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Autore: neoeli91    28/01/2015    1 recensioni
Pensavo che avrei vissuto così per sempre ma quel giorno segnò l'inizio della fine...
Dopo la sua morte morii anche io finché qualcosa non cambiò radicalmente la mia vita...
E' la mia prima FF sui B1A4, spero vi piacerà ^^
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baro, CNU, Gongchan, Jinyoung, Sandeul
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sapevo che era diverso dai maggiordomi con cui avevo avuto a che fare fino a quel momento ma non mi aspettavo che lo fosse così tanto…

UN ANNO PRIMA
La mia vita non poteva essere più perfetta: vivevo in una villa, i miei genitori e mio fratello maggiore Sunwoo (avevamo un anno di differenza) mi volevano bene, ero circondata da amici e soprattutto da lui, Junghwan, il mio maggiordomo nonché migliore amico, fratello e cotta segreta; non potevo desiderare altro.
Aveva incominciato a servirmi praticamente quando avevo iniziato a frequentare le scuole medie e per sei anni non avevo mai avuto problemi fino a quando, tornata a casa da una festa con alcune amiche non venimmo attaccati da un gruppo di ladri e lui perse la vita per difendermi.
-Yo! Che fai a quest’ora in gradino? - vi voltai e vidi mio fratello appoggiato ad uno dei pilastri del gazebo. - Non dovresti prepararti per andare in città? - portò avanti dirigendosi verso di me con un sorriso accennato sul viso.
Io mi strinsi tra le braccia - Ho bisogno di un altro po’ di tempo - proferii con voce bassa.
Mio fratello mi avvolse in un abbraccio - Lo so che è dura ma sono sicuro che Junghwan sarebbe contento se venissi a salutarlo un ultima volta… ha dato la vita per proteggerti, eri di sicuro molto importante per lui - concluse probabilmente per cercare di consolarmi ma ciò mi rese ancora più triste. Da quella notte mi ero sempre data la colpa della sua morte e non passava giorno in cui non desiderassi che fosse stato tutto un terribili incubo ma purtroppo era la triste realtà.

Alcuni giorni dopo il funerale di Junghwan, seguì quello di mio padre ed io, Sunwoo e mia madre rischiammo a nostra volta di essere uccisi. Era chiaro che qualcuno ce l’aveva con noi. Constatato ciò mia madre cercò disperatamente di affidarmi un maggiordomo che in realtà si comportasse più da guardia del corpo personale, ma io non avevo nessuna intenzione di sostituire Junghwan con nessun altro. Iniziai così a comportarmi in modo pessimo facendo scappare man mano tutti i maggiordomi che mia madre mi presentava.
Con tutte quelle pressioni mi sentivo soffocare e non avendo ancora trovato pace per la morte di Junghwan continuavo sempre più a chiudermi in me stessa e oltre a mio fratello, l’unico con cui parlavo e mi confidavo era il mio amico d’infanzia Jinyoung che consideravo forse al pari di Junghwan anche se per lui non provavo che affetto fraterno. Era molto legato anche a mio fratello, si erano conosciuti alla scuola materna e dato che spesso veniva a giocare a casa nostra non potevo fare altro che diventare sua amica. Jinyoung partecipò ad entrambi i funerali e fu di grande sostegno sia a me che a Sunwoo, anche se non avevamo legami di sangue entrambi lo consideravamo nostro fratello e dato che era più grande di entrambi era il nostro “fratellone”.

Era passato poco più di un anno dalla morte di Junghwan e quel pomeriggio, vidi mia madre oltrepassare la porta di camera mia seguita da un ragazzo, alto e con i capelli neri, sapevo già cosa mi avrebbe detto; negli ultimi mesi era diventata una routine, accadeva almeno ogni due settimane. Stranamente quella volta però vidi sul volto di mia madre un accenno di sicurezza mescolata alla paura, a quanto pare quel ragazzo era la sua ultima speranza, dopotutto gli altri maggiordomi che aveva cercato di affidarmi non avevano retto al mio comportamento devo ammettere pessimo. - Lui è Chanshik - iniziò lei - Da oggi sarà il tuo maggiordomo.  
La mia prima reazione alle sue parole fu come sempre uno sospiro seguito da uno sguardo di disappunto, ma quando Chanshik mi chiese il permesso prima di avvicinarsi a me mi ricordò il modo di fare di Junghwan. Ricordai quando lo incontrai per la prima volta, ormai sette anni prima e mi sembrò subito simpatico. A quell’età di certo non capivo a fondo cosa volesse avere un maggiordomo di conseguenza lo vedevo come un amico con cui mi trascorrevo i miei giorni e che mi serviva in tutto e per tutto, era una sorta di gioco per me, ma mi resi conto ben presto che avere un maggiordomo personale voleva dire molto più di quello.

Man mano che i giorni passavano e mia madre notava che con Chanshik non ero così ostile come ero stata nell’ultimo anno, si rasserenò, forse pensando che quella sarebbe stata la volta buona, ad un certo punto devo dire che iniziai anche ad abituarmi alla sua presenza e non mi dava per niente fastidio.
- Posso portarle qualcosa da bere? - mi domandò lui verso le 16.00, orario del consueto tè pomeridiano.
Alzai gli occhi del libro che stavo leggendo e girandomi leggermente verso la sua direzione feci un segno di assenso con il capo - Sì, grazie - espressi per poi attendere la consueta domanda, ormai avevo iniziato ad abituarmi al suo modo di fare.
- Preferisce una miscela classica o fruttata? - mi chiese con tono pacato quasi con la paura di disturbare, la sua voce era delicata e morbida.
Io riflettei un attimo poi guardando avanti a me e notando uno dei grandi alberi che ornavano il giardino posto a pochi metri dal gazebo in cui ci trovavamo parlai - Preferirei un tè all’aroma di arancia e cannella - proferii per poi riprendere la mia lettura.
Chanshik fece un inchino che intravidi con la coda dell’occhio, si allontanò per poi tornare qualche minuto dopo con un carrellino su cui erano posati una caraffa piena d’acqua calda una tazza ancora vuota e il tè che di lì a poco avrei bevuto.

Mentre bevevo il tè mi ritrovai a chiedermi quando fossi diventata così composta ed educata, non era certo un tratto caratteristico della mia personalità. Probabilmente il desiderio di rendere felice mia madre mi aveva resa più docile anche se nei momenti in cui il mio migliore amico Jinyoung passava a trovarmi potevo ritornare ad essere me stessa. Fu proprio in quel momento, mentre pensavo a lui che mi resi conto che lui e Chanshik non si erano ancora incontrati, nonostante fossero ormai due settimane che si era trasferito a casa mia. Ricordai poi che in quel periodo stava lavorando presso un’azienda nella città accanto di conseguenza non aveva molto tempo libero, quel motivo però non mi persuase dal desiderio di mandargli un messaggio.
- Chanshik - parlai allora.
Lui si avvicinò a me lentamente - Mi ha chiamato? - domandò sempre con tono tranquillo.
- Avrei bisogno del mio cellulare - espressi - Devo mandare un messaggio - continuai.
Dopo quelle mie parole, come era successo poco prima Chanshik s’inchinò e si assentò nuovamente.
Io rimasi in attesa del mio telefono ma mentre aspettavo, ad un certo punto sentii dei passi avvicinarsi e poco dopo qualcuno mi coprì gli occhi con le mani. Non feci in tempo a girarmi per vedere chi fosse che sentii un lamento e non appena mi girai vidi qualcuno seduto a terra e Chanshik che lo guardava minaccioso - Chi sei?! - gli chiese severamente.

   
 
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