Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
Segui la storia  |       
Autore: Kagedumb    28/01/2015    3 recensioni
1648 words - act I | Adommy!centric
_
. È passata la mezzanotte. Il cielo è sempre più blu, ci sono più stelle e il loro bagliore penetra dalla finestra sul salotto.
Perchè si sono ridotti così? Sono ubriachi, si conoscono appena. Perchè?
– Guarda quelle stelle lassù – Adam indica la finestra. – Sono così lontane da noi, ma riusciamo a vederle. E la loro luce è meravigliosa – è ubriaco. Si tocca la fronte, sorride. Tommy non ne segue i discorsi, però. – Già – dice, forse fingendo di star capendo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Nuovo personaggio, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
inizialmente progettata come OneShot, questa storia è finita per avere
un secondo capitolo (secondo e ultimo) per chiarire alcune cose
che forse meritavano una spiegazione. Spero di avervi
colpito positivamente, vi mando un bacione.


Come se quelle stelle un po' ci appartenessero”
(atto II)




Su David non c'è granchè da dire. Ha dei modi di fare abbastanza incomprensibili, forse a tratti interessanti, ma degli occhi che confonderesti facilmente con quelli del primo passante sotto casa. Adam non sa bene come descriverlo, il suo amico (– Uno qualunque –).


Sono passati sette giorni dalla loro ultima chiamata, non si parlano da allora, quando David si presenta sulla soglia dell'appartamento del condomio di Adam. Ha bussato alla porta con insistenza, e non ha detto nemmeno ciao. Il suo sguardo è schizzato velocemente dalla muscolatura del moro all'ambiente alle sue spalle, ma più che uno scocciato mfph non ha tirato fuori. 

– Oh – Adam lo guarda interrogativamente, senza capire bene le sue intenzioni, ma non varca il confine sottilissimo che c'è tra quel suo Oh e uno sgarbato Che vuoi?
– Non c'è? – sbuffa il conoscente, con un sopracciglio inarcato e gli occhi neri sfrontati. – Il tuo nuovo amico, dico.
– Oh – ripete Adam. Accenna un leggerissimo sorriso, appena percettibile.
David ride, ma non si fa un passo. – Vuoi entrare?
(– O vuoi ammazzarmi? –)

Il suo condominio dista giusto un isolato da quello di Adam, eppure senza appuntamento non hanno mai l'occasione di vedersi. Si rende conto che il salotto è sempre in disordine, mentre spalma la sua marmellata su una fetta di pane tostato. – Credevo avessi smesso di tenere relazioni aperte – ride sottecchi, mentre Adam aspetta che il té fischi e aumenta la fiamma al fornello.  – Infatti, ti ho già detto come stanno le cose.
– Non mi hai più chiamato, Ad.
– Lo so.


David si sistema un po' i capelli, già scompigliati. Gli stessi capelli che prima di uscire ha portato su poco e male con appena una punta di gel. Ha improvvisamente smesso di guardare Adam e la sua attenzione si posa sullo schermo del suo cellulare. – Era destino – e forse quest'uscita improvvisa lascia David un po' spiazzato.

– Credi nel destino? – sta leccando il coltello ancora sporco di marmellata, con gl'occhi neri che per un momento sembrano avere un bagliore proprio.
Adam lo fissa, pigro, il viso illuminato dalle prime luci del mattino e le occhiaie ben visibili sul volto. È meno convinto di cosa ha detto, non sa bene cosa rispondere. Ha spiazzato David, e David ha appena spiazzato lui.


In realtà, Adam non lo sa. Alle volte sì, ci crede, crede che tutto accada per un motivo, che le persone siano destinate ad incrociare certi sguardi, altre volte invece pensa che la vita sia solo un gran casino governato da fili rossi intrecciati e annodati per caso. – Tu no? – rigira la domanda e David scoppia a ridere.

Lui e Adam si erano cercati, trovati, persi e poi ancora ritrovati, come un volantino in corriera. Poi, erano finiti per diventare compagni di vita e in settimana anche coinquilini. Spesso condividevano segreti, ma ancor più spesso nessuno sapeva niente dell'altro.





