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Autore: Bluemuse_    26/01/2015    1 recensioni
Aderyn vive da sempre nella sua terra natale, Nasrin, insieme ai suoi genitori e alle due sorelline. Cosa succederà, però, quando un generale della terra nemica la rapirà per sancire un vecchio patto, stipulato dai due sovrani 20 anni prima? Ma soprattutto, come si comporterà alla vista del bellissimo principe Aodh e dell'altrettanto amabile Cadeyrn, cavaliere di corte? Cederà al carattere del primo e alla sfrontatezza del secondo?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ADERYN NELLA TERRA DI METIS
CAPITOLO 1

Deimos camminava a passo svelto per i lunghi corridoi del suo palazzo, urlando a gran voce ordini che pretendeva venissero svolti immediatamente. Quello era un giorno molto importante per lui e la sua terra, Metis. Spalancò con forza le porte delle scuderie, trovandole occupate dal suo fidato generale Uther, intento a sellare il proprio stallone nero.
-È tutto pronto per la partenza?- chiese il sovrano con un tono che non ammetteva dinieghi.
-Sì, sire. Tra meno di mezzora io e altri due soldati potremo cavalcare alla volta di Nasrin, come ci è stato chiesto.-
-Ricordi bene le istruzioni che ti sono state date?- Deimos osservò minaccioso Uther, poi continuò:
-Non possiamo permetterci di fallire. Con oggi, si porterà finalmente a termine l’antico accordo stipulato con Kaveh.-
-Certo, mio Signore. Non ci saranno errori-
-Perfetto- concluse il sovrano, con un sorriso malvagio che gli illuminava il volto.

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Quella mattina, Aderyn venne svegliata da un brusio eccitato che riempiva le sue stanze. Quando aprì gli occhi, vide le serve impegnate in un movimento frenetico in bagno e vicino all’armadio. Le arrivò alle narici il tipico odore dell’aroma di lavanda che versavano nelle acque bollenti della sua vasca, utilizzato per lavarle il corpo e profumarlo. Spostò lo sguardo verso le giovani fanciulle indaffarate a trovarle un vestito consono per la giornata, e così si ricordò dell’importanza di quella data. Scese velocemente dal soffice baldacchino per osservare il cielo fuori dalla finestra, constatando che i due soli e le due lune erano, come pensava, allineati. E quello poteva significare una sola cosa: finalmente era arrivata la tanto attesa Festa dell’Estate!
Felice, si tolse la leggera vestaglia da notte che portava e si diresse in bagno, pronta a beneficiare delle cure maniacali delle sue serve.

Quasi un’ora dopo, si trovava davanti ad uno specchio con la cornice dorata posto in camera sua, a rimirarsi nel suo grazioso abito vermiglio. Con gli occhi percorse tutta la sua figura, a partire dal suo fisico slanciato, per poi risalire ai lineamenti delicati del volto, la pelle nivea in contrasto con i lunghissimi capelli blu, simili alle notti estive senza nuvole, e quegli occhi verdi come le foreste sterminate e rigogliose della sua terra, Nasrin. Si raccolse le ciocche ribelli in una treccia, come di consuetudine e si avviò verso la grande sala da pranzo del suo palazzo. Al tavolo di legno trovò già presenti le due sorelline, Anthea e Amalthea. Le dodicenni erano gemelle, nate con solo mezzora di differenza l’una dall’altra. Erano inseparabili quanto identiche, avevano gli stessi capelli color malva, ereditati dalla madre, e gli stessi occhi marroni e caldi, uguali a quelli di suo padre. I due entrarono nell’istante in cui Aderyn si sedette ad una delle massicce sedie di ciliegio, tenendosi per mano. Kaveh e Andraste erano sempre unitissimi durante la Festa dell’Estate, perché si celebrava la fine della Grande Guerra che aveva investito il continente Eos, venti anni addietro.
I sovrani si guardarono pieni di amore e poi salutarono le tre figlie, che aspettavano esaltate la sera, momento di inizio dei festeggiamenti. Prima però, avrebbero dovuto attendere ad una delle loro lezioni abituali: astronomia, arti, lingue o spada. Poteva sembrare strano che a delle giovani fanciulle venisse insegnata l’arte delle armi, ma il loro continente era popolato da sempre da guerrieri, indistintamente uomini o donne. Per questo fin da bambine, venivano istruite dal più valoroso uomo di Nasrin, che si rivelava essere proprio il padre Kaveh.
Aderyn amava le lezioni di scherma quanto quelle di astronomia. Le piaceva sentire i muscoli tendersi nello sforzo quanto osservare i quattro maggiori corpi celesti e le restanti stelle.
Le gemelle, invece, erano amanti delle arti più svariate, dalla musica, alla danza, al canto.
Erano tutte e tre ammirate dal popolo della loro terra, che le acclamava al pari dei genitori sovrani.

