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Autore: L o t t i e    26/01/2015    1 recensioni
Ecco che do un pugno al bordo della vasca e poi porto le mani al viso, penso di esser diventata insensibile al dolore fisico. Inspiro aspramente stringendomi in un abbraccio solitario con me stessa: fa male. I sentimenti ed il senso di bruciore che si estende dalla gola ai polmoni, fanno male. Espiro.
[...]
Provo a chiederglielo, ma dalla mia bocca risalgono bolle d'aria. Le ultime. Ho capito. I'd die to be where you are, I tried to be where you are. Sto per riuscirci, perché non vuoi? Sembri disperata, urli, ti dimeni, ma tutto è attutito dall'acqua. ...Ci si sente leggeri, è una bella sensazione, anche se tu metti le mani tra i capelli iniziando a piangere.
Genere: Angst, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vampire - the series.'
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Deliri Note dell'autrice:
Non so cosa cavolo mi è preso. Giuro che è colpa della canzone, la quale vi sconsiglio vivamente. Almeno, su di me ha avuto un impatto devastante e da questa shot si vede.
I personaggi di quest'ultima sono William Leroy e Samantha Walsh di Vampire - or maybe no..? e questa One-shot è ambientata in un ipotetico futuro in cui Will è un po' completamente presa dai sensi di colpa e spettri del passato vari; quindi questa shot (come le altre della serie) sono delle specie di route separate dall'originale. Notare la piccola apparizione di quello stronzo di Claude, il creatore. Ho immaginato che la rossa sia morta per un qualcosa e che la povera albina rimpianga di non essere riuscita a salvarla in qualche modo ed insomma tutto quanto. Ma, e stranamente ho dato un “lieto” fine, lo spirito dell'amica l'aiuta ad affrontare la cosa donandole finalmente la pace, togliendole insomma il peso che gravava sul suo kokoro.
BENE. Ora tolgo il disturbo: ho dei fazzoletti da spalare. ;____;
Bye at all with affection,
―L o t t i e.












S t i l l H e r e.








Musing through memories,
Losing my grip in the grey.
Numbing the senses,
I feel you slipping away.
Fighting to hold on,
Clinging to just one more day
Love turns to ashes,
With all that I wish I could say.


Ancora, un altro giorno, con tutto il suo splendore si staglia contro la mia figura. Il tempo di gemere appena dal dolore e mi alzo con lentezza esasperante, quasi non ne avessi voglia ― io non ne ho voglia. Con il braccio che sfrigola al contatto con la luce solare, mi paro gli occhi divenuti anche troppo sensibili, tra incessanti pianti e continui contatti diretti con la luce del sole; mi avvicino alla grande finestra osservando sul vetro il riflesso malconcio di un guscio e tiro giù il grande e spesso drappo nero per ripararmi. Non un sospiro di sollievo varca le mie labbra screpolate, perché tregua non ho. Apatica, abbasso gli occhi ad osservare la pelle rigenerarsi con molta più lentezza delle altre volte: «devi nutrirti», sussurra all'orecchio lo spettro del mio creatore ― ma, in fondo, so che è la mia immaginazione. Sadico scherzo della mente.
Fuori è nata una nuova giornata a colorare la vita di molte persone, quelle che ancora sperano ― io riesco solo a vedere in bianco e nero. Ancora, ti sento, mi scivoli di lato, abbandonandomi pian piano che prendo completamente coscienza dello spazio che circonda la mia bianca figura.
A piedi scalzi, danzo in silenzio su per le scale lorde, saltando qualche scalino sfondato da quel giorno. Alcune camere si sono però salvate, come il bagno, dove saltuariamente vado a lavarmi via il sangue asciutto dalla pelle candida. La porta non c'è: non ne ho bisogno ― mi chino sul rubinetto della vasca, non ho molta scelta tra acqua gelida o fredda.
Basta che intorpidisca.

I'd die to be where you are.
I tried to be where you are.



Quante volte ho provato a raggiungerti, tentato la morte per poterti vedere ancora. E per un breve periodo di tempo ha anche funzionato. Con coltelli mi trafiggevo, accecandomi dal dolore, scorgendo per un po' i tuoi luminosi capelli rossicci; a volte piangevi, gridandomi di non farlo, altre, mentre cadevo in ginocchio per il troppo sangue perso, mi carezzavi il viso. Ecco che ricomincia a piovere. Dentro me.
Le lacrime vanno a mescolarsi con l'acqua che pian piano va riempiendo la vasca. Ricordo quando mi chiedesti di farti diventare come me ed io non potevo, da vampira difettosa qual ero e sono. Mi dicesti che non ti importava più, ma per la prima volta scorsi in te la paura di morire in fondo al verde dei tuoi occhi di smeraldo. Ecco che do un pugno al bordo della vasca e poi porto le mani al viso, penso di esser diventata insensibile al dolore fisico. Inspiro aspramente stringendomi in un abbraccio solitario con me stessa: fa male. I sentimenti ed il senso di bruciore che si estende dalla gola ai polmoni, fanno male. Espiro.
Come se nulla fosse accaduto, chiudo il rubinetto della vasca ― l'acqua arrivata ormai all'orlo.
Sfilo l'unico indumento che ho addosso e mi fulmina l'idea di affogare, poi ricordo che potrei sopravvivere anche senza respirare e l'apatia prende di nuovo il sopravvento. L'abito a chiazze cremisi scivola di lato, producendo un piacevole fruscio. Senza alcuna esitazione mi immergo nel lago gelato che è la vasca. Affondo fino al naso, gli occhi socchiusi, il liquido cristallino che straripa. C'è tanto silenzio.

