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Autore: Elizabeth_Keats    28/11/2008    6 recensioni
"Li ho sempre visti come delle farfalle, gli umani: qualcosa di fragile, straordinario e bellissimo, in grado di rendere il mondo vivace e colorato, ma che dopo soli tre giorni smettono di volare. Sono molto diversi tra loro e non tutti riescono ad uscire dal loro bozzolo per mostrare al mondo il loro splendore. E' facile spezzare loro le ali, basta un alito di vento freddo per ucciderle. [...] E tu eri la più bella di tutte quelle farfalle, la più rara e la più colorata, ma anche la più fragile." Edward, verso la fine di Breaking Dawn, quando la sua vita, quella di Bella e degli altri vampiri sono minacciate dai Volturi, scrive questa lettera alla sua amata come ultimo addio... Ps. SPOILER BREAKING DAWN Recensite in tanti!
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia Bella

 

Come si può arrivare al punto di amare così intensamente una persona da voler morire?

Fino a non molto tempo fa ero certo di poter chiamare con un nome preciso il fuoco che mi logora dentro: dolore. Quel fuoco fatto di braci rosse, apparentemente sonnacchiose, ma che, pian piano, riducono tutto in cenere: ossa, cuore, polmoni e cervello. Tutto arso in un istante da un gran falò. Ma poi ho scoperto che tutto ciò non è mero dolore: c’è qualcosa, che fa tornare il mio cuore a battere come le ali di un colibrì, che fa molto più male. Ma allo stesso tempo è qualcosa di estremamente grandioso… e bello. Tutto questo l’ho scoperto quando ho incrociato per la prima volta il tuo sguardo, quel giorno nella mensa della scuola che sembra lontanissimo perfino per un immortale. E non mi vergogno di esibire il mio cuore martoriato dalle numerose cicatrici che le tue parole, le tue lacrime, i tuoi gesti hanno lasciato; anche perché questi segni indelebili sono sì testimonianza di sofferenza (tutte le volte che ti ho vista star male, sanguinare, piangere, tutti quei terribili mesi di lontananza…), ma anche di una gioia immensa. Insomma, mostro con fierezza e orgoglio le tracce di una battaglia brutale: sono felice di aver sofferto… perché so che alla fine ho conquistato una gioia ancora più grande. Sembra un controsenso, lo so, ma dopotutto non sono un leone pazzo e masochista? Già: una creatura disperata che non potrebbe mai fare a meno del suo cibo preferito.

Io… credo sarebbe superfluo direFin dalla prima volta ho saputo cheTi ho sempre amata, pur avendo paura che…

Non so cosa scrivere: è tutto così complicato… Come si può trasporre sulla misera carta qualcosa che non si è mai visto? Qualcosa che nemmeno io sono ancora riuscito a comprendere del tutto. In più di un secolo non mi era mai capitata una cosa del genere: accidenti, sono un vampiro vegetariano che sa leggere nel pensiero, che ha scavalcato mari e monti e sconfitto terribili draghi (più o meno) per tenere al sicuro il suo tesoro più prezioso e ora non so neanche mettere in fila un paio di parole. Scommetto che adesso, mentre stai leggendo, starai ridendo di me: visto? Dopotutto nemmeno io sono perfetto! E non lo sono mai stato, nonostante alla gente io possa sembrare magnifico ed insuperabile. Da quando sono diventato un vampiro la mia “vita” è stata una lunga notte senza luna. Brancolavo nel buio, seguendo qualche debole luce lontana per non inciampare, ma ero cieco. Vivevo senza saperlo, percorrevo quel tortuoso sentiero tra gli anni come un sonnambulo, senza rendermene conto, seguendo gli altri e facendo quello che secondo loro era giusto. Ero un automa, distaccato e senza scopo. Credo che ognuno nella vita debba avere uno scopo, un fine utile non solo a se stesso ma anche agli altri: altrimenti che cosa ci sta a fare al mondo? Io ero un oggetto inutile, un bel vaso pregiato posato sulla mensola più alta, in disparte… finché non sei arrivata tu.

