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Autore: xmistyday    30/01/2015    3 recensioni
Joan Fox è una ragazza normalissima, con una vita normalissima, amici normalissimi e una cotta normalissima per il ragazzo più popolare della scuola, Niall Horan.
La sua vita inizia a farsi più movimentata quando le iniziano ad arrivare messaggi da un numero sconosciuto.
Joan farà di tutto pur di scoprire chi sia il mittente (e di farsi notare da Niall).
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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UNKNOWN – CAPITOLO 1



JOAN'S POV

Numero sconosciuto: ciao :) ho una cotta per te

Numero sconosciuto: probabilmente, appena leggerai questo messaggio, ti chiederai chi sono

Numero sconosciuto: beh, sappi che devi scoprirlo da sola. ma non indovinerai mai ;)

Leggo i tre messaggi per l'ennesima volta.

«Non so se in qualche modo dovrei esserne spaventata o roba del genere. Di chi può essere il numero?»

«E, soprattutto, come fa a sapere il tuo

«Già... Beh, resta il fatto che mi ha lanciato una sfida...»

«E immagino che tu voglia accettarla...»

Guardo Emily negli occhi e le sorrido. 

«Certo.», dico con fermezza.

Mi guardo intorno, alla ricerca del possibile proprietario del numero sconosciuto.
Nonostante tutti gli studenti siano qui in questo momento, però, è ancora più difficile che cercare di persona in persona per tutta la città: la pausa pranzo è, senza ombra di dubbio, il momento più disordinato e rumoroso dell'intera giornata scolastica.
Io sono, come al solito, seduta ad uno dei tavoli "beta". La gerarchia scolastica funziona più o meno così: ci sono gli "alfa", ovvero i popolari, i "beta" (come me ed Emily), cioè quelli che seguono la regola del se tu non dai noia a me, io non do noia a te, e che comunque se la cavano piuttosto bene, i "gamma", nonché gli sfigati, e gli "intoccabili", e beh... potete ben capire che vita di merda passino a scuola.
Io sono sempre stata una "beta", e non me ne lamento affatto.
Sento il telefono vibrarmi in tasca. Lo prendo: un messaggio. 

Numero sconosciuto: mangia qualcosa, o morirai di fame xx

«Bene, ora so per certo che lo stalker è in questa stanza, in questo momento.», dico ad Emily, dopo averle fatto leggere il messaggio.

«Ottimo. Ora la ricerca sarà più facile.»

Annuisco, anche se non ne sono molto convinta.
Sento una risata riecheggiare nella sala.
La riconoscerei ovunque. È la bellissima risata del ragazzo per cui ho una cotta dalle elementari, nonché uno dei ragazzi più popolari della scuola: Niall Horan.
Sposto lo sguardo verso il suo tavolo, dove lo vedo, bellissimo, intento a raccontare qualcosa ai suoi amici.
Indossa delle All Star bianche, degli skinny jeans chiari e strappati, e la sua solita felpa nera, grande il triplo della sua taglia.
Adoro quella felpa. La indossa praticamente ogni giorno.
Ora ride di nuovo, più piano di prima, poi afferra delle patatine e se le mette in bocca con foga.
I suoi occhi azzurri – i suoi bellissimi occhi azzurri – si spostano nella stanza, in cerca di qualcosa.
E poi, il suo sguardo incontra il mio. 
Sento la mia faccia andare a fuoco e abbasso subito lo sguardo sul mio vassoio, per decidere tutto ad un tratto di seguire il consiglio del tizio–dal–nome–ignoto e iniziare a mangiare, anche se, dopo questo avvenimento, mi è passata la fame.

«Eh, l'amour...», sospira Emily, col suo accento francese perfetto.

Le do un colpetto col piede sulla gamba.

«Smettila, E.», aggiungo poi, assicurandomi che abbia capito.

Prendo l'hamburger e inizio a mangiarlo, masticando con un senso di ribrezzo la carne insapore e molliccia fra i due pezzi di pane.

«JOAN! EMILY!»

