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Autore: lukas1998    26/01/2015    1 recensioni
a serie si sviluppa in 5 capitoli e racconta la storia di un criminale descrivendo le sue azioni e i suoi sentimenti dopo aver commesso i crimini.
Il protagonista della storia è Richard Black, un ragazzo timido che dopo anni di torture psicologiche e fisiche per via della sua omosessualità decide di vendicarsi e cosi crea la sua lista nera e comincia a perseguitare, torturare e uccidere le sue vittime.
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I SEE BLACK

 
Trama
Genere: Noir
La serie si sviluppa in 5 episodi o capitoli e racconta la storia di un criminale descrivendo le sue azioni e i suoi sentimenti dopo aver commesso i crimini.
Il protagonista della storia è Richard Black, un ragazzo timido che dopo anni di torture psicologiche e fisiche per via del suo carattere decide di vendicarsi e cosi crea la sua lista nera e comincia a perseguitare, torturare e uccidere le sue vittime.
 
(1) 20 anni d’inferno
(2) La lista
(3) Diamo inizio alla caccia!
(4) E se io avessi ragione e gli altri torto
(5) L’ultima parola è mia!
 
 

20 ANNI D’INFERNO

 
Detroit, Michigan
 
“Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge.” 
Questo è il mio pensiero, chi doveva pagare ha fatto una brutta fine ma lasciate che vi spieghi tutto dal principio…
Sono nato e cresciuto nella periferia di Detroit dove anche il più buono della comunità almeno una volta nella vita aveva commesso un crimine, 18 anni a Detroit e ho conosciuto solo ed esclusivamente persone putride e inutili che per me non meritavano nemmeno di respirare. Da queste parole potrò sembrare un duro, uno che nella vita si è sempre fatto rispettare ma in realtà ero diverso da tutti, ero un debole, uno che quando veniva picchiato e preso in giro, abbassava lo sguarda e andava via e tutto questo già da quando ero piccolo. La mia famiglia non aveva i soldi nemmeno per farmi mangiare figuratevi se potevano offrirmi una buona educazione, mi iscrissero in una scuola poverissima a 500 metri da casa, una puzza incredibile, soffitti che cadevano a pezzi, carenza di personale e proprio qui ho vissuto 8 anni della mia vita dai 10 fino ai 18 anni.
Giorno dopo giorno la situazione peggiorava, io diventavo sempre più spesso il bersaglio dei bulli che mi davano il tormento, il culmine si ecce quando misero la voce in giro riguardo la mia omosessualità, all’ epoca non lo sapevo nemmeno io ma furono talmente tante le volte che mi irridevano che forse lo ero veramente diventato. Io odiavo tutti e tutti odiavano me, i professori appoggiavano i giovani criminali che ricambiavano, quindi io ero solo… completamente non avevo neanche il supporto dei miei soprattutto quando mio padre fu arrestato.
Dopo questo episodio i ragazzi della scuola sembravano addirittura rispettarmi o pensare al mio dolore e quindi mi ignorarono per un po’ fino a quando Anthony Spike, un ragazzo temuto da tutti nella mia zona, entrò a far parte della mia classe e da li un inferno totale, insulti, pestaggi e minacce.
Il mio desiderio di vendetta era forte ma dovevo aspettare, più giorni passavano più mi abituavo a quell’ambiente e da un momento all’altro la mia ira si sarebbe scatenata, cominciavo a ragionare come loro e a muovermi come loro.
A 18 anni con la fine della scuola e la perdita di mia madre cosi iniziava una nuova vita, il mio piano era perfetto e la mia lista nera era piena di nomi, dai professori ai bulli, da dei parenti antipatici a persone che avrò visto giusto qualche volta per strada tutte queste persone dovranno  risarcirmi e io strapperò la loro anima dopo averli torturati, distrutti ma soprattutto dopo aver sentito nell’ultimo loro respiro la parola ‘scusa’.
Ricordo le sere quando tornavo a casa da ragazzo e in televisione trasmettevano il film Casinò, rimanevo impalato durante la scena di presentazione di Joe Pesci che interpretava un famoso boss, c’era una frase che mi tirava su “Se lo attacchi con i pugni, lui torna con una mazza. Se lo attacchi con un coltello, lui torna con una pistola. Se lo attacchi con una pistola, allora ti conviene ucciderlo, perché continuerà a tornare e tornare fino a quando uno di voi due non è morto”. Allora io pensavo che un giorno avrei preso la pistola e mi sarei vendicato di tutto contro tutti e cosi fu…..
 

 (2) LA LISTA

 2 Giugno
 
Tutti mi consideravano un debole, uno che si sarebbe fatto mettere sempre i piedi in testa ma io penso di no, ho solamente aspettato il momento giusto…..
La prima cosa che feci fu scrivere una lista nera, ad ogni nome associavo la data della loro morte. Nessuno era a conoscenza di quello che stavo per fare e questo soprattutto perché io non avevo nessuno.. ero rimasto solo, Dio mi aveva lasciato solo e mi domandavo perché io? I miei odiati compagni avevano tutti o quasi tutti dei genitori e io che mi ero sempre distinto per il mio  comportamento NO allora decisi che dovevo diventare io Dio e alla fine forse ho anche raggiunto l’obbiettivo.
Sulla mia lista c’erano otto nomi, cinque dei quali erano ex ‘compagni di scuola’, un parente che mi odiava, un professore e…

  1. Anthony Spike         16 Luglio

  2. Professor Keaton      17 Luglio

  3. Zack Erding               18 Luglio

  4. Zio David                 19 Luglio

  5. Guy Coleman            20 Luglio

  6. Gerard Nash             21 Luglio

  7. Richard Black              22 Luglio

 
Avete capito bene il settimo nome è il mio.
Dovevo organizzare tutto in una settimana non di più, non potevo rischiare di andare in carcere sarebbe stata una sconfitta enorme. Comprai una pistola, degli attrezzi tra cui una motosega ed un taser e in più avrei potuto portare i cadaveri nel capannone di famiglia 20 km da Detroit, non avrebbero fatto in tempo ad accorgersene.
 