All’inizio ho cercato di starti lontano, lo sai bene, perché avevo paura. Il compito che il destino, o forse semplicemente il caso, mi aveva affidato (starti vicino) mi sembrava troppo difficile e gravoso: così ho preferito scappare, come un bambino capriccioso che si rifiuta di fare i compiti perché non ha voglia di applicarsi. Ma poi ho realizzato che tutto questo non aveva senso: non ero mai stato un vigliacco e avevo sempre biasimato chi fugge. Davanti a me vedevo finalmente uno scopo: forse anch’io, come Carlisle in passato, avrei potuto riscattarmi della mia orribile natura. Forse anche i mostri possono fare del bene, avere un traguardo e non starsene immobili in un angolo aspettando il momento opportuno per aggredire i buoni. Non mi sono mai piaciuti gli horror… e questa era l’occasione adatta per dimostrare che non appartenevo a quel genere.

Gli umani sono esseri strani, sai? Faccio ancora fatica a pensare che, in un remoto passato, anch’io ero stato come loro. E ora che anche tu sei un vampiro, probabilmente riuscirai a campire quel che intendo. Ma non so per quanto riuscirai a seguirmi: la tua mente è ancora troppo attaccata a quel mondo fatto di stanchezza, fame, cadute, lacrime, sogni ed ingenuità. Li ho sempre visti come delle farfalle, gli umani: qualcosa di fragile, straordinario e bellissimo, in grado di rendere il mondo vivace e colorato, ma che dopo soli tre giorni smettono di volare. Sono molto diversi tra loro e non tutti riescono ad uscire dal loro bozzolo per mostrare al mondo il loro splendore. È facile spezzare loro le ali, basta un alito di vento freddo per ucciderle. Ma, nonostante tutta questa loro precarietà, sembrano ignorare i pericoli che li circondano, mentre passano con grazia da un fiore all’altro. E tu eri la più bella di tutte quelle farfalle, la più rara e la più colorata, ma anche la più fragile. Dovevo tenerti riparata tra le mie mani per proteggerti: avevo paura di schiacciarti. Ero ormai diventato dipendente da te, ma sapevo che non avresti continuato a volare ancora per molto, non se fossi rimasta una docile farfalla. Sapevo benissimo che nel giro di poco le tue ali variopinte sarebbero avvizzite e sarebbero giaciute tra le mie mani  inermi come i petali di una rosa appassita, il cui profumo, però, sarebbe continuato a rimbombare nella mia mente per l’eternità. Non potevo permetterlo: c’è chi si diverte ad infilzare farfalle e a schedarle… io volevo fare della mia piccola un’aquila in grado di volare con me attorno alle cime più alte. E mi sono sempre sentito terribilmente impotente: non potevo fare niente, solo stare a guardare impassibile il tempo che man mano ti sottraeva un soffio di vita in più. O almeno una cosa potevo farla, ma ammiravo così tanto la bellezza della vita umana da non poter sopportare di reciderne una ed accollare a qualcun altro quel fardello, tutto quell’astio per la propria nuova natura, la prospettiva di un’esistenza mostruosa e fatta di sangue che avevo già sperimentato.

 Eppure non riuscivo a concepire la morte: come può qualcosa di così unico e meraviglioso come l’essere umano, con un’intelligenza straordinaria, in grado di amare e di gioire, ma anche di odiare ed uccidere, capace di concepire idee rivoluzionarie e progetti altrettanto fantastici… come può qualcosa del genere essere ridotto ad una cosa immobile e senza pensiero, ad una lapide con nome e cognome di cui presto nessuno si sarebbe più ricordato? Come può scomparire nel nulla, essere ridotto a qualcosa con meno valore di un pezzo di carta scarabocchiato un essere così stupefacente? Non riesco a capirlo. Probabilmente dopo la morte c’è davvero qualcosa… Sì, deve esserci per forza, altrimenti sarebbe un grande spreco.

