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Autore: Ambros    26/01/2015    9 recensioni
Questa storia partecipa al Glee BigBang Italia 2014
Crime!AU
“Tutto bene?”, chiede la voce di Wes dall’auricolare nascosto dai ricci scuri che si è sistemato sulle orecchie.
“Sì”, mormora Blaine in risposta, muovendo appena le labbra, “Ancora non ha stabilito nessun contatto – ”
“Questo è perché non stai guardando attentamente”, sussurra una voce suadente alla sua sinistra, e Blaine non può trattenersi dal sobbalzare; si gira con uno scatto e incontra due occhi azzurri – ma potrebbero essere anche grigi, e verdi, e c’è giusto una scintilla dorata attorno alla pupilla – che brillano di una luce quasi maliziosa.
[...]
“Blaine? L’hai trovato?”
Blaine si riscuote appena e deglutisce, “Sì”, mormora, “Tutto regolare.”
Il ragazzo lo scruta con un sorriso apertamente divertito, “Ti sei dovuto portare la scorta? Mi sento onorato.”
Blaine cerca di non farsi distrarre – lo guarda negli occhi e pensa è come una partita di scacchi. “Avevamo un accordo. I file su Sam Russell?”
Il ragazzo inclina elegantemente il capo su una spalla, “Non hai nemmeno intenzione di offrirmi un drink?”
“Se è carino fallo”, commenta Sebastian dall’auricolare.
Blaine lo ignora.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nick Duval, Santana Lopez, Wesley Montgomery | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note:
*prende un respiro profondo*
Okay. 
Non sono nervosa.
Per niente, proprio.
Sono solo nel panico, ma va be'.
Dunque.
Ho scritto questa storia una vita fa, quando iniziarono a girare le voci sul BigBang - che è il progetto a cui la storia partecipa -, e non so esattamente quanto mi soddisfi adesso. Ma è qua, quindi lascerò giudicare voi.

Uhm, credo lo sappiate tutti e probabilmente non sta nemmeno a me dirlo, ma il Glee Big Bang Italia è un progetto - se non sbaglio, *vipregofatechenonmistiasbagliando* - organizzato da Flan e Alanna che coinvolge quasi una ventina di fanwriters - e visto chi ha partecipato ancora mi chiedo io che ci sto a fare qua, ma ignoreremo questo dettaglio - che si sono impegnati a scrivere una storia di minimo 7000 parole per poi pubblicarla in giorni prestabiliti per "risvegliare" un po' il fandom, diciamo. E poi perché siamo alla Stagione che Non Deve Essere Nominata, quindi, a me personalmente, sembrava un modo carino di "celebrare" la cosa.
Quindi, per il prossimo mese sarete (saremo) debitamente intrattenuti con almeno una nuova storia ogni due giorni!
Bon.
Le note corte di Ambros.
Passiamo a dettagli specifici della storia.


 
- Autore: Ambros (non l'avreste mai detto)
- Titolo: Check(Soul)mate
- Personaggio/pairing: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Santana Lopez, Wesley Montgomery, Nick Duvall, Sebastian Smythe. Kurt/Blaine
- Genere: azione, thriller, fluff.
- Sommario: Quando Blaine, tecnico informatico dell'FBI, si ritrova coinvolto nelle indagini per gli omicidi di alcune prostitute, l'ultima cosa che si aspetta è di dover contribuire alla protezione di un hacker che lavora per la Camera Stellata: Kurt Hummel. E si aspetta ancor meno che lui diventi una parte fondamentale della sua vita.
Warnings: Non c'è niente di eccessivo. Sono "solo" menzioni di violenze, ma se pensate che la cosa possa darvi fastidio, io avviso comunque.
- Note: La trama della FF è ispirata ad una puntata di Criminal Minds (mi pare la 9x12), e ringrazio tanto Martina che me l'ha suggerita in pagina. Inoltre, come al solito ringrazio il Sevensome perché stanotte abbiamo riscritto le canzoni della Disney (...).




 
Here it goes.

 

Check(Soul)Mate



Blaine si appoggia alla parete dell’ascensore e chiude gli occhi, trattenendo a stento uno sbadiglio.
Finalmente può tornare a casa.
Nel suo appartamento troppo grande e un po’ spoglio, in cui a farla da padrone è un gatto dal pelo lungo e nero con degli occhi verdi fin troppo intelligenti.
Casa, comunque.
Le porte dell’ascensore scivolano silenziosamente con un familiare ding, e Blaine fa appena in tempo a mettere piede nell’atrio.
You think I’m pretty, without any make-up on – 
Chiude gli occhi con un sospiro, si strofina una mano sulla fronte e fa scivolare l’altra nella tasca dei jeans per recuperare il cellulare; non ha nemmeno bisogno di guardare lo schermo per sapere chi lo stia chiamando.
“Wes?”, risponde con un mezzo sospiro, portandosi il cellulare all’orecchio.
Blaine”, risponde lui dall’altro capo della linea, “abbiamo un problema.
Blaine abbandona la testa contro le porte dell’ascensore. 
Ci sarà sempre un problema.



*



Wes è di fronte all’ascensore quando le porte si aprono, con la sua aria corrucciata che assume soltanto quando qualcosa lo preoccupa davvero. 
Ha un portatile in mano e se lo sistema sul braccio in modo che Blaine possa vedere lo schermo.
Cazzo.



*



La squadra è riunita nella sala delle conferenze, con le veneziane abbassate e una tazza di caffè fumante davanti a tutti.
Wes ha l’aria stanca e gli occhi cerchiati; si appoggia al tavolo e indica con un cenno del capo lo schermo su cui si vede chiaramente il volto di un uomo di mezza età che scruta l’obiettivo con espressione quasi serafica. “Sam Russell, quarantanove anni, condannato per l’omicidio delle otto prostitute nella contea di Marin dieci anni fa. Ha preso residenza nel carcere di San Quintino e dev’essere giustiziato fra due settimane.”
I presenti lo guardano con aria scettica.
“Devo mandare le condoglianze alla famiglia?”, chiede Santana con una buona dose di acidità, incrociando le braccia sul petto.
“Qualcuno è di buon umore”, borbotta Sebastian di fronte a lei, guardandola di sottecchi.
Santana lo fulmina con un’occhiataccia.
Wes li ignora e rivolge un cenno del capo a Blaine, “Ora capirete.”
Blaine si alza passandosi le mani sui pantaloni, e si avvicina allo schermo con le sopracciglia aggrottate; “Questa mattina il sito del Dipartimento di Giustizia è stato hackerato”, spiega, premendo un tasto del telecomando dopo averlo puntato verso lo schermo, “Se ci loggate, questo è quello che vi trovate davanti.”
Sullo schermo scivolano otto foto di otto donne diverse, i cui corpi privi di vita presentano evidenti segni di strangolamento sotto forma di lividi violacei attorno al collo, e su ogni immagine lampeggia in rosso la scritta “sono morte in-vena”; Blaine preme di nuovo un tasto sul telecomando, e le foto vengono coperte da un’immagine di Sam Russell sul cui volto si legge la parola “innocente”.
“Io non riuscirei a fare una cosa del genere nemmeno con PowerPoint”, commenta Santana inarcando un sopracciglio; Wes le lancia un’occhiataccia.
“Non potrebbe essere stato qualche amico?”, interviene David con aria pragmatica, “O un parente? Lo fanno già sui giornali, stavolta hanno deciso di fare le cose più in grande.”
Blaine scuote la testa, “No. Hackerare un sito come questo richiede parecchie conoscenze. Wes ha già fatto controllare amici e parenti. Nessun esperto di computer.”
“Quindi che teorie abbiamo?”, chiede Sebastian, portandosi la tazza di caffè alle labbra per prenderne un sorso.
“Queste foto”, Blaine torna alla schermata con le otto immagini, “Sono state sottratte al dipartimento di polizia di San José. Deve essere stata una cosa organizzata da tempo, è troppo orchestrata, e sembra che sia successo in un momento ben preciso, quindi – Sì, direi che è una cosa preparata. La nostra migliore ipotesi è che i responsabili siano i membri della cosiddetta Camera Stellata.”
“Bel nome”, commenta Nick con le sopracciglia aggrottate.
“Era un tribunale inglese del Diciassettesimo secolo”, liquida Blaine con una scrollata di spalle, “Oggi, i membri di questa organizzazione si considerano quasi dei – giustizieri?, il cui compito è quello di arrivare dove la polizia non riesce. Sono informatici, matematici, scienziati – qualunque mente ben pensante che non vada d’accordo con il sistema trova rifugio lì.”
“E come mai non hai aderito?”, lo provoca Santana con un ghigno da predatrice.
Blaine arrossisce appena e ignora la domanda; si schiarisce la voce: “Il modus operandi coincide. Cercano sempre di far presa sulla gente comune con atti estremamente pubblici”, indica lo schermo con un cenno vago, “come questo.”
“Ma Sam Russell confessò gli omicidi”, obietta David con aria confusa, “Non conta niente?”
“È proprio questo il punto”, ribatte Wes, “Sam Russell, oltre ad essere un serial killer, è un hacker provetto.”
“Quindi”, conclude Santana con espressione pensierosa, “I suoi amici della Camera Stellata stanno cercando di farlo passare per innocente con questo spettacolino.”
“Esattamente”, risponde Wes, “Quello che dobbiamo fare noi – è dimostrare che il bastardo è in carcere per un motivo.”