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Quando giunse la sesta ora del pomeriggio, l’intera famiglia uscì dal castello per dirigersi verso la piazza principale della capitale di Nantis. Aderyn, non appena varcato il cancello della sua dimora, si voltò indietro a rimirarla, presa improvvisamente da un cattivo presentimento. Osservò le alte mura di pietra bianca, che durante il giorno sembravano splendere per la luce che riflettevano. Fissò fiera la bandiera con lo stemma della sua famiglia, che rappresentava una rosa blu circondata da rovi spinati. Cacciò con un gesto della mano e uno sbuffo la brutta sensazione che le aveva attanagliato lo stomaco e seguì la chioma bruna del padre che andava via via allontanandosi.
Arrivarono che la piazza era già gremita di gente, intenta a dare inizio alla tanto attesa Festa dell’Estate. Venne acceso un grande falò, e le più rinomate muse cominciarono a intonare una melodia allegra con i loro strumenti. Il popolo si riunì attorno all’ammasso di legna ardente, cimentandosi in balli centenari che erano loro tradizione.
La ragazza si buttò nel gruppo, trascinando con sé le sorelline che ridevano felici. Quella giornata era per tutti un momento di gioia, che ricordava che la guerra era finita e si poteva vivere in completa pace. Serviva per dimenticarsi di ogni tristezza e gioire per aver ricevuto in dono la Vita.
Aderyn danzò non solo con il corpo, ma anche con l’anima, sotto le due lune e i due soli che una sola volta all’anno si allineavano e presentavano insieme. Ballò sotto la loro luce calda, fino a sudare e liberarsi di ogni pensiero.

Dopo quello che doveva essere il suo ventesimo ballo, si allontanò sfinita e senza fiato dalla folla, promettendo ad Anthea e Amalthea che sarebbe tornata presto da loro.
Andò in una piccola via laterale più tranquilla, dove poteva prendere una boccata d’aria fresca senza rischiare di soffocare per la quantità di persone. Si sedette sul bordo di una piccola fontana di marmo, beandosi della fresca brezza estiva che tirava in quel momento.
Chiuse gli occhi e si abbandonò a quella dolce sensazione, quando le prese nuovamente uno strano presentimento. Aprì gli occhi di scatto, ma non abbastanza velocemente da impedire che un uomo la afferrasse per i polsi e le coprisse la bocca per non farla gridare.
-Ehilà, principessina- esordì l’uomo con un sorriso, a cui la ragazza rispose con un mugolio. -Mi dispiace per il trattamento, ragazzina. Ordini dall’alto!-
La trascinò via, mentre inutilmente Aderyn provava ad opporsi all’immensa forza del suo rapitore, che le mise in testa un sacco per coprirle gli occhi.
Venne sbattuta in quella che alla ragazza parve essere, al tatto, una vecchia carrozza scomoda, ma non ebbe modo di constatare altro, perché una botta alla nuca le fece perdere i sensi.

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Si risvegliò bruscamente quando una grossa mano le scosse violentemente una spalla, mentre il cappuccio le veniva tolto, rivelando ai suoi occhi quella che, come aveva capito, era una struttura malmessa di metallo. A forza scese, incamminandosi dietro l’uomo che l’aveva portata via dal suo paese. Aveva i tratti duri, doveva essere un generale molto rispettato, perché alla sua vista tutti si prodigavano in riverenze e saluti. Capì che si chiamava Uther e, con suo immenso stupore, di trovarsi in terra nemica.

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ANGOLO AUTRICE:
Ehilà! Eccomi con una nuova storia, stavolta di genere quasi completamente diverso.
Per chi avesse letto l'altra mia storia, "Together we're invincible", e avesse deciso di leggere anche questa, spero di non deludervi!
Non so con quanta frequenza riuscirò ad aggiornare ma farò del mio meglio.
Al prossimo capitolo:)
Bluemuse

 
  
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