UNKNOWN
– CAPITOLO 1
JOAN'S
POV
Numero
sconosciuto:
ciao :) ho una cotta per te
Numero
sconosciuto:
probabilmente, appena
leggerai questo messaggio, ti chiederai chi sono
Numero
sconosciuto:
beh, sappi che devi
scoprirlo da sola. ma non indovinerai mai ;)
Leggo
i tre messaggi per l'ennesima volta.
«Non
so se in qualche modo dovrei esserne spaventata o roba del genere. Di
chi può
essere il numero?»
«E,
soprattutto, come fa a
sapere il tuo?»
«Già...
Beh, resta il fatto che mi ha lanciato una sfida...»
«E
immagino che tu voglia accettarla...»
Guardo
Emily negli occhi e le sorrido.
«Certo.»,
dico con fermezza.
Mi
guardo intorno, alla ricerca del possibile proprietario del numero
sconosciuto.
Nonostante
tutti gli studenti siano qui in questo momento, però,
è ancora più difficile
che cercare di persona in persona per tutta la città: la
pausa pranzo è, senza
ombra di dubbio, il momento più disordinato e rumoroso
dell'intera giornata
scolastica.
Io
sono, come al solito, seduta ad uno dei tavoli "beta". La gerarchia
scolastica funziona più o meno così: ci sono gli
"alfa", ovvero i
popolari, i "beta" (come me ed Emily), cioè quelli che
seguono la
regola del se tu non dai
noia a me, io non do noia a te,
e che comunque se la cavano piuttosto bene, i
"gamma", nonché gli sfigati, e gli "intoccabili", e beh...
potete ben capire che vita di merda passino a scuola.
Io
sono sempre stata una "beta", e non me ne lamento affatto.
Sento
il telefono vibrarmi in tasca. Lo prendo: un messaggio.
Numero
sconosciuto:
mangia qualcosa, o morirai
di fame xx
«Bene,
ora so per certo che lo stalker è in questa stanza, in
questo momento.», dico
ad Emily, dopo averle fatto leggere il messaggio.
«Ottimo.
Ora la ricerca sarà più facile.»
Annuisco,
anche se non ne sono molto convinta.
Sento
una risata riecheggiare nella sala.
La
riconoscerei ovunque. È la bellissima risata del ragazzo per
cui ho una cotta
dalle elementari, nonché uno dei ragazzi più
popolari della scuola: Niall Horan.
Sposto
lo sguardo verso il suo tavolo, dove lo vedo, bellissimo, intento a
raccontare
qualcosa ai suoi amici.
Indossa
delle All Star bianche, degli skinny jeans chiari e strappati, e la sua
solita
felpa nera, grande il triplo della sua taglia.
Adoro
quella felpa. La indossa praticamente ogni giorno.
Ora
ride di nuovo, più piano di prima, poi afferra delle
patatine e se le mette in
bocca con foga.
I
suoi
occhi azzurri – i suoi bellissimi occhi
azzurri – si spostano nella
stanza, in cerca di qualcosa.
E
poi,
il suo sguardo incontra il mio.
Sento
la mia faccia andare a fuoco e abbasso subito lo sguardo sul mio
vassoio, per
decidere tutto ad un tratto di seguire il consiglio del
tizio–dal–nome–ignoto e
iniziare a mangiare, anche se, dopo questo avvenimento, mi è
passata la fame.
«Eh,
l'amour...», sospira Emily, col suo accento francese perfetto.
Le
do
un colpetto col piede sulla gamba.
«Smettila,
E.», aggiungo poi, assicurandomi che abbia capito.
Prendo
l'hamburger e inizio a mangiarlo, masticando con un senso di ribrezzo
la carne
insapore e molliccia fra i due pezzi di pane.
«JOAN!
EMILY!»
Sobbalzo
non appena sento il mio nome. Sento una mano grande e calda andarsi a
posare
sulla mia spalla destra, mentre vedo l'altra afferrare quella sinistra
della
mia amica.
«Porca
puttana, Harry. Stava per andarmi di traverso il panino.»
Si
da
una spinta e, con un salto, si mette a sedere fra me ed Emily.
«Quello
era l'intento... Posso?», domanda, indicando il mio bicchiere
di Coca Cola
rigorosamente alla spina.