Quando Tommy rientra, ha i capelli disordinati e un succhiotto sul collo, mentre Adam e David stanno infilando tutto nella lavastoviglie. Si è dimenticato della chiacchierata sulle stelle e del quasi bacio di qualche giorno prima, perchè il discorso in ballo non ce l'ha più tirato nemmeno per sbaglio.
Adam non chiede, resta zitto, perchè non sono affari suoi con chi Tommy abbia passato quella notte, a chi l'abbia succhiato, se si sia fatto di ecstasy o no, ma un po' di fastidio nel notare quel livido sulla pelle pallida del biondo, lo prova. Solo che non lo ammette.
Non subito, almeno.


(Lui è Tommy.)



Adam guarda David che gli tira scherzosamente un pugno sul braccio, mentre Tommy si è già steso sul divano che li osserva, inorridito. Dave sta facendo battute sconce, se la ride dei maschi nello spogliatoio della palestra e Adam sghignazza e dimentica la gelosia. Ma il peso sul suo petto non sembra voler andar via. Poi David guarda Tommy, si osservano un po'. Il biondo si imbarazza e distoglie lo sguardo, borbotta un – Gay di merda – mentre altro tè fischia sul fuoco e Dave gli risponde – Pishov na khuj.
– E che cazzo è? – sbuffa Tommy, tirandogli un cuscino addosso, poi ridono.



David frequenta la facoltà di lingue, ma non sa bene perchè. Ce l'hanno indirizzato i suoi e segue i corsi con regolarità, gli esami non gli sembrano nemmeno troppo difficili. Prende i suoi appunti e lascia Adam all'orario di pranzo. Dice di dover scappare, mentre il moro si perde in poche chiacchiere con un'amica d'infanzia, Isabel. La conosce da anni, eppure in realtà non la conosce proprio per nulla.

– Sembri diverso – gli sussurra, al solito bar. Sorseggiano caffè e Adam si perde a contemplare il vuoto per una manciata di secondi – Però in modo bello, positivo.
C'è un'amica di Belle che vuole conoscerlo. L'ha visto nei corridoi, ha detto che aveva dei begl'occhi e le ha detto che lo trova carino.

– Pensavo di organizzare un'uscita a quattro.
– Figo – non lascia trapelare alcuna emozione, eppure non sa bene in cosa si stia perdendo, o a cosa stia pensando di preciso. Solo, sta pensando.
– Lei è simpatica, le piace cantare, fareste una bella coppia – blatera Isabel, così lenta a bere quel caffè in quella tazzina minuscola che sembra stia sorseggiando del tè.





Adam si presenta a casa con alcune birre, si fionda sul divano e trova un piccolo Tommy che si è appena svegliato – David non può venire, è scappato all'ora di pranzo. Aveva da fare – farfuglia, mentre accende la tv e si fanno un giro su American Idol. – Credo abbia problemi col tipo... Forse si lasciano.



– Non sa cantare per un cazzo – commenta Tommy, mentre scocciato apre la prima birra e cambia canale. (– American Idol ormai fa schifo –) Adam sorride – Forse no, ma potrebbe imparare.
Seguono minuti di silenzio, non sanno cosa dirsi, di cosa parlare, eppure non vogliono passare il pomeriggio ad ubriacarsi. Lo sanno, se lo sono detti, almeno quello.




– E come sta? David, intendo – spezza il silenzio la voce flebile di Tommy.
– Ma ti pare? – Adam posa la birra sul tavolino basso di fronte al divano, poi lo guarda come sbigottito, come se avesse davanti un alieno – Si stanno lasciando, Tommy.
– Lo so, idiota.
– Ogni volta che lo chiama finisce sempre per piangere. 'Sta storia è una tortura, per entrambi... Con l'unica differenza che all'altro non importa più di tanto. Dave dovrebbe rifarsi una vita – Adam scrolla le spalle e sospira – Ma ti sembra che quel coglione mi ascolti?
Riprende la birra, se la porta alle labbra. Beve un sorso, amaro, poi la agita un po' per aria. – Forse, la verità è solo che sono un po' geloso. Voglio dire, è bello amare tanto una persona come fa lui, no? Io non ne sarei capace.


