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Autore: Tisyid    27/01/2015    1 recensioni
Il liceo si sa non è mai facile, un tipo come Sherlock come potrebbe affrontare i compagni, i progetti, le feste...Moriarty? , si lui è ovunque ma ovviamente anche John dà il suo grande contributo,
Dal testo:
John
Io e Sherlock arriviamo a tavola ad accoglierci un sorriso esagerato da parte di sua madre, mi guarda come un perito d'arte guarderebbe uno dei tanti quadri importanti sistemati sul salotto della donna.
- Allora John parlaci un pó di te.
- Non c'è molto da dire.
Guardo in basso imbarazzato.
- Sei di queste parti?
- Sì in effetti abito qui vicino.
Bevo un sorso d'acqua.
- Hai una ragazza?
Sputo l'acqua sorpreso dalla domanda, il padre di Sherlock mi guarda con compassione. Ma tutti gli Holmes sono così delicati nel parlare?.
- No non ho una ragazza.
Guardo Sherlock che sembra alzare gli occhi al cielo scocciato.
Genere: Comico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harriet Watson, Jim Moriarty, John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock

-Sherlock! So che sei li dentro apri!

Ed eccolo di nuovo, il mio insopportabile fratello, è possibile che ovunque io vada lui riesca a trovarmi... Non ho per niente voglia di starlo a sentire, almeno non adesso.

Sento dei passi venirmi in contro, non può essere lui la sua voce è troppo lontana, e adesso silenzio, anche Mycroft ha smesso di bussare.

-Oh caro perché non rispondi a tuo fratello, sarà preoccupato.

La signora Hudson fuori dalla stanza in cui mi trovo adesso, fantastico, sto solo chiedendo un po’ di quiete, e come non avessi desiderato altro ecco di nuovo le urla di mio fratello.

-Sherlock! La mamma è preoccupata ti conviene uscire da quell'appartamento prima che vengo io.

Immagino che dovrò trovarmi un altro nascondiglio e facile scovarmi al 221B di Baker Street, però mi piace stare qui, c'è tranquillità, serenità, devo dire che di solito mi trovo davvero bene seduto sulla mia solita poltrona, ma non oggi, non ho tempo per rilassarmi.

Guardo distrattamente i fogli caduti a terra a causa del vento, forse è meglio chiudere la finestra, ritorno a lavoro.

Di recente i giornali anno dato la notizia di due morti avvenute per lo più in circostanze diverse, la polizia crede si tratta di suicidio, poveri piccoli stupidi, mentre loro stanno a rilassarsi un killer si aggira indisturbato per Londra.

-Ancora le tue piccole indagini fratellino.

Sento una risata provenire alle mie spalle, non mi ero neppure accorto dell'entrata in scena di Mycroft, deve averlo fatto entrare la signora Hudson, tanto vale andare a casa.

Sospira annoiato raccogliendo dalla scrivania il necessario per continuare a lavorare a casa, per poi dirigermi verso l'uscio dell'appartamento.

Il viaggio in macchina sembra essere durato un'eternità, infondo è sempre così quando parla Mycroft, il tempo si blocca lasciando che sia lui ha decidere se andare avanti o meno.

Lui si è sempre comportato come un capo, anche prima di lavorare al governo, pensare che ha cinque anni manipolava i nostri genitori per avere altri biscotti e li convinceva più e più volte di non aver cenato, non mi stupisco del suo peso, accenno un sorriso e noto Mycroft guardarmi curioso.

Finalmente arriviamo a casa, prima che possa aprire la porta mi si piazza davanti.

-Un ultima cosa.

-Cosa c'è.

- Non comportarti come l'anno scorso se non vuoi essere preso di mira. 

Questa conversazione sta durando anche troppo, ma non voglio dargliela vinta gli rivolgo un sorriso di sfida.

-Devi essere più specifico Mycroft, cosa ti piacerebbe che io evitassi di fare quest'anno? 

-Oh sai- rivolge lo sguardo in alto  - Le solite cose, insultare i prof, insultare i compagni, venire picchiato dai compagni, insultare la cuoca, ricevere un piatto di minestra dritto in testa. 

Fa per continuare e io mi intrometto - Ne avevo pieno diritto ha sputato nel mio piatto- gli rispondo senza dare molta importanza nè a lui nè all'argomento della conversazione, sono stanco o solo voglia di tornare al mio lavoro. 

