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Autore: morgana85    28/11/2008    9 recensioni
Questa sarà una piccola raccolta dove ho cercato di unire due delle cose che amo di più al mondo: la storia dell'arte e la scrittura. Per ogni dipinto scelto, tra i più diversi autori,sarà scritta una storia dai pairing differenti. Spero di avervi incuriosito almeno un pò! Bacio a tutti Morgana
- Primo capitolo partecipante al Kisses Contest indetto da itachi love -
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo partecipante al Kisses Contest indetto da itachi love
 
Buongiorno a tutti! ^^
Dunque, solo una breve premessa, prima di lasciarvi alla lettura.
Questa raccolta è nata dall’idea di unire in qualche modo due tra le cose che amo di più: la storia dell’arte e la scrittura.
Quindi ho scelto alcuni quadri, anche tra i miei preferiti, che erano in grado di ispirarmi in qualche modo una storia. A volte basandomi sulla raffigurazione, altre sull’ambientazione del dipinto, altre ancora sul soggetto rappresentato.
Per ora ho in programma di farne nove, ma se qualcuno avesse una richiesta particolare, potrei cercare di accontentarlo ^^. Aggiornerò con la cadenza di una volta a settimana, purtroppo in questo periodo il tempo mi è tiranno.

Solo un’ultima cosa… data la mia totale imbranataggine con il programma dell’html, ho preferito inserire il link dove potrete vedere il dipinto preso in questione. Se ascoltate un mio piccolo consiglio, guardatelo prima di leggere la storia! ^^
 
Ora, come sempre da tradizione, non mi resta che augurarvi… BUONA LETTURA!
Baci a tutti
Morgana
 
P.S.: aspetto come sempre i vostri numerosi commenti!!! ^^
 
 
 
 
 
Il link per il primo dipinto è:
http://digilander.libero.it/sirsimon2/images/image269817546.jpg
 
Francesco Hayez - “Il bacio”
 
 
 
 
Seduto scompostamente sulla vecchia poltrona dall’alto schienale, sento gli occhi farsi più pesanti e il sonno annebbiare la vista. Lascio ricadere la testa all’indietro, appoggiandomi completamente al velluto consumato e stinto. I pensieri sono ingombranti nell’eco immaginario delle stanze deserte, dove solo la polvere mi tiene compagnia. Osservo distrattamente la bottiglia di Firewhisky quasi vuota, il bicchiere che ne conserva ancora qualche goccia, che scivola lentamente lungo il vetro come una stilla di resina destinata a divenire ambra.
Un’improvvisa folata di aria gelida mi fa rabbrividire, scompigliandomi i capelli e sfogliando velocemente le pagine del libro abbandonato sulle mie gambe. Mi guardo intorno, sfregando il viso con le mani nel vano tentativo di allontanare la stanchezza, infine alzandomi con un sonoro sbuffo. Cammino tra le ombre appena rischiarate dalla candela, meravigliandomi io stesso di quanto sia in grado di muovermi con sicurezza, abituato all’oscurità e al suo misterioso fascino. La finestra sbatte violentemente una, due, tre volte, prima che riesca finalmente a chiuderla.
Vento.
Rimango qualche istante fermo lì, in piedi nel silenzio della casa vuota, osservando oltre il riflesso del mio viso sul vetro, in cui risaltano i miei occhi grigi come argento – come cenere di un falò appena spento - in contrasto con la notte. Un sorriso che sa di amarezza incurva le mie labbra al ricordo di ciò che il vento porta con sé.
Avete mai provato ad afferrare il vento?
No?
Io ci sono riuscito una sola volta.
Una sola, indimenticabile volta.
Ripensandoci adesso, quando anni sono passati davanti ai miei occhi sembrando secoli, credo sia stata una delle cose più belle e stravolgenti della mia vita. Un insieme confuso ed inebriante di emozioni che non pensavo potessero esistere nell’animo umano. Tutto mi era apparso come nuovo e speciale: il sole era diventato improvvisamente più luminoso e l’aria più leggera e il cielo incredibilmente infinito.
Nonostante abbia più volte cercato di catturarlo nuovamente tra le dita - ancora e ancora - in un inseguimento perpetuo e tuttavia invano, mi è stata concessa una sola occasione.
Poi il vento è tornato a solcare altre lande, e non è più stato mio.
Lei non è più stata mia.
Perché lei era vento. Inafferrabile e indomito.
I suoi occhi erano Zefiro, dolci e piacevoli come la tiepida brezza marina durante la stagione estiva. Le sue mani erano Scirocco, dal calore intenso e costante. Le sue labbra erano Libeccio, calde, morbide e umide, dal vago sapore di terre lontane.
Molte cose sono cambiate da allora- forse troppe - tranne il ricordo dell’esatto istante in cui l’avevo stretta tra le braccia.
Era una notte proprio come questa. Di vento e luna piena.
 