*

 
Carcere di San Quintino


“Odio fare queste cose”, borbotta Santana sottovoce, mentre l’agente apre la porta della sala degli interrogatori.
“Lo so”, mormora Sebastian in risposta, “Per questo Wes manda sempre noi due. Tu fai paura alle persone e io ti impedisco di ucciderle.”
Santana gli rivolge un finto sorriso zuccheroso.
Sam Russell si alza non appena li vede entrare, e sembra molto più vecchio e stanco di quanto non fosse nelle foto mostrate loro da Wes.
“Agente Smythe”, dice con fare ossequioso ed espressione grata, tendendo la mano verso di lui dall’altra parte del tavolo in metallo, “Grazie per aver riaperto il mio caso.”
Sebastian gli stringe la mano con espressione fredda, “Lei è l’agente Lopez”, gli dice poi, indicando Santana, “Lavora sul caso assieme al resto della squadra.”
Santana ignora a bella posta la mano tesa verso di lei e si siede su una delle sedie con le gambe accavallate; Sebastian nasconde un sorriso e prende posto di fianco a lei. Sam Russell, di fronte a loro, fa lo stesso, con aria vagamente spersa.
“Sono rosari quelli?”, chiede Santana, accennando col mento ai fili di perle in legno che l’uomo tiene tra le mani; Sam Russell annuisce, “Non vado da nessuna parte senza di loro. È solo la mia fede a tenermi in vita, ormai.”
Santana si schiarisce la voce con un sopracciglio inarcato, “E sono legati con dei – capelli?”
“Sono nel braccio della morte, signorina Lopez – ”
Agente Lopez, molto gentile.”
Sam Russell abbassa lo sguardo e stringe il rosario tra le dita, “Ma certo, agente Lopez. Mi scusi.”
Sebastian si schiarisce la voce e lancia a Santana un’occhiata ammonitrice; lei gli rivolge uno sbuffo silenzioso e incrocia le braccia sul petto.
“Quindi, signor Russell – cosa le fa pensare che dovremmo prendere in considerazione il suo caso?”
Sam Russell sbatte più volte le palpebre, che calano come sipari sui suoi occhi troppo chiari, “Perché sono innocente”, ribatte con aria confusa.
“Direi fino a prova contraria”, commenta Santana sarcasticamente, “Ma potremmo dire che si è un po’ dato la zappa sui piedi, in quel senso.”
L’uomo la guarda con aria seria, “Lei sa cos’è il Desoxyn, agente Lopez?” 
Gli occhi di Santana rimangono freddi, “Cloridrato di D-metanfetamina. A volte viene usato nei casi di obesità, altre volte per controllare alcuni disturbi comportamentali.”
Sam Russell annuisce e abbassa lo sguardo, “Dieci anni fa – trovai un mercato nero su Internet che lo vendeva. E – ne feci uso. Largo uso.”
“Quindi lei avrebbe confessato otto omicidi a causa dell’influenza di alcune metanfetamine?”, chiede Santana con le sopracciglia inarcate, lo scetticismo fin troppo evidente nel tono di voce.
“Proprio così”, conferma Sam Russell con aria grave, “Mi sono disintossicato soltanto un anno fa grazie alla mia religione, ma fino ad allora – il detective che mi ha arrestato, tale Bob Cooper – ”, pronuncia il nome con enfasi, “Mi passava roba per ogni omicidio che confessavo, seguendo le indicazioni che lui mi dava.”
“Questa mi mancava”, borbotta Santana.
Sam Russell la fulmina con un’occhiataccia, “Sono stato in carcere per dieci anni senza che nessuno mi ascoltasse – ”
“E ora pare che la Camera Stellata l’abbia fatto”, lo interrompe Sebastian con espressione calma, intrecciandosi le mani in grembo.
“Esattamente”, sbotta l’uomo, come se fosse stato colto di sorpresa.
“E come, di preciso, si terrebbe in contatto con loro?”
L’occhiata che Sam Russell rivolge a Sebastian è quasi oltraggiata, “Non vi rivelerò i segreti delle uniche persone che stanno cercando di aiutarmi!”
“Sono morte in-vena.”, cita Santana con tono pensieroso, “Ecco perché il gioco di parole. Per la sua dipendenza.”
Sam Russell la guarda in silenzio e deglutisce, “Spero che troviate il vero colpevole.” 



*



“Il vero colpevole”, ripete Santana con aria disgustata, allacciandosi la cintura di sicurezza, “Lui è il vero colpevole, gli si legge in faccia.”
“Non trarre conclusioni affrettate”, la riprende Sebastian mettendo in moto, “Hai sentito Wes. Il modus operandi non è stato lo stesso per tutti gli omicidi; alcune donne sono state strangolate, altre accoltellate. Sono due profili diversi.”
“Uno coincide col suo”, ribatte Santana con aria funerea.



*



“Bob Cooper è stato un fallimento totale”, annuncia Wes con espressione corrucciata quando entra nella sala delle conferenze, “Ha troppi collegamenti – Ci metterebbe contro l’opinione pubblica con un semplice schiocco di dita.”, si lascia cadere su una delle sedie e si strofina le dita sulla fronte con aria stanca.
“Blaine, hai qualche idea?”
Blaine incrocia le braccia sul petto e riflette per qualche secondo – poi annuisce. “Devo controllare i computer del dipartimento di polizia di San José.”



*



“Avete una protezione niente male”, commenta Blaine con le sopracciglia inarcate, osservando lo schermo del computer.
“La Silicon Valley è piena di hacker”, risponde l’agente con una scrollata di spalle, “Ma evidentemente non è servito a niente”, aggiunge con una certa amarezza, “Chiunque abbia fatto tutto questo si è lasciato dietro una bomba.”
“Una bomba?”, interviene David con aria confusa.
“Intende un malware – un cavallo di Troia”, risponde Blaine velocemente, “Servono ad installare delle backdoor o dei keylogger sui bersagli, così da – ”, David gli fa cenno di andare avanti, “In sostanza, se provi a rintracciarne la sorgente perdi pezzi di codice. Il che vuol dire che la Camera Stellata ha tutti i file su Sam Russell.”
“Solo buone notizie”, commenta David, aggrottando le sopracciglia.
“Sì, be’”, ribatte Blaine, facendo correre velocemente le dita sulla tastiera e osservando lo schermo del computer con aria quasi ammirata, “Chiunque abbia fatto questo lavoro è davvero bravo. Ha iniziato con una Query SQL – un linguaggio di interrogazione che opera sui dati e – ”
“Blaine.”
“Insomma, si potrebbe fermare scaricando una patch, ma è la patch stessa a contenere il cavallo di Troia. È semplice e geniale.”
“Puoi fare qualcosa?”, gli chiede David scrutando lo schermo.
“Certo”, risponde Blaine con aria indignata, continuando a digitare freneticamente sulla tastiera, “Sto cercando la firma dell’hacker – ”
“La firma …?”
Blaine scrolla le spalle, “Gli hacker sono vanitosi e narcisisti. Lasciano una firma nei loro hackeraggi come per dire sì, sono stato proprio io. Un po’ come i pittori – ”, si intrappola la lingua tra i denti con aria concentrata, “Trovato!”, esclama con aria trionfante,  indicando lo schermo.
David si sporge sulla sua spalla e inarca un sopracciglio, “Cosa?”
“Un link”, risponde Blaine con aria pensosa, “Di download, per essere precisi. Vediamo – ”
Passano un paio di minuti di silenzio, durante i quali si avverte soltanto il suono dei tasti del computer che vengono premuti con delicatezza.
“Uhm.”, Blaine si porta una mano sotto il mento con aria pensierosa, “Interessante.”
“Cosa?”
“È un gioco di scacchi virtuale”, risponde Blaine, “Lo deve aver creato chi ha hackerato il Dipartimento di Giustizia e quello di Polizia, perché è fatto appositamente per essere raggiunto esclusivamente da quel link – è un puntatore”, aggiunge, facendo alzare a David gli occhi al cielo, “Quindi – in un certo senso l’ha creato appositamente per noi.”
David fa scivolare lo sguardo dallo schermo agli occhi di Blaine, “Come te la cavi con gli scacchi?”



*



Accanto alla scacchiera virtuale c’è una finestra di chat con un cursore lampeggiante.
Blaine non esita.