Ma alla fine, forse fin troppo tardi, ho capito che tenevo troppo a te per tollerare l’idea di stare al tuo fianco per vederti appassire di anno in anno… e ho fatto la mia scelta. All’ultimo momento, ma ho scelto. È stata una decisione sofferta… creare quello che probabilmente si sarebbe rilevato un mostro (ma che alla fine non è stato così, per fortuna…)… Ero giunto alla conclusione che preferivo guardarti morire una volta per poi rinascere in qualcosa di nuovo, che… che vederti morire una volta per tutte senza possibilità di tornare indietro. Per gli innamorati umani è facile: una volta che uno dei due si spegne dopo poco si spegnerà anche l’altro, che, avendo brillato fino a quel momento della luce riflessa dall’altro, non potrà avere altro destino una volta che abbia perso la sua fonte di energia primaria. Non esisterebbe la luna senza il sole. Ma per me sarebbe stato diverso: una volta che il mio sole avrebbe finito la sua storia, io avrei avuto, come dire… una specie di batteria autonoma maledetta che avrebbe continuato a farmi risplendere. Però sono certo che la mia luce non sarebbe più stata la stessa: infondo non si può confrontare la calda luce solare con quella aranciata e palesemente artificiale di un lampione, no? Quindi alla fine sono riuscito a fare della mia farfallina un’aquila maestosa, a trasmetterle un po’ delle mie “pile” eterne… Eri diventata come me: la morte non ci avrebbe mai più diviso, non era più un problema.

Tuttavia, come dicono, la vita è piena di sorprese e tutto può accadere. Infatti ci sbagliavamo: credevamo di essere immuni dal tempo e dall’oblio, credevamo di poter vivere in un eterno “e vissero per sempre felici e contenti” con la nostra famiglia immortale, quando gli eventi si sono rivoltati contro di noi. E ora siamo in questa condizione: la più grande gioia seguita a ruota dalla più grande tragedia. Ogni volta che ci penso l’aria inizia a bruciarmi nei polmoni come acido, un nodo complesso mi avviluppa le viscere in un intrico indissolubile, vorrei piangere ma non posso… o forse sono lacrime quelle che sento annebbiarmi la vista, prudere sotto le palpebre, ma che non hanno il coraggio di intaccare il mio volto di marmo? Per più di un secolo ho cercato il mio posto nel mondo, una nicchia sicura nella quale rannicchiarmi. Credevo di aver trovato quel posto quando ho conosciuto Carlisle… ed Esme, Rosalie, Emmett, Alice e Jasper. Però sentivo che mancava qualcosa, giusto quella ciliegina sulla torta che avrebbe reso il tutto più dolce e perfetto: tu. E ora che ti ho trovata… mi vieni portata via con forza, troppo presto affinché io possa assaporare a pieno questa nuova e magica situazione. Non sarò mai stanco di starti accanto, non mi stuferò mai del tuo profumo, del suono della tua voce, della tenerezza di ogni tua carezza, dello splendore di ogni tuo sorriso… della sfumatura cremisi che una volta soleva tingerti le gote.

Come dicevo, in quest’ora ci troviamo a vivere la cosa più bella del mondo, nostra figlia, qualcosa di più che raro anche tra esseri “leggendari” quali siamo noi. Ma ho paura: sento che Renesmee non ci apparterrà ancora per molto, a causa dei Volturi, a causa della sua duplice natura di umana e vampira, a causa della nostra sconsideratezza. Non nego di aver odiato all’inizio quell’essere che sarebbe poi diventata nostra figlia, quella cosa sconosciuta che ti divorava da dentro, che accelerava quel processo di avvizzimento che vedevo agire su di te di giorno in giorno e che, ogni volta che ci pensavo, mi rendeva il respiro corto e il cervello affollato di angosce e paure terribili. E tu amavi questo essere: non riuscivo a concepirlo. Come può una vittima guardare con tenerezza al suo assassino? Ma alla fine, come ben sai, ho capito che, per l’ennesima volta, mi sbagliavo. E ho iniziato ad amare anch’io quell’essere… no, non essere, era nostra figlia. Mi suona terribilmente strano. Insomma, mi sono più volte immaginato come un mostro da romanzo gotico e horror, ho faticato ad accettare l’idea di poter apparire anche come una persona normale, pazzamente innamorata della sua anima gemella. Ma… padre?

