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Autore: Dimea    30/01/2015    2 recensioni
Alla fine della Terza Guerra Mondiale del 2040, le nazioni furono soppresse, per poter essere rimpiazzate da un unico governo centrale : la DOGMA.
Ma questo Utopistico Governo cade ben presto nelle mani del Comandante Generale William Rossenham, soprannominato dai commilitoni, il Mozart della guerra.
Non tutti gli abitanti della terra scelsero di sottostare alla tirannia della Neo-DOGMA, ma ancora provati ed addolorati dalle perdite della Guerra, scelsero di ritirasi nel sottosuolo, nei condotti che una volta ospitavano miniere e Metro. Nacquero così gli Under e la repubblica di UnderTown.
Nel marzo del '55, con l'editto di New-London , Rossenham, dichiarò apertamente guerra agli abitanti di UnderTown.

La nostra storia comincia anni dopo, nel 2068.
Quando la figlia del Comandante comincerà a capire davvero la profezia, che anni prima, fu svelata a sua madre.
Il Fiore di New-London ha tra le mani il futuro dell'umanità.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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going under 2
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Capitolo III
Oblivion


Blurring and stirring the truth and the lies
so I don't know what's real and what's not
always confusing the thoughts in my head
so I can't trust myself anymore
[...]
I'm going under
Drowning in you
I'm falling forever
I've got to break through
[Evanescense -
Going Under ]

Fiore.
Nessuno l'aveva mai chiamata così...
Solo la balia una volta...
Ed il suo precettore...
ma furono severamente puniti, per ciò.
Cosa poteva saperne quel ragazzo?
Gli occhi della giovane cominciarono, lentamente, ad abituarsi al buio. 
Alexis era lì.
Troppo vicino per essere allontanato.
La giovane si sentì una stupida.
Si era fatta incantare dal suo volto d'angelo... un comportamento troppo superficiale.
Hope cercò di divincolarsi, ma senza troppa convinzione. Probabilmente sarebbe morta nel giro di poco.
-Perchè ...?- chiese la ragazza, con un filo di voce.
-Per la tua incolumità.- rispose fermamente il ribelle.
Qualcosa non quadrava...
La situazione cominciò a prendere una piega surreale.
Ma la stavano prendendo tutti in giro?!?
La rapivano durante dei festeggiamenti in suo onore... 
La chiudevano in una cella che sapeva di muffa con due pazzi che litigavano...
La mandavano in una stanza buia con uno che poteva tranquillamente essere un maniaco, nonché capo dei suoi rapitori...
E si aspettavano di vederla abboccare alla colossale balla "sulla sua incolumità"?!? Tanto valeva ammazzarla subito!
La paura cedette il posto allo sconcerto.
La giovane si divincolò da Alexis, e le si parò davanti afferrandogli le spalle... spingendolo contro il muro.
-Per la mia incolumità?!? Ti prego... dimmi che mi stai prendendo per una stupida! - ringhiò la rossa -Non puoi sperare che io ti creda , lo sai.-
Il biondo scoppiò in una fragorosa risata.
-Ah! Ti fa ridere?!? TI FACCIO RIDERE?!?- Urlò Hope
L'adrenalina cominciava a pompare nelle tempie delle giovane.
Il respiro si fece più pesante.
-Rido... Perchè mi aspettavo una reazione molto prima...- sibilò Alexis, visibilmente divertito - è stato troppo semplice portarti via...-
Questo era troppo!
-Spero che questo ti basti...- sussurrò la rossa, poco prima di assestare un gancio alla mascella del biondo.
Il ragazzo accusò il colpo, con una smorfia... e ribaltò le posizioni.
I polsi della giovane, inchiodati alla parete dalla stretta di Alexis... erano la prova che il giovane non aveva ancora mostrato la sua forza.
Hope, cercò in tutti i modi di non mostrarsi debole, mentre le lacrime cominciavano a farsi strada nel suo essere.
Sentiva il suo respiro sul collo.
le provocava una reazione a catena di brividi... di paura?
Paura, mista ad odio puro... quello per provava per il suo rapitore.
Ma poco importava, ora.
Pochi minuti, e tutto sarebbe finito...
-Era ora, principessina... per un attimo ho temuto fossi una specie di frignona- la schernì. -E tranquilla dolcezza... non ti sto prendendo in giro.-sussurrò troppo vicino al volto della ragazza
Alexis lasciò la presa dai suoi polsi.
-Non potrei mai farti del male...- le bisbigliò nell'orecchio poco prima di allontanarla.
Quel ragazzo era strano... troppo, per i suoi gusti.
Hope sentì i passi del giovane dirigersi alla sua sinistra... poi le tende si spalancarono.
Gli occhi della rossa ci misero qualche minuto ad abituarsi alla luce.
Alexis era lì, in piedi davanti ad un'imponente finestrone. Non accennava minimamente a voltarsi verso di lei.
Restava lì, a contemplare Alpha.
Sotto i suoi piedi sembrava un formicaio pululante di vita.
-Benvenuta tra noi, Hope- disse una voce familiare alle spalle della ragazza.
Lei conosceva bene quel timbro... l'ultima volta che l'aveva udito aveva dodici anni.
Il suo mentore...
Quello fuggito, scampato alla condanna a morte di suo padre.
Quello che, lontano da occhi indiscreti, le insegnava la difesa personale.
Il suo migliore amico.
-Icarus!-gridò la ragazza correndo incontro alla figura.
Il suo viso era rimasto immutato nel tempo...
I capelli scuri come la pece, coprivano una fronte alta. Gli occhi neri, come le pozze profonde su un volto da bambino cresciuto in fretta. 
Il corpo era spesso... tipico dell'addestramento militare, completamente differente da quello magrolino del suo mentore...
All'epoca il giovane aveva poco più di vent'anni... ora l'uomo davanti a lei doveva essere sulla trentina.
-Hai fatto un ottimo lavoro, Icarus... ha saputo difendersi- decretò il ragazzo davanti alla finestra.
-Grazie Signore.-
-Alexis...chiamami Alexis, Icarus... quante volte te lo devo dire.- Sospirò
-S...signore?- balbettò la rossa, incapace di comprendere la situazione.
-Hope, il ragazzo davanti a te è il Magister di UnderTown-
La giovane sgranò gli occhi.
Alexis... Il Magister? Il comandante dei Ribelli...
-Benvenuta tra noi, Fiore della Speranza... benvenuta tra gli Under-
-Ma... ma Perchè sono qui?!? Perchè mi hai voluto tra i ribelli.- I nervi di Hope cominciavano a vacillare.
-Ora calmati, ti verrà spiegato tutto... durante il programma Oblivion- parlò il giovane Magister.
-O...O cosa?-
-Oblivion, piccolo Fiore... ci sono troppe cose che il tuo adorato padre ti ha tenuto nascoste. E' ora di conoscere le tue origini.- aggiunse Alexis, voltandosi.