> Guest: Ci sei?
> The Black McQueen: Ah, mi hai trovato. 
> Guest: Non ti eri nascosto molto bene.
> The Black McQueen: Forse volevo essere trovato.
> Guest: E perché?
> The Black McQueen: Ho un accordo per te.
> Guest: Sto ascoltando.
> The Black McQueen: Una partita a scacchi. Se vinci, ti farò avere le informazioni su Sam Russell.
> Guest: E se perdo?
> The Black McQueen: Non le avrai.
> Guest: E tu cosa ci guadagni?
> The Black McQueen: Forse non abbiamo scopi così diversi.
> The Black McQueen: Bianchi o neri?
> Guest: Bianchi.


Blaine si strofina le mani sui pantaloni e prende un respiro profondo.
Scacchi.
Può farlo.
I pezzi virtuali si dispongono sulla scacchiera, i bianchi in basso.
Muove il cavallo in F3.

> The Black McQueen: Bella mossa.
Blaine sbuffa.
Il suo avversario muove il pedone in C5.

> Guest: Anche la tua.
> The Black McQueen: I complimenti non ti porteranno da nessuna parte.


Blaine sbatte le palpebre con aria confusa – scuote la testa.
La partita.
Deve concentrarsi.
Muove un pedone in G3.
Incrocia le braccia sulla scrivania e attende la prossima mossa.



*



“Come sta andando?”
Shhh!”
David lo guarda con aria sorpresa.
“Scusa”, risponde Blaine, continuando a fissare lo schermo, “Partita complicata.”
David annuisce con aria ancora vagamente confusa ed esce in silenzio.

> The Black McQueen: Per caso vuoi arrenderti?

Blaine lo ignora.
Muove un pedone in H3.

> Guest: A te la mossa.



*



Blaine si strofina le dita sugli occhi e si massaggia le tempie.

> The Black McQueen: Sei bravo, te lo concedo.
> Guest: Nemmeno tu sei così male.
> The Black McQueen: Se vuoi arrenderti sei in tempo, comunque.
> Guest: Che senso avrebbe propormi la sfida se poi vuoi convincermi ad arrendermi?
> The Black McQueen: Mi annoio. Dovrò pur fare qualcosa.
> Guest: E ti diverti così?


Nessuna risposta.
Il suo sfidante si limita a spostare il cavallo in C4.



*



Re in E6.
Blaine raddrizza la schiena di scatto.

> Guest: Ho vinto.

Sposta la torre in B6.

> The Black McQueen: Così sembrerebbe.

La finestra della scacchiera si fa completamente nera.
Un indirizzo, una data e delle istruzioni lampeggiano sullo schermo.



*



“Non mi piace molto – ”
Blaine si sistema la giacca nera sulle spalle e raddrizza il papillon, “Rilassati Wes, dico davvero. Sarete tutti qui fuori.”
“Ma sei il meno abituato di noi a – sai, l’azione.”, ribatte Wes studiandolo con aria critica.
Blaine fa scivolare il gambo della peonia rosa chiaro nel taschino della giacca, “Andrà tutto bene.”



*



The Black McQueen gli ha dato appuntamento in un locale piuttosto nascosto il cui interno è nella penombra; Blaine si avvicina al bar con passo sicuro e si guarda attorno per valutare la situazione: il posto non è troppo affollato, ma lo è abbastanza perché non possa succedere niente senza che tutti se ne accorgano.
Non è il tipo di locale che avrebbe scelto qualcuno che avesse voluto fargli del male, e la cosa lo rassicura.
Si siede sul terzo sgabello da destra, come da istruzioni, e scuote la testa quando il barista fa per avvicinarsi.
Tutto bene?”, chiede la voce di Wes dall’auricolare nascosto dai ricci scuri che si è sistemato sulle orecchie.
“Sì”, mormora Blaine in risposta, muovendo appena le labbra, “Ancora non ha stabilito nessun contatto – ”
“Questo è perché non stai guardando attentamente”, sussurra una voce suadente alla sua sinistra, e Blaine non può trattenersi dal sobbalzare; si gira con uno scatto e incontra due occhi azzurri – ma potrebbero essere anche grigi, e verdi, e c’è giusto una scintilla dorata attorno alla pupilla – che brillano di una luce quasi maliziosa.
Il ragazzo che gli ha rivolto la parola ha la pelle chiarissima e i capelli castani perfettamente acconciati in un’onda sopra la fronte; ha una peonia esattamente uguale a quella che sta indossando lui appuntata sul petto, e lo sta scrutando con un sorriso sfrontato.
Blaine rimane per un attimo senza parole – un angolo della sua mente registra il fatto che non aveva mai ipotizzato che The Black McQueen potesse essere una donna, nonostante il nome suggerisse il contrario.  
Blaine? L’hai trovato?
Blaine si riscuote appena e deglutisce, “Sì”, mormora, “Tutto regolare.”
Il ragazzo lo scruta con un sorriso apertamente divertito, “Ti sei dovuto portare la scorta? Mi sento onorato.”
Blaine cerca di non farsi distrarre – lo guarda negli occhi e pensa è come una partita di scacchi. “Avevamo un accordo. I file su Sam Russell?”
Il ragazzo inclina elegantemente il capo su una spalla, “Non hai nemmeno intenzione di offrirmi un drink?”
Se è carino fallo”, commenta Sebastian dall’auricolare.
Blaine lo ignora.
“Sono qui solo per i file.”
Il ragazzo si porta una mano al petto con espressione ferita, “Ouch. Questa ha fatto male. Ma vedi – ”, si gira finché non può guardare Blaine dritto negli occhi e accavalla le lunghe gambe con eleganza, “Ci sono delle condizioni perché tu ottenga questi file.”
Blaine si acciglia, “Stai infrangendo i patti.”, lo accusa, “La condizione era la partita a scacchi.”
“Sì, be’, le cose cambiano”, risponde lui, con un cenno noncurante della mano, “Mio il gioco, mie le regole. Se volete rivedere quei file – dovete sottostare alle mie condizioni.”
Blaine si mordicchia il labbro inferiore con indecisione.
Portalo qui”, gli dice Wes con determinazione.