E purtroppo il mio sesto senso mi dice che non avrò mai più il tempo di abituarmi a questa strana idea. A tenere in braccio mia figlia, a vederla muovere i primi passi e ad articolare le prime parole, a rispondere alle sua mille domande sul mondo, insegnarle cosa è giusto e cosa è sbagliato, raccontarle un sacco di fiabe, giocare con lei, vederla dormire e sognare beata… Non avrò il tempo di fare tutte queste cose; cose che all’inizio mi spaventavano ma che poi ho imparato a desiderare ardentemente. Desideravo avere tra le braccia nostra figlia quanto desideravo il dolce sapore delle tue labbra, la vicinanza della mia famiglia acquisita e dei nostri strambi amici. E nel momento stesso in cui mi sono sentito in pace col mondo e parte di esso, in cui ho sentito di aver finalmente terminato, dopo un secolo, la mia estenuante ricerca e di essere approdato nella nicchia dei miei sogni… tutto questo mi veniva sottratto. In questi giorni siamo tutti molto tesi; riesco a scorgere la tensione negli occhi di Alice, tra i lineamenti di solito sempre pacati di Carlisle, tra le frasi sussurrate dai nostri improbabili ospiti. Ognuno spera e si guarda bene dal dire quello che, invece, è ormai una certezza. Non sopravvivremo all’attacco dei Volturi: anche i vampiri immortali questa volta troveranno la loro tomba eterna. E anche noi. Spero solo di… Oh, non so cosa sperare ormai. Vorrei almeno assicurare un futuro a Renesmee, ma non so come fare. Se solo ci riuscissi, almeno sarei certo di non aver vissuto, combattuto ed essere morto per niente: qualcuno avrebbe portato per sempre nei suoi ricordi il nostro sacrifico. Renesmee avrebbe potuto avere una vita piena e felice con Jacob, anche senza di noi. Però non so come allontanare l’ombra troppo oscura che ci copre gli occhi e annuvola i pensieri e che minaccia di sommergere anche lei. No, lei no! Lei deve vivere! E pure questa volta, come molte altre, non trovo lacrime da versare… Forse è meglio così: finché il mio dolore rimarrà imprigionato tra le barriere della mia mente e del mio cuore sarà in grado di nuocere solo a me.

C’è tanto silenzio nell’aria. Quest’ultimo momento è stato riservato ai soli ricordi, a quanto pare. Tutti ricordano la loro lunga vita, i momenti di gioia come quelli di dolore, tutti i fatti importanti che in qualche maniera hanno contribuito a cambiarli in meglio o in peggio con l’andare del tempo; e si rendono conto pian piano cosa stanno per perdere sul serio. Cercano di capacitarsi di tutto ciò. Non so te, ma i ricordi che hanno inondato la mia mente sono…. troppi. Troppi per essere qui descritti. Ci vorrebbe un tomo enciclopedico solo per quelli. La prima lezione di biologia… quella sera a Port Angeles… la nostra radura… le notti passate in camera tua a guardarti dormire… la paura a Phoenix e la ritrovata gioia in ospedale… il ballo di fine anno… il mio più grande errore… Volterra… La Push… Jacob e i licantropi… Victoria… la festa del diploma… casa tua con tuo padre e le sue minacce… il giardino addobbato per il nostro matrimonio e tu vestita da sposa, il sogno che non avrei mai potuto fare… l’isola Esme… i giorni angosciosi della tua malattia e quel giorno… il tuo risveglio… la nostra casetta delle fiabe…