– Scherzi? – Tommy lo interrompe all'improvviso – Tu sì che ce la faresti. Qui sono io quello che manderebbe tutto a fare in culo nel giro di una settimana – ridono insieme, mentre il biondino comincia ad essere un po' alticcio. La birra non l'ha mai posata, nemmeno un momento.
– Dovresti smetterla di bere così tanto, Tommy.
Lo ignora.

– Alle volte mi sento così solo. Scusa se all'improvviso sparisco e non torno per un po' di giorni, sono fatto così. Posso restare qui stanotte? – quegli occhi che sanno di cioccolato, penetrano l'animo di Adam e questi non sa che cosa dire, (come al solito), allora gli fa una domanda.
– Come la prima volta che ci siamo incontrati? – trattiene a stento una risata.
– Sì, come quel giorno.


Ma da quel giorno ne sono passati un bel po'. Adam lo ricorda, il labbro spaccato di Tommy, il naso sanguinante e i segni dei calci su tutto il corpo. Perchè la verità è che a quegli stronzi non doveva un soldo, manco un centesimo. E quello Adam lo aveva capito, assieme al vero motivo perchè l'avevano picchiato, però alle volte è più facile tacere che parlare. Dunque resta zitto, come uno stupido testimone codardo, uno spettatore.


Tommy afferra il telecomando, stacca i pensieri da ogni distrazione e si concentra sul moro. Ha abbassato drasticamente il volume della cornacchia su AI, non gli interessa più neppure criticarlo perchè non sa cantare  – Perchè David ama quel tipo, se lo fa soffrire?

– Perchè lo ama, dici? Una volta litigando gliel'ho chiesto. Sai cosa mi ha detto? (– Cosa? –)
Per l'intensità, perchè sì, perchè non riesce a stargli lontano, a sopprimere i ricordi, ma secondo me non ci prova neppure, boh. All'inizio-    all'inizio ero un po' innamorato di lui, di David, il che non aveva proprio un fottuto senso perchè a me piace la figa e a lui piace il cazzo, però- (– Inizi a sentire l'alcol? –) però mi attraeva la malinconia di quegli occhi spenti, per questo lo scelsi come coinquilino, o qualcosa del genere. Lui sostiene che io tenda ad innamorarmi delle persone che so non mi ricambieranno mai, quindi forse non sta proprio a me dargli del coglione se insegue il suo sogno nel cassetto.

– Ti sei innamorato anche tu, allora. Almeno una volta.
Adam non risponde, evita il discorso. Lascia perdere e non vuole tornarci. – Io e Dave siamo due pazzi. Due incoerenti.
Tommy, secondo te perchè abbiamo così tanto bisogno d'amore se poi staremmo meglio senza? – biascica, mentre lo guarda, spaesato.

– Tipo le stelle – Tommy lo spiazza.

(
– Tipo che cosa?
– Sì, cazzo. Tipo le stelle.
– Eh?
– Le stelle. Hanno bisogno del blu scuro della notte per brillare.
– Non sapevo ti piacesse copiarmi i discorsi sulle stelle – ride.
– E' che mi hai aperto un mondo quando hai fatto quei discorsi senza senso sulle aspirazioni, l'ultima volta. –)







L'ennesima birra, ma è l'ultima e la dividono. ( Un po' a te e un po' a me)
– Ho una teoria – Tommy è brillo, il cervello a puttane e non sa quello che dice – Le stelle sono come pesciolini rossi. Bellissimi.
– Dov'è il nesso? – Adam forse è leggermente più lucido, mentre si morde il labbro e osserva Tommy che chiude gli occhi e si lascia andare goffamente allo schienale del divano. – Bellissimi, come le stelle. – Quella visione di Tommy messo un po' così, confuso e ubriaco, gli fa tenerezza. 
– Già. Come le stelle. Come te.
Lo bacia sul collo e gli sussurra qualcosa di sconcio, ma non osa sfiorarlo.