 

(3) DIAMO INIZIO ALLA CACCIA!

 
16 Luglio
 
Quella mattina era completamente diversa dalle altre, mi sentivo rinato… Avevo paura? Non sapevo cosa fare? E se non avrei avuto il coraggio?
NO, NO, NO.
Quella mattina presi la macchina di mio padre e andai a caccia..
Mi appostai sotto casa di Anthony, aspettai per ore e ora fin a quando lui non usci con il suo cane. In giro non c’era mai molta gente, i crimini erano all’ordine del giorno e la gente aveva paura di parlare, la mia tattica non era aspettare ma attaccare, mi avvicinai con la macchina e lo chiamai e lui mi saluto con un ‘Ciao merda’, quel suo saluto mi fece sorridere perché sapevo che mi sarei vendicato ma lui no e quindi gli chiesi ‘Dove stai andando?’ e lui “non sono cazzi tuoi a meno che non mi vuoi dare un passaggio finocchio” e si fece un’altra risata, ma la risata più grande me la feci io e cosi sali in macchina. Mentre eravamo in macchina mi parlava di cretinate varie come al solito e io avevo la speranza che lui mi dicesse scusa, avevo intenzione di perdonarlo bastava solo una parola per salvarsi la pelle, ma quella parola la disse troppo avanti e quindi gli dissi che dovevo dare un biglietto ad un amico che abitava in zona, accostammo in un vicoletto e gli chiesi di prendere un biglietto nel cassettino laterale dell’auto, lui non lo trovava, era talmente concentrato che non si accorse che io avevo estratto la pistola taser e lo colpii (il taser era talmente forte che lo stese per un paio di ore).
 
Ore 15:00
Capannone di Famiglia
Si era svegliato, era legato e steso……non capiva quello che stavo per fare e continuava ad insultarmi ma poi quando accesi la motosega capi e comincio a piangere.
Probabilmente era ancora vivo, gli avevo tagliato qualche parte del corpo e lo avevo evirato, aspettai il suo risveglio e l’ultima cosa che feci fu salutarlo alla sua maniera….”ciao merda”.
Per la prima volta nella vita ero io il vincitore e non avevo rimpianti anzi fremevo dalla voglia di continuare, un nome in meno nella lista. Non ero preoccupato sapevo che quando la polizia avrebbe scoperto i crimini sarebbe stato troppo tardi, dovevano trovare il capannone che non era nemmeno intestato a nessuno, le armi e i corpi rimanevano li ed io ero tranquillo.
 
 
 
 

(4) E se io avessi ragione e gli altri torto


 17 Luglio
 
Secondo giorno, seconda rivincita.
Ovviamente il piano era organizzato seguendo ogni minimo dettaglio, indirizzi, famiglia, appuntamenti (etc….) il professor Keaton era la seconda vittima, fortunatamente per me e sfortunatamente per lui abitava in periferia in una villetta eredita e non aveva figli, l’abitazione più vicina alla sua distava 1,5 km più o meno quindi per il mio secondo delitto utilizzai una tattica diversa, dovevo ammazzarlo in casa sua ma dovevo stare attento a tutto soprattutto alle tracce che avrei potuto lasciare.
 
Ore 16:00
 
‘Il professore è di ritorno da un corso estivo, è completamente solo.’
Ero già in casa sua, avevo avuto 3 ore di tempo per entrare e quindi non era stato molto difficile, lo aspettai al piano di sopra seduto sul suo letto.
Appena egli sali non mi vide immediatamente ma andò prima in bagno e poi finalmente spalancò la porta della sua camera, non avevo tempo di tergiversare o torturalo era una situazione completamente diversa da quella precedente, e lo sparai in testa con la mia pistola ovviamente con silenziatore. Nessuno mi vide entrare e nessuno mi vide uscire..
Questi due omicidi non avevano insospettito nessuno anche perché il professore non riceveva mai visite e quasi mai chiamate , sarebbero passati giorni prima che qualcuno se ne accorgesse.
La settimana prosegui in questo modo, uccisi e torturai tutte le persone presenti nelle lista, e dopo il terzo omicidio anche la polizia cominciò ad avere dubbi e parti la caccia ma era indubbiamente finita, l’ultimo nome era il mio…
Ma prima di uccidermi mi domandai e se io avessi ragione e gli altri torto?..
 
CITAZIONE FINALE PRESA DALLA SERIE TV FARGO
 
 

 (5) L’ultima parola è mia!

 
 Continuavo ad osservare quella lista e pensavo tra me e me ‘devo uccidermi’? ‘non sarebbe stata una cosa inutile’?
Andai per l’ultima volta in quel capannone, luogo della mia vendetta, e durante il viaggio si accese la lampadina, io dovevo vivere… allora presi la decisione di bruciare il capannone, gli attrezzi con cui avevo torturato le vittime dopo averli puliti per bene li regalai ad una chiesa dicendo che dovevo traslocare e visto che io ero considerato un santo tra i diavoli li accettarono molto volentieri. Bruciai il capannone e i corpi circa 30 minuti prima di prendere il mio volo per il Sud America.
Spesi tutti i miei risparmi, arrivai in Cile e con la macchina mi spostai in Bolivia poi in Paraguay ed Uruguay, ero costretto a spostarmi per non dare sospetti, feci falsificare i documenti e cosi cambia per sempre la mia identità, finalmente la mia vita poteva iniziare.
 

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