Sobbalzo non appena sento il mio nome. Sento una mano grande e calda andarsi a posare sulla mia spalla destra, mentre vedo l'altra afferrare quella sinistra della mia amica.

«Porca puttana, Harry. Stava per andarmi di traverso il panino.»

Si da una spinta e, con un salto, si mette a sedere fra me ed Emily.

«Quello era l'intento... Posso?», domanda, indicando il mio bicchiere di Coca Cola rigorosamente alla spina.

Annuisco, alzando gli occhi al cielo.

«Grazie, J. Sei un angelo.», dice, poi prende il bicchiere e inizia a succhiare la bibita dalla cannuccia.

«Allora? Che si racconta?», chiede Harry.

«J ha un ammiratore segreto.», risponde Emily, con un sorrisetto.

La guardo con un'aria di odio mentre Harry si gira verso di me. 

«WOAH! La piccola Joan Fox fa strage di cuori!», esclama lui.

«Già. Peccato che non sappia assolutamente chi sia questo ammiratore segreto.», fa Emily.

«Più che "ammiratore segreto", lo chiamerei "stalker maniaco"...», la correggo io.

«Ti sta dando problemi?», mi chiede Harry, diventando tutto a un tratto serio.

«No... Per ora, almeno.», rispondo.

Lui continua a sorseggiare la mia Coca Cola.

«Mh. Per qualsiasi problema con lo stalker, chiamami.», sorride lui, facendomi l'occhiolino.

Annuisco, sorridendogli a mia volta.

«HARRY!», grida un quarto individuo che all'inizio non riconosco.

Poi mi giro, e capisco: Louis.
Louis è senz'altro uno dei ragazzi più simpatici della scuola, nonché uno del famoso gruppo "alfa". Come Harry, in realtà.

«Ehi, Lou! Io vado, ragazze. Buona fortuna con lo stalker, J!»

«Ciao, H.», diciamo io ed Emily all'unisono.

Harry è il mio migliore amico sin da quando siamo bambini, e, nonostante il suo passaggio da gruppo "beta" ad "alfa", mi è sempre rimasto accanto, ed è per questo che lo adoro. È un bel ragazzo: alto, riccio, moro, occhi grandi e verdissimi, fossette.
Anche Louis è bello: è molto più basso di Harry, ma ha degli occhi profondissimi e blu, i lineamenti da bambino (nonostante la barbetta), i capelli scuri sempre spettinati e un sorriso da favola.
Stanno insieme.
In realtà, lo sappiamo solo io, Harry, Louis ed Emily, ma tutta la scuola sospetta di qualcosa.
Quando Harry mi ha riferito di essere gay, beh... In realtà, me lo aspettavo.
Gli ho detto “Bene, almeno parleremo di ragazzi insieme!”, e lui era tipo YAY!.
Dico sempre a tutti che Harry era "tipo YAY!" perché lo era veramente. Era sovra eccitato. Sembrava un bambino a Natale, ma probabilmente perché era contento che non lo avessi abbandonato o roba del genere.
Emily, invece, è stata la sua ragazza per due anni e mezzo, finché lui non ha capito di essere attratto da un altro genere, e allora hanno rotto. Ma sono rimasti amici. Molto amici.
Sento la tristezza salire dentro di me non appena realizzo di non avere mai avuto un ragazzo, così decido di prendere il cellulare e di scrivere qualcosa allo stalker.

Tu: Okay, senti, chiunque tu sia, sappi che sei uno stalker depravato ma mi stai simpatico, quindi te lo dico chiaro e tondo: non credo che possa funzionare, dato che 1) mi piace qualcuno e probabilmente quel qualcuno non sei tu e 2) non so neanche il tuo nome, quindi sarebbe difficile essere la ragazza di qualcuno di cui non so assolutamente nulla.

La risposta mi arriva pochi secondi dopo, ma ci sono troppe persone al cellulare in questo momento per poter capire chi sia il mittente.