Annuisco,
alzando gli occhi al cielo.
«Grazie,
J. Sei un angelo.», dice, poi prende il bicchiere e inizia a
succhiare la
bibita dalla cannuccia.
«Allora?
Che si racconta?», chiede Harry.
«J
ha
un ammiratore segreto.», risponde Emily, con un sorrisetto.
La
guardo con un'aria di odio mentre Harry si gira verso di me.
«WOAH!
La piccola Joan Fox fa strage di cuori!», esclama lui.
«Già.
Peccato che non sappia assolutamente chi sia questo ammiratore
segreto.», fa
Emily.
«Più
che "ammiratore segreto", lo chiamerei "stalker
maniaco"...», la correggo io.
«Ti
sta dando problemi?», mi chiede Harry, diventando tutto a un
tratto serio.
«No...
Per ora, almeno.», rispondo.
Lui
continua a sorseggiare la mia Coca Cola.
«Mh.
Per qualsiasi problema con lo stalker, chiamami.», sorride
lui, facendomi
l'occhiolino.
Annuisco,
sorridendogli a mia volta.
«HARRY!»,
grida un quarto individuo che all'inizio non riconosco.
Poi
mi
giro, e capisco: Louis.
Louis
è senz'altro uno dei ragazzi più simpatici della
scuola, nonché uno del famoso
gruppo "alfa". Come Harry, in realtà.
«Ehi,
Lou! Io vado, ragazze. Buona fortuna con lo stalker, J!»
«Ciao,
H.», diciamo io ed Emily all'unisono.
Harry
è il mio migliore amico sin da quando siamo bambini, e,
nonostante il suo
passaggio da gruppo "beta" ad "alfa", mi è sempre rimasto
accanto, ed è per questo che lo adoro. È un bel
ragazzo: alto, riccio, moro,
occhi grandi e verdissimi, fossette.
Anche
Louis è bello: è molto più basso di
Harry, ma ha degli occhi profondissimi e
blu, i lineamenti da bambino (nonostante la barbetta), i capelli scuri
sempre
spettinati e un sorriso da favola.
Stanno
insieme.
In
realtà, lo sappiamo solo io, Harry, Louis ed Emily, ma tutta
la scuola sospetta
di qualcosa.
Quando
Harry mi ha riferito di essere gay, beh... In realtà, me lo
aspettavo.
Gli
ho
detto “Bene, almeno parleremo di ragazzi insieme!”,
e lui era tipo YAY!.
Dico
sempre a tutti che Harry era "tipo YAY!"
perché lo era veramente. Era sovra eccitato. Sembrava un
bambino a Natale, ma
probabilmente perché era contento che non lo avessi
abbandonato o roba del
genere.
Emily,
invece, è stata la sua ragazza per due anni e mezzo,
finché lui non ha capito
di essere attratto da un altro genere, e allora hanno rotto. Ma sono
rimasti
amici. Molto amici.
Sento
la tristezza salire dentro di me non appena realizzo di non avere mai
avuto un
ragazzo, così decido di prendere il cellulare e di scrivere
qualcosa allo
stalker.
Tu:
Okay, senti, chiunque tu
sia, sappi che sei uno stalker depravato ma mi stai simpatico, quindi
te lo
dico chiaro e tondo: non credo che possa funzionare, dato che 1) mi
piace
qualcuno e probabilmente quel qualcuno non sei tu e 2) non so neanche
il tuo
nome, quindi sarebbe difficile essere la ragazza di qualcuno di cui non
so
assolutamente nulla.
La
risposta mi arriva pochi secondi dopo, ma ci sono troppe persone al
cellulare
in questo momento per poter capire chi sia il mittente.
Numero
sconosciuto:
credo anche io di non essere
quella persona. insomma, lo vedo come guardi styles. non c'è
problema. è solo
che in questo modo posso essere in contatto con te, ergo il
sottoscritto si
sente felice
Numero
sconosciuto:
e, comunque, tu sai molte
cose di me ;)
Ridacchio
per quel "lo vedo come guardi styles.", e decido di mandargli un
altro messaggio.
Tu:
Styles? Harry Styles? Mh.
Acqua.
