Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Emapiro95    28/01/2015    0 recensioni
Questo piccolo racconto senza un senso apparente, non è altro che il mio semplice gesto - spero apprezzato - per augurare un buon compleanno ad una persona speciale che fa parte della mia vita, alla mia personale Hdohe, in grado di porre la domanda giusta nel momento giusto, in grado di vedere al di là di quello che appare e, inoltre, capace di esserci sempre per tutti.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Egfiona
Perché?

Questo piccolo racconto senza un senso apparente, non è altro che il mio semplice gesto - spero apprezzato - per augurare un buon compleanno ad una persona speciale che fa parte della mia vita, alla mia personale Hdohe, in grado di porre la domanda giusta nel momento giusto, in grado di vedere al di là di quello che appare e, inoltre, capace di esserci sempre per tutti.
Voglio quindi fare i miei auguri ad Hdohe, la mia piccola Rosa (che in realtà è più grande di me, ma vabbé), persona speciale quanto semplice ed affettuosa.
Ti voglio bene,
Egfià.


C’era una volta, tanto tempo fa, in un regno incantato abitato da creature fantastiche, un re e la sua regina.
I due sovrani regnavano l’impero di Egfiona – questo il nome del regno incantato – così come le vecchie tradizioni volevano, ovvero con repressioni e spargimenti di sangue. La vita nel paese era quindi, come potrete ben immaginare, segnata da continue ronde punitive ed altrettante pire funebri, che sembravano, ogni volta che venivano accese, voler prendersi beffa delle anime dei dipartiti.
Le richieste di riformare quello che era conosciuto come l’unico modo di governare erano, ovviamente, tante quanti i rifiuti dei due sovrani, che non avevano alcuna intenzione di cambiare il modo in cui gli antichi libri imponevano che il regno venisse governato.
Si diceva, infatti, che chiunque avesse cercato di disubbidire al volere e alle parole dei libri antichi, avrebbe dovuto pagare il prezzo più grande, e che doveva, inoltre, essere giudicato al cospetto di Ruthdrag, la divinità dalle cui ceneri era sorta Egfiona.
Il volere dei due sovrani, quindi, rimase invariato, fino a quando una fanciulla, di nome Hdohe, decise di andare a chiedere udienza con il re e la regina di Egfiona. I due, inizialmente, guardarono la bambina con diffidenza e superiorità, come ci si aspettava che facessero. La bambina, d’alto canto, sembrò non dare peso agli sguardi dei due sovrani che, dall’altro dei loro scranni, giudicavano la fanciulla ad ogni sua mossa.
“Perché hai chiesto udienza con noi, sovrani del magistrale regno di Egfiona, piccola fanciulla?” Domandò allora il re, la cui voce rimbombò contro le pareti di pietra della sala del trono.
“Perché non avrei dovuto?” Replicò quindi Hdohe, aggiustandosi le trecce. Dopo quella domanda i due sovrani rimasero in silenzio per un po’ di tempo, cercando le parole giuste da usare con una fanciulla così sveglia.
“Cosa sei venuta a domandarci, piccola fanciulla?” Chiese poi la regina, riformulando la domanda del marito, ancora ammutolito.
“Sono venuta a chiedervi di non uccidere più le persone.” Disse la fanciulla con semplicità, lasciando le guardie dietro di lei senza parole.
“E’ la tradizione che ce lo impone, mia piccola fanciulla.” Rispose quindi la regina, cercando di non far trapelare il proprio nervosismo attraverso quelle parole.
“Cos’è una tradizione?” Chiese ancora Hdohe, avanzando sugli scalini.
“E’ una cosa scritta molto tempo fa da persone che sono vissute molto prima di noi.” Disse ancora la regina, il cui marito era abbattuto sul proprio scranno, aspettando che la moglie si occupasse di quella seccatura.
“E allora perché vale anche per noi?”
La regina si fermò a osservare gli occhi verdi della bambina, che, con la sua semplicità, aveva ammutolito i due sovrani del magistrale regno di Egfiona.
“Perché?” Domandò di nuovo la fanciulla, raggiungendo i troni dei due despoti, immobili di fronte al volto di Hdohe.
“Non lo sappiamo.” Rispose quindi il re, correndo in soccorso della regina. “Sappiamo solo che è così che dev’essere.”
“Ma che senso ha?” La domanda arrivò dalle porte della sala del trono, da una guardia in postazione.
Non vi fu risposta, se non il brusio concitato delle altre guardie, che ponevano quella che era la domanda più semplice di tutte, la più elementare: perché?
I sovrani del magistrale regno di Egfiona si guardarono negli occhi, prima che, mano nella mano con la fanciulla, la regina facesse quella stessa domanda posta da pochi e la cui risposta sembrava tanto facile quanto inesistente.

Da quel giorno in poi il regno di Egfiona non fu più lo stesso: le ronde finirono, gli antichi libri vennero dimenticati e di nuovi ne vennero scritti, per raccontare le gesta di una semplicissima fanciulla che aveva posto una semplicissima domanda: perché?
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Emapiro95