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Autore: 9Pepe4    26/11/2008    9 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – È colpa mia

«Come ho potuto, Goten?! Come ho potuto!»
Trunks sollevò gli occhi sconvolti sull’amico.
Avevano cercato tutta la notte in lungo e in largo, ma di Bra non avevano trovato nemmeno una minima traccia. Anche l’aura della bambina non si sentiva più, come uno sbuffo di profumo cancellato dal vento.
«Tu non sai cosa le ho detto… Ho detto che la lasciavo lì perché era un posto da principesse» proseguì il giovane, con voce straziata. «E lei ci credeva, Goten, mi credeva. Avrei dovuto pensarci! Avrei dovuto considerare che è solo una bambina!»
Il moro lo guardò in un silenzio allarmato. Era agitato a propria volta – tanto che il sudore iniziava ad attaccargli la maglia alla schiena –, ma guardando Trunks non poteva fare a meno di sentirsi maggiormente nervoso.
«Trunks» disse, tentando di dare alla propria voce un tono ragionevole, «non preoccuparti. Non può essere lontana. Andiamo… andiamo a casa tua, poi potremo chiamare la polizia».
Trunks si sentì, se possibile, ancor più sgomento. Dire ai propri genitori quel che era successo… Sua madre avrebbe sofferto, e tutto per colpa sua. Come aveva potuto abbandonarsi a quel gesto, cedendo all’esasperazione? Avrebbe dovuto fermarsi a ragionare, ricordare la risata di Bra e quanto la bambina sapesse essere affettuosa…
E suo padre, poi?
Al pensiero di come avrebbe potuto reagire Vegeta, si sentì rabbrividire, ma poi si dissi che, qualunque punizione il padre gli avrebbe inflitto, se la sarebbe meritata.
«Andiamo» disse, faticando a tirar fuori le parole dalla propria gola.
Camminarono: Trunks barcollava ed aveva la nausea, e si sentiva troppo stremato per volare.
Nel constatare la propria debolezza, cercò di riprendersi. “No” pensò, “non devo sembrare debole di fronte ai miei genitori. Loro devono sapermi dare tutta la colpa che ho”.
Si appoggiò a Goten.
Continuava a pensare a Bra, solo a Bra, al suo sguardo curioso quando loro madre le faceva vedere qualcosa di nuovo, alle sue manine, così impacciate ogni volta che provava a sistemarsi l’elastico per capelli, ai suoi occhi blu… Si sentiva soffocare dal peso di quel che aveva fatto, a desiderare disperatamente di poter tornare indietro e cambiare atteggiamento, e la notte era solo una cornice scura attorno all’impotenza che minacciava di fargli scoppiare il petto.
Eppure, nonostante tutto, una parte di lui, un minuscolo angolo della sua mente, continuava a sperare.
Sperava.
Sperava di arrivare a casa e trovare la sorellina, al caldo e al sicuro, con i genitori. Sperava che lei, stufa di attenderlo, fosse semplicemente tornata alla Capsule Corporation.
E lui l’avrebbe abbracciata con tutte le proprie forze, sentendo le lacrime pungergli gli occhi, e non gli sarebbe importato nemmeno dei rimproveri dei suoi genitori.
E mentre quei pensieri si agitavano nella sua mente, continuava ad incespicare dietro a Goten.
Dopo un po’, la sagoma della Capsule Corporation iniziò a profilarsi in fondo alla via. I due ragazzi procedettero lenti, quasi con cautela. I fanali delle auto li illuminavano per pochi istanti, momenti in cui sembravano spalancarsi sbalorditi, chiedendosi come mai quell’aria di tragedia.
Infine, a passi lenti e faticosi, Goten e Trunks giunsero alla porta dell’abitazione dei Briefs. Il giovane dai capelli lilla sentì lo stomaco serrarsi maggiormente, mentre la nausea e l’orrore salivano. Com’era possibile che ci fosse una tale atmosfera di pace?
Le sue dita gelate annasparono alla ricerca delle chiavi, a malapena riuscirono ad afferrarle. Le passò a Goten, poggiandosi pesantemente allo stipite, colto da un giramento di testa. Iniziò a sforzarsi di respirare piano, tentando di calmarsi almeno un po’.
Quando udì la porta girare sui cardini, si tirò in piedi, entrando con Goten.
I due giovani percorsero il corridoio nel più completo silenzio, sino a sbucare nell’atrio.
Lì, Trunks si fermò di colpo. Sia sua madre che suo padre erano davanti a lui. Bulma era evidentemente appena rincasata, mentre Vegeta sembrava aver soddisfatto da poco il proprio appetito.
Entrambi si voltarono simultaneamente verso i mezzi saiyan che avevano fatto il loro ingresso.
«Già finita la serata?» domandò Bulma con un sorriso: evidentemente non si era accorta dell’assenza di Bra.
Trunks barcollò in avanti. «Mamma» iniziò, con voce tremante, «Bra è…»
Poi, senza poterne fare a meno, nonostante ciò che si era ripromesso, vomitò sul pavimento.
Bulma, se nell’udire quanto suonava incerta la voce del primogenito si era allarmata, ora era davvero preoccupata. «Trunks, che è successo?!» esclamò, balzando verso il figlio.
Il ragazzo alzò il viso, passandosi un braccio sulla bocca. «Mamma, io… Bra… oh, mamma!» Fece una pausa. «È successa una cosa orrenda, mamma, ed è colpa mia, è tutta colpa mia».
Bulma si protese verso di lui, angustiata. «Ma che dici?»
«Io… ho lasciato Bra da sola al parco» riuscì finalmente a dire il ragazzo, sentendosi come se ogni suono emesso gli avesse trafitto la gola. «E poi, quando sono tornato…»
Non ebbe la forza di concludere, ma le sue parole non dette aleggiarono nell’aria con maggior presenza di quanto avrebbero fatto se pronunciate.
Dopodiché, Trunks si girò verso Vegeta, che aveva assistito a tutta la scena. «Forza, papà» mormorò, tentando di soffocare il dolore che gli lacerava il petto. «Puniscimi, fammi del male. Dammi quel che merito».