Numero
sconosciuto:
non è harry? strano, ci
avrei giurato... ma come faccio a sapere che non mi stai mentendo?
Tu:
Fidati, mio caro stalker.
Non avrei motivi per avere una cotta per Harry.
Tu:
Ah, tanto per la cronaca:
sappi che non ti dirò mai chi mi piace.
Numero
sconosciuto:
lo scoprirò, fidati
Tu:
Lo vedremo...
Blocco
il telefono e lo rimetto in tasca.
«Allora?»,
mi chiede Emily.
«"Allora?"
cosa?», domando io a mia volta.
«Allora
che ti ha scritto?»
«Nulla
di che. Vuole scoprire chi mi piace.»
«E
se
fosse Niall?»
Ci
guardiamo per qualche secondo, per poi scoppiare entrambe in una
fragorosa
risata.
«Per
me, è William.», dice Emily.
«William? Quel William?»,
domando schifata.
William
è un ragazzo che è nella nostra classe di Inglese.
È
veramente orribile. Cioè, sia di faccia che di tutto.
È
brutto. E antipatico. E puzza.
«Certo.
Immaginatevi, tu e lui, mano nella mano sulla spiaggia...»,
fa Emily, sbattendo
le ciglia velocemente e facendo una faccia sognante.
«Starei
mangiando...»
«...Il
sole che tramonta, lui chi avvicina la sua faccia alla
tua...», continua lei.
«Mi
viene da vomitare solo al pensiero.»
Ci
mettiamo a ridere e, subito dopo, la campanella suona.
Finisco
le patatine in tutta fretta, poi ci alziamo, prendiamo i vassoi, li
ripuliamo e
li mettiamo sulla pila che si sta formando sul bancone.
«Che
cosa abbiamo adesso?», domanda Emily.
«Uhm...
Educazione Civile.»
L'ora
di Educazione Civile con la signorina Jones è conosciuta da
tutti come
"ora di Maleducazione Civile", dato che la signorina Jones ha una
cosa come settanta anni (ma non ne vuole sapere di andare in pensione)
e un
problema di udito (e, a quanto si dice, non ci vede nemmeno troppo
bene),
quindi tutti i suoi studenti ne approfittano per fare tutto tranne che
studiare
Educazione Civile.
Che
poi, andiamo. Davvero c'è qualcuno a cui interessa
Educazione Civile?
«Ottimo.
Un'ora di nulla.», fa Emily.
Usciamo
dalla sala mensa e ci dirigiamo verso gli armadietti. Il mio
è il 298, il suo
il 302. Fra di noi, c'è l'armadietto numero 300 (i numeri
dispari sono
dall'altra parte del corridoio), che appartiene a Zayn Malik.
Zayn,
il migliore amico di Niall, è, come potete immaginare, un
membro onorario del
gruppo "alfa", anche se se ne sta piuttosto per le sue.
Parla
sono con Niall a pranzo, e probabilmente è il ragazzo
più misterioso di tutta
la scuola.
Zayn
è
un dio. Sul serio. È un dio della bellezza.
Ha
dei
lineamenti orientali (suo padre è pakistano), due occhi
scurissimi ed
enigmatici, la pelle color caffellatte e capelli scuri perfettamente
pettinati.
Per un periodo mi è piaciuto anche lui, oltre a Niall. E
più cresce, più si
imbellisce.
Oggi,
però, non è a scuola. Cioè, l'ho
dedotto, dato che non l'ho visto né a pranzo,
né all'ora di Storia, né al suo armadietto.
«Il
tipo–troppo–figo–per–parlare–con–voi
oggi non si è fatto vedere...», dico io,
facendolo notare ad Emily.
Abbiamo
dato un soprannome del genere a tutti.
Quello
che preferisco è il soprannome che abbiamo dato al gemello
di Emily, Liam, che
lo rispecchia moltissimo:
tipo–oh–no–mia–sorella.
Sì, in pratica Liam è parte
del gruppo "alfa" (anche se è molto, molto sprecato per quel
gruppo)
e odia quando Emily lo saluta. E quindi Emily lo saluta.
Liam
e
Emily si somigliano tantissimo: hanno entrambi due grandissimi occhi
color
nocciola e delle labbra spesse.