*



“Bell’ufficio”, commenta il ragazzo quando entrano nella sala delle conferenze, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni con aria apparentemente rilassata. 
È un bravo attore, Blaine glielo deve concedere.
Lo segue a pochi passi di distanza, il resto della squadra dietro di lui, e si lasciano cadere sulle sedie quasi automaticamente, con aria esausta.
“Potrei uccidere per un po’ di caffè”, commenta Santana, abbandonandosi contro lo schienale della sedia; ci sono numerosi mormorii di assenso.
“Ho capito”, sospira Nick, “Vado io.”, si alza con un piccolo mugugno e esce dalla sala con passo pesante.
“Che ne dite di cominciare con le presentazioni?”, propone Wes, gli occhi scuri fissi sul ragazzo che sembra scrutare con interesse il paesaggio fuori dalla finestra.
Si volta non appena Wes smette di parlare, e fa scorrere i suoi occhi luminosi su tutti i presenti; “Kurt”, dice semplicemente, tamburellando appena con le dita sul tavolo.
“Ed è il tuo vero nome?”, chiede Santana con una buona dose di scetticismo.
Il ragazzo – Kurt – le rivolge un’occhiata gelida, “I miei tempi di reazione, la dilatazione delle mie pupille, il ritmo del mio respiro o il mio tono di voce suggerivano una bugia?”
Le labbra di Sebastian si contraggono in un sorriso divertito mentre quelle di Santana si stringono in una linea sottile.
“I vostri nomi, invece?”, chiede Kurt voltandosi verso di loro, lasciando scivolare i propri occhi su Blaine.
C’è solo qualche istante di silenzio – Blaine è il primo a presentarsi, per poi passare a Wes, David, Sebastian, Santana e, arrivato con i caffè poggiati precariamente su un vassoio, Nick.
“Quindi, Kurt –”, Wes prende un sorso del proprio caffè, “Dicci quali sono le tue condizioni.”
Kurt si guarda attorno con aira apparentemente rilassata, ma Blaine vede i suoi occhi guizzare sui presenti come se stesse valutando la situazione.
Come un giocatore di scacchi.
Quando parla, la sua voce non tradisce alcun nervosismo.
“Faccio parte della Camera Stellata da parecchi anni”, dice, intrecciandosi le dita in grembo, “E – diciamo che non concordo sempre con i loro metodi”, la sua espressione si fa cupa solo per un attimo, “E con il caso di Sam Russell abbiamo raggiunto un attrito – insormontabile.”
“Di che tipo?”, chiede Wes cautamente, guardandolo con attenzione.
Kurt evita il suo sguardo, “Non credo nell’innocenza di Sam Russell. Ho guardato i vostri rapporti e – ci sono troppe cose che coincidono. Ma gli omicidi indicano i profili di due persone. Ed è qui che avete sbagliato, nel non considerare un complice.”
“Cosa ci stai chiedendo di preciso?”, chiede Sebastian con tranquillità, gli occhi verdi che brillano di attenzione.
Kurt esita – prende un respiro profondo, “Mi sono fatto un paio di nemici nella Camera Stellata, per questo caso”, ammette con finta noncuranza, passando le dita sullo spigolo del tavolo, “Persone irascibili. Che non saranno contente quando scopriranno che ho rubato loro i file su Sam Russell per consegnarli a voi.”
Gli occhi di tutti si spalancano per la sorpresa; “Hai rubato i file alla Camera Stellata?”, gli chiede David con aria basita.
Kurt si stringe nelle spalle, “Ho hackerato i loro computer, niente di complicato. E io vi darò i file – a patto che mi teniate al sicuro.”
Cala un silenzio denso.
“Mi hai lasciato vincere!”, esclama Blaine, raddrizzando la schiena e spalancando gli occhi.
Kurt fa scivolare il proprio sguardo su di lui e gli rivolge un sorriso un po’ colpevole, “Dovevi credere di star governando il gioco, o non avresti accettato.”
“Di cos’è che stiamo parlando?”, chiede Santana inarcando un sopracciglio.
Blaine distoglie lentamente lo sguardo da Kurt per puntarlo su di lei, “Gli scacchi. Mi ha lasciato vincere – se non mi avesse incontrato non avrebbe mai nemmeno potuto proporre l’accordo e sarebbe stato in pericolo. Ma”, si volta di nuovo verso di lui, “Questo vuol dire che mi devi una rivincita.”
Kurt inarca le sopracciglia; Nick si sporge verso di lui per dire: “Blaine ha un onore da difendere.”
Per tutta risposta, Kurt ridacchia appena senza riuscire a nascondere del tutto il nervosismo, e annuisce con un lieve cenno del capo, “Certo – Se accetterete la mia proposta.”
“Quindi – ”, Wes si accomoda meglio sulla sedia e intreccia le dita sul tavolo, “Tu ci darai le informazioni su Sam Russell, a patto che noi ti teniamo d’occhio.”
Kurt inclina leggermente la testa su una spalla con aria pensierosa, “Tenere d’occhio – non sarebbe sufficiente, credo. La Camera Stellata – non avete idea di chi siano i suoi membri. Mettersi contro di loro – è molto pericoloso. Ma io so chi potrebbe essere stato, conosco i membri – potrei aiutarvi.”
“Una scorta è fuori discussione”, commenta Sebastian con aria pragmatica, “Il piccolo nerd che ci vende informazioni e potrebbe star facendo il doppio gioco non vale così tanto per i piani alti.”
“Vero”, conferma Wes con le labbra strette in una linea; il volto di Kurt si fa più pallido di quanto già non lo sia.
“A meno che non sia uno di noi”, interviene Santana con un ghigno poco promettente.
“Sarebbe impossibile”, ribatte Wes con le sopracciglia inarcate, “Siamo quasi sempre sul campo – ”
“Non tutti”, gli fa notare lei con un sorriso più ampio.
Improvvisamente si voltano tutti verso Blaine, che li guarda di rimando con gli occhi spalancati: “Cosa?”
“Esatto, Santana”, rimarca Wes con aria scioccata, “Cosa?
Lei si stringe nelle spalle, “Lavorerebbero meglio se fossero insieme, no? In fondo parlano la stessa lingua. Blaine potrebbe tenerlo nel suo appartamento, nessuno lo andrebbe a cercare lì. Diamine, potrebbe essere la prima a persona a stare simpatica a quella sottospecie di belva demoniaca che tieni in casa – ”
“Sherlock non è una belva demoniaca, Santana, è solo che non ti sopporta – !”
Bene”, li interrompe Wes con un’occhiataccia, “La cosa è fuori questione. Non esporrò Blaine a questo tipo di pericolo – ”
“Quale pericolo?”, chiede Blaine con aria confusa, “Nel senso”, si affretta ad aggiungere quando tutti si voltano verso di lui, Kurt compreso, “È come dice Santana, no? Nessuno verrebbe a cercarlo da me. E sono un agente anch’io, per l’amor del cielo. So difendermi.”
“Sì, be’”, Wes gesticola, “Potrebbe essere un serial killer. Potrebbe essere lui il complice che stiamo cercando!”
“Wes”, Santana lo fissa con le sopracciglia inarcate, “È gay. Va bene che questo non lo esclude a priori, ma – ”, lascia la frase in sospeso, “Senza offesa”, aggiunge, lanciando un’occhiata a Kurt.
“Non mi offendo quando qualcuno esclude l’ipotesi che io sia uno stupratore e un serial killer”, ribatte lui con espressione seria.
“Senza contare che ci darebbe i file”, commenta David, scrutando Kurt con intensità, “Che, nel caso, potrebbero incriminarlo. Sarebbe – troppo rischioso.”
“E il profilo non coincide”, aggiunge Sebastian, “Stiamo cercando qualcuno che sia già stato denunciato per adescamenti e sfruttamento della prostituzione.”
“Bene”, dice Wes con un piccolo sbuffo, “Quindi?”
“Lui ci dà i file, noi lo mandiamo da Blaine.”, riassume Santana con fare spiccio.
Kurt interviene con tono stranamente soffice: “Ma Blaine è d’accordo?”
Blaine si ritrova improvvisamente al centro dell’attenzione; i suoi occhi scivolano automaticamente in quelli di Kurt, come se stesse cercando una risposta.
“Vediamo i file”, dice lentamente, “Poi decidiamo.”



*



“Hai aggiunto i tuoi appunti al file”, commenta Sebastian con aria sorpresa, sporgendosi da sopra la spalla di Wes per scrutare lo schermo del computer.
Kurt si stringe nelle spalle, “Ho pensato che sarebbero stati utili.”
“Sono tutti qui”, commenta Wes dopo aver scorso tutto il file; alza lo sguardo dallo schermo del computer e incrocia gli occhi di Blaine con una domanda silenziosa.
“Un accordo è un accordo.”



*



Blaine – non è una persona disordinata, e non è nemmeno una persona ordinata.
Lascia le cose dove stanno, e il suo appartamento – è esattamente così. Un po’ poco vissuto, forse.
Quando apre la porta per far entrare Kurt, si rende conto che è il primo sconosciuto a mettervi piede.
“Eccoci qua”, gli dice con un piccolo sospiro, allargando appena le braccia.
Kurt si guarda attorno e annuisce lentamente, con gli occhi azzurri che vagano nell’ambiente per assimilare qualsiasi cosa possa dargli informazioni sul suo ospite – qualche libro, una scacchiera vecchio stile, un computer.
Potrebbe viverci chiunque.
Qualcosa – qualcuno – comincia a strofinarsi contro le sue gambe con delle fusa soddisfatte, e Kurt abbassa lo sguardo per incrociare gli occhi verdi e socchiusi di un bel gatto dal pelo lungo e nero come il carbone; si piega sulle ginocchia con un sorriso e gli accarezza la testa con la punta delle dita, “Tu devi essere Sherlock.”
“Strano”, commenta Blaine con le sopracciglia inarcate, guardandoli dall’alto.
“Strano?”, gli fa eco Kurt, grattando il pelo dietro le orecchie di Sherlock ed ottenendo delle rumorose fusa soddisfatte in cambio, “Perché?”
“Lui – non si fida di nessuno”, risponde Blaine, passandosi una mano dietro la nuca, “Mai. Quando viene un estraneo si nasconde sotto le giacche nel mio armadio finché l’intruso non va via.”
Mmh – ”, commenta Kurt distrattamente, “Non deve aver avuto delle belle esperienze.”
“No”, concorda Blaine con aria vagamente più cupa, “Dei ragazzini – lo stavano torturando, quando l’ho trovato.”
Kurt – si irrigidisce solo per un attimo, ma è così improvviso che Blaine se ne accorge immediatamente; ma quando si rialza, spazzolandosi i pantaloni con le mani, i suoi occhi sono quasi del tutto limpidi, “Si vede che hai un’inclinazione per questo genere di randagi”, gli dice soltanto, sorridendo furbescamente; non gli lascia il tempo di chiedergli spiegazioni. “Posso usare il bagno?”



*



Blaine prepara un’insalata e Kurt scrolla le spalle, gli dice che a lui va bene tutto. 
È una di quelle sere in cui Blaine torna a casa tardi e non finisce di mangiare, si siede sul divano con una coperta e guarda la televisione per cinque minuti prima di addormentarsi, e quando si sveglia ha mal di schiena e due occhi verdi che lo scrutano dall’alto con una buona dose di rimprovero.
Ma ora c’è anche Kurt, e Blaine – Blaine non sa come incastrarlo nella propria vita.
Nei computer c’è un'istruzione apposita, per queste cose. Si chiama malloc. Chiede al computer se in memoria è disponibile un numero ben preciso di byte per depositarvi un valore, e il computer risponde con un indirizzo di memoria.
Invece Blaine deve imparare alla svelta ad addormentarsi nel proprio letto con uno sconosciuto a qualche metro di distanza.
Ed è – strano.
Ma strano come, questo lo deve ancora decidere.



