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Autore: Capitan_ Sciabola050299    31/01/2015    0 recensioni
In occasione del giorno della memoria, una storia su Ace e Rufy che vivono separati, una tragica storia nei campi di sterminio.
Pregando Dio, che un giorno si ritroveranno.
Capitolo 1: La separazione
Capitolo 2; L' arrivo a auschwitz
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ace/Rufy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gennaio 1944: "Rufy" sentì una voce chiamarlo "Svegliati". Il ragazzo aprì gli occhi; era Marco, ogni volta si illudeva che era Ace "Cosa succede?" chiese assonnato "Siamo arrivati" disse Marco triste, sembrava che aveva appena acettato il suo destino. Il furgone finalmente si fermò. "Avanti scendere" gridò un soldato, quello che Rufy riconobbe come Akainu, gli ebrei ubbidirono. Quando Rufy si trovò fuori dal furgone vide un triste spettacolo che gli sarebbe stato difficile dimenticare. C'erano masse di ebrei, uomini, donne e bambini che si spogliavano di tutti i loro vestiti ricevendo dai tedeschi dei pigiama. Alcuni di loro erano magri e secchi e camminavano a piedi nudi nel fango. Rufy vide un uomo cadere a terra, un soldato si avvicinò a lui e si sentì un botto. Tutti gli altri non ci fecero caso e camminavano, ci erano abituati. Il ragazzo si trovava davanti la porta del campo, li all' entrata c' era una scritta in tedesco: il lavoro rende liberi, la frase lo irritò molto perchè non era vero. "Toglietevi i vestiti" disse un soldato. A Rufy e a tutti gli altri non restò che ubbidire, senza farsi vedere si mise in bocca la collana di Ace, e ricevette come gli altri, un semplice pigiama a righe, sarebbe stato il loro e unico indumento. I soldati erano vestiti tutti uguali e la svastica era disegnata  sulle loro divise, cominciarono a separarli. Rufy da una parte, Marco da l' altra. Era stato separato da suo fratello e adesso anche dal suo amico. Quel campo era circondato da un filo spinato ed era immenso, sembrava che non aveva né un inizio e né una fine. Portarono Rufy nel suo alloggio, c' erano molti letti a castello e le coperte erano sporche e luride. C'era un lavandino ma Rufy non osò bere, l' acqua poteva essere avvelenata. Le condizioni igeniche erano pessime, in un angolo c' era un solo secchio dove si facevano i bisogni. Rufy tirò fuori la collana di Ace, ora, sapeva di aver perso tutto "Ace..." sospirò "Come vorrei che fossi qui con me....dove sei...." quella semplice collana rossa significava molto per Rufy. Si accasciò a terra e non riuscì a trattenere il suo pianto, prese un cuscino e lo strinse forte, pensando a Ace ma si rese conto che un semplice oggetto morbido non poteva sostituire il suo fratellone. "Ehy ragazzo va tutto bene?" Rufy sentì una voce e solo dopo pochi secondi capì che si riferiva a lui, alzò lo sguardo e nonostante aveva gli occhi appannati dalle lacrime vide davanti a se un soldato nazista .Il ragazzo lancio un urlo "No ti prego non farmi del male io..." "Va tutto bene" il soldato si chinò tirò fuori dalla tasca una pagnotta di pane e gliela porse "Mangia sarai sicuramente affamato". Rufy lo guardò, aveva gli occhi neri che luccicavano, i suoi capelli erano rossi come il fuoco e aveva un grosso sorriso stampato in faccia. "Shanks" entrarono altri ragazzi: quattro. Uno biondo con una sigaretta in bocca, uno con i capelli verdi, il terzo aveva la pelle scura e uno strano naso lungo come una carote e poi c' era il quarto, la sua pelle era bianca come un vampiro ed era così magro che si potevano contare le ossa. Shanks si voltò verso di loro e dopo averli salutati e abbracciati diede loro del pane,.come aveva fatto con Rufy "Dio ti benedica Shanks" "Hai una sigaretta?" chiese il biondo che aveva appena finita una. Shanks ne tirò fuori una e gliela porse "Se non ci fossi tu". Stavano per addentare il pane ma Rufy li bloccò. "Fermi" gridò "Potrebbe essere avvelenato!". Scoppiarono in una fragorosa risata "Non farei mai una cosa del genere" disse il soldato che si chiamava Shanks "Non vuoi uccidermi?" chiese Rufy confuso "Ma certo che no" disse il biondo "Shanks è dalla nostra parte". Rufy diede un morso al pane mentre studiava attentamente Shanks, in effetti non sembrava pericoloso e il pane non sembrava avvelenato. "Shanks, ci farà vivere ancora per un pò se Dio vuole" sentendo quelle parole Rufy pensò che c'era ancora speranza e quando chiese una  spiegazione loro gliela diedero. Shanks, nonostante era un tedesco non avrebbe mai ucciso un uomo, infatti, aiutava tutti gli ebrei del campo, fornendo loro cibo e aiuto. Per quanto riguardava i bambini, li prendeva a gruppi e insieme ai suoi amici, di nascosto li faceva scappare dal campo per poi portarli al sicuro in una casa dove abitava un uomo anziano, nella campagna, in mezzo al nulla. Segnava il nome e cognome dei bambini, poi avrebbe rintracciato e genitori, se erano ancora vivi. "Sei nuovo vero?" Rufy annuì, Shanks gli diede una amichevole pacca sulla spalla "So che non ci troviamo nel  migliore dei posti ma se ti serve qualcosa non esitare a chiedere a me e ai miei amici."
   
 
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