Liam
ha i capelli corti e scuri, Emily, invece, ha dei lunghi capelli biondi
e
lisci. Hanno i lineamenti simili, se non uguali, e tutti e due sono
delle
bellezze di prima categoria.
La
cosa strana di Liam è che quando vado a casa sua e di Emily,
è simpaticissimo e
mi fa morire dal ridere, mentre invece, a scuola, finge di non
conoscermi. Sono
rare le volte in cui mi saluta o mi fa un cenno.
Peccato.
Mi
sta
anche piuttosto simpatico.
Apro
l'armadietto con la solita combinazione e prendo il materiale per
Educazione
Civile (un quaderno e il libro).
Aspetto
che Emily sia pronta, poi richiudo l'armadietto e mi avvio con la mia
amica
verso l'aula di Educazione Civile.
«Grazie
a Dio è Venerdì. Non ce la faccio
più.», faccio io, appena entriamo nell'aula.
La
professoressa non è ancora arrivata. D'altronde, siamo in
anticipo di due minuti
sulla seconda campanella.
Ci
andiamo a sedere in fondo alla classe, dove sappiamo che la signorina
Jones non
potrà mai beccarci a parlare.
È
questo uno dei vantaggi dell'essere in anticipo: puoi sederti dove vuoi.
«A
proposito, che fai questo weekend?», mi chiede Emily, posando
il suo libro sul
suo banco è crollando a sedere sulla sedia accanto alla mia.
Io
la
seguo a ruota.
«Non
so... Perché?»
«I
miei sabato sono fuori e Liam da una festa. Siccome non ho voglia di
starmene
chiusa in camera tutto il tempo, ti andrebbe di venire?»
«Mhh,
non so...», rispondo, un po' titubante.
Il
fatto è che non ho nessuna voglia di passare un'intera
serata con quegli
ipocriti dei miei compagni di scuola.
«E
dai, J. Fallo per me...», mi supplica lei.
«Ci
sarà anche Niall...», continua, facendomi
l'occhiolino.
Beh,
effettivamente, non ci avevo pensato.
Passare
una sera nella stessa casa dove la passerà anche Niall Horan.
L'idea
è allettante.
«Okay,
ci farò un pensierino...», le faccio io,
sorridendole.
Sento
di nuovo il telefono vibrarmi in tasca. Lo tiro fuori.
Numero
sconosciuto:
spero ti piacciano le
sorprese, perché fra poco ne riceverai una :D
«Oddio...»
Questo
tizio sta iniziando a stancarmi.
Cioè,
in realtà mi irrita il fatto che non sia ancora riuscita a
capire chi sia.
Faccio
leggere il messaggio ad Emily.
«Uh-uh.»,
commenta lei.
«Che
faccio?», le domando, sapendo che Emily è
piuttosto esperta in questo genere di
cose.
«Aspettiamo
di vedere cosa è la sorpresa...», consiglia lei.
La
classe inizia pian piano ad affollarsi, e, alle
«Buongiorno,
ragazzi...», dice la Jones con la sua voce flebile.
Mi
ha
sempre fatto un po' pena, quella donna.
«Devo
aspettare un'intera ora?»,
sussurro io, anche se non ce n'è bisogno.
La
risposta mi arriva subito dal tipo, che mi manda un messaggio.
Numero
sconosciuto:
chiedi di andare in bagno e
vai al tuo armadietto,
recita il messaggio.
Lo
riferisco ad Emily.
«Vengo
con te.», dice lei con fermezza.
Annuisco:
non sia mai che il tipo abbia deciso di farmi la sorpresa di
presentarsi,
apparendo come un cinquantenne sudaticcio e grasso con la voglia
irrefrenabile
di stuprarmi. Non si può mai sapere, in un posto come questo.
«Scusi,
prof. Possiamo andare in bagno?», urla Emily, dopo aver
alzato la mano (anche
se sono abbastanza sicura che la professoressa non l'abbia nemmeno
notata).
La
Jones alza la testa dalla cattedra, scruta fra i banchi e ci vede.
«Andate.»,
ci dice, sorridendo.
Ci
alziamo e ci incamminiamo verso la porta.
Ora,
se avessimo avuto qualsiasi altro insegnante, ci avrebbe detto di
andare una
alla volta.