‹‹Sirius Black›› il suo tono era quasi irritante nella sua intransigenza. ‹‹Dovrei togliere punti a Gryffindor per averti trovato in giro a quest’ora››.
‹‹Potresti chiudere un occhio, per una volta››, avevo replicato, continuando a camminare con passo volutamente lento, le mani in tasca e lo sguardo annoiato. ‹‹In fondo è anche la tua Casata››.
‹‹Non è la prima volta che tu e i tuoi, come chiamarli, compari violate il coprifuoco. Se dovessi seguire il tuo prezioso consiglio, dovrei andare in giro bendata››. La sua voce era un delicato equilibrio di rabbia e autocontrollo. ‹‹Mi domando cosa nascondiate››.
‹‹Assolutamente niente››. Le ero passato accanto, le spalle si erano sfiorate, senza tuttavia degnarla di una sola occhiata. ‹‹O comunque, niente che ti riguardi››.
‹‹E se io fossi a conoscenza del vostro segreto?››.
Mi ero fermato, un piede posato sul primo gradino, guardandola appena da sopra la spalla. Aveva le braccia incrociate sotto il seno, le spalle rigide e il viso corrucciato in un’espressione seria. ‹‹Ah si? Avanti allora, sentiamo››.
‹‹Remus è un lupo mannaro››. Mi aveva sfidato con gli occhi, di cui ero riuscito a scorgere il colore intenso nonostante il buio. ‹‹Per questo uscite ogni notte di luna piena››. Era un sorriso vittorioso quello che le incurvava le labbra, mentre si avvicinava. ‹‹Dal tuo silenzio, devo forse dedurre che ho indovinato?››.
Mi ero girato lentamente verso di lei, ricambiandola con un ghigno malizioso. ‹‹E brava Evans››. Applaudendo, le avevo poi rivolto un irriverente inchino. ‹‹Allora la tua lodata intelligenza non è una leggenda››.
‹‹Ti propongo un patto››. Con un cenno del capo l’avevo invitata a continuare. ‹‹Io non farò rapporto e non parlerò a nessuno del vostro segreto, ma dovrete portarmi con voi ad ogni luna piena››.
‹‹E perché mai dovresti farlo?›› avevo corrugato la fronte, guardandola sinceramente stupito. ‹‹Hai forse bisogno di altre lodi, oltre quelle che già ti spettano ogni giorno?››.
‹‹Sei sempre il solito superficiale››. Aveva scosso il capo, sospirando spazientita, lasciando che il suo profumo si diffondesse nell’aria. Era delicato e frizzante, decisamente adatto a lei, con un vago sentore di gelsomino. ‹‹Lo faccio perché Remus, al contrario di voi, è una persona adorabile. È un amico, e se ha un problema voglio aiutarlo››.
L’avevo osservata per qualche istante, in perfetto silenzio, dandole forse l’impressione di qualcuno che stesse seriamente valutando la sua offerta. In realtà ero completamente concentrato su di lei. In quel momento avevo capito perché James ne era così follemente innamorato.
La sua era una bellezza delicata e discreta, così lontana dall’esigenza di apparire di qualunque altra ragazza della sua età. Era piacevole il contrasto dei suoi occhi, così incredibilmente verdi e luminosi, con l’incarnato roseo e i capelli rossi come il cielo infuocato del tardo pomeriggio.
Ma non credo fosse solo quello.
Era quell’aria sicura e a tratti altera, quello sguardo che sembrava essere in grado di sfidare chiunque, quella bontà d’animo che la sfumava di dolcezza, a renderla davvero affascinante.
In ogni caso, non ero riuscito a staccarle gli occhi di dosso.
‹‹Allora?›› aveva domandato, cercando nuovamente la mia attenzione.