In realtà, Adam non è etero. L'idea di stare a vita con una donna lo disgusta, e pensare di buttarlo in un buco viscido gli fa anche piuttosto senso. Ma proprio senso-senso. Però forza se stesso, perchè di farsi prendere in giro non ne vuole sapere, e mamma e papà non vuole deluderli. Quindi si fa coraggio, e una settimana dopo incontra Rebecca, l'amica di Isabel. Ci esce pure, prima un'uscita a quattro e poi loro due, da soli. Fanno sesso nell'appartamento di Rebecca, che in quel momento è quello più vicino.

Rebecca è carina, più o meno. Gli piace il suo naso all'insu, quel modo frenetico di gesticolare che gli fa ridere, quel modo di camminare un po' insicuro... Rebecca gli piace. Adam la stringe a sè, gli piace il suo culo, e gli piace toccarla fra le cosce e farla gemere piano, come una troietta d'alta classe. La tratta come una principessa, Rebecca è preziosa almeno quanto una bambola di porcellana.
Adam dorme da lei, e quando si svegliano fanno colazione coi cereali e il latte fresco, il che gli fa pensare a Tommy, a tutte le volte che ha fatto colazione da lui, ma gli fa pensare anche al fatto che gli ha nascosto la relazione con Reb.



– È stato bello – azzarda Rebecca, il mattino seguente. Si sistema i capelli mossi con una mano e i suoi occhi scrutano Adam con un certo attaccamento.

Adam le conosce le ragazze come Rebecca, quelle insicure e fragili, buone, magari anche brave a letto, ma Rebecca è una di quelle ragazze che s'innamorano del primo ragazzetto visto nei corridoi o per strada, alla fermata del bus, e a Adam fanno paura le ragazze come Rebecca, perchè idealizzano l'amore.




Poi c'è Isabel. Adam la raggiunge al solito bar dopo aver lasciato la casa di Rebecca, e si mettono a parlare di amore. Amore, e altre cose.
Con Isabel è facile parlare, tanto è come se non si conoscessero. Lei non può giudicarlo, e lui non più giudicare lei. Sono come due estranei che parlano di quanto sia azzurro il cielo alle dieci del mattino.

Con Isabel è facile pure parlare dei sentimenti, e le parole scorrono veloci una dietro l'altra, mentre si parla di cose serie e poi di stronzate, di fame e guerre e poi rimpianti e crescita. Isabel gli parla anche del ragazzo che gli piace, ma gli spiega che è un amore impossibile e Adam forse inizia a sentirsi meno solo, mentre si rollano una canna con Tommy che vomita l'alcool nel cesso.



Hanno passato il pomeriggio tutti e tre assieme. Adam si è dimenticato di Rebecca proponendo di fare una torta, ma più che mettersi a cucinare sono stati bravi a coprirsi di farina a vicenda e a sporcare tutta la cucina. – È stato liberatorio – farfuglia, mentre si pulisce il viso col dorso della mano – È bello fare i coglioni e dimenticarsi di tutto il resto, come fossimo le uniche persone al mondo.
Sai Isabel, pensavo, forse non sono capace di amare.

Belle sbuffa, poi ride – Ad, nessuno è capace.