Numero sconosciuto: credo anche io di non essere quella persona. insomma, lo vedo come guardi styles. non c'è problema. è solo che in questo modo posso essere in contatto con te, ergo il sottoscritto si sente felice

Numero sconosciuto: e, comunque, tu sai molte cose di me ;)

Ridacchio per quel "lo vedo come guardi styles.", e decido di mandargli un altro messaggio.

Tu: Styles? Harry Styles? Mh. Acqua.

Numero sconosciuto: non è harry? strano, ci avrei giurato... ma come faccio a sapere che non mi stai mentendo?

Tu: Fidati, mio caro stalker. Non avrei motivi per avere una cotta per Harry.

Tu: Ah, tanto per la cronaca: sappi che non ti dirò mai chi mi piace.

Numero sconosciuto: lo scoprirò, fidati

Tu: Lo vedremo...

Blocco il telefono e lo rimetto in tasca.

«Allora?», mi chiede Emily.

«"Allora?" cosa?», domando io a mia volta.

«Allora che ti ha scritto?»

«Nulla di che. Vuole scoprire chi mi piace.»

«E se fosse Niall?»

Ci guardiamo per qualche secondo, per poi scoppiare entrambe in una fragorosa risata.

«Per me, è William.», dice Emily.

«William? Quel William?», domando schifata.

William è un ragazzo che è nella nostra classe di Inglese.
È veramente orribile. Cioè, sia di faccia che di tutto.
È brutto. E antipatico. E puzza.

«Certo. Immaginatevi, tu e lui, mano nella mano sulla spiaggia...», fa Emily, sbattendo le ciglia velocemente e facendo una faccia sognante.

«Starei mangiando...»

«...Il sole che tramonta, lui chi avvicina la sua faccia alla tua...», continua lei.

«Mi viene da vomitare solo al pensiero.»

Ci mettiamo a ridere e, subito dopo, la campanella suona.
Finisco le patatine in tutta fretta, poi ci alziamo, prendiamo i vassoi, li ripuliamo e li mettiamo sulla pila che si sta formando sul bancone.

«Che cosa abbiamo adesso?», domanda Emily.

«Uhm... Educazione Civile.»

L'ora di Educazione Civile con la signorina Jones è conosciuta da tutti come "ora di Maleducazione Civile", dato che la signorina Jones ha una cosa come settanta anni (ma non ne vuole sapere di andare in pensione) e un problema di udito (e, a quanto si dice, non ci vede nemmeno troppo bene), quindi tutti i suoi studenti ne approfittano per fare tutto tranne che studiare Educazione Civile. 
Che poi, andiamo. Davvero c'è qualcuno a cui interessa Educazione Civile?

«Ottimo. Un'ora di nulla.», fa Emily.

Usciamo dalla sala mensa e ci dirigiamo verso gli armadietti. Il mio è il 298, il suo il 302. Fra di noi, c'è l'armadietto numero 300 (i numeri dispari sono dall'altra parte del corridoio), che appartiene a Zayn Malik.
Zayn, il migliore amico di Niall, è, come potete immaginare, un membro onorario del gruppo "alfa", anche se se ne sta piuttosto per le sue.
Parla sono con Niall a pranzo, e probabilmente è il ragazzo più misterioso di tutta la scuola.
Zayn è un dio. Sul serio. È un dio della bellezza. 
Ha dei lineamenti orientali (suo padre è pakistano), due occhi scurissimi ed enigmatici, la pelle color caffellatte e capelli scuri perfettamente pettinati. Per un periodo mi è piaciuto anche lui, oltre a Niall. E più cresce, più si imbellisce.
Oggi, però, non è a scuola. Cioè, l'ho dedotto, dato che non l'ho visto né a pranzo, né all'ora di Storia, né al suo armadietto.

«Il tipo–troppo–figo–per–parlare–con–voi oggi non si è fatto vedere...», dico io, facendolo notare ad Emily. 

