Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: _joy    28/01/2015    10 recensioni
«Dai: esprimi un desiderio!»
Io mi mordo un labbro, poi scuoto il capo.
«Ma non bisogna esprimerlo mentre la vedi cadere?»
«Come fai a sapere quando cadrà una stella? No, dai, adesso!»
«E tu?» gli chiedo «Non hai un desiderio da esprimere?»
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

banner




























 

Ci sono due modi per vivere la vita: il primo è pensare che niente è un miracolo.

Il secondo è pensare che tutto è un miracolo.
Ciò di cui sono sicuro è che Dio esiste.

Albert Einstein 






È assurdo il pensiero che una vita possa cambiare in modo così drastico e repentino nel giro di un paio di mesi.
 
È assurdo, ma talvolta capita.
Raramente, forse.
Dipende dalla persona, dalla fortuna, dalle circostanze?
Esiste chi nella vita ha un’occasione…
Ma perché?
Se la merita? È migliore di altri? È più fortunato?
Ma la fortuna esiste… Oppure è la sorte, il caso, un Disegno?
 
 
Non lo so, ma questa è la mia storia.
 
*
 
Sono seduta su una poltrona di pelle e sto sudando.
 
Fastidiosamente.
È caldo e, oltretutto, una finestra enorme fa passare i raggi infuocati del sole che mi centrano in pieno, giusto per aumentare il mio disagio.
Cambio posizione, cercando di non dare troppo nell’occhio, e mi passo velocemente una mano sulla fronte.
Spero che i miei capelli non siano diventati un completo disastro.
Getto un’occhiata discreta all’orologio.
Sono le 11 di mattina.
Sono a Los Angeles, in un’agenzia specializzata nella gestione di attori e attrici.
Come ci sono finita?
 
Ah, che bella domanda!
 
*
 
Mi chiamo Micol e ho ventinove anni.
 
Mi sembra di non essere una persona con caratteristiche particolari.
Voglio dire, sono… Normale.
Sono simpatica, sono gentile, sono affidabile.
Sono studiosa, non do grattacapi particolari ai miei genitori, sono una buona amica.
Non maltratto gli animali, non professo le mie idee in modo estremo e credo mi si possa definire razionale.
Non ho mai fatto grosse pazzie.
Sì, quella volta della vacanza in Grecia in cui mi sono tagliata un piede e presa un’infezione è stata un po’ un casino, anche perché avevo allegramente già speso tutti i miei soldi e quindi non sono riuscita a prenotarmi un nuovo volo di ritorno anticipato… Ma diciamocelo: poteva capitare a chiunque!
Non sono una da sport estremi o da divertimenti sfrenati.
Sono una brava ragazza, insomma.
 
 
A diciannove anni mi sono trasferita a Roma con la mia migliore amica, Luna.
Ecco, forse la cosa un po’ più strana che ci riguarda sono i nomi.
Io mi chiamo Micol perché mia madre adora il libro.
Sapete, Il giardino dei Finzi-Contini.
Mamma lo ha letto qualcosa come cinque o sei volte e dice che Micol, oltre ad essere bellissima, è vitale, entusiasta, empatica e tanto altro… e, quindi, quando è rimasta incinta di me ha subito deciso di affibbiarmi questo nome, sperando che io divenissi altrettanto speciale.
Però, se volete saperlo, a me Il giardino dei Finzi-Contini mette una gran tristezza.
 
E poi, quando ero piccola avere un nome del genere era una tragedia.
Per prima cosa, io stessa non lo sapevo pronunciare (e, ancora oggi, tantissime persone mi chiamano Mícol) e a scuola alcuni dei miei compagni sono stati convinti per tantissimo tempo che mi chiamassi Nicola.
Quindi, ovviamente, mi dicevano che ero un maschio, malgrado le trecce lunghe.
Vi risparmio i commenti peggiori.
 
Crescendo, il mio nome destava poca ammirazione e molti commenti negativi: perché era strano, perché era pretenzioso, perché era difficile.
E se i bambini non lo notavano, ci pensavano puntualmente le loro madri.
Non sapete quante volte mi sono sentita chiedere:
«Oh, che bello… Hai un nome straniero?»
«No, è italiano»
«Sei sicura? Perché a me non sembra proprio…»
«Sì. È il nome di un personaggio del libro Il giardino dei Finzi-Contini»
E lì era anche peggio, se la signora non conosceva la letteratura: se ne andava sdegnata, come se l’avessi offesa.
 
Poi mi sono iscritta a Lettere Classiche e lì, invece, il mio nome destava sorrisi di approvazione.
Meno male.
L’ho sempre saputo che Lettere era la mia strada.
 
*
 
Questo, naturalmente, fino alla Laurea.
 
Poi è seguito un periodo di sgomento assoluto, dovuto alle inesistenti prospettive che mi si aprivano davanti.
Una, in particolare, sembrava assorbire tutto, come un gigantesco buco nero: la disoccupazione.
 