Il Principe dei Saiyan alzò lentamente il capo.
Prima aveva ricevuto la notizia che la sua secondogenita era scomparsa – la sua Bra, finita chissà dove – e ora suo figlio, con espressione sconvolta, lo spronava a ferirlo. Tutto ciò era troppo per riuscire a mantenere la maschera di indifferenza che lo contraddistingueva.
«Ma che vai dicendo, Trunks?! Piuttosto…» Si rivolse a Goten che, impietrito, aveva osservato tutto, e gli disse bruscamente: «Accompagnalo in camera sua. Io vado a cercare Bra. Bulma» proseguì, rivolgendosi seccamente alla moglie, «chiama la polizia e tutto ciò che vuoi…» Si interruppe per un momento, poi concluse: «Avverti anche Kakaroth e il resto dei tuoi amici».
La donna annuì e, nonostante avesse le guance pallide rigate di lacrime, si affrettò a fare come ordinato dal saiyan.
Goten si riscosse e prese a sospingere Trunks in direzione della sua stanza, ma ad un certo punto il giovane Brief si voltò. «Papà, stai sbagliando!» urlò, in tono disperato. «Sono stato io, non capisci?! È colpa mia!»
Goten dovette trattenerlo per evitare che si lanciasse verso Vegeta e lo costrinse a proseguire, nonostante Trunks si ribellasse con forza.
Il Principe restò immobile per qualche istante, le linee del viso più tese del consueto, dopodiché si girò ed uscì dalla porta.
Nel frattempo, il secondogenito di Goku era riuscito a far sedere Trunks sul letto. Il ragazzo fissava un punto indefinito con aria assente, tremando violentemente, e continuava a ripetere quanto fosse colpa sua, e a pronunciare il nome della sorella.
Di Bra, nessuna traccia. La bimba sembrava semplicemente svanita nel nulla; tutto ciò di tangibile che restava di lei era quel guantino ricamato che Trunks stringeva in una mano.
Era colpa sua e non se lo sarebbe mai perdonato.
Il giorno dopo, la notizia della sparizione della bimba compariva sui giornali a caratteri cubitali. Su ogni rivista spiccavano titoli che annunciavano: SCOMPARSA LA FIGLIA DEI BRIEFS; SVANITA NEL NULLA LA PICCOLA BRA BRIEF; ERA USCITA CON IL FRATELLO MAGGIORE: DI LEI NESSUNA TRACCIA.
Quell’evento sembrava aver congelato le vite di tutti. Persino Goku, che dopo una pausa presso la famiglia sarebbe dovuto tornare ad allenare il giovane Ub, aveva rinunciato ai suoi progetti.
Goten si era trasferito momentaneamente alla Capsule Corporation, per poter sostenere Trunks come poteva. Si trovava appunto nella stanza dell’amico quando, guardando fuori dalla finestra, scorse sciami di giornalisti che si accalcavano davanti al cancello dell’azienda.
Si girò un attimo ad osservare l’altro giovane, che stava fissando il vuoto con aria assente e tormentata, e si sentì disgustato. Perciò, dopo essersi assicurato che Trunks non si sarebbe mosso, corse fuori, attraversando il giardino come una furia e andando ad allontanare i cronisti.
Mentre pressava su un uomo, un microfono gli colpì la nuca. Il giovane protestò con veemenza, spingendo da parte una donna che gli domandò: «Com’è l’atmosfera in casa Brief?»
La maggior parte degli inviati, quando venne sbattuta fuori, iniziò a lamentarsi. Solo alcuni sembravano seriamente preoccupati per quanto stava accadendo, e fissavano dispiaciuti il ragazzo.
Questi voltò le spalle a tutti e tornò nell’abitazione, e quando rientrò nella camera di Trunks sbatté la porta dietro le proprie spalle.
Il Brief alzò lo sguardo, con un sorriso tirato che somigliava ad una smorfia di dolore. «Ho sbagliato, Goten» affermò, con il tono roco e incerto di chi ha il pianto bloccato da qualche parte tra la gola e il cuore, «accidenti se ho sbagliato…»
La sua voce calò man mano che proseguiva la frase, finché non restarono altro che le sue labbra socchiuse in un soffio.
Goten non seppe cosa rispondere e si limitò a fare un sorriso triste.
Trunks si rigirò tra le dita il morbido guantino della sorella scomparsa, poi, con voce strozzata, dichiarò: «È colpa mia… Papà avrebbe dovuto punirmi. Avrebbe dovuto farmi soffrire, come può non vedere che sono io la causa di tutto?»
Si alzò di scatto, e Goten sobbalzò. «Dove vai?!» non poté fare a meno di esclamare, allarmato.
Sentire come l’amico sembrava desiderare terribilmente una punizione fisica da parte del genitore, infatti, gli aveva serrato lo stomaco.
«A cercare Bra» replicò Trunks.
Goten lo guardò, deciso. «Allora vengo con te».
Sorvolarono attentamente l’area attorno a quel maledetto parco giochi.
Scesero a terra per poter cercare meglio, chiamarono Bra a gran voce sino a sgolarsi, nulla.
Quando tornarono alla Capsule Corporation, esausti e demoralizzati, Trunks, in un impeto di rabbia, scaraventò a terra un vaso decorato, ed esso si ruppe in innumerevoli schegge di porcellana.
Il giovane, sotto gli occhi pietrificati di Goten, si chinò, quasi rammaricato dal proprio gesto, e tese una mano a sfiorare quei frammenti aguzzi.
Non la ritirò nemmeno quando si tagliò, arrestandosi invece a fissare i danni alla pelle.
Solo quando il sangue purpureo fluì dalla ferita, bagnandogli il polso, alzò la mano, portandosela davanti al volto per osservarla.
Goten contemplava la scena, turbato, sentendosi le gambe bloccate, il cuore sul punto di scoppiare.
Trunks alzò lo sguardo sofferente su di lui e sillabò una frase in silenzio.
Il Son sentì un brivido corrergli lungo la schiena non appena comprese quelle parole. “È colpa mia”.







