

«Ci hai messo davvero tanto.» aggiunse Peter con uno sbadiglio. «Frank si è addormentato secoli fa.»

I tre se ne stavano seduti sul letto di Remus, in mezzo a diverse involucri vuoti di Cioccorane e caramelle di altro tipo, un paio di riviste sul Quidditch e la Mappa del Malandrino. Frank invece dormiva nel letto, probabilmente avvolto da un incantesimo insonorizzante.

«Pensavo dormiste già.» considerò cautamente Remus avvicinandosi e sedendosi accanto a Sirius, che si era spostato per fargli posto.

«A letto prima di sapere che cosa ti aveva detto Lily in tutto questo tempo? Neanche per sogno!» disse deciso James, facendo sbuffare Sirius.

«Di certo non ha parlato di te, cretino.» disse quest'ultimo, con il tono di chi lo ripete per la centesima volta.

«Solo perchè sarebbe sembrata troppo ovvia! Aspetterà la prossima occasione, vedrai.» affermò convinto James, cercando di farlo cadere dal letto e riuscendo solo a far precipitare qualche figurina e una delle riviste.

«Se non la smettete, come fa Remus a dirci com'è andata?» li richiamò Peter logicamente, guadagnandosi una smorfia da entrambi gli amici.

«In realtà non ho molto da dire. Non abbiamo parlato molto e non abbiamo trovato nessuno negli sgabuzzini. Solo un paio di ragazzi che sgattaiolavano fuori dal bagno dei Prefetti.» mormorò Remus scrollando le spalle. Voleva solo andare a letto.

«Bagno di cui non ci hai ancora voluto dire la parola d'ordine!» ricordò con tono risentito Sirius.

«Parola d'ordine che non vi dirò. Ora possiamo andare a dormire?» supplicò debolmente Remus.

I tre si scambiarono un'occhiata e poi lo osservarono con la stessa espressione preoccupata in volto.

«É domandi vero?» domandò con tono più sommesso e serio James.

Remus annuì mestamente e poi si alzò, deciso ad andare in bagno e poi dritto a letto.

«Puoi andare da Madama Chips anche ora, se vuoi. Ti accompagniamo.» propose Sirius, seguendo il suo passo incerto con lo sguardo.

«Perdere un giorno di lezioni è già abbastanza, Sirius. Voglio solo andare a letto.» si oppose Remus, anche se il miraggio della pozione sonnifera di Madama Chips lo tormentava incessabilmente.

«Come vuoi.» si arrese Peter, mettendo velocemente a tacere le proteste che di sicuro erano già pronte sulle punte delle lingue di Sirius e James.

Con un cenno di ringraziamento nei suoi confronti Remus si chiuse in bagno, ma anche se una robusta porta di legno e diversi metri lo separavano dagli amici, riuscì comunque a sentirli discutere in sussurri tra di loro, benché non riuscisse a distinguere neanche una parola. Sembrava che Sirius stesse cercando di convincere gli altri due di qualcosa, ma gli altri non sembravano per niente convinti.

Peter parlava con tono lamentoso, quasi come se si stesse scusando di qualcosa, come se si sentisse in colpa, mentre James si opponeva in modo deciso, tanto che Remus riuscì a sentire diversi e chiarissimi “no”.

Solo quando Sirius sembrò ormai prossimo a cedere, Remus decise di aprire la porta e tornare tra loro. Inutile dire che la conversazione cessò all'istante, anche se Sirius non smise di sembrare piuttosto seccato e Peter abbastanza colpevole.

Senza aggiungere una parola però i tre si alzarono dal suo letto, liberandolo dalle loro cose, e gli augurarono in toni leggeri la buonanotte.

Nonostante i dolori che lo affliggevano e le continue domande che gli vorticavano in testa, Remus si addormentò quasi immediatamente, esausto.