*



A svegliarlo è la suoneria del cellulare di servizio – come tutte le mattine, ormai.
Sono appena le sette, e Blaine non ha neanche tempo di avere sonno.
“Anderson”, biascica contro il telefono, passandosi una mano tra i capelli.
Blaine”, la voce di Wes è cupa e seria, professionale, “Ci sono stati altri due omicidi.”
Blaine si sente improvvisamente più sveglio, ed è già in piedi quando dice: “Sto arrivando.”



*



Kurt seduto a gambe incrociate su uno degli sgabelli della cucina è una cosa che non si aspetta – e di rado accadono cose che Blaine non riesce a prevedere. O, quantomeno, ad ipotizzare.
Kurt lo guarda con le sopracciglia inarcate e finisce di masticare un pezzetto di pane e marmellata, “Uhm – Non pensavo ti saresti svegliato così presto.”
“Lavoro”, spiega semplicemente Blaine, ancora vagamente stordito; scuote la testa e cerca di riprendere controllo di sé. “Tu – Fai come se fossi a casa tua. Credo. Non so di preciso tra quanto tornerò – ”, non sa nemmeno come dirgli che c’è sempre la probabilità che non torni, non ha mai dovuto spiegarlo a nessuno – 
Kurt si limita ad annuire e gli rivolge un piccolo sorriso, “Grazie. Cercherò di tenere a bada le mie manie da cleptomane mentre sono qui.”
Blaine rimane in silenzio con aria confusa per qualche secondo.
“Una battuta”, gli dice Kurt con aria vagamente condiscendente, “Era una battuta, Blaine.”
“Oh. Certo.”, Blaine si avvia verso la porta con aria imbarazzata, “Allora – ci vediamo più tardi.”
Kurt annuisce con un piccolo sorriso divertito, ma quando la porta d’ingresso si chiude – sospira, guardando Sherlock che si dirige con aria soddisfatta verso le proprie ciotole.
Non è così che aveva immaginato la propria vita.



*



“Altre due prostitute”, spiega Wes con aria cupa, indicando le foto delle vittime sullo schermo nella sala delle conferenze, “Una è stata accoltellata, l’altra è stata strangolata. A questo punto abbiamo due opzioni”, poggia le mani sulla scrivania e guarda la squadra riunita di fronte a lui, “O Russell non ha commesso gli omicidi e il vero killer si sta riappropriando del merito di quella che è stata opera sua – oppure è qualcuno che sta cercando di imitare il lavoro di Russell per mandarci fuori strada.”
“Come procediamo?”
“L’unica soluzione è comparare i file su Sam Russell a quelli degli omicidi di ora – ”, Wes si volta verso Blaine, “Hai portato i file della Camera Stellata?”
Blaine annuisce e fa scivolare il fascicolo sul tavolo.
“Bene. Mettiamoci a lavoro.”



*



“Non ci sono mai stati omicidi così ravvicinati – ”

“Mai uccise due prostitute contemporaneamente – ”
“Quindi alterna le pugnalate e lo strangolamento ogni volta – ”
“Non c’è più nessun dato né sul computer né sul cellulare di nessuna delle due donne – ”
“Quindi il coinvolgimento della Camera Stellata è certo – ”
“Sono state drogate – ”
“Non hanno reagito in alcun modo –”




*



Blaine torna a casa con la sensazione che la sua testa stia per esplodere. 
È solo quando inserisce le chiavi nella serratura che si ricorda di Kurt – lo sconosciuto che vive nel suo appartamento.
Sherlock gli corre incontro col suo passo felpato non appena la porta si apre, e Blaine si china per grattargli la schiena come piace a lui.
“Mi sembrava di aver sentito la porta – ”
Quando alza lo sguardo, Kurt è in piedi nel corridoio, le braccia incrociate sul petto e un piccolo sorriso sulle labbra, come se stesse provando.
Blaine si alza lentamente, massaggiandosi distrattamente una tempia, “Sì, abbiamo finito solo ora – ”, si fa scivolare il cappotto via dalle spalle e lo appende all’attaccapanni.
Kurt si mordicchia il labbro inferiore, “Sempre il caso di Russell, giusto? Ho sentito che ci sono stati altri due omicidi – ”
L’espressione di Blaine si incupisce; prende un respiro profondo e muove qualche passo esitante per arrivare in cucina – Kurt lo segue.
“Sì – Wes vuole che domani venga anche tu per vedere se riusciamo a cavarne qualcosa. Ti dispiace se ne parliamo direttamente domani? Ho un mal di testa che mi sta uccidendo – ”
“Oh, certo – ”, Kurt annuisce e si siede al tavolo della cucina, lasciando che Sherlock gli salti sulle ginocchia. “Se volessi cenare – Ho preparato un po’ di pollo. È in frigo.”
Blaine lo guarda con aria sorpresa, le sopracciglia inarcate – nemmeno si ricorda quand’è stata l’ultima volta che ha mangiato del pollo. “Tu – hai cucinato?”
Kurt solleva lo sguardo dal pelo nero di Sherlock, “Uhm – sì. Spero che non ti dispiaccia – ”
“No”, si affretta a specificare Blaine, “Certo che no. Solo che – non devi. Insomma, non devi farlo per ripagarmi o qualcosa del genere – ”
“Blaine”, Kurt lo guarda negli occhi con espressione seria, “Nel caso non te ne fossi accorto, mi hai praticamente salvato la vita. E nemmeno mi conosci. Io ho solo cucinato del pollo.”
Blaine – lo guarda e pensa io sono il primo a non cucinare per me, figuriamoci se qualcun altro – ma sarebbe troppo patetico, così annuisce e prende il pollo dal frigo per metterlo a scaldare su un fornello.
“Tu non hai ancora mangiato?”
Kurt scuote il capo in segno di diniego e gratta il mento di Sherlock, “Lui è l’unico ad aver mangiato”, risponde, guardando il gatto con un sorriso.
Blaine li guarda con aria ancora vagamente incredula e dispone piatti, posate e bicchieri sul tavolo per entrambi, “Il tuo rapporto con il mio gatto comincia a spaventarmi”, gli dice con un piccolo sorriso.
“Sai come si dice”, canticchia Kurt, riportando la propria attenzione alla bestiola acciambellata sul suo grembo, “il simile attrae il simile.”
Blaine toglie il pollo dal fuoco quando comincia a sfrigolare e lo sistema nei piatti con l’aiuto di una forchetta, “E in cosa sareste simili tu e Sherlock?”
Gli si siede di fronte e lo guarda con aria incuriosita – è strano. Scoprire qualcuno. È strano.
Kurt fa scivolare il proprio sguardo sul piatto di fronte a sé e poi lo riporta su Sherlock, “Ho avuto dei problemi al liceo, con dei ragazzini. Potremmo dire che – sì, in un certo senso mi – torturavano? Perché sono gay. È per questo che ho cominciato a studiare i computer.”, parla a scatti, la voce bassa, “Mi è bastato usare la minaccia delle loro cronologie per farli smettere.”
Blaine si morde il labbro e china il capo – ha sempre avuto difficoltà ad accettare che tutti hanno vissuto qualcosa – quel qualcosa che li cambia e si incide sulla loro pelle e tu, che arrivi dopo, puoi solo guardarne le cicatrici.
“Ma oltre a questo”, continua Kurt con tono più leggero, “Siamo entrambi molto più intelligenti della media e teniamo ai nostri capelli.”
Blaine ride – si dimentica per un attimo del mal di testa e del lavoro, e ride.
Kurt sorride arricciando il naso – come se fosse fiero di sé per essere riuscito a farlo ridere.



*



Blaine sta guardando il telegiornale quando Kurt si siede sul bracciolo del divano, “Non ti basta quello che senti a lavoro?”
“Sì”, Blaine abbandona il capo contro la spalliera con un sospiro, “In realtà sì. Ma i cofanetti dei DVD sono lontani.”
Kurt ridacchia – si avvicina al televisore e studia con aria pensierosa i film disposti ordinatamente sulla mensola.
“Posso scegliere?”
Blaine assente con un mugolio stanco e si rannicchia sotto il plaid; lo osserva attentamente mentre fa scorrere le dita sui cofanetti dei DVD con aria pensierosa, per poi estrarne uno e chinarsi per inserirlo nel lettore.
Blaine gli sorride un po’ quando Kurt si volta, “Moulin Rouge?”
Kurt scrolla le spalle e ricambia il sorriso, avvicinandosi al divano con passo un po’ esitante – come se non sapesse bene dove sistemarsi. E Blaine ci pensa in quel momento – Kurt non sa più quale sia il suo posto. Anche lui si è ritrovato catapultato in una vita completamente diversa – anche lui è un po’ perso.
Così piega le gambe contro il proprio corpo e solleva un angolo del plaid con un sorriso, e Kurt accetta l’invito con espressione sollevata, si siede accanto a lui a gambe incrociate e lascia che Sherlock si acciambelli su di lui.

There was a boy,
A very strange, enchanted boy.
They say he wandered very far, very far – 
Over land and sea.

