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Autore: Emy Potter    26/01/2015    3 recensioni
"Rebecca e Noemi sono migliori amiche e partono per un viaggio studi nella città di San Fransokyo.
Hiro, invece, ora va alla SFIT con i suoi amici, vivendo nel ricordo di suo fratello. Un giorno, queste persone tanto diverse si incontreranno, e vivranno un'avventura che non dimenticheranno mai".
Ciao, io sono Crazyemy, e questa è la mia prima Fanfiction. Dedico questa storia alla mia migliore amica, a cui voglio un mondo di bene. Se vi ho incuriosito, leggete e lasciate una recensione (sempre se volete).
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baymax, Hiro Hamada, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New city, new life'
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Capitolo 1: Partenza

Erano le 6:00 del mattino, ma l'aereoporto di Torino era già pieno di gente.
Rebecca stava aspettando la sua migliore amica per andare a San Fransokyo.
La giovane aveva quattordici anni.  Era di corporatura media, un pò bassa, con i capelli corti castani e gli occhi color nocciola, coperti da un paio di occhiali neri. Indossava una dolcevita viola, jeans blu chiaro e ballerine della tinta della maglia.
Guardava continuamente il display del cellulare, ansiosa come non mai.
"Rebecca! Sono qui!"
Quando si girò, la ragazza vide Noemi che correva verso di lei.
Anche lei era abbastanza bassa, magra, con lunghi capelli ramati e occhi che sembravano due pezzi di cioccolato fondente. Indossava come al solito il suo abbigliamento rock: cannottiera della Jack Daniel's, giacca di pelle, jeans abbinati alla giacca, stivaletti gotici e tantissimi accessori. A differenza di Rebecca, lei aveva quindici anni. Anche se avevano uno stile completamente diverso, erano molto simili caratterialmente.
"Alleluia! Temevo che non arrivassi più! Mi hai fatta preoccupare a morte!" la rimproverò la ragazza più giovane.
"Scusa" iniziò Noemi cercando di riprendere fiato per la corsa "Ho calcolato male il tempo"
Vennero interrotte dall'autoparlante che annunciava che il loro aereo sarebbe partito a breve e iniziarono a dirigersi verso la meta a grandi passi.
"Ma ci puoi mai credere? Stiamo andando a San Fransokyo! A SAN FRANSOKYO!" Continuava a ripetere la ragazza più grande.
"Spero che il viaggio sia più veloce del previsto! Non vedo l'ora di essere lì. Già mi immagino gli immensi grattacieli e la loro splendida vita tecnologica!" concordò l'amica.
"Saranno i giorni più belli della mia vita!" esclamò nuovamente la rossa.
Salirono sull'aereo avendo solo un pensiero: la loro destinazione.
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Hiro era seduto sulla sua scrivania che lavorava per i progetti da consegnare il giorno successivo.
Era cresciuto molto in quell'ultimo periodo, lo sentiva. Se prima si cacciava sempre nei guai con i bot-duelli, ora a quelli neanche ci pensava.
Continuava ad andare alla SFIT e uscire con il suo gruppo dei nerd. Era da molto tempo che non entravano in azione: la mancanza di avventure entusiasmanti non gli aveva dato possibilità di reindossare l'armatura e combattere. Ovviamente erano tutti d'accordo tranne Fred. Continuava ogni giorno a portare pezzi di giornale con casi da risolvere, intimando gli amici ad entrare in azione, ma essendo casi ordinari, nessun'altro membro del gruppo era favorevole alle sue proposte.
Così era passato un anno senza avvenimenti straordinari. Un anno dalla loro grande avventura. Un anno dalla morte di Tadashi.
Hiro ci pensava ogni giorno e il dolore non si affievoliva. Da quando suo fratello se n'era andato non era più la stessa cosa: lui era il suo compagno di giochi sin da quando era un bambino, quello che lo sosteneva sempre, nel bene e nel male, quello che lo consolava quando era triste. E ora non c'era più.
Continuava a chiedersi cosa avrebbe pensato di lui se fosse stato ancora vivo.
Il giovane non aveva più riaperto il separè della stanza, quello che un tempo divideva lui e suo fratello.
Ricacciò indietro le lacrime e continuò il progetto. Ma oramai le idee erano andate.
Gemette per l'esasperazione e decise di farsi una passeggiata fuori. Al diavolo il progetto, i prof avrebbero capito. Insomma, era o non era il primo della classe?
Prese la felpa e uscì di soppiatto dall'appartamento.
Lasciò che il vento gli scompigliasse i folti capelli neri e le luci illuminassero il suo volto.
Sentiva il caos della gente in modo ovattato, come se lui fosse in un'enorme bottiglia di vetro.
Camminava senza meta, senza pensieri, lasciando che il destino gli desse una mano.
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"Non ci posso credere! Non ci posso credere!". Noemi era furiosa: quando erano arrivate all'hotel gli avevano detto che non c'era nessuna prenotazione a loro nome ed ora erano per le strade di San Fransokyo, stanche e con nemmeno uno straccio di idea su dove andare.
Avevano tentato di trovare posto in altri alberghi, ma erano tutti pieni o troppo cari per loro.
"Dobbiamo continuare a cercare. Non abbiamo altra scelta." cercò di tranquillizzarla Rebecca.
"Oh, te la do io la scelta! Io protesto!" esclamò l'altra, girando l'angolo.
Ma, a causa della sua goffaggine, andò a sbattere contro un ragazzo.
"Hei! Fa attenzione a dove cammini!" in altre occasioni Noemi non sarebbe stata così scontrosa, ma in quell'istante le parole le uscirono di bocca.
"Scusa, mi dispiace" rispose sinceramente mortificato il ragazzo. La giovane lo squadrò dalla testa ai piedi.
Doveva essere un suo coetaneo. Aveva indomabili capelli neri, occhi color cioccolato, una maglia rossa, felpa blu e pantaloni color cachi.
Ritrovando la calma, Noemi ricominciò a parlare: "Scusa, non dovevo arrabbiarmi con te, ma è stata una giornata stressante e io e la mia migliore amica non sappiamo dove andare. Mi chiamo Noemi" concluse tendendogli la mano.
Il giovano la strinse. "Io sono Hiro. Hiro Hamada"

NOTA AUTRICE: Salve! Questa è la mia prima fanfiction, quindi se vedete errori ditemelo. Questo capitolo è un pò corto, ma rimedierò.
Ringrazio Rebecca (la mia migliore amica) e Pelelen_moon6 che mi ha incoraggiata a scrivere. Anche lei sta scrivendo una fanfiction su Big hero 6, a mio parere stupenda. Se vi va potete andare a leggerla! Comunque, fatemi sapere che ne pensate. Kisses, Emy.
   
 
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