James invece, al contrario degli amici, rimase sveglio piuttosto a lungo, gli occhi fissi sul raggio di luce lunare che attraversava il pavimento, arrivando fino ai piedi del letto di Peter.

Era arrabbiato. Arrabbiato con Sirius, arrabbiato con Peter, arrabbiato con sé stesso.

Sapeva che era stupido esserlo, ma non poteva farci niente.

Era arrabbiato con Sirius perchè continuava ad insistere, anche se sapeva benissimo che non erano sufficientemente pronti. Arrabbiato con Peter perchè era così imbranato, anche se non era colpa sua. E arrabbiato con sé stesso perchè nonostante tutti i suoi sforzi non era riuscito a condurre in porto il piano per la sera successiva.

La verità era che aveva desiderato così tanto che il piano Animagus funzionasse e diventasse operativo per quella luna piena ed era frustrante sapere che, nonostante si fossero consumati a forza di provare, non fossero riusciti a portarlo a compimento.

Fin dagli ultimi mesi dell'anno precedente avevano cominciato ad impegnarsi sempre di più, coinvolgendo sempre più spesso Peter, cercando di raggiungere nuovi risultati ogni giorno, ma era da quell'anno che si erano davvero messi all'opera. Si riunivano nella Stanza che Va e Vieni (recentemente rinominata da Peter “Stanza delle Necessità”, perchè aveva detto di aver parlato con un elfo domestico che l'aveva chiamata così) praticamente ogni notte e spesso ci erano rimasti talmente a lungo da riuscire a vedere l'alba dalle finestre dei corridoi lungo il loro ritorno verso la Sala Comune. Non riuscivano neanche più a contare quante volte avevano fatto infuriare la Signora Grassa per averla svegliata ad orari maledetti, né quante volte lei li avesse minacciati di lasciarli fuori. Probabilmente era soltanto grazie al fatto che ogni volta sembrassero completamente distrutti se erano riusciti a tornare in camera prima che Remus si svegliasse e concedersi qualche ora di sonno.

Non che questo avesse impedito a Remus di accorgersi che qualcosa non andava. I tre lo sapevano, non c'era nemmeno bisogno di chiederlo, che l'altro sospettava qualcosa, ma non potevano rivelare niente. Se avessero detto la verità lui avrebbe cercato in tutti i modi di farli desistere, di convincerli che non era necessario, che era una cosa altamente illegale nonché pericolosa, che tutti quegli sforzi erano inutili. Remus era fatto così: credeva semplicemente di non meritarsi questo genere di cose. Idea totalmente stupida, se James poteva dire la sua.

D'altra parte se avessero provato a dire una bugia avrebbero dovuto tenere in piedi non solo il progetto Animagus, ma anche qualche altro finto progetto, che avrebbe potuto anche non funzionare bene come paravento e che avrebbe solo necessitato di tempo ed energie in più che loro decisamente non avevano.

Quindi avevano dovuto optare per la strategia del silenzio che, almeno da quello che poteva osservare James, stava avendo come risultato solo quello di rendere Remus più sospettoso e depresso.

Certo, se l'intera cosa fosse finita la sera successiva sarebbe stato un altro paio di maniche: le bugie sarebbero finite, Remus avrebbe dovuto gestire il fatto compiuto e tutti sarebbero stati felici e contenti.

Invece erano in ritardo e non sarebbero mai riusciti ad unirsi a Remus sotto alla luna piena la notte successiva.

C'erano stati incidenti di tutti i tipo: dai due (potenzialmente mortali) di Sirius e Peter, a mille altri minori.

Come quella volta che James non era riuscito a far sparire le corna per quasi tre ore (tenendo svegli gli amici fino alle quattro del mattino) e anche quando era riuscito finalmente a tornare normale, gli era rimasta la sensazione di avere due rami conficcati in testa, cosa che non solo lo rendeva piuttosto irritabile, ma gli aveva dato anche dei terribili mal di testa per diversi giorni.