– Rebecca mi piace, è bella. Non li fa male i pompini, però- (– Non so come spiegartelo –) però, pensavo che amando quella sensazione di vuoto al centro del petto, sparisse. Invece è ancora, lì, capisci? Quindi non sono innamorato di lei.
– Già.
Tommy è di là, non può sentirli. Ha aperto l'acqua e si sta facendo una doccia. – Ti piace Tommy? – Adam non sa quante volte si è sentito spiazzato da queste domande improvvise nelle ultime settimane. Farfuglia qualcosa di confusionario, non sa bene cosa dire. È indeciso, non sa se correre il rischio e confessare tutto a quest'estranea fidata, oppure lasciar correre.
– Non lo so – il suo tono è così freddo, distaccato, come il muro al quale ha appoggiato la schiena. – Ci siamo ubriacati per la seconda volta sul divano, ma non è successo niente di che.
– Oh – Isabel lo fissa, con quell'oh comprensivo che trasmette al giovane un minimo di sicurezza – E com'è stato?
– Era Tommy. Tutto quello che faccio con Tommy, è pieno. Pieno di vita, pieno di felicità, pieno di tutto.
– Pieno? – ripete l'amica, alquanto pensierosa – E con Rebecca? Con lei è stato vuoto?
– Non lo so – ancora Adam, sempre più confuso – Tommy riempie le persone, colora i loro vuoti. Tommy colora anche gli spazi bianchi. E indovina un po', Belle? Io sono tutto bianco.
Isabel ride, prova a sdramatizzare e lo indica, divertita – Beh, direi! Guarda come ti ho conciato! – la farina ricopre ogni singola piega dei vestiti del moro. Si avvicinano e si abbracciano, e Adam resta sulla sua spalla a farsi cullare come un bambino. – Amare è complicato, ed io non ne sono capace – ripete.



– Chi ne è capace, Ad? Siamo un mondo di matti e l'amore un po' tiene a bada questa pazzia collettiva. Tu e Tommy, semplicemente siete più matti di altri e avete bisogno di più tempo.

– E tu, Isabel? Con James?
La ragazza si morde il labbro e sembra che stia guardando lontano, laddove James vuole scappare, un po' per studiare e un po' per trovare un lavoro decente, e si rende conto che non può raggiungerlo, mentre rielabora il dolore, la delusione, l'abbandono o quel che sia. – Io sono solo masochista, Adam.


Tommy ha chiuso l'acqua. Si sporge dal bagno a guardarli, li osserva abbracciati e poi si ritrae. Deve vomitare di nuovo e torna a chinarsi sul cesso. (
– Gelosia? –)





Con Rebecca, Adam continua ad uscirci e decide di farci sesso regolarmente. Sta lentamente convincendo se stesso che Tommy sia solo un nuovo coinquilino (occasionale) e che nella sua vita non conterà mai nulla di più. A volte, però, quella sensazione sul petto si fa più pesante, come se qualcosa gli comprimesse il cuore e lo soffocasse, e in quel momento Adam sogna i baci di Tommy e resta disgustato da quelli che gli regala Rebecca. Perchè quelli di Tommy, Adam li immagina come dei baci casti, innocenti e puri, però in qualche modo riuscirebbe a drogarsene, nonostante quelli di Rebecca siano più sporchi, arrapanti e coinvolgenti.
E' un po' come vivere in una situazione parallela, con Rebecca e Tommy che nemmeno si conoscono, e Adam che è innamorato di entrambi.

Torna a casa ubriaco e si butta sul divano. Tommy è già lì che lo aspetta, con le solite birre. Ormai è una routine, probabilmente l'unica routine che amano della loro vita monotona. Adam si avvicina e gli mordicchia il collo, ma l'altro lo blocca e lo fulmina con uno sguardo.

– Non sai di miele. Sai di femmina – è disgustato, Tommy, mentre corruga la fronte e capisce che Adam gli sta nascondendo qualcosa.


Adam con Tommy non fa sesso, non si sono nemmeno mai propriamente toccati, però tra loro c'è qualcosa. Qualcosa di diverso, ma c'è eccome. L'ha detto anche David, al telefono, quando il giorno precedente ha chiesto se finalmente si fossero decisi a farlo.
Adam e Tommy si guardano, passano ore a guardarsi, e non parlano. Però si capiscono lo stesso. Guardano la televisione assieme, commentano American Idol e quando capita guardano Supernatural e ridono di Dean e Castiel (
– Uno ha il naso storto, secondo me –).
Non hanno mai fatto sesso, eppure a loro va bene così.