-L'hai accusata di aver rubato soldi alla scuola

-Avevo ragione

Mi appresto a dire osservando di nuovo la porta dietro di lui che ormai sembra così lontana. 

-Evita almeno di fare esperimenti  sulle auto dei professori

-Come mai tutto questo interessamento Mycroft

-Sono tuo fratello

-E...

-Non ho per niente voglia che si diffonda a scuola la notizia di un mio fratello che tenta di bruciare un auto- 

-Avrebbero dovuto ringraziarmi ho aumentato la velocità di quel veicolo

Lo guardo ancora con la speranza che si sposti ma nulla. 

-Si hai ragione finché non è andata in autocombustione e per poco non ha rischiato di mandare a fuoco tutto il parcheggio- 

-Dove vuoi arrivare Mycroft

-Cerca solo di essere normale

-Io non nasconderò la mia intelligenza per essere accettato da un gruppo di idioti

-Non sto dicendo questo

Alza gli occhi al cielo per un secondo per poi aprire la porta e lasciarmi entrare, se spera veramente che io fingerò di essere un altra persona si sbaglia completamente . 

 

John 

Rivolgo un ultimo sguardo allo zaino sulla sedia accanto al mio letto, tra qualche ora inizia la scuola e io, io no credo di essere pronto, non per lo studio e gli insegnanti, più che altro non credo di essere pronto ad affrontare i compagni e tutte le novità che seguiranno.

Ho sempre preferito le solite e vecchie abitudini. Nel nuovo istituto non conosco nessuno spero solo di arrivare presto il primo giorno di scuola, trovare un posto libero e magari trovarmi qualche amico, non sono mai stato particolarmente bravo a stringere amicizie però non amo molto la solitudine anche se a volte la trovo piacevole.

Rivolgo uno sguardo alle lancette dell'orologio, sono le undici passate farei meglio a dormire se non voglio apparire come un morto vivente il primo giorno, ma nulla, non riesco a chiudere occhio, e a quanto pare non sono solo.

-Harry sei sveglia?

Sento dei rumori provenire dal letto opposto al mio, sono abbastanza sicuro che si sia girata prima, quest'ultimo anno ha avuto parecchi problemi con l'alcolismo a causa della morte di nostro padre ma quest'ultima settimana è riuscita, grazie ad un gruppo di sostegno, a rimanere sobria, e la cosa sembra andare avanti piuttosto bene, spero solo che continui così, le voglio bene e odio vederla in quello stato.

-Beccata.

Si volta completamente verso di me rivolgendomi un grande sorriso che io ricambio immediatamente.

-Non riesci a chiudere occhio neanche tu vero?

-Già, eppure sono al quarto anno, immagino il tuo nervosismo fratellino.

Rido mettendomi seduto sul letto, ormai sarà difficile prendere sonno, quindi non costa nulla ammazzare il tempo.

Parliamo per le due ore successive del più e del meno, lei mi parla della scuola, dei bidelli, dei nascondigli migliori e degli insegnanti che spera non avrò mai e io l'ascolto, ogni singola parola, mi ha dato più coraggio di quanto avessi mai potuto pensare di pensare di avere.

Infondo era solo la scuola, non dovevo mica andare in guerra. Poco dopo crolliamo ormai esausti, dimenticando completamente l'agitazione di poco prima.

-John, sveglia dai! 

Sento le urla di mia madre dal piano di sotto, mi affretto a guardare la sveglia, un ora, mi dovrebbe bastare. Mi cambio in dieci minuti e prendo qualcosa dalla cucina al volo, corro a prendere lo zaino è arrivo in anticipo di cinque minuti alla fermata.

Che corsa mi sono fatto, vedo in lontananza l'autobus lo fermo e salgo, mi siedo sul primo posto libero e mi guardo attorno, come immaginavo è pieno di ragazzi della mia età, alcuni li conosco di vista, altri  sono della mia vecchia scuola, li saluto distrattamente.

Infondo la giornata non sta andando così male, mi ero fatto preoccupazioni inutili probabilmente, mi guardo un attimo intorno e noto seduto infondo un ragazzo dai capelli scuri perfettamente sistemati, ha lo sguardo annoiato, sento qualcuno chiamare il suo nome, James, non credo di averlo mai visto.

   
 
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