O come quella volta che Peter era improvvisamente rimpicciolito fino ad essere non più alto di quindici centimetri ed era quasi morto schiacciato da una pila di libri pericolanti contro cui aveva sbattuto mentre correva in giro in preda al panico. Anche per sistemare quel pasticcio c'era voluto diverso tempo, da sommare a quello per riuscire effettivamente a convincere Peter ad uscire da sotto una libreria e quello per calmarlo dopo che era ritornato della sua taglia.

O come quella volta che per qualche strano motivo James non era riuscito a mangiare della carne senza sentirsi disgustato per quasi una settimana, mangiando soltanto insalata e toast, cosa che ovviamente aveva sollevato diverse domande curiose. Aveva dovuto dire di aver perso una scommessa con Sirius, cosa piuttosto irritante di per sé se non fosse stata da aggiungere al fatto che lui odiava l'insalata.

O come quella volta che Sirius si era svegliato nel bel mezzo della notte con due orecchie pelose sulla testa e lunghi peli neri su tutto il corpo, senza avere la minima idea di come fosse successo. Era stato quasi un miracolo riuscire a sistemarlo prima che si facesse mattino e senza svegliare Remus e Frank.

Insomma, anche se nel ripensarci quegli avvenimenti potevano sembrare divertenti (ed effettivamente James non poteva negare di avere un piccolo desiderio di scoppiare a ridere in quel preciso istante), restava il fatto che li avevano rallentati.

Ora, anche se James e Sirius riuscivano circa otto volte su dieci a trasformarsi senza grossi problemi e a tornare alla loro forma umana, Peter aveva ancora molti problemi. Riusciva a trasformarsi circa la metà delle volte, ma aveva quasi sempre bisogno di aiuto per tornare indietro. E, come James aveva dovuto ricordare a Sirius più volte di quanto non gli facesse piacere, non potevano permettersi scene del genere davanti a Remus. Questo lo avrebbe soltanto spinto ancora di più verso la convinzione che quello fosse solo un gigantesco ed illegale errore.

Purtroppo quindi avrebbero dovuto rimandare tutto al mese successivo, se fossero riusciti a tenere tutto segreto per così tanto a lungo, cosa di cui al dire il vero James non era troppo sicuro.

Alla fine però, stanco e irritato, anche lui lasciò scivolare via i suoi pensieri e cadde in un sonno profondo.

 

**

 

Regulus se ne stava seduto su una delle poltrone più vicine al fuoco nella Sala Comune di Serpeverde e non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a resistere prima di scappare via. O di gettare Jared nel fuoco.

Non riusciva a credere che quel ragazzo non avesse nessun altro argomento di conversazione che non fosse quell'irritante ragazzina bionda! Eppure Jared sembrava essere capace di parlare solo di lei.

Anche in quel momento, nel bel mezzo di una stanza mediamente affollata, continuava a blaterare su cosa avessero fatto quel pomeriggio e su cosa avessero intenzione di fare il giorno seguente.

O magari per il resto della loro vita vista la lunghezza del discorso.

Regulus non stava ascoltando una sola parola, ma era piuttosto convinto di aver sentito distrattamente le parole “pic nic” e “fiori” e “goderci il sole finchè c'è”. Cosa che lo aveva abbastanza disgustato, se doveva dire la verità.

Quando era diventato amico di Jared...cioè quando avevano cominciato a passare una certa quantità di tempo insieme, non pensava che si sarebbe ridotto così: ad ascoltarlo vomitare fantasie romantiche su una biondina Grifondoro, seduto davanti al fuoco in un sabato sera di Settembre.

Al dire il vero, non riusciva nemmeno a capire come mai la cosa lo infastidisse tanto. Certo, vedere Jared ridotto a quel modo era deprimente, ma l'altro aveva sempre un tono di divertito sarcasmo nella voce, quindi Regulus non sarebbe stato pronto a giurare che in realtà tutto quello non facesse solo parte di una complicata messinscena. E allora perchè non riusciva ad ascoltare nemmeno una parola che l'altro diceva senza provare l'intenso desiderio di fargli chiudere la bocca?