E questi sono solo alcuni. La mente di un vampiro è molto ampia e la mia contiene per più di metà ricordi di questo tipo: è la mia vita, la linfa vitale che mi permette di essere quel che sono e di amarti più di ogni altra cosa. E tra non molto tutti questi ricordi non varranno più nulla, saranno cancellati insieme a me… e a te. Saremo come due comunissimi umani portati via dal tempo e da circostanze avverse. E riusciremo a lasciare un’ultima impronta indelebile del nostro passaggio su questa terra? Ci sarà mai qualcuno che vorrà raccontare la nostra storia, che sembrava impossibile ma che è diventata realtà? Non lo so… Dopotutto, come dicono, siamo tutti attori dello stesso spettacolo ed usciamo di scena quando la storia del nostro personaggio è ormai finita: questo non vuol dire che pure la storia in sé, una volta scomparso quel personaggio, finisca; ci saranno altri a portarla avanti. Si fanno tanti preparativi, ma c’è comunque rassegnazione, anche se continueremo a combattere fino alla fine. Però, perfino in quest’ora buia sono felice, felice di sapere che morirò per qualcosa di giusto, per qualcuno a cui voglio bene… e soprattutto al fianco della persona che amo di più al mondo. Non sarò solo e nemmeno quella barriera indistinta tra vita e morte riuscirà mai a separarci se la varchiamo insieme. Cesseremo di respirare assieme, cesseremo di muoverci assieme, cesseremo di pensare assieme, cesseremo di essere assieme. Per questo non ho paura. Dopotutto chi non sogna di morire a fianco della persona amata? Alla fin fine non m’importa molto di questo brusco taglio: anche se fossimo vissuti per un’eternità insieme il dolore che mi avrebbe causato la fine di tutto ciò sarebbe stato lo stesso. Ormai sono giunto alla conclusione di questa lettera difficile; sto cercando di ricordare tutte le cose che vorrei dirti e di sicuro me ne sarò dimenticato qualcuna. Ma tutto sommato anche questo misero pezzo di carta non ha molto senso: gran parte di quello che ho cercato di dirti credo che tu lo abbia già capito.

E ti giuro che in quell’ora la mia mano sarà stretta attorno alla tua, forte, i miei occhi si perderanno nei tuoi ritrovandovi la sfumatura color cioccolato di un tempo, le mie narici si riempiranno del tuo profumo e proveranno un’ultima volta cosa vogliono dire piacere e tentazione. E, stringendomi a te, come se fossimo ancora in quella radura di tanto tempo fa immersi nel sole, le mie labbra si socchiuderanno a cantilenare al tuo orecchio una dolce ninna nanna: la tua. E mi ricorderò del battito del tuo cuore, cercando di rendere con le note il ritmo che aveva un tempo. E, avvolti da questo miracoloso silenzio interrotto solo da quella dolce melodia, le mie labbra si poseranno un’ultima volta sulle tue. E prima di addormentarci ci sarà spazio solo per due parole:

Ti amo.

Per sempre tuo,

Edward






Non so come sia potuta venirmi in mente un'idea del genere... mah, sarà che ormai con tutta questa neve e questo freddo mi si sono surgelati i neuroni. Credo sia superfluo dire che è stato abbastanza difficile scrivere questa lettera, infatti, come noto, Edward è un personaggio parecchio complesso e spero di aver reso al meglio il suo pensiero (al quale non ho potuto fare a meno di aggiungere alcune idee personali....).
Come già detto, questa lettera è da inserirsi verso la fine di Breaking Dawn, quando Edward, Bella e tutti gli altri si sono ormai rassegnati al loro tragico destino (che, se avete letto il libro fino infondo, sapete che non avverrà).... Comunque mi è piaciuto immaginare quali dovevano essere stati i pensieri del nostro vampiro preferito in quel drammatico frangente, come se dovesse dire davvero addio alla sua Bella. Insomma, questa sarebbe la sua lettera d'addio (per fortuna che invece c'è un lieto fine!). Vabbè spero che vi sia piaciuto e di non avervi fatto piangere troppo (anche a me sono venuti i lucciconi mentre scrivevo questa roba).
RECENSITE IN TANTI MI RACCOMANDO! Fatelo per Edward XD
  
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