A little shy
And sad of eye,
But very wise
Was he – 


Blaine lancia un’occhiataccia al proprio gatto e borbotta: “Traditore.”
Kurt ride apertamente e gratta la testolina di Sherlock, “Cerca solo di essere un bravo ospite.”
“Io non lo sarò per molto”, bofonchia Blaine con aria assonnata, rannicchiandosi un po’ di più sotto il plaid, “Comincio sempre a piangere dopo Come What May.”
Kurt ridacchia ancora, sottovoce, “Saremo in due”, sussurra.
Blaine sente già le palpebre che si appesantiscono – 

The greatest thing you'll ever learn
Is just to love and be loved in return – 





*



Il capo di Blaine scivola fino alla sua spalla con un tonfo soffice.
Kurt trattiene un attimo il respiro prima di distogliere lo sguardo dallo schermo della televisione per abbassarlo sul suo viso rilassato; si chiede per l’ennesima volta cosa ci faccia una persona così nell’FBI.
Riporta lo sguardo sullo schermo – Sherlock che apre un occhio per guardarlo dal basso come se potesse leggergli nel pensiero.

I hope you don’t mind, I hope you don’t mind – 



*



Cinque giorni più tardi si verifica un altro omicidio.
“Lei è stata strangolata e pugnalata”, dice Wes con freddezza, indicando la foto dell’ultima donna sullo schermo.
“Potrebbe essere una specie di evoluzione.”, commenta Santana con aria cupa.
“Oppure potrebbero star cercando di distogliere la nostra attenzione da Russell – ”, interviene Nick, studiando le foto.
Wes annuisce e continua: “Si chiamava Debbie Bloom. Si è messa in proprio due mesi fa, ma anche per lei – nessun dato. Né sul cellulare, né sul computer.”
Blaine lascia andare uno sbuffo e si strofina la mano sulla fronte.
Lo odia, lo odia – 
Kurt lo osserva con espressione preoccupata dall’altra parte del tavolo, abbassa lo sguardo – 



*



Blaine si affonda le mani nei capelli e continua a studiare i file del caso come se potessero cominciare ad avere un senso da un momento all’altro.
Dev’esserci qualcosa che gli è sfuggito, qualsiasi cosa – 
Un piatto di ceramica viene posato delicatamente sul tavolino di fronte a lui, e Blaine sobbalza appena, alzando il capo con uno scatto.
“Scusa”, si affretta a dire Kurt, torcendosi le dita delle mani, “Non volevo spaventarti. Ma non hai cenato –”
Blaine abbassa lo sguardo sul piatto: Kurt gli ha preparato un sandwich. “Oh. Grazie”, gli dice con aria confusa, passandosi una mano sugli occhi, “Non mi ero accorto di che ora fosse e – non ho molta fame.”
Kurt fa scivolare per un attimo lo sguardo sui fogli sparsi di fronte a lui, annuisce a labbra strette; “Ti dispiace – ?”, gesticola verso la parte vuota del divano.
“Oh. No, certo che no – ”, Blaine si sposta appena per farlo sedere, e riporta immediatamente la propria attenzione sui file.
“Blaine”, il tono di Kurt è soffice e lo costringe ad alzare di nuovo il capo, “Mangia.”
“No – No, devo trovare cosa mi è sfuggito – ”
“Blaine”, la voce di Kurt è ferma e non ammette repliche, gli poggia una mano sulla spalla per sottolineare il concetto, “Non andrai da nessuna parte, facendo così. Sul serio”, gli avvicina il piatto con il sandwich, “Mangia.”
Blaine lo guarda sorpreso, gli angoli della sua bocca che accennano appena un sorriso; si arrende con un sospiro, “Forse ti preferivo quando ancora non osavi darmi ordini.”
Kurt si limita a scrollare le spalle e a riordinare i file in un’unica pila di fogli che sistema sul tavolino – Sherlock ci salta immediatamente sopra con aria soddisfatta.
Blaine prende un minuscolo morso del sandwich e si abbandona contro la spalliera del divano, gli occhi chiusi e le sopracciglia contratte.
“Non è colpa tua, sai.”, gli dice Kurt sottovoce, scrutandolo attentamente. Gli occhi dorati sono immediatamente nei suoi – così curiosamente – vulnerabili.
“Ho visto come ti sei comportato oggi e – tu stai facendo il possibile. Non dovresti colpevolizzarti.”, conclude velocemente, come se avesse paura di aver detto troppo.
Blaine deglutisce e si chiede se sia così trasparente per tutti – o se sia solo perché lui e Kurt sono abituati a leggere oltre la pelle e fin dentro gli occhi; “È una mia responsabilità risolvere il caso”, mormora piano, abbassando lo sguardo, “Non posso lasciare che uccida altre donne – ”
“Lo so”, Kurt gli poggia una mano sul braccio e lo costringe a guardarlo negli occhi, “Lo so. Ma così – ”, sposta lo sguardo sulla pila di file sul tavolo, “Così non le aiuti. Se non riesci ad essere al tuo massimo non potrai mai aiutarle. Solo – prenditi un attimo di pausa, non so – guarda un film? Qualsiasi cosa, solo – smetti di pensare per cinque secondi.”
Blaine poggia il sandwich pressoché intatto nel piatto, “Non credo che – ”
“No”, Kurt si alza velocemente e scosta Sherlock dalla pila di fogli per poi sollevarli con aria trionfante; “Niente lavoro per te finché non ti sarai svagato”, asserisce con aria pragmatica, dirigendosi a passi larghi verso la propria camera. Blaine lo fissa con un’espressione a metà tra l’incredulo e il meravigliato quando lo vede tornare a mani vuote.
“Quindi!”, esclama Kurt con una certa allegria, mentre Sherlock si sistema sulle ginocchia di Blaine ronfando con soddisfazione, “Per stasera propongo The Social Network.”



*



Blaine si addormenta dopo neanche venti minuti di film.
Kurt ruba un’occhiata – una soltanto – al suo viso rilassato – allunga appena un dito e sfiora i ricci che gli cadono disordinatamente sulla fronte.
Sherlock lo guarda con un occhio verde scintillante, e se fosse una persona – Kurt potrebbe giurare che stia sorridendo.
Sospira appena.
Spegne la televisione e copre Blaine con il plaid abbandonato sulla spalliera del divano; si ritira nella propria stanza il più silenziosamente possibile, accende la luce sul proprio comodino e comincia a studiare i file sul caso.



*



“Blaine! Blaine!”
Gli occhi dorati si aprono lentamente sotto le palpebre pesanti e ci mettono qualche secondo a riconoscere l’espressione entusiasta di Kurt.
“Blaine, ho trovato qualcosa!”



*



Kurt prende un sorso dalla terza tazza di caffè della mattina e si aggiusta nervosamente le maniche della camicia; si passa una mano tra i capelli e guarda il piccolo pubblico di fronte a sé.
“Ma ha dormito stanotte?”, chiede Santana a bassa voce, sporgendosi per parlare nell’orecchio di Blaine. Lui scuote la testa per tutta risposta, “Ha studiato il caso.”
“Quello che è sfuggito all’FBI dieci anni fa – o comunque, quello che è stato trascurato dopo la confessione di Russell è che – Sam Russell aveva un complice. Ha un complice. Qualcuno che si occupasse delle infrastrutture e – che ha curato la parte informatica della questione.”
“La parte informatica?”, chiede Wes con le sopracciglia inarcate.
Kurt annuisce, “Avete detto che i computer e i cellulari delle donne erano tutti privi di qualsiasi dato, giusto?”; tutti assentono nonostante la domanda fosse retorica.
“Ed è troppo strano perché sia una coincidenza. Così ho fatto qualche ricerca.”, si mordicchia il labbro, e a Blaine viene per un attimo voglia di sorridere del suo entusiasmo, “E ho trovato un articolo piuttosto interessante su un blog – che spiega passo per passo come fare in modo che le informazioni di un dispositivo si cancellino se l’utente non interagisce con questo dispositivo per più di dodici ore. Che sarebbe vantaggioso per una prostituta – ”
“Perché le sue attività passate non potrebbero essere rintracciate”, completa Sebastian con tono ammirato.
“Esattamente”, Kurt gli rivolge un breve sorriso nervoso, e Blaine – Blaine si sente così fiero, “E sono sicuro che tutti riusciremo ad indovinare chi ha scritto quel post.”
“Un membro della Camera Stellata?”, interviene immediatamente Nick, gli occhi spalancati.
Kurt annuisce con maggiore entusiasmo, “L’avrei considerata una coincidenza, ma – ”
“Ma le coincidenze non esistono”, sorride Blaine a bassa voce.
Il sorriso che Kurt gli rivolge è brillante, “Esattamente. E – ”
“Ma come sappiamo che è stato scritto da un membro della Camera Stellata?”, chiede Wes con aria pensierosa.
“Perché”, risponde Kurt con aria trionfante, “ci firmiamo nella sorgente della pagina.”
“Quindi sai di chi si tratta?”
Il tempo nella stanza sembra fermarsi per qualche secondo.
Nicholas Path.”