Abbiamo dato un soprannome del genere a tutti. 
Quello che preferisco è il soprannome che abbiamo dato al gemello di Emily, Liam, che lo rispecchia moltissimo: tipo–oh–no–mia–sorella. Sì, in pratica Liam è parte del gruppo "alfa" (anche se è molto, molto sprecato per quel gruppo) e odia quando Emily lo saluta. E quindi Emily lo saluta.
Liam e Emily si somigliano tantissimo: hanno entrambi due grandissimi occhi color nocciola e delle labbra spesse. 
Liam ha i capelli corti e scuri, Emily, invece, ha dei lunghi capelli biondi e lisci. Hanno i lineamenti simili, se non uguali, e tutti e due sono delle bellezze di prima categoria. 
La cosa strana di Liam è che quando vado a casa sua e di Emily, è simpaticissimo e mi fa morire dal ridere, mentre invece, a scuola, finge di non conoscermi. Sono rare le volte in cui mi saluta o mi fa un cenno.
Peccato.
Mi sta anche piuttosto simpatico.
Apro l'armadietto con la solita combinazione e prendo il materiale per Educazione Civile (un quaderno e il libro).
Aspetto che Emily sia pronta, poi richiudo l'armadietto e mi avvio con la mia amica verso l'aula di Educazione Civile.

«Grazie a Dio è Venerdì. Non ce la faccio più.», faccio io, appena entriamo nell'aula. 

La professoressa non è ancora arrivata. D'altronde, siamo in anticipo di due minuti sulla seconda campanella.
Ci andiamo a sedere in fondo alla classe, dove sappiamo che la signorina Jones non potrà mai beccarci a parlare.
È questo uno dei vantaggi dell'essere in anticipo: puoi sederti dove vuoi.

«A proposito, che fai questo weekend?», mi chiede Emily, posando il suo libro sul suo banco è crollando a sedere sulla sedia accanto alla mia. 

Io la seguo a ruota.

«Non so... Perché?»

«I miei sabato sono fuori e Liam da una festa. Siccome non ho voglia di starmene chiusa in camera tutto il tempo, ti andrebbe di venire?»

«Mhh, non so...», rispondo, un po' titubante. 

Il fatto è che non ho nessuna voglia di passare un'intera serata con quegli ipocriti dei miei compagni di scuola.

«E dai, J. Fallo per me...», mi supplica lei.

«Ci sarà anche Niall...», continua, facendomi l'occhiolino.

Beh, effettivamente, non ci avevo pensato.
Passare una sera nella stessa casa dove la passerà anche Niall Horan.
L'idea è allettante.

«Okay, ci farò un pensierino...», le faccio io, sorridendole.

Sento di nuovo il telefono vibrarmi in tasca. Lo tiro fuori.

Numero sconosciuto: spero ti piacciano le sorprese, perché fra poco ne riceverai una :D

«Oddio...»

Questo tizio sta iniziando a stancarmi.
Cioè, in realtà mi irrita il fatto che non sia ancora riuscita a capire chi sia.
Faccio leggere il messaggio ad Emily.

«Uh-uh.», commenta lei.

«Che faccio?», le domando, sapendo che Emily è piuttosto esperta in questo genere di cose.

«Aspettiamo di vedere cosa è la sorpresa...», consiglia lei.

La classe inizia pian piano ad affollarsi, e, alle 2 in punto, la campanella suona.

«Buongiorno, ragazzi...», dice la Jones con la sua voce flebile.

Mi ha sempre fatto un po' pena, quella donna.

«Devo aspettare un'intera ora?», sussurro io, anche se non ce n'è bisogno.

La risposta mi arriva subito dal tipo, che mi manda un messaggio.

Numero sconosciuto: chiedi di andare in bagno e vai al tuo armadietto, recita il messaggio.

Lo riferisco ad Emily.

«Vengo con te.», dice lei con fermezza.

Annuisco: non sia mai che il tipo abbia deciso di farmi la sorpresa di presentarsi, apparendo come un cinquantenne sudaticcio e grasso con la voglia irrefrenabile di stuprarmi. Non si può mai sapere, in un posto come questo.

«Scusi, prof. Possiamo andare in bagno?», urla Emily, dopo aver alzato la mano (anche se sono abbastanza sicura che la professoressa non l'abbia nemmeno notata).

La Jones alza la testa dalla cattedra, scruta fra i banchi e ci vede.