Every night, I dream you're still here.
The ghost by my side, so perfectly clear.
When I awake, you'll disappear,
Back to the shadows
With all I hold dear.
I dream you're still here.



Oh.
Eccoti. Ogni volta che le palpebre si abbassano, stanche ed arrugginite come vecchie saracinesche, concedendomi alle tenebre ― tu sei lì.
Con il tuo sorriso mesto, china, abbracci le ginocchia al petto poggiando su di esse il viso. I ciuffi rossicci incontrano le mille efelidi che decorano il tuo volto.
«Will», non so come, ma lo dici.
Il cuore fa una capriola, perde un battito e riprende a pompare veloce, martellandomi le tempie. Questo, lo so, è il primo segnale che mi avverte della finzione di tutto. Non m'importa più di tanto. Eppure, sembri così reale nella tua vecchia giovinezza. Le sopracciglia si aggrottano, creando una piccola rughetta tra di esse ― ed eccoti al mio fianco con le mani dietro la schiena.
«Da quando sei tu quella che ritarda?», mi deride scherzosamente, quindi mi volto rivolgendole un sorriso spezzato a metà.
«Mi dispiace», dico io.
Qualcos'altro si incrina ed una crepa minaccia di spezzare la mia maschera di porcellana. Anche se, ormai, non ho più vergogna; anche se nel guscio di quella sedicenne egoista ora si cela una donna di quasi trent'anni, provata, marcia come solo un frutto mai maturato sa fare. Tu scuoti il capo, come ad ammonirmi silenziosamente ― proprio tu, quella più “combina pazzie” tra di noi. È troppo tardi per mettere al loro posto i cocci del mio essere, il tempo passa inesorabile e seppur sembra sia passato qualche minuto, tu sbuffi come tuo solito; persino quello mi manca, mia piccola teiera.
«Per cosa? Oh, no! Non dirlo nemmeno», si affretta, parandomi di fronte le sue mani, «non c'è tempo: devi risalire!»
La interrogo con lo sguardo celeste in subbuglio, effettivamente non comprendo. Risalire? Dove?

Hidden companion
Phantom be still in my heart
Make me a promise that
Time won't erase us
That we were not lost from the start.



Provo a chiederglielo, ma dalla mia bocca risalgono bolle d'aria. Le ultime. Ho capito. I'd die to be where you are, I tried to be where you are. Sto per riuscirci, perché non vuoi? Sembri disperata, urli, ti dimeni, ma tutto è attutito dall'acqua. ...Ci si sente leggeri, è una bella sensazione, anche se tu metti le mani tra i capelli iniziando a piangere. Finalmente riesco a sorridere. È incredibile come intuisci le mie azioni, ma non vuoi capire che sta andando tutto bene. Allungo una mano verso di te e come scottata ti ritrai, tenendo le mani strette al petto. Abbassi lo sguardo, sembri sbiadita ― fragile, ti rompi facilmente. Sono ancora io quella che sta sbagliando? Tranquilla, riesco solo a mimarlo, nemmeno le bolle ora lasciano le mie labbra ed il suono d'acqua mi ha inquinato l'udito; di nuovo, scuoti il capo, come se mi avessi sentito.
Apparentemente sembri calmarti, quindi lasci scivolare le braccia sui fianchi. Stavolta sei tu a sorridere, sei triste.

I dream you're still here,
Ever slightly out of reach.
I dream you're still here,
But it breaks so easily.
I try to protect you,
I can't let you fade.



Muovi qualche passo astratto verso la mia figura, avvolgendomi in un abbraccio. Qualcosa mi dice che è l'ultimo.
La vista mi si appanna, provo a ricambiare ― no, mi aggrappo a te in modo disperato. Come farei con mia madre. La tua figura sembra quasi venir assorbita da me, sempre più la tua inconsistenza si fa sentire e quelle sensazioni puramente terrene, quei dolori, si ripresentano. La sete bruciante ed il peso dei sentimenti sul petto.
«Vivi, idiota
Ed improvvisamente risalgo, bruscamente, rigettando tutta l'acqua accumulata nei polmoni. Disorientata mi guardo intorno, la tua immagine ancora ben impressa sulla retina come la tua conformazione fisica, dannatamente reale. Mi aggrappo al bordo della vasca mandando giù grossi bocconi d'aria; non comprendo appieno cosa diamine sia stato, se un sogno come gli altri, o se questa volta, realmente, tu hai deciso di incontrarmi per darmi un degno addio. Ma eri perfetta, chiara, in carne ed ossa. E lentamente sei scomparsa tra le mie braccia; mi hai salvato?
Da un piccolo buco nella parete, appena coperto da un ciuffo temerario d'erba verde scorgo il rosso arancio del tramonto, dei tuoi capelli. Questo posto sta cadendo a pezzi e solo ora riesco ad aprire davvero gli occhi. Oramai, non distinguo bene la realtà dalla finzione e devi perdonarmi se ho scambiato un suono qualunque per il tuo sbuffo, non volevi dirmi era ora!, eh? Non lo saprò mai; non saprò mai se in questo strano, pazzo, contorto mondo tu, Samantha, in realtà hai sempre vegliato su di me fino a farmi rinsavire.
Hai terminato il tuo compito, ciò è certo.
Per questo...

I feel you slipping.
I feel you slipping away.


...ora posso tornare a vivere.












  
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