*



Santana posa una mano sul braccio di Blaine e gli rivolge un'occhiata scintillante prima che lui possa lasciare la sala delle conferenze, "E ora cosa farete tu e Kurt?", sussurra nel suo orecchio con un sorriso furbo.
Blaine le rivolge un'occhiata confusa, "In che senso?"
"Be'", Santana si stringe nelle spalle, "Il caso è chiuso, no? Lui dovrà tornare alla sua vita e tu alla tua."
Blaine spalanca gli occhi e -- si ferma.
"Esattamente", commenta Santana ammiccando.




*



“Quindi -- ora cosa succede?", chiede Kurt con un luccichio nello sguardo.
Blaine gli lancia un'occhiata quasi divertita; prende il cappotto dall'attaccapanni e preme il pulsante per chiamare l'ascensore, "Ora i cattivi vengono arrestati.", si morde il labbro, "Noi andiamo a casa e tu ti chiuderai in camera tua finché non avrò finito."
Kurt inarca un sopracciglio con aria incuriosita, "Finito di fare cosa?"
"Ovviamente è una sorpresa.", risponde Blaine con aria imperturbabile, uscendo dall'ascensore per ritrovarsi nell'atrio freddo della sede dell'FBI.
"Ovviamente è una sorpresa per me.", ribatte Kurt, scrutandolo con espressione indagatrice.
"O forse è il compleanno di Sherlock e non voglio che intralci la preparazione della torta con la tua presenza", sorride Blaine, lanciandogli un'occhiata furba da sopra una spalla.
Kurt si ferma per un attimo e gli rivolge un piccolo broncio, "Odio le sorprese", bofonchia.



*

 
Carcere di San Quintino

“Allora – avete trovato il vero killer?”
Santana deve reprimere un verso di disgusto; Sebastian le poggia una mano sul braccio per placarla, “Potrebbe dire così, sì”, rispose pacatamente, studiando attentamente le reazioni di Sam Russell, seduto di fronte a loro. “Vede – quando abbiamo analizzato i casi più recenti, ci è sfuggito un particolare.”
L’espressione di Sam Russell si tinge di un’educata curiosità, “Ah sì?”
“Sì”, risponde Santana con un’espressione gelida, “Vede, il killer che ha commesso gli ultimi omicidi ha un modus operandi leggermente diverso da quello di dieci anni fa, perché quando strangola le proprie vittime – ”, si porta i capelli attorno al collo e stringe con le mani per dare una dimostrazione pratica, “Prende anche i loro capelli e stringe così forte – ”, Sam Russell gioca nervosamente col rosario tra le proprie mani, “—che strappa i loro capelli.”, conclude Santana con tono leggero, giocherellando con le punte corvine dei propri capelli.
Il rosario tra le mani di Sam Russell si spezza all’improvviso, disperdendosi sul tavolo e sul pavimento in una cascata di palline di legno.
“E quei capelli”, continua Sebastian pacatamente, raccogliendo il rosario per chiuderlo ermeticamente in un contenitore di plastica trasparente, “sono stati inviati a lei dal suo complice per rassicurarla sul procedimento del vostro piano. Perché quando lei prese la colpa per entrambi, dieci anni fa, lo fece nella speranza che questo sarebbe successo e che il suo caso sarebbe stato riconsiderato alla luce dei nuovi omicidi – portandoci a considerarla innocente.”
Il volto di Sam Russell è bianco.
“Ma il suo errore”, conclude Santana, prendendo il rosario dalle mani di Sebastian, “è stato questo.”
Glielo mostra.
E i capelli con cui sono legate le perline sembrano fin troppo evidenti sotto la luce intensa della stanza.



*



Blaine guarda per un'ultima volta la tavola apparecchiata e poggia con attenzione la teglia delle lasagne accanto ai piatti; si strofina le mani con aria soddisfatta e sorride mordicchiandosi il labbro inferiore con un po' di nervosismo.
Prende un respiro profondo.
Si avvia lungo il corridoio ignorando l'occhiata inquisitrice di Sherlock, e bussa alla porta della camera di Kurt -- degli ospiti -- trattenendo un po' il respiro, "Puoi uscire, adesso."
Sente un po' di tramestio al di là della porta, "Perché, la torta per Sherlock è pronta?"
Blaine ridacchia, "Il compleanno di Sherlock è a Luglio. Forse la sorpresa non è per lui."
Kurt apre lentamente la porta, e -- oh. Lo sta guardando con quei suoi occhi color acquamarina che scintillano, un sopracciglio inarcato e un'espressione divertita; i capelli sono acconciati perfettamente sulla fronte, le sue gambe sono fasciate da un paio di jeans scuri e stretti e il suo busto sottile è avvolto da una maglia azzurra dallo scollo a V.
Non è solo che Kurt è bello da morire.
È che è bello da morire e l'ha aiutato a risolvere il caso e l'ha fatto ridere e piace a Sherlock e -- è scivolato nella sua vita come si scivola nel sonno. Senza che nemmeno se ne accorgesse.
Così gli rivolge un sorriso che è una curva morbida e inclina un po' il capo su una spalla, "La sorpresa potrebbe essere per te."
Kurt si poggia contro lo stipite della porta con una spalla e un sorriso gioca con gli angoli delle sue labbra, "Ah sì?"
Blaine annuisce e si morde il labbro per trattenere un sorriso, "Mmmh -- Potrebbe interessarti?"
"A giudicare dal profumo --", Kurt arriccia il naso e chiude gli occhi con espressione beata, "Decisamente sì."



*



Gli occhi di Kurt riflettono le luci della cucina quando si puntano su Blaine con meraviglia.
"Tu --", e poi chiude la bocca perché non sa bene cosa dirgli.
Così Blaine gli sorride con il capo un po' abbassato, "Volevo -- ringraziarti. Per il caso e per -- tutto, davvero. Non so cosa avrei fatto se -- non ci fossi stato tu.", alza lo sguardo, "Grazie."
Kurt scuote la testa, si morde il labbro, "Blaine", gli dice soltanto, in un sospiro, perché -- Blaine.
Perché quell'uomo gli ha salvato la vita quando erano due sconosciuti e ora lo sta ringraziando.
"Quindi --", Blaine si morde il labbro e indica una sedia con un sorriso a malapena contenuto, "La sua cena è servita."
Kurt china il capo e sorride appena, si siede e guarda Blaine da sotto le ciglia, aspettando che faccia lo stesso.
E poi lo guarda negli occhi.
E pensano che forse -- non è che resteresti un altro po'?



*



Mangiano tra i complimenti soffocati di Kurt, bevono il vino rosso che Blaine non aveva mai aperto, e ridono. Ridono come se fosse appena iniziato tutto, non come se stesse per finire.
Ridono come avrebbero riso se si fossero conosciuti in tempo per salvarsi -- non come se si fossero salvati da soli.



*



"Sarà strano non averti più qui", e Blaine si rende conto un po' troppo tardi di averlo detto; abbassa immediatamente la testa e punta lo sguardo sul proprio piatto, e dà la colpa al vino. Ma lo sguardo di Kurt diventa caldo, "Sarà strano non essere più qui", soffia, guardandolo negli occhi.
E se restassi un altro po' --?



*



"Ho una proposta", gli dice Blaine con aria seria, poggiando i gomiti sul tavolo, le palpebre che scivolano sui suoi occhi appena troppo brillanti.
Kurt imita la sua posizione e lo guarda di rimando con un sorriso disordinato, "Sto ascoltando."
Blaine si passa la lingua sulle labbra e pensa -- non sei pronto a lasciarlo andare. Così dice: "La mia rivincita a scacchi. Se vinco -- resti ancora qualche giorno. Se perdo -- puoi andare."
E Kurt non gli dice che così non è equo -- che lui non vuole poter andare. Gli brillano gli occhi e annuisce.



*



Blaine prende i neri.
Kurt si siede di fronte a lui con espressione concentrata e muove un pedone in D4.
"Bella mossa."
Lo guarda con quei suoi occhi azzurri scintillanti, aspetta che muova il cavallo in F6, "Anche la tua."



*



La luce nel salotto è soffusa e accarezza appena le ciglia chiarissime di Kurt, e Blaine si perde ad osservarlo soltanto per qualche secondo -- non ci si distrae mai dal gioco. Lo sa.
E pensa che persone come Kurt non si perdono, e non si dimenticano.
Si odiano perché te ne innamori come niente, ma poi -- amarle è difficile.
E innamorarsi di Kurt -- Blaine lo guarda, e pensa che innamorarsi di Kurt significherebbe demolire la propria vita e ricostruirla tutta daccapo.
Con lui.