Sono passati tre mesi da quando Tommy è entrato nella vita di Adam, eppure questi ancora non ha capito che cosa faccia di preciso nella vita. Tutto ciò che circonda quel ragazzino biondo, un po' fragile, è solo un mistero che probabilmente non sarà mai risolto. Tommy non ne vuole mai parlare, nè con Adam, nè con David, nè con Isabel.



– È un chitarrista – accenna Dave, mentre si sistema allo specchio e raccoglie i cocci dopo aver lasciato il suo tipo, Micheal. Si sente finalmente meglio, più libero, e da quando l'ha mollato passa più tempo con Adam. – L'ho visto mentre uscivo l'altro giorno per andare a fare la spesa. Si porta una chitarra sulla spalla e incontra un gruppo di tizi vestiti per bene, se li mangia con gl'occhi e poi probabilmente ci scopa.

Adam è palesemente colpito da quelle parole, non ci vuole credere. Un nodo gli prende allo stomaco, vorrebbe vomitare.







Si alza prima del solito dal divano, Adam, perchè ha sentito Tommy scappare via chiudendo la porta d'ingresso facendo più rumore del solito. Ne approfitta, si strofina gli occhi assonnati e si sporge dalla finestra del salotto. Cala lo sguardo sulla strada e scopre Tommy che bacia un uomo più grande sul marciapiede. L'ennesimo peso sul petto gli ruba l'appetito, il sonno e il buon umore.


Adam ormai lo sa che Tommy fa sesso con troppi, tanti uomini diversi. Di tanto in tanto li vede uscire insieme dal condominio accanto, però non gli dice nulla. Un giorno l'ha persino scoperto a scoparsi un quarantenne nell'appartamento del terzo piano di fronte al suo. Ma c'è qualcosa di terribilmente eccitante, nel guardare Tommy amare altri uomini.



I loro occhi si incrociano, adesso a pochi centimetri di distanza. Non si stanno più guardando dalle finestre di edifici opposti. Tommy è rientrato a casa, ordinato e profumato (
– Di un profumo non suo –).
Sa che Adam l'ha beccato a scoparsi il quarantenne. Il loro sguardo si era incontrato proprio mentre il biondo gemeva sotto i tocchi irruenti dell'adulto egoista.

(
– Esibizionista del cazzo. Scopi da quello di fronte e non hai nemmeno la decenza di tirare giù le tende.
– Però sono bello - sghignazza, Tommy.
– Tu sì, lo sei, ma quel vecchio lurido un po' meno. È raccapricciante guardarlo mentre viene.

– Forse le tende dovresti tirarle tu giù, Ad  ridono.)





Adam e Tommy adesso sono scopamici, però a Adam quel termine non piace realmente. Loro non scopano. A volte si stuzzicano, parlano di cose sconce, ma non si sono mai spinti oltre qualche bacio sul collo. Dunque, un modo esatto per definirli in realtà non esiste.


Adam scarica Rebecca. Ce l'ha fatta, finalmente. Se l'è data a gambe quando lei ha parlato di conoscere uno i genitori dell'altro, quindi è il turno di Ashley, che studia lingue con Dave e porta la quarta abbondante (– Ma con lei dura appena una settimana –), e poi di Jennifer, che ha ventun'anni e le piace Hannah Montanah. Con lei dura particolarmente poco (– Quattro giorni, giusto per confermare che non le piacesse altro che Hannah Montanah ).

Dave è sempre presente, invece. La mattina si piazza le cuffiette nelle orecchie a tutto volume, mentre esce per l'università. Manda un paio di messaggi agli amici ma prima di tutto a Adam. Gli chiede se sta bene, se ha la forza di alzarsi e seguire i corsi, poi gli racconta un po' meglio di Micheal. Perchè Dave, Micheal, lo ama ancora, ma non lo vuole accettare. Però ne parla lo stesso, come se fosse il ricordo non più doloroso di una vita passata (– E invece si son lasciati pochi giorni fa –).

