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Autore: Kristah    26/01/2015    1 recensioni
Eccomi qui! A storia finalmente ultimata (finirla si è rivelato più difficile di quanto immaginassi). Come già esplicitamente detto nel titolo, saranno raccontati gli eventi del 1943 (l'anno della nascita ufficiale di Capitan America) dal punto di vista di uno dei personaggi più bad-ass: Peggy Carter. Non voglio dilungarmi troppo nei dettagli degli episodi descritti, ma ci saranno (ovviamente) parti tratte dal film e piccoli missing-moments che mi sono immaginata!
Last, but not the least: se la storia vi piace, lasciate una recensione, anche piccina! Non sapete che immenso piacere provo nel leggerle! :) - Inutile scrive che anche critiche sono ben accette, vero?
Detto questo...
Enjoy!
XX,
Kristah
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Howard Stark, Peggy Carter, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dal diario dell'agente Margaret A. Carter 
 
12 aprile
 
Non ho mai pensato di scrivere un diario; non pensavo ne avrei mai avuto il bisogno. E invece eccomi qui, seduta sul mio letto nell'appartamento che ho affittato anni fa; mi sembra sia passata una vita. 
 
Le persone dicono che la guerra cambia profondamente l'anima di chi l'ha vissuta sulla sua pelle: quelle stesse persone non immaginano di certo quanto questa affermazione si applichi a me. 
Sarebbe molto poetico scrivere che non sono stata io a scegliere di addestrare le truppe che, nei primi anni '40, sarebbero poi state spedite al fronte. Sarebbe bello poter scrivere che mio padre era un soldato e così suo padre prima di lui e che io fossi destinata a quel lavoro: la verità è molto diversa. 
Lo ricordo ancora come se fosse ieri... 
 
New York, 1942
 
"Sei una donna, Margaret! Una ragazzina! Come pensi di farti prendere sul serio da dei soldati?" La voce di Henry Carter era più adirata del solito: Peggy gli aveva appena rivelato che di lì a poco si sarebbe trasferita nella più vicina base militare per l'addestramento delle reclute di soldati da mandare al fronte in Europa a combattere contro i nazisti. 
"So farmi rispettare, papà. Tu più di tutti dovresti saperlo, ormai" 
Se c'era una cosa che Peggy Carter non faceva era proprio quella di perdersi d'animo: era fermamente convinta di essere nata in un'epoca sciagurata. Non per la guerra, ma perché le donne venivano considerate buone solo come segretarie. 
"Peggy, non comportarti come una bambina, ora! Non ti permetto di andare" 
La ragazza arcuò un sopracciglio: "Come, scusa?" 
"Mi hai sentito più che bene. Non ti permetto di andare"
"Si tratta di lavoro, papà. Non è una cosa che puoi scegliere tu, non più"
E se c'era una cosa che Henry Carter non riusciva a fare era quella di resistere alla tempra della figlia. 
 
E così mi sono imbarcata in quella che sarebbe stata l'esperienza più importante della mia vita: e pensare che avevo soltanto 22 anni, la prima volta che lo incontrai.
Il Dottor Erskine mi era sempre sembrato un uomo distinto, ma con idee fantasiose, poco applicabili alle leggi della realtà: creare dei super soldati imbattibili, degli déi sulla terra che avrebbero portato la pace oltreoceano. 
 
Campo addestramento di Oakland, 1943
 
"Mi creda, Tenente Carter. Funzionerà. Devo solo trovare l'uomo giusto..." 
Peggy Carter guardò l'uomo con sospetto: "Dottor Erskine, abbiamo avuto l'onore di essere presentati quasi un anno fa. Da allora le abbiamo mandato i soldati migliori e lei li ha sempre rifiutati" 
Dalle labbra dell'uomo uscì una risata di scherno: "Tenente Carter, mi avete mandato dei pompati senza cervello. Io ho bisogno di uomini veri. Di veri americani!" Il dottore non aveva ancora del tutto perduto il suo accento tedesco, cosa che, in qualsiasi altra situazione avrebbe fatto sorridere la ragazza. Non in quella. 
Aveva selezionato personalmente quasi la metà degli ultimi soldati sottoposti all'esame del tedesco: nessuno di loro era stato "quello giusto" dal suo punto di vista. Dal punto di vista dell'esercito americano, dei capi di Peggy in particolar modo, il dottore stava cercando di prendere tempo per poter migliorare il suo siero per supersoldati. 
 
L'uomo si alzò dalla sedia sulla quale si era accomodato dalla'altro lato della scrivania del Tenente: "Con il suo permesso, Tenente Carter. Ho delle visite a cui presiedere giù in città..."
La donna si alzò, inclinando leggermente il capo; puntò gli occhi in quelli del dottore: "Farebbe meglio a tornare qui con il suo vero americano, Erskine. Il tempo stringe" 
"Ho il sentore che questa potrebbe essere la volta giusta, Tenente" 
 
Per le prime dieci volte gli avevo creduto, dopodiché iniziai a perdere le speranze. 





 
Angolino autrice:
Eccoci qui! (:
Se siete arrivati a questo punto, vi meritate una medaglia a froma di Scudo di Cap...
Tralasciando le sciocchezze;
so che l'inizio/prologo è un po' cortino, ma avendo già finito di scrivere la storia, non ci metterò molto a pubblicare il seguito (Promise)
Finito di dire questo... Niente di che!
As usual, spero che vi sia piaciuta e... niente, se vi va un commentino lì sotto è sempre ben accetto!

A presto!
XX,
Kristah
  
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