Con la sua magari.

No.

Che cos'era quel pensiero? Da dove usciva? Lui non pensava cose del genere, non desiderava niente di tutto quello!

Dovevano essere le stupide chiacchiere di Jared che lo stavano facendo impazzire. Sì, di sicuro.

E dovevano sempre essere le sue melensaggini a farlo arrossire. Non stava pensando a nulla del genere, no no no.

«Mi spieghi una cosa?» sbottò il ragazzo all'improvviso, interrompendo a metà frase Jared, che sembrò sorpreso dalla domanda ma anche un pelino irritato.

«Cos'è, non puoi arrivarci da solo?» chiese Jared con un ghigno.

«No, perchè è una cosa completamente illogica.» rispose Regulus con la stessa asprezza.

«Parla.» lo incoraggiò allora l'altro Serpeverde, interiormente curioso.

Chissà che voleva sapere ora Regulus? Non domandava spesso dei chiarimenti e di certo non a lui. Inoltre aveva un'aria strana, sembrava quasi..imbarazzato?

No, sembrava più arrabbiato che imbarazzato, ma non con lui.

Sì, Jared poteva quasi sentirlo darsi dello stupido internamente. E anche quello non era uno spettacolo molto comune.

«Non riesco a capire perchè tu continui a tirare avanti con questa farsa della Moor. Non ti può più portare ai Malandrini, non ti può più dire niente! Allora perchè non liberarti finalmente di lei?» domandò Regulus, con più rabbia di quanta non desiderasse far intendere. Voleva che Jared si liberasse di Sunshine, o voleva essere lui a liberarsi di lei?

No, non era geloso. Era un pensiero stupido e irrazionale. Lui non era geloso.

«Oh, il mio piano non è finito. Forse si è allontanato dai Malandrini, ma è certamente ancora in corso.» spiegò con aria sorniona Jared.

Regulus aprì la bocca per replicare, ma prima che potesse dire qualcosa Jared cambiò espressione, assumendone una più mesta e quasi malinconica.

«O forse...forse non è più una farsa.» rivelò sottovoce.

Regulus fece un secco respiro veloce, poi imprecò a mezza voce e si alzò di scatto.

Maledetto Salazar, a chi voleva mentire?

Era geloso. Era dannatamente geloso.

 

-Fine Capitolo-

 

 

Spazio dell'Autrice

Lo so è passato più di un mese, lo so. Sono terribile e non posso trovare scuse che reggano, ma provate a capirmi. La scuola peggiora sempre di più e cercare di fare mille cose assieme non ha funzionato molto bene, quindi per quanto mi dispiaccia devo lasciare un po' da parte alcune cose “meno importanti”. Non sto dicendo che smetterò di scrivere, ma certamente non aggiornerò a ritmi molto più veloci di così.

In più negli ultimi mesi sono stata circondata da talmente tanto inglese (serie tv, tumblr, fanfiction...) che ho finito per pensare anche in inglese e scrivere in italiano delle scene pensate in inglese...bè non è sempre facile come sembra.

Lo so, sto accampando scuse su scuse ma sono davvero dispiaciuta. Spero solo che capiate, che non mi odiate e che continuerete a leggere. Vi adoro

*dD*

 

ps: il capitolo era pronto da diversi giorni ormai, ma non riuscivo a trovare né il tempo né la forza di aggiornare. Per questo vorrei ringraziare immensamente ILOVENY: grazie alla tua recensione sono riuscita a trovare l'energia e la voglia che ci voleva per postare questo capitolo. Non sai nemmeno quanto tu mi abbia reso felice.

Per le altre adorabili persone che hanno recensito: scusate se non vi ho risposto, sappiate solo che vi adoro. 

  
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