‹‹D’accordo››. Allungando la mano per stringere la sua, avevo registrato quanto la sua pelle fosse morbida e calda, la sua mano piccola in confronto alla mia, ma la stretta decisa. Quando aveva cercato di allontanarsi, non l’avevo lasciata andare. Il suo sguardo incredulo mi aveva fatto sorridere, mentre la attiravo contro di me. Mi ero concesso solo un istante, per poter registrare la consistenza del suo respiro sul collo, e la sensazione che il suo corpo di donna provocava a contatto con il mio. Poi non avevo indugiato.
Senza darle il tempo di pensare, l’avevo baciata.
Si era ribellata tra le mie braccia, spingendo contro il mio petto. Ma ogni sua resistenza sembrava essersi spenta quando aveva avvertito il tocco della mia lingua sulle labbra, chiedendo silenziosamente acceso alla sua bocca. Abbandonandosi alla mia audacia, si era aggrappata alle mie spalle con delicatezza, quasi per trattenermi accanto a sé. Avvertivo le sue dita stringere con delicatezza, ma con un’urgenza che mi sorprese. Avevo portato una mano ad accarezzarle il viso, con gesti lievi e premurosi, mentre l’altra si era intrufolata tra la seta morbida dei suoi capelli.
Era vicina, così vicina.
Infine le sue labbra si erano schiuse con estenuante lentezza, insicure, permettendomi di saggiare il suo sapore, che mai avevo pensato così intrigante. E fu come se dentro di me si fosse concentrato l’intero universo, con la sua immensità e bellezza. Era una gioia nuova quella che mi aveva fatto tremare le mani e sospirare di desiderio. Ed al contempo era tristezza per la consapevolezza di stare facendo qualcosa di sbagliato, un tradimento quasi imperdonabile.
Non so per quanto tempo le mie labbra avevano accarezzato le sue, ma era sembrato comunque troppo poco quando ci eravamo allontanati. ‹‹Ho catturato il vento››. Occhi dentro occhi, in cerca di una vana spiegazione per quello che era successo. E il suo sguardo era indimenticabile, lucido e di una tenerezza infinita, quasi spaesato.
L’avevo baciata ancora, ma la sua mano aveva colpito la mia guancia con forza, interrompendo quel momento che per me tanto simile ad un sogno ad occhi aperti. Tremava dalla rabbia e i suoi occhi erano un lampo di tempesta.
‹‹Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere›› aveva sibilato con voce dura e fredda prima di allontanarsi velocemente, come vento.
Erano bastati pochi passi ed il suo corpo era stato avvolto dall’oscurità del corridoio.
 
Quello che successe dopo e il seguito della mia storia fino ad oggi, credo siano a conoscenza di tutti.
A volte mi domando come sarebbero andate le cose se al posto di James, lei avesse scelto me. Se da quella notte qualcosa fosse cambiato in lei, portandola a considerarmi più di un borioso e arrogante ragazzino che credeva di poter essere il padrone del mondo e della sua vita.
Non che ne fossi innamorato, quello non posso certo dirlo. Però ho l’assoluta convinzione che, per qualche strano e arcano motivo, lei sarebbe stata l’unica in grado di cambiare molte cose nella mia esistenza.
Ma non ho rimpianti.
Lei apparteneva già a qualcun altro. Qualcuno che è stato in grado di afferrare il vento, e tenerselo per sé.
Ora, ogni volta che incontro gli occhi di Harry, così incredibilmente uguali a quelli della madre, con la stessa luce misteriosa nel profondo, il suo ricordo riaffiora intriso di affetto e dolcezza.
E devo ringraziare Lily davvero di cuore, perché ha voluto affidarmi il suo tesoro più prezioso, lasciando in questo mondo qualcosa di lei che possa amare senza condizioni.
  
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