Per
la
Jones, l'importante è che tu sia abbastanza bravo ad
Educazione Civile, e,
siccome sia io che Emily abbiamo preso una A nello scorso quadrimestre
e i
nostri ultimi compiti vanno di bene in meglio, ci permetterebbe anche
di dare
fuoco alla scuola, se glielo chiedessimo.
Usciamo
dalla classe e ci troviamo nel corridoio deserto.
L'aula
di Educazione Civile è piuttosto vicina ai nostri
armadietti, quindi decidiamo
di prendercela con calma.
Sto
letteralmente morendo di curiosità, ed Emily non
è da meno.
«Magari
è un anello...», prova lei.
«Sì,
magari è una proposta di matrimonio.», dico io.
Ho
la
capacità di cambiare umore in qualsiasi momento io voglia.
Cambio abbastanza
spesso personalità, ed è per questo che piaccio
ad Emily.
Dice
che sono strana e che le piacciono le persone strane.
La
nostra amicizia è iniziata con un litigio: mi era caduta
addosso con un
bicchiere in mano, e mi aveva bagnata tutta. L'ho trattata nel peggior
modo
possibile, ma alla fine ci abbiamo fatto una risata su e lei mi ha
offerto una
cioccolata calda.
È
strano come il destino unisca le persone, alle volte.
Se
avessi seguito il consiglio di mia madre, e non fossi uscita, quel
giorno,
adesso avrei un'altra migliore amica, o, più probabilmente,
non ne avrei
nessuna.
Arriviamo
al mio armadietto. Mi guardo intorno: nessun cinquantenne sudaticcio.
Mi
tremano le mani mentre giro la manopola in sequenza per ricreare la
combinazione.
L'armadietto
si apre di scatto, e vedo.
C'è
una cassetta, una di quelle cassette musicali che non si usano
più.
Dovrei
avere un registratore che le legge, a casa.
Oltre
alla cassetta, ci sono una rosa è un foglietto.
Su
questo, c'è scritto qualcosa in bella calligrafia
Perché
c'è questo brano che ho
trovato che in qualche modo mi fa pensare a te, e lo ascolto in
continuazione
finché non mi addormento.
Riconosco
la frase: è tratta dalla canzone Do I Wanna
Know? degli
Arctic Monkeys.
Il
mio gruppo preferito,
penso.
Giro
il foglietto.
La
mia playlist preferita.
Spero piaccia anche a te. Xx
Mi
infilo il biglietto in tasca, nella speranza di riuscire a scoprire a
chi
appartiene la calligrafia.
Poi,
però, penso che sia ovvio il fatto che il biglietto non l'ha
scritto lui.
Non
credo sia così stupido da fare una mossa falsa come quella.
Prendo
la rosa, e la guardo attentamente.
È
perfetta, i petali sono senza ammaccature, e così per il
gambo.
Non
può
averla fatta passare dalle fessure.
Deve
aver aperto l'armadietto.
Sento
un colpo al cuore, e inizio a sentire l'ansia salire.
Riferisco
tutto ad Emily, che mi guarda e fa una smorfia come per dire
"Accidenti."
Mi
guardo intorno, per vedere se qualcuno ci sta guardando.
«Dai,
torniamo in classe...»
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀*******
Appena
arrivo a casa, corro in camera dei miei genitori.
«Ciao
anche a te, Joan!», mi urla mia madre dalla sala.
«Sì,
ciao, ma'!», dico, alla ricerca del registratore.
Appena
lo trovo, nel cumulo di oggetti lasciati lì solo per
prendere polvere, lo
collego alla corrente, prendo la cassetta dalla tasca esterna dello
zaino.
Apro
il suo astuccio, la tolgo e la tengo in mano mentre leggo le canzoni
che ci
sono registrate sopra.
Devo
ammettere che quel ragazzo ha dei buoni gusti musicali.
Riconosco
tutti gli artisti, così decido di mettere la cassetta.
Le
note di The Man Who
Sold The World dei
Nirvana iniziano a riecheggiare nella stanza.
«JOAN,
ABBASSA QUELL'AFFARE!», strilla mia madre.
Quella
donna non sa trovare un tono di voce adeguato.
Canticchio
la canzone fra me e me, abbassando il volume della musica.