Erano passate poco più di due settimane dall'incontro ufficiale con il Magister, ed Hope si sentiva ancora scombussolata ed indignata.
Quel ragazzo si era preso gioco di lei, senza ritegno. L'aveva rapita e schernita.
No, Hope non riusciva proprio a digerirlo!
Il lato positivo del progetto Oblivion, di cui in realtà non aveva ancora capito l'utilità, era la presenza costante del suo mentore.
Icarus la metteva a suo agio, nonostante si sentisse ancora prigioniera... ma il suo compito era proprio quello... prepararla ad accogliere il "progetto".
Le loro lezioni di autodifesa erano ricominciate, ed il loro rapporto si era ricucito più saldo che mai.
Per loro il tempo non era passato. Restava pur sempre il suo più caro amico... il suo unico amico.
Nel mentre, era strata trasferita dalla cella puzzolente, ad uno degli alloggi presenti nel Santuario.
Decisamente più confortevole, ma pur sempre pervasa dalla penombra.
Una mattina al posto del suo maestro, entrò nella sua stanza Alexis.
Il solito sorriso sghembo stampato in volto.
-Muoviti, da oggi comincia il vero Oblivion.- sentenziò, invitandola a seguirlo.
Si spostarono attraverso il Santuario, volti all'archivio.
-E' ora che tu conosca il tuo passato- riprese a parlare il ragazzo. -Quindici anni fa, nel 2053, tua madre si unì segretamente ai ribelli...-
-NO, TU MENTI! LEI FU UCCISA DAI RIBELLI!- Gridò disperatamente la ragazza
-Se non ti calmi e non mi fai finire... giuro che mi toccherà ricorrere ai sedativi di Nathan.- mormorò calmo Alexis - Ora, mi lascerai finire... se dopo non ti sentirai sicura, potrai consultare l'archivio, con i documenti di tua madre... ed il suo diario.-
Hope rimase gelata, incredula. Ma decise di non proferire parola, fino alla fine del racconto.
La situazione sembrava molto diversa da ciò che le avevano raccontato da piccola.
Fu la madre stessa, ad organizzare l'attentato ai danni del Tiranno.
Ma qualcuno li tradì, e nell'imboscata l'unica a perdere la vita fu la stessa Mary... per mano del Comandante.
La rossa rimase impietrita... la sua vita era stata riempita di menzogne dalle persone che lei credeva fidate.
-Mary lo fece... per proteggerti. Voleva salvarti da tuo padre... voleva salvare il popolo da tuo padre...- La voce del ragazzo si fece più dolce.
Lei rimase lì, piegata dal speso della verità, incapace di riprendere il controllo del suo corpo.
Silente come uno statua, cercava di trattenere le lacrime.
Ferita.
Si sentiva una ragazzina ingenua.
Una stupida.
Il suo mondo crollava davanti a lei...
Fu allora, che Alexis fece ciò che Hope non si sarebbe mai aspettata.
Si alzò dalla sua sedia, e si avvicinò a lei.
Il suo sguardo pareva triste... aveva gli occhi di chi si è già sentito così...
Inaspettatamente la strinse a sé, e le sussurrò nell'orecchio.
-Per oggi, basta così.- la rassicurò- Piangi, pure...-
E lei lo strinse forte, lasciando che i singhiozzi prendessero il sopravvento sul suo corpo.

Continua...


Il progetto Oblivion è iniziato... e nulla sarà più come prima nella vita di Hope.





   
 
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