«Andate.», ci dice, sorridendo.

Ci alziamo e ci incamminiamo verso la porta.
Ora, se avessimo avuto qualsiasi altro insegnante, ci avrebbe detto di andare una alla volta. 
Per la Jones, l'importante è che tu sia abbastanza bravo ad Educazione Civile, e, siccome sia io che Emily abbiamo preso una A nello scorso quadrimestre e i nostri ultimi compiti vanno di bene in meglio, ci permetterebbe anche di dare fuoco alla scuola, se glielo chiedessimo.
Usciamo dalla classe e ci troviamo nel corridoio deserto.
L'aula di Educazione Civile è piuttosto vicina ai nostri armadietti, quindi decidiamo di prendercela con calma.
Sto letteralmente morendo di curiosità, ed Emily non è da meno.

«Magari è un anello...», prova lei.

«Sì, magari è una proposta di matrimonio.», dico io.

Ho la capacità di cambiare umore in qualsiasi momento io voglia. Cambio abbastanza spesso personalità, ed è per questo che piaccio ad Emily. 
Dice che sono strana e che le piacciono le persone strane.
La nostra amicizia è iniziata con un litigio: mi era caduta addosso con un bicchiere in mano, e mi aveva bagnata tutta. L'ho trattata nel peggior modo possibile, ma alla fine ci abbiamo fatto una risata su e lei mi ha offerto una cioccolata calda.
È strano come il destino unisca le persone, alle volte.
Se avessi seguito il consiglio di mia madre, e non fossi uscita, quel giorno, adesso avrei un'altra migliore amica, o, più probabilmente, non ne avrei nessuna.
Arriviamo al mio armadietto. Mi guardo intorno: nessun cinquantenne sudaticcio.
Mi tremano le mani mentre giro la manopola in sequenza per ricreare la combinazione.
L'armadietto si apre di scatto, e vedo.
C'è una cassetta, una di quelle cassette musicali che non si usano più.
Dovrei avere un registratore che le legge, a casa.
Oltre alla cassetta, ci sono una rosa è un foglietto.
Su questo, c'è scritto qualcosa in bella calligrafia

Perché c'è questo brano che ho trovato che in qualche modo mi fa pensare a te, e lo ascolto in continuazione finché non mi addormento.

Riconosco la frase: è tratta dalla canzone Do I Wanna Know? degli Arctic Monkeys.
Il mio gruppo preferito, penso.
Giro il foglietto.

La mia playlist preferita. Spero piaccia anche a te. Xx

Mi infilo il biglietto in tasca, nella speranza di riuscire a scoprire a chi appartiene la calligrafia.
Poi, però, penso che sia ovvio il fatto che il biglietto non l'ha scritto lui.
Non credo sia così stupido da fare una mossa falsa come quella.
Prendo la rosa, e la guardo attentamente.
È perfetta, i petali sono senza ammaccature, e così per il gambo.
Non può averla fatta passare dalle fessure. 
Deve aver aperto l'armadietto.
Sento un colpo al cuore, e inizio a sentire l'ansia salire.
Riferisco tutto ad Emily, che mi guarda e fa una smorfia come per dire "Accidenti."
Mi guardo intorno, per vedere se qualcuno ci sta guardando.

«Dai, torniamo in classe...»

⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀*******

Appena arrivo a casa, corro in camera dei miei genitori.

«Ciao anche a te, Joan!», mi urla mia madre dalla sala.

«Sì, ciao, ma'!», dico, alla ricerca del registratore. 

Appena lo trovo, nel cumulo di oggetti lasciati lì solo per prendere polvere, lo collego alla corrente, prendo la cassetta dalla tasca esterna dello zaino.
Apro il suo astuccio, la tolgo e la tengo in mano mentre leggo le canzoni che ci sono registrate sopra.
Devo ammettere che quel ragazzo ha dei buoni gusti musicali.
Riconosco tutti gli artisti, così decido di mettere la cassetta.
Le note di The Man Who Sold The World dei Nirvana iniziano a riecheggiare nella stanza.