Calcolo
che in media, una canzone dura 4 minuti, quindi, per ascoltare tutta la
playlist, composta da 60 canzoni, dovrei impiegare circa 240 minuti,
ovvero 4
ore.
Decido
di portare il registratore in camera mia.
Dopo
averlo poggiato sulla scrivania, lo ripulisco dalla polvere, lo attacco
alla
presa, mi metto sul letto e prendo un libro.
Musica
e lettura. Il mio paradiso.
Il
libro che sto leggendo è una raccolta di racconti di Edgar
Allan Poe, che ho
letto già una decina di volte.
Amo
quei racconti, li trovo affascinanti e veramente ben scritti.
Poe
è
senz'altro il mio scrittore preferito.
Essendo
un'amante del genere horror, ho moltissimi libri di questo tipo, ma
nessuno mi
piace più di questo.
Dopo
i
Nirvana, parte Golden Veins dei
Two Door Cinema Club, una band
poco conosciuta (e infatti mi stupisco che sia stata messa in questa
playlist)
che amo.
Ad
un
tratto, mi ricordo della festa di cui mi aveva parlato Emily.
Metto
in pausa la musica.
«MA',
DOMANI SERA POSSO ANDARE A CASA DI EMILY?», le urlo dalla mia
camera.
Sento
i suoi passi dirigersi verso camera mia.
«Come?»,
domanda, aprendo la porta.
Le
rifaccio la domanda.
«Uhm,
certo, perché no?», fa lei, sorridendo.
Io
le
sorrido a mia volta e la ringrazio.
Si
alza e fa per andarsene.
«Ah,
Joan. Stasera devo uscire. Ti lascio qualcosa da scaldare.»,
mi dice,
rientrando.
«Cosa
preferisci?», mi domanda.
«Non
importa, mamma. Faccio da sola.»
«Sicura?»
Annuisco.
«Okay.»
Detto
questo, esce definitivamente.
Fra
me
e mia madre non c'è mai stato un grande feeling, ma le
voglio comunque un bene
enorme.
Insomma,
è sempre mia madre, no?
Il
fatto è che lei non si apre molto con le persone,
soprattutto con me, e io, di
conseguenza, non lo faccio con lei.
È
questione di reciprocità.
E
mio
padre, beh. Non ne parliamo.
È
uno
stronzo platonico, seriamente.
L'unica
persona della famiglia con cui mi trovo abbastanza a mio agio
è mia sorella, ma
lei ora è al college e la vedo solo durante le vacanze
estive e invernali. E mi
manca. Terribilmente.
Metto
in play la musica e ricomincio a leggere.
Per
un
attimo mi scordo della storia dei messaggi, ma, non appena sento il
telefono
vibrare, alzo gli occhi al cielo.
Lo
prendo e lo sblocco.
Numero
sconosciuto:
piaciuta la sorpresa? ❤️
Tu:
Beh, devo ammetterlo: hai
degli ottimi gusti musicali.
Tu:
Come cazzo hai aperto il mio
armadietto?
Passano
due canzoni (Suicide Season dei
Bring Me The Horizon e If You Can't
Hang degli
Sleeping With Sirens) prima che
risponda.
Numero
sconosciuto:
ehi, non preoccuparti
hahaha. ho le mie fonti, non ti ho spiato
Non
so
se questa affermazione mi calmi o mi faccia salire ancora
più ansia.
Ho
scoperto che non è un pazzo maniaco, sì. Ma chi
sono queste fonti di
cui parla?
Tu:
Che sarebbero...?
Numero
sconosciuto:
spiacenti, il numero
selezionato non è attivo
Tu:
Beh, se la metti così...
Tu:
Scusa la domanda, ma...
esattamente, cosa ti piace di me?
Sono
curiosa di leggere la risposta.
Passano
altre tre canzoni, poi il cellulare vibra.
Numero
sconosciuto:
beh, tutto. sei bella e
simpatica e dolce e spontanea e... e... e non so, so solo che vorrei
abbracciarti e coccolarti tutto il tempo e sì, credo di
amarti...
Credo
che sia la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai scritto,
e sento un senso
di felicità travolgermi, il che è piuttosto
strano, dato che, per quanto ne so,
questa persona potrebbe benissimo prendermi in giro, o essere qualcuno
di non
affidabile eccetera.