Adam lo sa, perchè David è come un fratello per lui. Lo sente sulla pelle, lo capisce. David è cosa sua, sono come una sola persona.




Una mattina, Adam bussa all'appartamento che dista appena un isolato dal suo, ma con grande sorpresa David non è in casa. Non ha nemmeno risposto all'ultimo sms, al cellulare scatta la segreteria, ma Adam non si rassegna. Inizia a preoccuparsi sul serio dopo circa un'oretta, così torna da Tommy e decidono sul da farsi.

– Dove pensi sia andato?
– Non lo so, ma non ha lasciato nemmeno i documenti qui.
– E se volessi suicidarsi? – l'ennesima domanda che spiazza Adam. – Non dire stronzate  – biascica il moro, fulminando Tommy con un'occhiataccia.

Fanno il giro di tutta la città, tutti i bar, tutti i locali dove David amava rifugiarsi quando si sentiva triste, ma non lo trovano. Adam prova l'ennesima chiamata, ma tutto ciò che sente è la segreteria. – L'ha staccato.





Passano due giorni prima che David li chiami e si faccia sentire. È in gita, letteralmente. Si è preso una pausa perchè era stressato, e così si trova in un paesino vicino che fa il turista.
– Veniamo a prenderti – promette Adam al telefono – Col treno, così ne parliamo meglio.


Adam e Tommy prendono il treno del primo pomeriggio, e il biondo dorme con la testa appoggiata alle sue cosce. – Ero preoccupato per lui, e invece quel coglione se la spassava in gita. In gita, capsici?
Tommy mormora qualcosa di incomprensibile, poi apre lentamente gli occhi – Cerca di capirlo... – Adam è scandalizzato, e non ne vuole sapere di capire nessuno. (Anche se la visione di Tommy che riposa su di sè lo rassicura, come quella notte, la prima notte che dormirono assieme, quando Tommy si ritrovò a dormire sul suo petto).




David è alla stazione – Cazzo, a volte sembra che ti piaccia spezzarmi il cuore – borbotta Adam quando lo vede, mentre Tommy lo osserva e ride perchè quella frase, alla fine, sono un po' loro. Lui e Adam che si amano e si spezzano l'un l'altro senza neppure saperlo, incapaci di amare e vivere, ma che si trascinano ovunque tenendosi per mano.
Non ci sono lacrime nè abbracci. Dave ha i biglietti per il ritorno. Fanno un giro, mangiano qualcosa e poi si rimettono in viaggio. – Adam, giuro, stavo soffocando. Era come se casa mia fosse diventata improvvisamente troppo piccola.

– Potevi venire da noi.
– Dormire in tre nel tuo buco di culo? – lo schernisce Tommy (– Intanto in quel buco di culo ci stai passando la tua esistenza, coglione –)
– Perchè no? – ridono tutti, e quella sera, a casa, ci dormono davvero in tre. Sul divano, scalciando per avere più coperte possibili e facendo a gara a chi avesse più mal di schiena la mattina dopo. Ma si sono divertiti, davvero.





La seconda notte, David torna alle sue faccende e Tommy e Adam restano soli, di nuovo. – Ho un déjà vu – dice il più piccolo, mentre si sistema il ciuffo platino, tentando inutilmente di spostarlo dall'occhio. – Oh.
Si avvicina pericolosamente a Adam, all'improvviso. Non sa bene cosa fare, però poi gli lascia un casto bacio a stampo sulle labbra. Sta di nuovo ridendo – Da piccolo baciavo gli sconosciuti sulle labbra, così.
Adam non sa che dire. Il bacio l'ha devastato. – D-Davvero? – tenta di farfugliare qualcosa di vagamente sensato.

– Sì, pensavo fosse una cosa normale, più o meno. Beh, cioè... Lui mi toccava, capisci? Uno sconosciuto, un amico di mio padre. Però, io non pensavo fosse sbagliato, non lo sapevo.
Adam non capisce (non più) dove Tommy voglia andare a parare, forse si sta inventando tutto. A volte lo fa.