«JOAN, ABBASSA QUELL'AFFARE!», strilla mia madre.

Quella donna non sa trovare un tono di voce adeguato.
Canticchio la canzone fra me e me, abbassando il volume della musica.
Calcolo che in media, una canzone dura 4 minuti, quindi, per ascoltare tutta la playlist, composta da 60 canzoni, dovrei impiegare circa 240 minuti, ovvero 4 ore.
Decido di portare il registratore in camera mia.
Dopo averlo poggiato sulla scrivania, lo ripulisco dalla polvere, lo attacco alla presa, mi metto sul letto e prendo un libro.
Musica e lettura. Il mio paradiso.
Il libro che sto leggendo è una raccolta di racconti di Edgar Allan Poe, che ho letto già una decina di volte. 
Amo quei racconti, li trovo affascinanti e veramente ben scritti.
Poe è senz'altro il mio scrittore preferito.
Essendo un'amante del genere horror, ho moltissimi libri di questo tipo, ma nessuno mi piace più di questo.
Dopo i Nirvana, parte Golden Veins dei Two Door Cinema Club, una band poco conosciuta (e infatti mi stupisco che sia stata messa in questa playlist) che amo.
Ad un tratto, mi ricordo della festa di cui mi aveva parlato Emily.
Metto in pausa la musica.

«MA', DOMANI SERA POSSO ANDARE A CASA DI EMILY?», le urlo dalla mia camera.

Sento i suoi passi dirigersi verso camera mia.

«Come?», domanda, aprendo la porta.

Le rifaccio la domanda.

«Uhm, certo, perché no?», fa lei, sorridendo.

Io le sorrido a mia volta e la ringrazio.
Si alza e fa per andarsene.

«Ah, Joan. Stasera devo uscire. Ti lascio qualcosa da scaldare.», mi dice, rientrando. 

«Cosa preferisci?», mi domanda.

«Non importa, mamma. Faccio da sola.»

«Sicura?»

Annuisco.

«Okay.»

Detto questo, esce definitivamente.
Fra me e mia madre non c'è mai stato un grande feeling, ma le voglio comunque un bene enorme.
Insomma, è sempre mia madre, no?
Il fatto è che lei non si apre molto con le persone, soprattutto con me, e io, di conseguenza, non lo faccio con lei.
È questione di reciprocità.
E mio padre, beh. Non ne parliamo. 
È uno stronzo platonico, seriamente.
L'unica persona della famiglia con cui mi trovo abbastanza a mio agio è mia sorella, ma lei ora è al college e la vedo solo durante le vacanze estive e invernali. E mi manca. Terribilmente.
Metto in play la musica e ricomincio a leggere.
Per un attimo mi scordo della storia dei messaggi, ma, non appena sento il telefono vibrare, alzo gli occhi al cielo.
Lo prendo e lo sblocco.

Numero sconosciuto: piaciuta la sorpresa?


Tu: Beh, devo ammetterlo: hai degli ottimi gusti musicali.

Tu: Come cazzo hai aperto il mio armadietto?

Passano due canzoni (Suicide Season dei Bring Me The Horizon e If You Can't Hang degli Sleeping With Sirens) prima che risponda.

Numero sconosciuto: ehi, non preoccuparti hahaha. ho le mie fonti, non ti ho spiato

Non so se questa affermazione mi calmi o mi faccia salire ancora più ansia.
Ho scoperto che non è un pazzo maniaco, sì. Ma chi sono queste fonti di cui parla?

Tu: Che sarebbero...?

Numero sconosciuto: spiacenti, il numero selezionato non è attivo

Tu: Beh, se la metti così...

Tu: Scusa la domanda, ma... esattamente, cosa ti piace di me?

Sono curiosa di leggere la risposta.
Passano altre tre canzoni, poi il cellulare vibra.

Numero sconosciuto: beh, tutto. sei bella e simpatica e dolce e spontanea e... e... e non so, so solo che vorrei abbracciarti e coccolarti tutto il tempo e sì, credo di amarti...