Tu:
Oddio, ehm. Grazie, mi hai
fatto arrossire. È la cosa più dolce che qualcuno
mi abbia mai scritto...
Tu:
Ma come faccio a sapere che
non mi stai prendendo in giro?
Numero
sconosciuto:
fidati, cara joan. non avrei
motivi per prenderti in giro
Tu:
Okay, questa tecnica mi
piace.
Tu:
Resta il fatto che io non
posso essere sicura che tu non sia tipo, che ne so, un pedofilo, o roba
del
genere.
Numero
sconosciuto:
beh, hai ragione. non puoi
saperlo. ti dico solo che io non sono un pedofilo o roba del genere. e
quel che
provo per te è vero.
Numero
sconosciuto:
se ti può far sentire più al
sicuro, ho la tua età
Numero
sconosciuto:
e non preoccuparti, non ti
chiederò di incontrarci o cose del genere, anzi. no. non
voglio che tu sappia
chi sono, okay? deve essere un segreto
Tu:
E se dovessi scoprirlo?
Numero
sconosciuto:
in quel caso, sarei il
ragazzo più fottuto della terra
Tu:
HAHAHAHAHA povero...
Tu:
Sto per finire il credito,
ti dispiacerebbe parlare su Whatsapp?
In
realtà non è vero, solo che, se mi scrivesse su
Whatsapp, forse riuscirei a
scoprire chi è.
Non
mi
risponde.
Digito
il numero di Emily e la chiamo, mentre Lana Del Rey intona le prime
parole di Gods
And Monsters.
«Pronto?»,
fa Emily, dall'altro capo del telefono.
«Ehi,
E. Mia mamma mi ha dato l'okay per la festa.»
«Perfetto.
Racconta.»
Ecco
una cosa che adoro di Emily: riesce subito a capire i miei pensieri.
In
realtà, infatti, non la stavo chiamando per dirle questo, ma
per raccontarle
del ragazzo.
«Okay.
Per prima cosa, ha dei gusti musicali fantastici. Cioè, Lana
Del Rey. Nirvana.
Fall Out Boy. Woah...»
«Un
buon motivo per sposartelo.»
«Sicuramente
è un buon motivo per adorarlo.»
«Mi
piace. Poi?»
«Poi
mi ha scritto che gli piaccio veramente tanto e che crede di amarmi ma
che non
vuole che io scopra chi è perché altrimenti
è fottuto.»
«JOAN.»,
fa lei, ad un tratto.
«EMILY.»,
dico io, con la stessa intonazione.
«J,
lo
scoppiamo. Ti ha detto che se lo scopri è fottuto,
no?»
«Sì.»
«Eh.
Vuol dire che se qualcuno lo scoprisse, la sua reputazione finirebbe
nel cesso.»
Sento
il cuore in gola.
«Dici
che...?»
«Per
me, è dai "beta" in su.», conclude lei.
«E,
sei un genio!»
Me
la
immagino fare quel suo tipico sorriso da "grazie, lo so".
«J,
devo riattaccare. Liam mi chiama.»
«Oh,
okay. A domani sera, allora.»
«Sì,
ciao J!»
«Ciao
E,
a domani.»
Sento
che Emily riattacca la telefonata, così blocco il telefono e
mi metto a
pensare, mentre Matty Healy dei Te 1975 intona le ultime strofe di Robbers.
Decido
che ho bisogno di riposarmi, quindi smetto di pensare al ragazzo e
torno a
leggere Il cuore
rivelatore,
il mio racconto preferito, mentre Boulevard Of
Broken Dreams si
insinua nelle mie orecchie.
ANGOLO
AUTRICE
Ooookay,
salve pipol.
Non
so
quanto sia lungo quel che ho scritto, dato che sto scrivendo tutto
sulle note
del cellulare.
Beh,
mi pare abbastanza ovvio, credo abbiate capito tutti che il mittente
è Niall lol
Però
ci sarà un colpo di scena eheh B)
In
realtà, l’ho iniziata a scrivere in un momento di
noia/malattia, quindi non sarà il massimo lal.
Spero
che il primo capitolo vi sia piaciuto :D
xmistyday