La mia migliore amica, Luna, mi è corsa in aiuto anche in quell’occasione.
E questo è un ottimo momento per dirvi che lei non si è mai sentita imbarazzata per via del suo nome.
Certo, Luna è un nome atipico, ma mai quanto Micol.
Eppure, se qualcuno le diceva cose tipo “Che nome particolare” o “Come mai tua mamma ti ha chiamata così”, lei si limitava a fissare l’interlocutore come se fosse idiota e a scandire:
«Come la Luna, no? La conosci, la Luna?! È quella palla bianca che sta in cielo, di notte!»
 
E questa è lei: diretta, meravigliosa, incurante degli altri tanto quanto legata a me.
In più è bellissima, è un architetto con del talento e non solo si è già laureata, ma è riuscita a superare l’esame per iscriversi all’Ordine degli Architetti al primo tentativo.
Ma, forse, il talento che più le invidio è quello della simpatia e della disinvoltura: è sempre a suo agio, sa sempre qual è la cosa giusta da dire, è simpatica senza essere mai volgare.
I ragazzi, nemmeno a dirlo, si innamorano di lei in continuazione.
E sebbene Luna sostenga che io sia la più bella tra noi due, a me sembra di essere un pulcino rispetto a lei.
Non che questo abbia mai costituito un problema.
Nessun ragazzo, nessun amore si è mai interposto tra noi.
Siamo sincere l’una con l’altra in ogni circostanza, talvolta rasentando la brutalità.
Insomma, per farla breve: è la mia migliore amica, è una parte di me.
 
 
Vi ho fatto tutto questo preambolo per spiegarvi come mai sono qui e non ci sono ancora arrivata.
Ma, capite, era necessario: solo dicendovi quanto amo Luna potrete poi spiegarvi come mai io non l’abbia ammazzata.
Il fatto è che, dopo l’Università, mi sono iscritta a un master in editoria e, dopo quello, ho fatto uno stage in una piccola casa editrice.
Ero al settimo cielo, mi sembrava di essere un’eletta per essere stata selezionata.
Ci ho messo un po’ a capire che schifo è il sistema dello stage in Italia.
Dopo uno stage non pagato in cui ho lavorato come una pazza ho continuato solo a trovare altri stage non pagati in cui lavorare come una pazza.
E non è nemmeno facile trovarne!
Voglio dire… Ti fanno lavorare gratis, dovrebbero essere felici di prenderti.
E invece no!
Oltretutto, ti fanno sentire una tra tante: inutile, incapace, non qualificata.
Ma come faccio a diventare qualificata se nessuno mi riconosce nulla?
Ah, è inutile: l’editoria è in piena crisi e io, nemmeno a dirlo, ci sono capitata dentro in pieno.
 
Ed eccomi al punto cruciale: dopo il quinto colloquio che prometteva solo inesistenti vantaggi sono tornata a casa demoralizzata e mi sono concessa uno sfogo rabbioso quanto inutile.
Dopo aver strepitato per mezz’ora mi sono accasciata sul divano e Luna, serenamente, mi ha preparato un thè con molto zucchero.
Quindi, con molta nonchalance, mi ha annunciato che aveva lei in mano tutto: aveva pensato a lungo alla cosa e aveva trovato una soluzione geniale, per cui io avrei dovuto solo mettere il cappotto e seguirla.
Ho chiesto spiegazioni e mi sono impuntata, ma è stato inutile: se Luna non vuole dirti una cosa, semplicemente non lo fa.
Quindi, sbuffando, mi sono rimessa il cappotto e siamo uscite di casa.
E dove mi ha portata?
In un posto che mai, mai nella vita avrei pensato di vedere.
 
Siamo andata in un’agenzia per modelle.
 
 

***
Ed eccomi qui, pronta a una nuova avventura!
Devo dire che, dopo le storie su Gin e Ben, non ero (non sono?) molto fiduciosa in merito alle mie capacità di scrivere qualcosa di altrettanto partecipato...
Eppure, questa storia continua a svilupparsi nella mia mente e, alla fine, ho sentito la pressione di provare a metterla nero si bianco.
Vediamo che succede...
Vaneggiamenti autoriali a parte, veniamo alle cose serie.

Ogni capitolo avrà una citazione (da libri, autori o personaggi) iniziale, idea che mi piace molto e che ho tratto dalla meravigliosa nefastia... che è talmente brava che riesce persino a costruire i titoli in questo modo (e io sono assolutamente negata sui titoli, quindi la ammiro anche di più!), per tacere il fatto che è dannatamente brava in generale!

Poi: sto aggiornando una fanfic che è un crossover tra Harry Potter e Ben Barnes (strano, neh?!), che si chiama "Ragione e sentimento" e che trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2908749&i=1
Inoltre, il terzo capitolo della saga "Le Cronache della grande magia" (http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=10980&i=1) è in lavorazione!

Il banner è opera mia, ormai ci ho preso gusto...
L'unico viso femminile che riesco ad avvicinare a Ben (a parte Blake Lively/Mika, che però è felicemente sposata!) è quello di Serena...
Lo avevo usato per Gin e resta lei il viso per eccellenza!

Che altro?
Per domande, richieste, perplessità e cose del genere mi trovate su Facebook:  https://www.facebook.com/Joy10Efp    e    https://www.facebook.com/profile.php?id=100007339248477

Buona lettura e buon viaggio insieme!
Joy
 
 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: _joy