Credo che sia la cosa più bella che qualcuno mi abbia mai scritto, e sento un senso di felicità travolgermi, il che è piuttosto strano, dato che, per quanto ne so, questa persona potrebbe benissimo prendermi in giro, o essere qualcuno di non affidabile eccetera.

Tu: Oddio, ehm. Grazie, mi hai fatto arrossire. È la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai scritto...

Tu: Ma come faccio a sapere che non mi stai prendendo in giro?

Numero sconosciuto: fidati, cara joan. non avrei motivi per prenderti in giro

Tu: Okay, questa tecnica mi piace.

Tu: Resta il fatto che io non posso essere sicura che tu non sia tipo, che ne so, un pedofilo, o roba del genere.

Numero sconosciuto: beh, hai ragione. non puoi saperlo. ti dico solo che io non sono un pedofilo o roba del genere. e quel che provo per te è vero.

Numero sconosciuto: se ti può far sentire più al sicuro, ho la tua età

Numero sconosciuto: e non preoccuparti, non ti chiederò di incontrarci o cose del genere, anzi. no. non voglio che tu sappia chi sono, okay? deve essere un segreto

Tu: E se dovessi scoprirlo?

Numero sconosciuto: in quel caso, sarei il ragazzo più fottuto della terra

Tu: HAHAHAHAHA povero...

Tu: Sto per finire il credito, ti dispiacerebbe parlare su Whatsapp?

In realtà non è vero, solo che, se mi scrivesse su Whatsapp, forse riuscirei a scoprire chi è.
Non mi risponde.
Digito il numero di Emily e la chiamo, mentre Lana Del Rey intona le prime parole di Gods And Monsters.

«Pronto?», fa Emily, dall'altro capo del telefono.

«Ehi, E. Mia mamma mi ha dato l'okay per la festa.»

«Perfetto. Racconta.»

Ecco una cosa che adoro di Emily: riesce subito a capire i miei pensieri.
In realtà, infatti, non la stavo chiamando per dirle questo, ma per raccontarle del ragazzo.

«Okay. Per prima cosa, ha dei gusti musicali fantastici. Cioè, Lana Del Rey. Nirvana. Fall Out Boy. Woah...»

«Un buon motivo per sposartelo.»

«Sicuramente è un buon motivo per adorarlo.»

«Mi piace. Poi?»

«Poi mi ha scritto che gli piaccio veramente tanto e che crede di amarmi ma che non vuole che io scopra chi è perché altrimenti è fottuto.»

«JOAN.», fa lei, ad un tratto.

«EMILY.», dico io, con la stessa intonazione.

«J, lo scoppiamo. Ti ha detto che se lo scopri è fottuto, no?»

«Sì.»

«Eh. Vuol dire che se qualcuno lo scoprisse, la sua reputazione finirebbe nel cesso.»

Sento il cuore in gola.

«Dici che...?»

«Per me, è dai "beta" in su.», conclude lei.

«E, sei un genio!»

Me la immagino fare quel suo tipico sorriso da "grazie, lo so". 

«J, devo riattaccare. Liam mi chiama.»

«Oh, okay. A domani sera, allora.»

«Sì, ciao J!»

«Ciao E, a domani.»

Sento che Emily riattacca la telefonata, così blocco il telefono e mi metto a pensare, mentre Matty Healy dei Te 1975 intona le ultime strofe di Robbers.
Decido che ho bisogno di riposarmi, quindi smetto di pensare al ragazzo e torno a leggere Il cuore rivelatore, il mio racconto preferito, mentre Boulevard Of Broken Dreams si insinua nelle mie orecchie.





















ANGOLO AUTRICE

Ooookay, salve pipol.
Non so quanto sia lungo quel che ho scritto, dato che sto scrivendo tutto sulle note del cellulare.
Beh, mi pare abbastanza ovvio, credo abbiate capito tutti che il mittente è Niall lol
Però ci sarà un colpo di scena eheh B)

In realtà, l’ho iniziata a scrivere in un momento di noia/malattia, quindi non sarà il massimo lal.
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto :D

xmistyday


   
 
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