*



La nebbia del vino si è un po' dissipata nella sua mente; così Blaine osserva più attentamente la scacchiera.
Kurt muove una torre in C1.
E gli lascia aperta la strada per arrivare al Re, ancora fermo in E1.
Blaine solleva lo sguardo su di lui e vede il modo in cui i suoi denti si chiudono sul labbro inferiore e lo intrappolano, "Mi stai lasciando vincere.", gli dice in un soffio, e Kurt sposta immediatamente i propri occhi nei suoi e non trova niente da dire.
Blaine respira più piano nonostante il cuore gli rimbombi nelle orecchie, "Perché?"
Kurt abbassa lo sguardo prima di incrociare il suo, e quando si trovano occhi negli occhi -- Blaine lo sa che potrebbe mentirgli. 
Ma non lo fa.
"Forse perché non voglio andare via."
E quando si baciano -- quando sono labbra contro labbra, le loro dita che si intrecciano e fanno cadere gli scacchi -- è qualcosa che Blaine non ha mai conosciuto. Qualcosa che non aveva programmato.
È qualcosa che gli toglie il fiato.



*



Blaine incespica nella lampo dei suoi jeans quando glieli deve sfilare, e Kurt ride sottovoce quando il suo maglione verde rimane incastrato e gli sconvolge i ricci scuri.
Ma poi si spingono a vicenda verso il letto di Blaine -- quello in cui ha sempre dormito da solo --, e sono pelle contro pelle, e stanno facendo le cose al contrario, ma non importa a nessuno dei due.
Se c'è una cosa che hanno imparato è che a volte vale la pena di perdersi.
Così Blaine venera quel corpo bianco e longilineo e perfetto come non ha mai fatto con nessun altro, poggia le labbra su ogni millimetro di pelle che riesce a raggiungere, gli bacia lo stomaco e le caviglie, gli mordicchia la mascella e gli serve sempre più ossigeno ad ogni gemito soffocato che sfugge alle labbra rosse e gonfie di Kurt.
E quando Kurt lo guarda con gli occhi socchiusi e le pupille dilatate, e lo prega di avere di più -- e Blaine lo sa che forse gli sta dando più di quanto non dovrebbe --, e scivola dentro di lui tempestandogli il viso e la gola di baci leggeri che sono più un semplice contatto di pelle e labbra -- niente ha più importanza.
Non ci sono più regole, non è più una partita di scacchi, non sono istruzioni con conseguenze precise.
Sono solo due vite che vengono demolite e ricostruite tutte daccapo.



*



Quando Blaine si sveglia, la mattina dopo, il letto è vuoto e gli fa paura.
Ha ancora impressa sulla pelle la sensazione delle braccia di Kurt attorno a lui, delle sue labbra su di sé --
Emette un lunghissimo sospiro di sollievo quando trova il biglietto poggiato sul comodino di fianco al letto.

Sono andato a comprare la colazione, torno prestissimo!
Farai meglio a sentire la mia mancanza ;)

K.



Blaine si lascia ricadere sul cuscino con un sorriso un po' sciocco, si preme i palmi delle mani sugli occhi e ridacchia così, da solo, con le lenzuola fresche che gli accarezzano la pelle ancora marchiata dalla notte con Kurt --
Il suo cellulare vibra sul comodino, e lo prende con aria spensierata.

9:35 Santana
Non abbiamo preso Nicholas Path. Sarebbe meglio se Kurt rimanesse con te, non vorremmo che si vendicasse.


E Blaine rilegge il biglietto -- Kurt è una persona mattiniera, da quanto può essere uscito? -- e cerca di non farsi prendere dal panico, ma la realtà è che la paura gli sta divorando lo stomaco e deve prendere dei respiri profondi -- prova a chiamare Kurt, lo fa automaticamente, ma -- il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile, il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile, il numero da lei chiamato non --
KurtKurtKurt
, il Kurt bellissimo di quella notte --
Quando chiama Santana ha le lacrime agli occhi, "Kurt -- Kurt è uscito stamattina, e non è tornato, non risponde al cellulare e --"
"Blaine -- Blaine, calmati; sei sicuro che non stia tornando --?"
"Sì -- Sì, ti prego, sono sicuro, l'ha preso lui, Santana --"
"Sto arrivando, noi -- Veniamo a prenderti."



*



Kurt sa perfettamente dove si trova.
Anche se ha la mente annebbiata e gli occhi coperti.
E ha paura.
Ha così tanta paura --



*



"Dobbiamo trovarlo, Wes, dobbiamo --"
"Lo so", Wes lo guarda negli occhi e capisce, "Lo so, Blaine, stiamo facendo il possibile, ma non sappiamo dove sia la sede della Camera Stellata, o altri edifici che siano collegati a Nicholas Path --"
Blaine si prende la testa tra le mani e stringe gli occhi forte, forte finché non gli fa male --



*



Kurt ha le mani legate dietro lo schienale della sedia, ma sa che non sarebbe in grado di muoversi nemmeno se potesse.
Desoxyn --
Il volto segnato dalle rughe di Nicholas Path ondeggia davanti ai suoi occhi come se lo stesse guardando attraverso una cascata, le parole ci hai traditi, maledetto bastardo -- gli fluttuano nelle orecchie finché non diventa tutto nero.
Blaine --



*



Così non le aiuti. Se non riesci ad essere al tuo massimo non potrai mai aiutarle. 
Blaine si preme le dita sulle tempie e gli sembra tutto un incubo, che se magari chiude gli occhi poi scompare --
Ma quando li riapre è ancora davanti a quel computer inutile, non sa cosa fare, non sa dove cercare --
E poi si ricorda gli appunti di Kurt sui file del caso Russell --
La freccia fatta a penna accanto alla frase "le donne sono state drogate -", e quel "Desoxyn" scribacchiato di corsa --
Blaine mette le dita sulla tastiera e pensa -- devo trovarti. Devo dirti troppe cose --



*



Quando un dolore sordo comincia a pulsargli nelle spalle e nei polsi, si rende conto che Nicholas Path lo vuole sveglio.
Kurt deglutisce e si sente la gola secca, non riesce nemmeno ad aprire gli occhi da quanto è stretta la fascia attorno alla sua testa --
E non c'è nessuna grande rivelazione.
C'è solo paura e rimpianto e dolore.



*



La benda viene sfilata malamente dalla sua testa, e la luce gli ferisce gli occhi.
Kurt sbatte velocemente le palpebre, sente il cuore che rimbomba contro la sua cassa toracica come se stesse cercando di scappare --
Davanti al suo viso c'è la lama di un coltello.



*



"Pensavi di poterci tradire e farla franca --"
Una lacrima gli scivola sulla guancia mentre la lama fredda gli preme sulla pelle della gola.
Chiude gli occhi.
Blaine --
"FBI! METTI GIÙ IL COLTELLO!"



*



Blaine ci perde il cuore in quei metri che lo separano da Kurt -- Kurt, legato ad una sedia, con il viso pallido, le guance rigate di lacrime e un coltello puntato alla gola --



*



"Va tutto bene, va tutto bene, sei salvo --"
Kurt apre gli occhi lentamente - gli fanno male per quanto li ha stretti - e sa che non avrebbe avuto il coraggio di farlo se fosse stata un'altra voce a parlargli.
Blaine.
La pressione delle corde scompare dai suoi polsi e si alza immediatamente, nonostante le sue gambe non siano ancora pronte a sostenerlo, e si fa il più piccolo possibile tra le braccia di Blaine, inspira forte il suo profumo e gli tremano le spalle e le dita, nasconde il viso nell'incavo della sua spalla e si perde lì per qualche secondo.
"Va tutto bene --"
Il cuore di Blaine batte così forte che può sentirlo contro il proprio petto.
"Mi hai trovato."
Le braccia di Blaine si stringono ancora di più attorno a lui, come se dovesse essere sicuro di averlo lì, "Mi devi una rivincita a scacchi, ricordi?"
Kurt si lascia sfuggire una risata breve e isterica, senza senso, "Due rivincite."
Blaine annuisce con un sorriso morbido, la paura che scompare lentamente dai suoi occhi, "E una colazione."
Kurt prende un respiro profondo - come se avesse riacquisito parte della propria forza, "Sembra che dovrò rimanere in giro ancora per un po', allora."
Blaine lo guarda da sotto le ciglia lunghissime e nere, gli preme un bacio veloce sulle labbra, "Sì -- Sì, per favore."
Resta.
Kurt gli cattura le labbra con le proprie come se Blaine potesse restituirgli tutto quello che ha perso, tutto quello che ancora deve trovare.
Resto.












 

*

Fine



 
Note:
Ed eccoci qua!
Uhm.
Spero che la storia vi sia piaciuta; se alcune nozioni informatiche non sono corrette, cercate di perdonarmi, sto ancora imparando ^^
Niente, fatemi sapere, plis!

Tenete d'occhio i seguenti autori, che parteciperanno al BigBang nel corso del mese ;) 

Babykit87l
EmmeV 
SamWhity
Papillon_ 
Lusio 
Ari92 
Chu 
cup of tea 
Ginny Potter 
Michy 
Locked
elisav82 
_xwatson
Wild Imagination 
smythwood 

LaFatinaScalza 


Direi che ho finito!
Grazie a Flan e Alanna - e se mi sono scordata qualche organizzatore, pure a lui - per aver organizzato e gestito il progetto.
E grazie a voi che avete letto.
Alla prossima!




 
  
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