Spero che questo capitolo non appaia in qualche modo ridicolo, e di essere riuscita a comunicare ciò che provano Bulma, Vegeta, Goten ma soprattutto Trunks. Credo che un senso di colpa così sia terribile. Se i loro sentimenti vi sono parsi non appropriati, vi prego di non farvi problemi a comunicarmelo, credo sia molto probabile. È la prima volta che mi inoltro in un genere a questo livello di drammaticità^^”. Ed è una faticaccia descrivere sentimenti di tanta intensità...
Non mi aspettavo tante recensioni, grazie di cuore a tutti!

DarK_FirE: Gemy!!! Che bello, sei anche qui! (Questa è autentica fedeltà *-*) Okay, non la cancello, tranquilla^^ In quanto a Bra… si saprà di più avanti ^-^ L’hai messa anche tra le preferite, grazie mille!

bellissima90: tranquilla, non la cancello. Grazie mille, spero ti piaccia anche questo capitolo...

Swwtcica: sai che mi hai fatto davvero piacere con la tua recensione? Sia perché, si sa, è sempre bello ricevere un commento, ma soprattutto perché mi piace molto come scrivi (sono una fan del tuo racconto “Io nel mondo di DBZ”... anche se non l’ho mai recensito ^///^ dato che l’ho cominciato in ritardo. Comunque prima o poi lo farò... speriamo^^).

lu88: okay, a questo punto è lampante che non la cancellerò affatto, spero di essere riuscita a mantenere vivo il tuo interesse… Dimmi tu!

vegetaismine: che ne dici? La reazione di Trunks è adatta secondo te (è ancora sotto shock, povero ç_ç) o ti aspettavi un comportamento diverso?

Oddio, grazie, grazie, grazie (lo so che l’ho già detto, ma sono talmente contenta delle vostre recensioni…).
Al prossimo capitolo!
  
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