Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: _Ni    27/01/2015    1 recensioni
Lei era egoista, ma aveva bisogno di lui. Non poteva lasciare che si uccidesse, ma aveva già accettato la sua scelta e le conseguenze che ne sarebbero derivate.
Anche lui però, aveva bisogno di lei. Non poteva stare senza.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-È un pensiero fisso, sempre più frequente...-
-Avresti davvero così tanto coraggio da far male a tutti quanti solo per non dover più soffrire? Avresti così tanta forza per questo e non per reagire e cercare un motivo per rialzarti?-
-Sì.-
-E allora fallo. Qui, ora, davanti a me. Credevo non fossi così egoista, ma forse mi sbagliavo. Dai, se hai così tanto coraggio, fallo. Abbandona ogni tua sofferenza e buttati, lasciati tutto alle spalle. Falla finita.-
La guardò spaventato, spaesato e con le lacrime agli occhi. Le stesse che lei cercava di nascondere.
-Come mai hai cambiato idea? Ora pensi che faccia la cosa giusta a voler morire? Fino a cinque minuti fa cercavi di convincermi ad andare avanti. Sai che non ti sopporto quando fai così.-
-Che ti importa di quello che faccio? Tanto ora te ne vai, scappi via e non torni mai più, vero? Ormai quello che succede su questo mondo non è più affar tuo. Non devi più interessarti a ciò che dico o a come mi sento.-
Aveva paura, se ne sarebbe andato anche lui, e non sarebbe più potuto tornare indietro, nemmeno se lo avesse voluto. Aveva paura di lui, ma cercava di accettare la sua scelta fin da subito, cercava di essere forte davanti a lui.
Non ci sarebbe più stato a strapparle un sorriso, a dirle che la cosa più importante in assoluto era come si sentiva lei. Non l'avrebbe più stretta a sé cercando di calmarla pur non riuscendo a capirla, non le avrebbe più spostato i capelli dal viso e aiutata a scuola. Non avrebbero più riso per una cavolata, non avrebbero più discusso e non si sarebbero più scambiati opinioni discordanti su argomenti che, nella maggior parte dei casi, li portava ad arrabbiarsi l'uno con l'altra. Non avrebbero più avuto occasione di fuggire insieme dalla scuola, di apprezzare l'intelligenza dell'altro, di sognarsi a vicenda... di volersi bene.
-A me importerà sempre di te, e di come stai.-
-No, non ti importa ora per quello che vuoi fare, e non ti importerà mai più perché stai per farlo.-
-Non è vero, sai che mi importa.-
-Ma non ti importa di ferirmi fino a quel punto ora. Anche tu sai che a me farà male, ora e per sempre. Quindi se è ciò che vuoi, dimmi addio e poi vattene. Ti chiedo soltanto due cose: prima salutami, e poi fallo, davanti a me.-
La fissava guardandola negli occhi, pur essendo consapevole che lei non era capace di sostenere il suo sguardo. Nemmeno lui sapeva cosa voleva ottenere continuando a guardarla in quel modo, ma era sicuro che lei avrebbe smesso di fingere di essere forte, sarebbe crollata.
E così fu. Prima una lacrima che sperava di passare inosservata, poi un'altra ed un'altra ancora, seguita da un singhiozzo. Cercò di avvicinarsi a lei, di asciugare quei piccoli rivoli salati che le solcavano il viso, anche solo di sfiorarla,ma lei si tirò indietro.
-No.- disse lei sforzandosi di non permettere alla sua voce di incrinarsi, ma non ci riuscì.
-Se devi andare, vai. Sai che non voglio farti pena e mai l'ho voluto. Quindi dimmi addio e basta.-
Sapeva di non essere abbastanza per trattenerlo su questo mondo. Ma sperava che prima di metter fine alla propria vita, pensasse almeno a ciò che avrebbe perso... al fatto che avrebbe perso lei.
Per un attimo, però, tradì la sua convinzione e gli permise di sfiorarle la guancia, facendo sì che si bagnasse le dita delle sue lacrime.
-Non andrò da nessuna parte.- Sussurrò lui.
Lei alzò lo sguardo, pieno di speranza ed in parte di incredulità. Pensava di aver sentito male, e lui interpretò la sua espressione come una richiesta di spiegazioni.
Dopotutto, lei chiedeva sempre il perché di ogni cosa.
-Non posso infrangere la mia promessa. Non posso pensare di non rivederti e di non toccarti mai più. Non posso pensare di lasciarti qui, anche se non sei sola, a combattere il mondo senza di me. Non posso pensare di farti del male fino a questo punto, e di non poter fare più nulla per rimediare. Non posso pensare che mi odierai per il resto della tua vita, e nemmeno di rischiare di essere la causa della tua definitiva distruzione. Non posso smettere di sentire che ti voglio bene.-
La tirò verso di sé e l'abbracciò, la strinse forte mentre sperava che non si accorgesse mai che le aveva bagnato di lacrime la maglietta, proprio lui che non piangeva, mai.
Le chiese scusa con un sussurro, a cui ne seguì un altro. Una frase che gli costava parecchio ammettere, tanto che sperò non lo sentisse.
-Ho bisogno di te.-

#5 pubblicata.
Nì.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: _Ni