– Ora è in prigione?
– Cosa? No. Lo vedo una volta all'anno, a Natale. Di quei periodi non ricordo neanche tanto, in realtà. Solo che avevamo un gioco... Lascia stare.
Adam lo osserva con attenzione, ha paura di dire qualcosa di sbagliato.

– Aveva dei pesciolini rossi bellissimi, lo sai, Ad? Però poi sono morti. Tutte le cose belle finiscono. Però, tu sei bellissimo, Ad.
– Perchè non l'hai mai denunciato, Tommy?
Tommy si mordicchia il labbro nervosamente – Perchè, perchè, perchè boh. Sono cresciuto, sono andato via e non ci ho più pensato. È un male? Ma poi, a cosa sarebbe servito denunciarlo? Ormai ero sporco, infetto e violato. Ci sono cose che bisogna solo dimenticare.

Adam vorrebbe dirgli molte cose, ma neppure un filo di voce viene fuori dalla sua bocca semi aperta. E se l'avesse fatto ancora, a qualche altro bambino?
Però quello Adam non lo chiede, resta zitto, coi suoi dubbi e col suo dispiacere, perchè sa che Tommy lo guarderebbe con quegli occhi limpidi, sul punto del pianto, mentre gli dice che non gliene potrebbe fottere di meno.

– Allora perchè me lo stai dicendo, Tommy?
E ride. Sta ridendo di nuovo. Gli tocca una guancia e si perde nei suoi occhi azzurri, azzurri e che sanno di cielo – Non lo so, non l'ho mai detto a nessuno. Però ecco, a te potevo dirlo perchè tu non fai mai un cazzo, Ad. Le cose ti scivolano addosso, sei un po' codardo, però- però in qualche modo hai qualcosa.
Adam lo guarda, trattiene un sorriso. – Grazie per gli insulti gratuiti.

– Niente. Posso amarti?


Tommy lo guarda come se dovesse essere lui a consolarlo, e le labbra di Adam quella notte per la prima volta lo sfiorano dappertutto.
La mattina dopo, Adam ha dei graffi sulle spalle, sulla schiena. Linee di rosso, come un quadro perfetto sulla sua pelle costellata di lentiggini.






– Io e Tommy abbiamo fatto sesso – confessa a Dave il giorno seguente, col telefono incollato all'orecchio, quando Tommy è già fuori per fare le prove della band e Adam è rimasto solo ad aspettare che il tè fischiasse.
– Davvero? E ti è piaciuto?
– Sì, molto. È stato pieno, pieno di cose bellissime. Forse non devo più forzare me stesso e dirmi che mi piacciono le donne, se poi non mi piacciono davvero. Ha fatto male, anche, ma lo amo.

Il resto però lo tace, lo nasconde, mentre i graffi gli prudono un po'.







Quando Tommy rientra a casa e ne incrocia lo sguardo, Adam ricorda dei ti amo che si son scambiati a notte fonda, quando stanchi si sono lasciati cullare dalla pace interiore e dallo stare bene con se stessi, e decide che lui, Tommy, lo ama davvero. Più o meno.







– Tommy, ma che cosa siamo noi, adesso? – domanda Adam, mentre camminano tra i negozi del centro.
– Boh, non lo so – Tommy sghignazza mentre lo bacia su una guancia e il mondo non esiste.

Tommy è sbronzo quando una settimana dopo arriva alla soluzione del dilemma, che alla fine è una di quelle cazzate (una delle tante) che si dicono quando si è ubriachi.
- Adam, siamo come i pesciolini rossi, e le stelle. Bellissimi e irraggiungibili. Costellazioni di pesciolini rossi.

– E i pesciolini rossi fanno sesso?
– Le costellazioni di pesciolini, un sacco.

E Adam sente che gli sta bene così. Essere una costellazione di pesciolini rossi, mentre si baciano e si sussurrano a bassa voce che si amano. Un po' come un segreto, il loro piccolo, grande tesoro.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert / Vai alla pagina dell'autore: Kagedumb